Il tuo ragionamento non spiega però come mai il costo del lavoro in Italia è sceso ed abbiamo perso competitività, mentre il costo in Germania è salito di molto (e con il costo anche i salari) e nel contempo è salita la produttività. Abbassare ilo costo del lavoro è un male per due motivi: riduci il PIL e riduci la capacità di spesa dei dipendenti (i quali normalmente spendono tutto quello che guadagnano) e quindi contrai i consumi. Forse ci guadagna una parte della popolazione (piccola) e si amplia la forbice tra il reddito dei ricchi (che notoriamente spendono solo una piccola parte di quello che guadagnano) e quello della classe media e di quelle meno abbienti. Risultato? negativo su tutti i fronti.
Per migliorare la produttività occorre invece che si investa in innovazione, ricerca e sviluppo e che si assumano giovani uomimi (che spendono tutto) e giovani donne (che oltre a spendere producono nuovo lavoro di sostituzione di quello che facevano in casa prima di lavorare: colf, badanti, baby sitter, parrucchiere, estetiste).
Puoi ridurre i salari quanto vuoi ma non arriverai mai a competere con i BRICS, col Vietnam e la Cambogia e comunque non ce la fai lo stesso se manca l'innovazione di prodotto e di processo che si realizza con investimenti.
Il mondo chiede prodotti HI Tech e noi siamo fuori da questi settori che hanno un valore aggiunto enorme. Ti faccio un esempio: il costo di produzione di un I Phone è 10 euro circa e si vende a 700. Se venisse prodotto per assurdo in Italia probabilmente costerebbe 30 euro. La differenza nel valore aggiunto sarebbe minima comunque: 670, contro 690 euro. Quindi il problema NON è il costo del lavoro ma la mancanza di tecnologie, cervelli e investitori per ideare, ingegnerizzare, realizzare, produrre su larga scala, commercializzare e vendere un gioiellino come l'IPhone in Italia
Secondo l'istat non credo sia sceso...
Retribuzioni di fatto e costo del lavoro
Nel quarto trimestre 2011 l'indice destagionalizzato delle retribuzioni lorde per unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), al netto della cassa integrazione guadagni (cig), registra, nel complesso dell'industria e dei servizi, un incremento dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, con variazioni pari allo 0,8% nell'industria e allo 0,3% nei servizi. La crescita rispetto al quarto trimestre del 2010, misurata sull'indice grezzo, è pari all'1,6%.
L'indice destagionalizzato degli oneri sociali aumenta dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. L'indice grezzo cresce dell'1,9% rispetto allo stesso trimestre del 2011.
L'indice del costo del lavoro segna un aumento dello 0,7% in termini congiunturali. In termini tendenziali, la crescita dell'indice grezzo è pari all'1,7%.
Nel confronto con lo stesso trimestre dell'anno precedente, l'incremento delle retribuzioni è del 2,2% nel settore industriale e dell'1,1% nei servizi.
La crescita tendenziale delle retribuzioni più marcata all'interno dell'industria si registra nel settore delle costruzioni (+3,8%). Nei servizi, l'aumento maggiore si rileva nel settore del trasporto e magazzinaggio (+2,1%).
Nella media del 2011 le retribuzioni aumentano del 2,2% rispetto all'anno precedente, mentre gli oneri sociali crescono del 2,5%. In media d'anno l'aumento del costo del lavoro è pari al 2,3%.
Nota. Il 13 marzo 2012 il "Testo integrale" è stato sostituito per riportare sulla testata dei prospetti 3 e 4 la dicitura "Media 2011/Media 2010″ (al posto di "I-IV 2011/I-IV 2010″).