da MF di oggi
IL CEO DEL BANCO POPOLARE AVREBBE CHIESTO A BARONIO E CARRUS DI FARE UN PASSO INDIETRO
Saviotti azzera i vertici di Pop Verona di Andrea Di Biase
La richiesta arrivata dopo i conti semestrali che hanno mostrato risultati inferiori alle attese da parte della controllata scaligera
La resa dei conti tra il ceo del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, e i vertici della Popolare di Verona (l’ad Franco Baronio e il dg Cristiano Carrus) ci sarebbe stata nei giorni scorsi, subito dopo l’approvazione dei risultati semestrali del Banco Popolare.
Risultati chiusi con un utile netto di 209 milioni, ma raggiunto prevalentemente attraverso componenti non ricorrenti, a partire dalla rilevazione di asset fiscali per 286 milioni da parte della controllata Banca Italease, ma anche per l’effetto della transazione con l’ex ad della Bpi, Gianpiero Fiorani, che si è già tradotta in una posta positiva per oltre 20 milioni sui conti del Banco.
Le debole performance operativa, dovuta essenzialmente a un rallentamento dei ricavi ricorrenti, ha infatti portato Saviotti ad aprire una riflessione con tutta la prima linea manageriale, chiedendo in particolare conto all’ad e al dg della Popolare di Verona dei risultati non particolarmente brillanti di quella che, almeno sulla carta, dovrebbe essere la più solida delle banche rete del gruppo. Rispetto alla Popolare di Lodi, la cui struttura commerciale è stata di fatto rifondata sulle macerie lasciate dalla gestione Fiorani, alla Popolare di Verona, che partiva invece da una base clienti importante e da un assetto organizzativo efficiente e rodato, Saviotti chiedeva di essere il motore di crescita del Banco. Un’attesa, quella del consigliere delegato, che, almeno per il momento, è rimasta delusa. Anche per questo motivo, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nel corso di una riunione tenutasi nei giorni scorsi, Saviotti avrebbe chiesto a Baronio e a Carrus di fare un passo indietro, in modo da procedere alla nomina di un nuovo vertice cui affidare il rilancio commerciale della Popolare di Verona. Quale sia stato l’effetto della richiesta di Saviotti ai due manager, per ora, non è dato saperlo. Di certo, però, sembra molto difficile che Baronio e Carrus, di fronte alla richiesta del consigliere delegato, possano continuare a rimanere al loro posto. L’eventuale passo indietro di Baronio dal vertice della Popolare di Verona aprirebbe inoltre un altro tema. L’ex consulente di Bain ed ex dg della Bpi siede infatti anche nel consiglio di gestione della capogruppo Banco Popolare. Non è dunque escluso che le eventuali dimissioni dalla carica di ad della Popolare di Verona possano preludere all’uscita di Baronio anche dal consiglio di gestione del Banco. Gli accordi esistenti con l’ex consulente di Bain prevedono che «in caso di interruzione o di scioglimento anticipato del rapporto per iniziativa unilaterale e non giustificata» da parte del Banco, a Baronio «verrà corrisposto quanto avrebbe percepito sino alla naturale scadenza del rapporto» prevista per il 31 dicembre 2013.
PS
IN CIMA ALLE PREFERENZE PER IL NUOVO POSTO DI VERTICE, SAVIOTTI SEMBRA INTENZIONATO A SCEGLIERE UNO DEI SUOI FIDATISSIMI..
UN CERTO NIK....