stefanofabb
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Italia: stime crescita decisamente ambiziose e non contemplano impatto spread su ciclo (analisti)
Il mercato continua a passare ai raggi X i numeri della nota di
aggiornamento del DEF. Il ministro delle Finanze Giovanni Tria
ha specificato che rimane l'obiettivo di ridurre il rapporto
debito/pil di un punto l'anno grazie allo stimolo della
manovra sulla crescita. Le stime sono di Pil a +1,6% nel 2019 e
+1,7% nel 2020, decisamente ambiziose se confrontate con quelle
indicate dalle principali istituzioni. "A prima vista i
livelli di crescita necessari a mantenere al ribasso il
rapporto debito/pil di un punto all'anno sembrano decisamente
ambiziosi - rimarca Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia
Capital Partners Sgr - . Implicano infatti l'applicazione di
un moltiplicatore assai elevato all'espansione fiscale
programmata, e non sembrano prevedere alcun impatto dallo
spread sul ciclo. In altre parole, sembrano raggiungibili solo
con un robusto aiuto esterno al ciclo, il che rende il quadro
di finanza pubblica italiana ancora più vulnerabile ad un
eventuale rallentamento globale". E questo senza considerare
le varie sfide che attendono il Governo (Commissione EU,
Agenzie di Rating) e la perdita di peso del Ministero delle
Finanze, come garante del rigore dei conti. "Il rischio è che
i passaggi in aula causino ulteriori modifiche alla manovra",
conclude Sersale. Milano, Finanza.com
Il mercato continua a passare ai raggi X i numeri della nota di
aggiornamento del DEF. Il ministro delle Finanze Giovanni Tria
ha specificato che rimane l'obiettivo di ridurre il rapporto
debito/pil di un punto l'anno grazie allo stimolo della
manovra sulla crescita. Le stime sono di Pil a +1,6% nel 2019 e
+1,7% nel 2020, decisamente ambiziose se confrontate con quelle
indicate dalle principali istituzioni. "A prima vista i
livelli di crescita necessari a mantenere al ribasso il
rapporto debito/pil di un punto all'anno sembrano decisamente
ambiziosi - rimarca Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia
Capital Partners Sgr - . Implicano infatti l'applicazione di
un moltiplicatore assai elevato all'espansione fiscale
programmata, e non sembrano prevedere alcun impatto dallo
spread sul ciclo. In altre parole, sembrano raggiungibili solo
con un robusto aiuto esterno al ciclo, il che rende il quadro
di finanza pubblica italiana ancora più vulnerabile ad un
eventuale rallentamento globale". E questo senza considerare
le varie sfide che attendono il Governo (Commissione EU,
Agenzie di Rating) e la perdita di peso del Ministero delle
Finanze, come garante del rigore dei conti. "Il rischio è che
i passaggi in aula causino ulteriori modifiche alla manovra",
conclude Sersale. Milano, Finanza.com