Rottweiler
Forumer storico
No, ma scusate... qualcuno di voi vede in giro altre soluzioni che non siano la garanzia ECB di monetizzazione TOTALE del debito o l'euro breakup?
Puo' essere possibile defaultare tranquillamente ed andare avanti come se nulla fosse?
Facciamo finta di essere la Grecia: finchè paga l'europa ok, altrimenti defaulta e supponiamo dica che i bond in scadenza domani diventano decennali. o anche che valgono zero e vaffanchiulo.
Peccato pero' che sia in deficit, e quindi se non trova i soldi deve smettere di pagare le pensioni, stipendi ecc. ecc.
Ecco, una volta arrivati a questo punto qual'e' il vantaggio di stare nell'euro? Come glie lo spieghi al greco a cui sono saltati i risparmi e la pensione che l'europa è una figata? Cos'ha da perdere costui per cui non debba imbracciare il fucile?
Certo, potrebbe "svalutare sinteticamente" stando nell'euro e abbassando su tutta l'area prezzi e stipendi in modo tale da tornare conveniente per qualcosa, ma siamo sempre li, conviene? Perche' un greco dovrebbe sopportare tutto questo e invece il vicino turco con la sua bella banca centrale che stampa carta da parati sta benone?
La free trade area si puo' fare quando si vuole e i cambi con la moneta elettronica sono un non problema. Il vantaggio vero dell'euro era il basso costo di finanziamento (noi siamo allegramente andati dal 12% al 3%), ma se questo vantaggio non solo viene meno, ma espone tutto lo stock di debito al default cui prodest?
Senza pretendere di fare un discorso onnicomprensivo, a mio avviso uno dei vantaggi (tra i tanti) dell'essere nell'euro è quello di spingere i governanti a mettere ordine nei conti nazionali, operando non già con dei rattoppi, ma mediante le riforme strutturali di cui ogni paese necessita.
Senza il pungolo europeo del bilancio, ve li vedete i governanti italiani o greci che risanano i loro conti pubblici?
Forse le mie conoscenze economiche e monetarie non mi permettono di capire a sufficienza la materia, ma la possibilità di svalutare una moneta dovrebbe consentire ad un paese di superare un momento di difficoltà, non di perpetuare una finanza allegra. Molti tra gli Italiani sostenitori del ritorno alla lira (così come molti Greci che predicano il ritorno alla dracma) sembrano considerare la disponibilità di una moneta nazionale come una licenza di malgoverno finanziario.
Non credo sia corretto, per almeno due motivi:
1)di svalutazione in svalutazione, se non si acquisisce disciplina di bilancio il default arriva comunque, e che default!
2)la situazione economica che ne consegue (in primis inflazione alle stelle) penalizza inevitabilmente gli strati più deboli della popolazione. Ci sarebbe da sorprendersi se la licenza di svalutare si trasformasse in caos sociale, oltre che economico?
La moneta unica è stata, per il nostro paese, uno stimolo straordinario per rimettere i conti a posto. Se non ci siamo ancora riusciti, la responsabilità è chiaramente di una classe politica non all'altezza. A meno che si voglia negare l'evidenza, e cioè che: a) il centro-sinistra non è stato in grado di incidere a causa delle proprie divisioni interne; b) Berlusconi è stato troppo impegnato a ricercare consenso elettorale senza il quale la sua "roba" e persino la sua persona sono a rischio collasso. Ve lo vedete Berlusconi che porta avanti una politica impopolare?
Tornando alla più generale situazione europea: spiegare oggi, nel mezzo dei sacrifici, al cittadino greco o irlandese tutte queste cose è impresa difficilissima. C'è da sperare che i politici di quei paesi non cavalchino i sentimenti anti-euro per acquisire voti e portare il loro paese alla rovina.
Non so se, al punto al quale siamo giunti, ci sia spazio per rimettere la barca dell'euro in posizione di galleggiamento. Voglio sperare di sì. Certo che se non ci si riuscisse, a mio avviso i vincitori sarebbero i populisti locali di bassa lega (absit iniuria verbis...) e le potenze finanziarie che hanno visto l'euro come un temibile rivale.