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(Alliance News) - Banca d'Italia ha comunicato mercoledì i risultati di tre aste su BTP a 2, 5 e 10 anni, con le quale il Tesoro italiano ha piazzato complessivamente EUR4,00 miliardi. Del BTP a 2 anni, in scadenza a maggio 2024 e con cedola dell'1,75%, la richiesta è stata di EUR3,99 miliardi ma l'importo assegnato è stato pari a EUR2,50 miliardi, con rendimento lordo del 2,88%. Il prezzo è sotto la pari, a 98,29, con importo in circolazione di questo buono di EUR14,92 miliardi Del BTP indicizzato per l'inflazione a cedola 0,65% in scadenza a maggio 2026, la richiesta è stata di EUR1,16 miliardi ma l'importo assegnato è stato pari a EUR750 milioni, con rendimento lordo dell'1,09%. Il prezzo è sotto la pari, a 98,48, con importo in circolazione di questo buono di EUR9,37 miliardi. Del BTP indicizzato per l'inflazione a cedola 0,10% in scadenza a maggio 2033, la richiesta è stata di EUR1,17 miliardi ma l'importo assegnato è stato pari a EUR750 milioni, con rendimento lordo del 2,22%. Il prezzo è sotto la pari, a 80,23, con importo in circolazione di questo buono di EUR10,69 miliardi. Di Chiara Bruschi; [email protected] Copyright 2022 Alliance News IS Italian Service Limited. Tutti i diritti riservati.

Emissione News: 2022-10-26 13:29:45
 

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Ieri è crollata la fiducia dei consumatori americani e pure l’indice manifatturiero della Fed di Richmond, ma non è un problema, bad news, good news!

Ma la cosa più interessante è che si è mossa anche la politica americana su due fronti, la prima quello democratico con la richiesta da parte del suo stesso partito di cercare una soluzione al conflitto ucraino, di smetterla di esser così guerrafondaio, la seconda da parte del presidente della commissione bancaria del Senato, Sherrod Brown che a chiesto a Powell di smetterla di pensare solo all’inflazione distruggendo l’economia americana.




Probabilmente qualche banca ha suggerito al senatore che le richieste di mutuo stanno collassando, insieme al mercato immobiliare.

Noi invece facciamo il tifo per Powell, che continui ad alzare i tassi e ignorare la realtà, solo così ci toglieremo di mezzo uno dei tanti inutili banchieri centrali della storia, amministratori di un fallimento dietro l’altro!

Doppio salto mortale con triplo avvitamento, ci sarà da ridere nei prossimi mesi!"
 
(Teleborsa) - Dopo gli sviluppi turbolenti degli ultimi mesi, il sentiment dei consumatori tedeschi si è stabilizzato ad ottobre, almeno per il momento. Mentre le aspettative economiche hanno subito perdite minime, sono aumentate sia le attese di reddito che la propensione all'acquisto.

L'indice GFK, in base al sondaggio condotto questo mese, evidenzia per novembre un valore di -41,9 punti, rispetto al -42,8 di ottobre (dato rivisto da -42,5 preliminare). La lettura è in linea con le attese degli analisti.

Migliorano anche le aspettative sulla situazione economica, con l'indicatore che lima 0,3 punti a quota -22,2. Sale appena inoltre l'indicatore sulla propensione all'acquisto che sale di 2 punti e si attesta a -17,5. Quello sulle aspettative dei redditi è salito di 7,2 punti a quota -60,5.
"È certamente troppo presto per parlare di un cambio di tendenza in questo momento. La situazione rimane molto tesa per il sentiment dei consumatori" - spiega Rolf Bürkl, esperto di consumatori di GfK -. "L'inflazione è recentemente salita al dieci per cento in Germania e le preoccupazioni per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico continuano a crescere. Resta quindi da vedere se l'attuale stabilizzazione durerà o, se, considerato il prossimo inverno, vi sia motivo di temere un ulteriore peggioramento della situazione".


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Emissione News: 2022-10-27 08:27:47

Buon giorno
 
(Teleborsa) - Un nuovo rialzo deciso dei tassi d'interesse da 75 punti base, come a settembre, una possibile stretta ai maxi-prestiti "Tltro" che stanno concedendo utili troppo ricchi al sistema bancario mentre il resto dell'economia soffre e , infine, un possibile cenno al quantitative tightening, cioè la marcia indietro dagli acquisti di bond che potrebbe partire nella seconda parte del 2023, ma senza scossoni. Sono le decisioni che ci si aspetta verranno annunciate dalla Banca Centrale Europea oggi.

Potrebbero inoltre arrivare le prime repliche alle parole della neo-Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che alla Camera aveva evocato una "scelta azzardata" sui tassi allungando la lista dei malumori della politica nazionale dopo il francese Macron e la finlandese Sanna Marin. È possibile che Christine Lagarde ricordi l'indipendenza della BCE dalle richieste della politica, fondamento della credibilità di ogni banca centrale. Secondo Marco Valli, responsabile globale della ricerca economica di Unicredit, "la BCE alzerà tranquillamente di altri 75 punti base nonostante la recessione all'orizzonte", perché, come spiega in un report, a dispetto dei dati economici come gli indici PMI, il mercato del lavoro regge e le aziende continuano ad assumere.

Lagarde con ogni probabilità deciderà di difendere le misure dell'Istituto centrale sottolineando che con il tasso nominale che ormai viaggia verso il 10%, persino l'inflazione "supercore", depurata da alimentari, energia e fattori stagionali, è ormai al 5,8%. Una situazione che rende necessaria una "normalizzazione" della politica monetaria - ancora molto espansiva - verso un livello neutrale se non si vuole soffiare sul fuoco. Un punto a favore per i "falchi" nel Consiglio BCE riuniti attorno alla Bundesbank, con molti governatori nordici che fanno i conti con un'inflazione a oltre il 20% e che per ora sono maggioritari sulla pattuglia delle "colombe" riunite attorno a Francia, Italia e al membro del Comitato esecutivo Fabio Panetta.

L'inflazione, con il passaggio al 2023, al lordo dell'incognita-gas potrebbe iniziare a rallentare per ragioni statistiche. La recessione dovuta allo shock energetico darebbe un colpo ulteriore all'andamento dei prezzi. Ecco perché già nella riunione successiva, quella del 15 dicembre, la BCE potrebbe già rallentare con un rialzo di mezzo punto che porterebbe il tasso sui depositi (che salirebbe all'1,5% dopo due rialzi da tre quarti di punto) al 2%, avvicinandosi all'agognato tasso "neutrale". Da qui in poi è possibile una pausa di riflessione: specie se la nuove previsioni che la BCE diffonderà a dicembre indicassero il ritorno dell'inflazione al 2% entro 2025, fornendo ai governatori un ottimo argomento per fermarsi nel 2023. Una volta completata la normalizzazione, toccherà disfare il quantitative easing: ma con molta calma, lasciando che i bond comprati arrivino a scadenza senza reinvestirli.



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Emissione News: 2022-10-27 07:35:45
 

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