Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato (4 lettori)

stefanofabb

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4 anni 0.11 0.14 1.48 1.51
5 anni 0.25 0.28 1.62 1.65
6 anni 0.38 0.41 1.75 1.78
7 anni 0.53 0.54 1.86 1.89
8 anni 0.65 0.68 1.95 1.98
9 anni 0.78 0.8 2.03 2.06
10 anni 0.89 0.91 2.10 2.13
15 anni 1.28 1.29 2.33 2.36
20 anni 1.43 1.45 2.45 2.48
25 anni 1.47 1.48
30 anni 1.45 1.48 2.53 2.56
 

braga

Forumer storico
BUONGIORNO
Banche Crisi delle piccole banche, ecco chi ci guadagna

I fondi specializzati nel recupero dei crediti deteriorati sono in prima fila per le sofferenze delle quattro banche salvate finite nella bad bank. Faranno affari d’oro, anche grazie a una legge di agosto che taglia drasticamente i tempi per fallimenti e pignoramenti. E il tempo conta moltissimo

di Fabrizio Patti
15 Dicembre Dic 2015 0820 15 dicembre 2015




Nella vicenda delle quattro banche popolari “salvate” dal governo, si è capito chi ci ha perso - gli azionisti e chi aveva obbligazioni subordinate - e chi ha scampato il pericolo - i correntisti, i detentori delle altre obbligazioni e le imprese del territorio che non dovranno restituire di colpo i propri mutui, oltre ai lavoratori delle banche coinvolte. Ma chi, invece, guadagnerà dall’operazione?
I nomi non ci sono ancora, ma la tipologia di operatori sì. Sono gli specialisti del recupero dei crediti deteriorati (Npl, non performing loans), che si stanno preparando a comprare a prezzo di saldo i beni delle quattro banche. Se sapranno fare bene il loro lavoro, a fare ottimi affari saranno i grandi nomi del settore. Ci sono quelli italiani - come Banca Ifis, Cerved Group (divisione Credit Management) e AZ Holding - e soprattutto i big internazionali come Fortress, Active Capital, Anacap, Alvarez & Marsal e Kkr. Tra i fondi internazionali che negli scorsi mesi si erano fatti avanti per gli Npl di Banca Etruria c’era anche Algebris di Davide Serra, finanziere noto per essere stato tra i principali sostenitori della corsa di Matteo Renzi alle primarie del 2012. Serra, a febbraio si era detto pronto a farsi carico di alcune centinaia di milioni di crediti ipotecari. A marzo aveva rilanciato, con «una proposta di cooperazione, risanamento e rilancio di Banca Etruria», secondo quanto scritto da Il Messaggero.


La parte più deteriorata di quei crediti, quelli non più recuperabili, rispetto ai quali le banche rientrano vendendo gli immobili posti a garanzia dei crediti, prende il nome di sofferenza bancaria Le sofferenze di Banca Etruria, Banca Marche, Carife, CariChieti, hanno un valore precedente era di 8,5 miliardi; dopo il “salvataggio” è sceso a 1,5 miliardi, il 17,6 per cento del valore che aveva in precedenza. È tanto o è poco? Nel caso specifico, dare una risposta non è semplice.

Nella bad bank le sofferenze di Banca Etruria, Banca Marche, Carife, CariChieti finiti nella bad bank sono state valutate il 17,6% del valore precedente. È tanto o poco? È poco, se si prendono a riferimento i valori di mercato a livello nazionale
L’affare c’è grazie alla leggina

Poiché questi operatori si finanziano a tassi di interesse molto elevati (10-15%), quello che fa la differenza tra un ricavo e una perdita è il tempo che ci mettono a rivendere gli immobili. Su questo, il governo è intervenuto a dare loro una mano. La legge 132 del 6 agosto 2015 (conversione di un decreto legge) ha previsto sei aree di intervento, tra cui norme per velocizzare il processo e le procedure esecutive su beni mobili e immobili. Sono inoltre fissati in due anni dalla dichiarazione di fallimento i termini per la conclusione delle operazioni di liquidazione. Misure che secondo il Rapporto Pmi 2015 diCerved Group «avranno impatti potenzialmente molto rilevanti sui tempi di recupero dei crediti e quindi sull’evoluzione delle sofferenze». Tradotto: i beni immobili, capannoni ma anche abitazioni, saranno pignorabili molto più facilmente. Rimangono alcune barriere sulle prime case, tutelate da una legge del 2013 qualora siano gli unici immobili di proprietà delle famiglie,


