switch dai brevi ai lunghi? adesso?
salve a tutti.
Ritorno su un punto non ancora chiarito bene. Scusate, ma non avendo l'esperienza di molti di voi e le conoscenze finanziarie, rischio consapevolmente di dire sciocchezze o inesattezze, ma - diciamo - mi metto in gioco per cercare di capire.
Allego il riassunto dell'andamento del 25 del 32 e del 46, (Il 25 nel prossimo invio poiché non si può caricare più di due allegati per post)
Ora, se si ritiene che vi sarà un recupero, prima o poi, vista la consistenza della discesa e la velocità con cui si è verificata seppur considerando la Grecia e i tassi e l'inflazione in lievissimo aumento, si potrebbe prevedere che il recupero sia proporzionale alla perdita? Se la curva dei rendimenti non avrà scosse terribili per qualche motivo che non so, allora oggi come oggi l'investimento con rendimento potenziale più forte è sul titolo che ha perso di più.... o mi sbaglio?
E se così fosse, perché uno switch da un titolo che ha perso di meno a quello stesso titolo che ha perso di più non dovrebbe essere una opportunità da valutare?
Ragioniamo insieme.
OK, in linea di massima un recupero dei lunghi sarà proporzionale alla perdita subita dai medesimi.
Dobbiamo tuttavia prendere atto che un lieve aumento dell'inflazione (come è negli obiettivi della BCE con il QE), è quindi un prevedibile conseguente aumento generalizzato dei rendimenti per i prossimi anni, farà si che i massimi recenti specialmente dei lunghi non saranno più facilmente raggiungibili.
E' vero che con il QE vi è la BCE che acquista i titoli di stato, ma è anche vero che
l'obiettivo dichiarato dalla BCE medesima è un aumento dell'inflazione da quasi zero al 2%. Ed inflazione vuol anche dire aumento dei rendimenti, perchè gli investitori, come è noto, non vogliono perdere il valore reale del capitale investito.
Ciò premesso, se questi fossero i minimi di medio periodo, sarebbe opportuno passare dai brevi ai lunghi, ma se invece non lo fossero un'operatività in tal senso non farebbe altro che aumentare la quota nel ptf dei lunghi, aumentando la volatilità complessiva del ptf medesimo.
Infatti,
se l'inflazione aumentasse ancora (e tutti sappiamo che i governi, per ridurre il debito in termini reali, che è quello che conta, giocano molto spesso sulla svalutazione della valuta, quindi il Governo italiano sarebbe felicissimo di una ulteriore svalutazione dell'euro, svalutazione che diventerebbe una tassa apparentemente indolore per i cittadini),
i lunghi potrebbero soffrirne ancora di più, trascinando verso il basso un ptf in quel senso sbilanciato.
Non parliamo poi se dovesse andare in
default conclamato la Grecia: lo
spread italico potrebbe raggiungere nel panico anche i 200, non molto oltre credo per via del QE.
Quindi, se crediamo che il
default greco non avrà luogo e che l'inflazione non aumenterà significativamente rispetto ai valori attuali, uno
switch come quello prospettato da te, Zebro, potrebbe essere fattibile.
Per prudenza, e per non sbilanciare ulteriormente il ptf verso i lunghi, forse sarebbe il caso di farlo solo parzialmente, lasciando un po' di brevi come riserva di liquidità, per occasioni di acquisto al momento non prevedibili, ma possibili in questa fase di alta incertezza finanziaria.
Spero di essere stato chiaro.
Buonanotte,
Giuseppe