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Fonte: Cerved Group, Rapporto Pmi 2015



La legge 132 del 6 agosto 2015 fa sì che i beni immobili, capannoni ma anche abitazioni, saranno pignorate molto più velocemente. Questo, per i fondi che comprano gli Npl, cambia tutto, perché il tempo è una variabile chiave per operatori che si finanziano a tassi elevati
Quanto vale questo taglio dei tempi? Tanto. Lo fa capire una simulazione che ha fatto l’ufficio studi del Cerved, sulla base dei prezzi di mercato in uno scenario nazionale (non quindi specifico per le quattro banche). Si parte da un valore del bene di 100 euro. Nell’ipotesi che i fondi si finanzino a un tasso di interesse del 15%, in uno scenario di estinzione degli Npl in sette anni, il prezzo di acquisto che permetterebbe a questi operatori di realizzare i propri guadagni medi (i rendimenti sono elevati, circa il 20%) è di 18 euro, quindi in linea con le valutazioni scelte per le quattro banche popolari salvate.


Se questo tempo scendesse a 6 anni, il prezzo salirebbe a 20 euro. Se calasse a 4,5 anni, il prezzo arriverebbe a 24 euro. Il taglio dei tempi, spiegano dal Cerved, è coerente con le percentuali indicate dalla Banca d’Italia (-50% tempi dei fallimenti e -20% tempi per le aste immobiliari).
Nell’ipotesi, poi, che il tasso di interesse a cui si finanziano i compratori fosse il 10% e i tempi di estinzione fossero di 4,5 anni, il prezzo di riferimento sarebbe di 29 euro. Al confronto, i 17,6 euro a cui sono stati valutati gli asset finiti nella bad bank per le quattro popolari è davvero un prezzo da saldo. «Quella dei 17,6% ci sembra una valutazione molto prudente, che non tiene conto delle modifiche normative», commentano dall’ufficio studi del Cerved.
Detto in altri termini, ci sarebbe un grande spostamento di ricchezza, dagli azionisti delle banche fallite agli operatori del recupero credito.

«Quella dei 17,6% ci sembra una valutazione molto prudente, che non tiene conto delle modifiche normative»
Ufficio studi Cerved Group​
Ritorni per i “salvatori”

Ma a guadagnare da un prezzo così basso, o quanto meno a ridurre le perdite, potrebbero essere anche le banche salvatrici, ovvero tutte quelle che sotto la bandiera dell’Abi hanno versato nel Fondo di Risoluzione 3,6 miliardi di euro. Di questi, circa 140 milioni sono serviti per dotare la “banca cattiva” del capitale minimo necessario a operare. Se la nuova bad bank guidata da Roberto Nicastro sarà abile a vendere le sofferenze a una cifra superiore al 17,6%, tutto il guadagno andrà proprio alle banche salvatrici. Non un euro andrà invece ai vecchi azionisti né agli obbligazionisti subordinati. È questa la grande differenza tra i fallimenti classici l’attuale salvataggio. «È stata fatta una procedura di fallimento in cui i possessori di capitale e obbligazioni hanno perso ogni diritto ed è subentrato un terzo soggetto. Io personalmente ho qualche dubbio sulla costituzionalità di questa operazione», commenta Fabio Bolognini, co-fondatore di Workinvoice e commentatore su Linkerblog.biz.
Rimane però la questione: la valutazione al 17,6%, nel caso specifico delle popolari, è davvero così basso? Non è semplice dare una risposta, spiega un operatore del settore del recupero crediti, perché in questi casi fare di tutta un’erba un fascio non è possibile. «Sicuramente le sofferenze di Banca Marche e Carife hanno possibilità di recupero più basse, perché legate a operazioni immobiliari molto discusse», commenta Bolognini.

Se la nuova bad bank guidata da Roberto Nicastro sarà abile a vendere le sofferenze a una cifra superiore al 17,6%, tutto il guadagno andrà proprio alle banche salvatrici. Non un euro andrà invece ai vecchi azionisti né agli obbligazionisti subordinati.
La bomba nazionale

Di certo il problema delle sofferenze, se è stata la causa principale dei guai delle quattro popolari, va ben oltre Arezzo o Ancona. Tutto il sistema bancario italiano ha un enorme problema con le sofferenze. Oggi sono circa pari a 200 miliardi, a cui si sommano altri 150 miliardi di incagli, crediti deteriorati ancora recuperabili. Per il loro peso rispetto al Pil e al totale del credito, l’Italia è un’anomalia negativa in Europa. Questa quota continua a salire e nella migliore delle ipotesi, spiega Cerved Group, si comincerà a scendere dopo il 2018.


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Fonte: Cerved Group, Rapporto Pmi 2015



Le banche italiane hanno una valutazione media delle sofferenze pari al 40% del loro valore. Il 17% a cui sono state le sofferenze delle 4 banche è molto distante. Se si applicasse quella percentuale a banche vive (e non in una bad bank), i conti economici esploderebbero
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Fonte: Cerved Group, Rapporto Pmi 2015




Non tutti i casi sono uguali, ma il problema rimane. Le banche italiane hanno a bilancio una valutazione media delle sofferenze pari al 40% del loro valore. molto distante dal 17% a cui sono state valutate le sofferenze delle quattro banche. Se si applicasse quest'ultima percentuale a banche “vive”, i conti economici esploderebbero.
Che il problema sia grave lo ha detto chiaramente anche il presidente della Bce Mario Draghi, lo scorso 14 dicembre: «Creare le condizioni per un rapido smaltimento dei prestiti deteriorati deve essere parte delle misure di politica economica volte a ripristinare condizioni favorevoli all' accumulazione», ha dichiarato. La soluzione non potrà essere la bad bank di sistema, che ci viene negata dalle autorità europee. Si fa però sempre più strada l’idea di tante mini bad bank con garanzia della Cassa Depositi e Prestiti. E forse, quella che abbiamo di fronte oggi e che ha in pancia tutte le sofferenze delle quattro piccole banche virtualmente fallite non è che la prova generale.
 

ang41

belindo
BUONGIORNO
Banche Crisi delle piccole banche, ecco chi ci guadagna

I fondi specializzati nel recupero dei crediti deteriorati sono in prima fila per le sofferenze delle quattro banche salvate finite nella bad bank. Faranno affari d’oro, anche grazie a una legge di agosto che taglia drasticamente i tempi per fallimenti e pignoramenti. E il tempo conta moltissimo

di Fabrizio Patti
15 Dicembre Dic 2015 0820 15 dicembre 2015




Nella vicenda delle quattro banche popolari “salvate” dal governo, si è capito chi ci ha perso - gli azionisti e chi aveva obbligazioni subordinate - e chi ha scampato il pericolo - i correntisti, i detentori delle altre obbligazioni e le imprese del territorio che non dovranno restituire di colpo i propri mutui, oltre ai lavoratori delle banche coinvolte. Ma chi, invece, guadagnerà dall’operazione?
I nomi non ci sono ancora, ma la tipologia di operatori sì. Sono gli specialisti del recupero dei crediti deteriorati (Npl, non performing loans), che si stanno preparando a comprare a prezzo di saldo i beni delle quattro banche. Se sapranno fare bene il loro lavoro, a fare ottimi affari saranno i grandi nomi del settore. Ci sono quelli italiani - come Banca Ifis, Cerved Group (divisione Credit Management) e AZ Holding - e soprattutto i big internazionali come Fortress, Active Capital, Anacap, Alvarez & Marsal e Kkr. Tra i fondi internazionali che negli scorsi mesi si erano fatti avanti per gli Npl di Banca Etruria c’era anche Algebris di Davide Serra, finanziere noto per essere stato tra i principali sostenitori della corsa di Matteo Renzi alle primarie del 2012. Serra, a febbraio si era detto pronto a farsi carico di alcune centinaia di milioni di crediti ipotecari. A marzo aveva rilanciato, con «una proposta di cooperazione, risanamento e rilancio di Banca Etruria», secondo quanto scritto da Il Messaggero.


La parte più deteriorata di quei crediti, quelli non più recuperabili, rispetto ai quali le banche rientrano vendendo gli immobili posti a garanzia dei crediti, prende il nome di sofferenza bancaria Le sofferenze di Banca Etruria, Banca Marche, Carife, CariChieti, hanno un valore precedente era di 8,5 miliardi; dopo il “salvataggio” è sceso a 1,5 miliardi, il 17,6 per cento del valore che aveva in precedenza. È tanto o è poco? Nel caso specifico, dare una risposta non è semplice.

Nella bad bank le sofferenze di Banca Etruria, Banca Marche, Carife, CariChieti finiti nella bad bank sono state valutate il 17,6% del valore precedente. È tanto o poco? È poco, se si prendono a riferimento i valori di mercato a livello nazionale
L’affare c’è grazie alla leggina

Poiché questi operatori si finanziano a tassi di interesse molto elevati (10-15%), quello che fa la differenza tra un ricavo e una perdita è il tempo che ci mettono a rivendere gli immobili. Su questo, il governo è intervenuto a dare loro una mano. La legge 132 del 6 agosto 2015 (conversione di un decreto legge) ha previsto sei aree di intervento, tra cui norme per velocizzare il processo e le procedure esecutive su beni mobili e immobili. Sono inoltre fissati in due anni dalla dichiarazione di fallimento i termini per la conclusione delle operazioni di liquidazione. Misure che secondo il Rapporto Pmi 2015 diCerved Group «avranno impatti potenzialmente molto rilevanti sui tempi di recupero dei crediti e quindi sull’evoluzione delle sofferenze». Tradotto: i beni immobili, capannoni ma anche abitazioni, saranno pignorabili molto più facilmente. Rimangono alcune barriere sulle prime case, tutelate da una legge del 2013 qualora siano gli unici immobili di proprietà delle famiglie,


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Fonte: Cerved Group, Rapporto Pmi 2015



La legge 132 del 6 agosto 2015 fa sì che i beni immobili, capannoni ma anche abitazioni, saranno pignorate molto più velocemente. Questo, per i fondi che comprano gli Npl, cambia tutto, perché il tempo è una variabile chiave per operatori che si finanziano a tassi elevati
Quanto vale questo taglio dei tempi? Tanto. Lo fa capire una simulazione che ha fatto l’ufficio studi del Cerved, sulla base dei prezzi di mercato in uno scenario nazionale (non quindi specifico per le quattro banche). Si parte da un valore del bene di 100 euro. Nell’ipotesi che i fondi si finanzino a un tasso di interesse del 15%, in uno scenario di estinzione degli Npl in sette anni, il prezzo di acquisto che permetterebbe a questi operatori di realizzare i propri guadagni medi (i rendimenti sono elevati, circa il 20%) è di 18 euro, quindi in linea con le valutazioni scelte per le quattro banche popolari salvate.


Se questo tempo scendesse a 6 anni, il prezzo salirebbe a 20 euro. Se calasse a 4,5 anni, il prezzo arriverebbe a 24 euro. Il taglio dei tempi, spiegano dal Cerved, è coerente con le percentuali indicate dalla Banca d’Italia (-50% tempi dei fallimenti e -20% tempi per le aste immobiliari).
Nell’ipotesi, poi, che il tasso di interesse a cui si finanziano i compratori fosse il 10% e i tempi di estinzione fossero di 4,5 anni, il prezzo di riferimento sarebbe di 29 euro. Al confronto, i 17,6 euro a cui sono stati valutati gli asset finiti nella bad bank per le quattro popolari è davvero un prezzo da saldo. «Quella dei 17,6% ci sembra una valutazione molto prudente, che non tiene conto delle modifiche normative», commentano dall’ufficio studi del Cerved.
Detto in altri termini, ci sarebbe un grande spostamento di ricchezza, dagli azionisti delle banche fallite agli operatori del recupero credito.

«Quella dei 17,6% ci sembra una valutazione molto prudente, che non tiene conto delle modifiche normative»
Ufficio studi Cerved Group​
Ritorni per i “salvatori”

Ma a guadagnare da un prezzo così basso, o quanto meno a ridurre le perdite, potrebbero essere anche le banche salvatrici, ovvero tutte quelle che sotto la bandiera dell’Abi hanno versato nel Fondo di Risoluzione 3,6 miliardi di euro. Di questi, circa 140 milioni sono serviti per dotare la “banca cattiva” del capitale minimo necessario a operare. Se la nuova bad bank guidata da Roberto Nicastro sarà abile a vendere le sofferenze a una cifra superiore al 17,6%, tutto il guadagno andrà proprio alle banche salvatrici. Non un euro andrà invece ai vecchi azionisti né agli obbligazionisti subordinati. È questa la grande differenza tra i fallimenti classici l’attuale salvataggio. «È stata fatta una procedura di fallimento in cui i possessori di capitale e obbligazioni hanno perso ogni diritto ed è subentrato un terzo soggetto. Io personalmente ho qualche dubbio sulla costituzionalità di questa operazione», commenta Fabio Bolognini, co-fondatore di Workinvoice e commentatore su Linkerblog.biz.
Rimane però la questione: la valutazione al 17,6%, nel caso specifico delle popolari, è davvero così basso? Non è semplice dare una risposta, spiega un operatore del settore del recupero crediti, perché in questi casi fare di tutta un’erba un fascio non è possibile. «Sicuramente le sofferenze di Banca Marche e Carife hanno possibilità di recupero più basse, perché legate a operazioni immobiliari molto discusse», commenta Bolognini.

Se la nuova bad bank guidata da Roberto Nicastro sarà abile a vendere le sofferenze a una cifra superiore al 17,6%, tutto il guadagno andrà proprio alle banche salvatrici. Non un euro andrà invece ai vecchi azionisti né agli obbligazionisti subordinati.
La bomba nazionale

Di certo il problema delle sofferenze, se è stata la causa principale dei guai delle quattro popolari, va ben oltre Arezzo o Ancona. Tutto il sistema bancario italiano ha un enorme problema con le sofferenze. Oggi sono circa pari a 200 miliardi, a cui si sommano altri 150 miliardi di incagli, crediti deteriorati ancora recuperabili. Per il loro peso rispetto al Pil e al totale del credito, l’Italia è un’anomalia negativa in Europa. Questa quota continua a salire e nella migliore delle ipotesi, spiega Cerved Group, si comincerà a scendere dopo il 2018.


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Fonte: Cerved Group, Rapporto Pmi 2015



Le banche italiane hanno una valutazione media delle sofferenze pari al 40% del loro valore. Il 17% a cui sono state le sofferenze delle 4 banche è molto distante. Se si applicasse quella percentuale a banche vive (e non in una bad bank), i conti economici esploderebbero
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Fonte: Cerved Group, Rapporto Pmi 2015




Non tutti i casi sono uguali, ma il problema rimane. Le banche italiane hanno a bilancio una valutazione media delle sofferenze pari al 40% del loro valore. molto distante dal 17% a cui sono state valutate le sofferenze delle quattro banche. Se si applicasse quest'ultima percentuale a banche “vive”, i conti economici esploderebbero.
Che il problema sia grave lo ha detto chiaramente anche il presidente della Bce Mario Draghi, lo scorso 14 dicembre: «Creare le condizioni per un rapido smaltimento dei prestiti deteriorati deve essere parte delle misure di politica economica volte a ripristinare condizioni favorevoli all' accumulazione», ha dichiarato. La soluzione non potrà essere la bad bank di sistema, che ci viene negata dalle autorità europee. Si fa però sempre più strada l’idea di tante mini bad bank con garanzia della Cassa Depositi e Prestiti. E forse, quella che abbiamo di fronte oggi e che ha in pancia tutte le sofferenze delle quattro piccole banche virtualmente fallite non è che la prova generale.

Grazie Braga :up:

bellissimo articolo, che spiega un pò meglio la questione sofferenze.
Unica nota, è che in questo articolo all'inizio da per scontato che tutte le sofferenze siano coperta da ipoteca...................:mumble:..............io non ne sono per nulla convinto sai :no:
 

camaleonte

Forumer storico
Si è molto dura Sergio in questo campo..per quel che mi riguarda ,avendo tutti i miei immobili affittati (rinegoziato i canoni con 20% di sconto qualche tempo fa),mi sento di dire ,oltre la poca professionalità delle agenzie sui territori,che propongono ,presentanto persone poco affidabili..è diventato un alter-ego al ribasso.L'immobile ora non presenta un metodo di investimento(Ex-novo)..la cosa più eclatante è che molte persone di altra nazionalità hanno capito in che modo possono stare a casa degli altri gratis..e questo fenomeno spopola..il mio avvocato ha 70 cause su 100 per morosità..e "proroghe" di giudici che danno addirittura i 90 giorni:wall:.Ecco perchè il mercato è "saturo" anche come compravendite..da una parte non si arriva alla transazione per via dei costi alti ed la maggior parte dei piccoli proprietari non si vogliono sbottonare più di tanto,facendo rimanere fermo tutto il segmento,buon giorno


Buona sera Stefano e a tutti.

Questo articolo è emblematico sulle intenzioni europee, di voler abbassare i salari in ogni modo. Cosa tra l'altro a noi risaputa, quando sentiamo parlare di riforme! Pertanto, fino a quando resta ferma e incontrastata la volontà di impoverirci, non c'è speranza che possano aumentare inflazione e immobili.
C'è speranza di conseguenza, che i BTP possano raggiungere nuove vette.


"BCE: La Rigidità dei Salari Verso il Basso e il Ruolo delle Riforme Strutturali nell’Eurozona
Posted by voxpopuli.xyz
By Henry Tougha

Questo bollettino della Banca Centrale Europea getta via la maschera della decenza. Il problema — sostiene con incredibile sincerità nella sua violenza — è che nonostante la disoccupazione aumenti non si riesce ad abbassare i salari dei lavoratori quanto si vorrebbe, ed è proprio a questo che sono finalizzate le “riforme strutturali”: ridurre i salari, ridurre la sindacalizzazione, ridurre la contrattazione collettiva, aumentare flessibilità e mobilità.
(Dopo Padoa-Schioppa e le sue riforme strutturali per avvicinarci alla “durezza del vivere“, ecco un’altra prova che le carte sono tutte sul tavolo. Ci dicono in faccia cosa stanno facendo. Chi non capisce è doppiamente colpevole.)

BCE: La Rigidità dei Salari Verso il Basso e il Ruolo delle Riforme Strutturali nell?Eurozona - VoxPopuli.org
 

camaleonte

Forumer storico
buongiorno
Riforma del Catasto rinviata al 2016, mentre si allungano i tempi per gli altri decreti attuativi della delega fiscale: il Consiglio dei Ministri

Quando il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan assicura che non serve una manovra aggiuntiva perché basta attuare le leggi già approvate dal governo, i proprietari di case sudano freddo.

[I]CENTRERA[/I]' QUALCOSA?????? ciao Camaleonte:mmmm:

basta con tutto questo fango! a chi serve????
130.gif






Ciao Braga. Sicuramente! Imho.
 

camaleonte

Forumer storico
"Oggi, come per il periodo 1873-96, il rafforzamento di potenze che rimettono in discussione il loro rango nel consesso globale innesca la destabilizzazione dello statu quo. Se gli Usa, custodi di questo statu quo, perderanno il primato, i disequilibri aumenteranno in ogni sfera sociale (nella sfera economica sono oramai evidentissimi) e si scaricheranno principalmente a livello delle varie entità statali. La conflittualità tra nazioni e rispettivi gruppi dirigenti negli apparati di Stato sarà il leitmotiv dei prossimi anni, lontana dagli infingimenti multilaterali, fino al cosiddetto policentrismo in cui le dispute, per accaparrarsi la leadership e sottrarla agli attuali “egemoni”, saranno dirette e violente. Forse sarà ancora la guerra totale o qualcosa di assomigliante. Resta, comunque, il dato che la stagnazione e il galleggiamento: “dureranno a lungo spedendo in soffitta le chiacchiere sul suo superamento a breve, sulla possibile cooperazione internazionale; mentre invece andrà accentuandosi il contrasto multipolare. Alla fine, entreremo in un “bel” policentrismo apertamente conflittuale. Non dico nulla sull’eventualità di qualche improvviso botto finanziario con “grande crisi” tipo ‘29. Mi spendo invece per un vigoroso regolamento di conti – in tempi e con modalità non prevedibili; salvo predire una netta diversità rispetto alle guerre mondiali del XX secolo – che forse riporterà verso situazioni di migliore coordinamento; ma attraversando un periodo di gravi eventi traumatici di difficile sopportazione a causa della loro sempre più sconvolgente drammaticità”.

Ps. Il Ministro dell’economia del governo Renzi, Padoan, ha recentemente dichiarato, in un convegno presso il Centro studi della Confindustria: “Sono tra quelli che ritiene che l’ipotesi di stagnazione secolare non sia così peregrina”. Un po’ esagerato ma anche lui ci è arrivato, anche se sicuramente non sa spiegarsi il perché, da buon inutile economista."

Come Don Chisciotte - NESSUN CROLLO: E' UNA STAGNAZIONE SECOLARE (PAROLA DI MINISTRO)

"NESSUN CROLLO: E' UNA STAGNAZIONE SECOLARE (PAROLA DI MINISTRO)"
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
Buona sera Stefano e a tutti.

Questo articolo è emblematico sulle intenzioni europee, di voler abbassare i salari in ogni modo. Cosa tra l'altro a noi risaputa, quando sentiamo parlare di riforme! Pertanto, fino a quando resta ferma e incontrastata la volontà di impoverirci, non c'è speranza che possano aumentare inflazione e immobili.
C'è speranza di conseguenza, che i BTP possano raggiungere nuove vette.


"BCE: La Rigidità dei Salari Verso il Basso e il Ruolo delle Riforme Strutturali nell’Eurozona
Posted by voxpopuli.xyz
By Henry Tougha

Questo bollettino della Banca Centrale Europea getta via la maschera della decenza. Il problema — sostiene con incredibile sincerità nella sua violenza — è che nonostante la disoccupazione aumenti non si riesce ad abbassare i salari dei lavoratori quanto si vorrebbe, ed è proprio a questo che sono finalizzate le “riforme strutturali”: ridurre i salari, ridurre la sindacalizzazione, ridurre la contrattazione collettiva, aumentare flessibilità e mobilità.
(Dopo Padoa-Schioppa e le sue riforme strutturali per avvicinarci alla “durezza del vivere“, ecco un’altra prova che le carte sono tutte sul tavolo. Ci dicono in faccia cosa stanno facendo. Chi non capisce è doppiamente colpevole.)

BCE: La Rigidità dei Salari Verso il Basso e il Ruolo delle Riforme Strutturali nell?Eurozona - VoxPopuli.org
Purtroppo è cosi Sergio..non aggiungo nulla,buon week-end
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 18 dic - Ecco, in
collaborazione con Mps Capital Services, l'agenda dei
principali dati macroeconomici della settimana con la
valutazione della loro rilevanza per i mercati finanziari.
L'ora indicata per la diffusione dei dati e' quella italiana.

Lunedi' 21/12
GIA - Vendite largo consumo a/a, novembre, h. 8,00
Precedente: 2,50% / **
USA - indice man. Fed Chicago, novembre, h. 14,30
Precedente: -0,04 / ***
EUR - fiducia dei consumatori, dicembre, h. 16,00
Precedente: -5,9 / ***

Martedi' 22/12
GER - GfK fiducia consumatori, gennaio, h. 8,00
Precedente: 9,3 / ***
TUR - Bca Centrale: decisione tassi, dicembre, h. 13,00
Precedente: 7,50% / ***
USA - Pil t/t annualizzato, terzo trim., h. 14,30
Precedente: 2,10% / ***
USA - FHFA prezzi case m/m, ottobre, h. 15,00
Precedente: 0,80% / ***
USA - Vendite case esistenti m/m, novembre, h. 16,00
Precedente: -3,40% / ***
USA - indice manifatturiero Fed Richmond, dicembre, h. 16,00
Precedente: -3 / *** Mercoledi' 23/12
FRA - pil t/t, terzo trim., h. 8,45
Precedente: 0,30% / ***
ITA - ordini industriali m/m, ottobre, h. 10,00
Precedente: -2,00% / ***
ITA - vendite industriali m/m, ottobre, h. 10,00
Precedente: -0,10% / **
GBR - PIL t/t, terzo trim. h. 10,30
Precedente: 0,50% / ***
ITA - vendite al dettaglio m/m, ottobre, h. 11,00
Precedente: -0,10% / ***
USA - Reddito famiglie m/m, novembre, h. 14,30
Precedente: 0,40% / ****
USA - Spesa famiglie m/m, novembre, h. 14,30
Precedente: 0,10% / ****
USA - Ordini beni durevoli m/m, novembre, h. 14,30
Precedente: 2,90% / ****
USA - ordini beni durevoli ex trasporti m/m, novembre,
h.14,30
Precedente: 0,50% / ****
USA - Vendite case nuove m/m, novembre, h. 16,00
Precedente: 10,70% / ***
USA - Fiducia dei consumatori U.Mich. dicembre, h. 16,00
Precedente: 91,8 / **
USA - Doe: scorte greggio (000), dicembre, h. 16,30
Precedente: 4801 / ***
Mercoledi' 23/12
FRA - pil t/t, terzo trim., h. 8,45
Precedente: 0,30% / ***
ITA - ordini industriali m/m, ottobre, h. 10,00
Precedente: -2,00% / ***
ITA - vendite industriali m/m, ottobre, h. 10,00
Precedente: -0,10% / **
GBR - PIL t/t, terzo trim. h. 10,30
Precedente: 0,50% / ***
ITA - vendite al dettaglio m/m, ottobre, h. 11,00
Precedente: -0,10% / ***
USA - Reddito famiglie m/m, novembre, h. 14,30
Precedente: 0,40% / ****
USA - Spesa famiglie m/m, novembre, h. 14,30
Precedente: 0,10% / ****
USA - Ordini beni durevoli m/m, novembre, h. 14,30
Precedente: 2,90% / ****
USA - ordini beni durevoli ex trasporti m/m, novembre,
h.14,30
Precedente: 0,50% / ****
USA - Vendite case nuove m/m, novembre, h. 16,00
Precedente: 10,70% / ***
USA - Fiducia dei consumatori U.Mich. dicembre, h. 16,00
Precedente: 91,8 / **
USA - Doe: scorte greggio (000), dicembre, h. 16,30
Precedente: 4801 / ***
Giovedi' 24/12
USA - nuove richieste sussidi disoccupazione (000), h.14,30
Precedente: 271 / ***
USA - richieste continue (000), dicembre, h. 14,30
Precedente: 2238 / **

Venerdi' 25/12

GIA - Tasso di disoccupazione, novembre, h. 0,30
Precedente: 3,10% / ***
GIA - Inflazione, novembre, h. 0,30
Precedente: 0,30% / ***
GIA - inflazione core, novembre, h. 0,30
Precedente: -0,10% / ***

Legenda: Rilevanza: * bassa; ** media; *** buona; **** alta
 

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