Uno sconto da oltre 1 miliardo di euro. Se le banche italiane a cui l’Eba lo scorso 8 dicembre ha chiesto di ricapitalizzarsi decidessero di seguire la strada di Unicredit, potrebbero riuscire a ridurre, anche di un quinto, il fabbisogno di liquidità evidenziato dall’autorità europea.
L’operazione
annunciata il 25 gennaio da Piazza Cordusio, nel caso di riacquisto del 100% dei 3 miliardi di bond in circolazione, potrebbe produrre un profitto di 490 milioni. La somma completerebbe la copertura dell’aumento di capitale richiesto dall’Eba (pari a 7,9 miliardi) rispetto alla operazione di ricapitalizzazione da 7,5 miliardi che si chiude il 27 gennaio.
Ma Unicredit non è l’unica banca ad avere titoli di debito subordinato sul mercato. E quindi non è la sola che ha un interesse a mettere a segno un’operazione di riacquisto. Exane, l’investment company francese, ha elaborato un report sulle banche italiane illustrando uno scenario che lascia presagire un effetto a catena, ovvero un’ondata di operazioni di buyback di obbligazioni subordinate Tier 1 e Tier 2 che, grazie a un prezzo di mercato sotto il nominale, consentirebbero agli istituti di realizzare «consistenti plusvalenze, riducendo i deficit di capitale calcolatio dall’Eba».
PER IL BANCO POPOLARE, POSSIBILE RISPARMIO DEL 21%. Secondo lo studio di Exane, l’istituto che potrebbe ottenere i maggiori benefici è il Banco Popolare che ha titoli Tier1 in circolazione per 1,2 miliardi e Tier2 per 2,7 miliardi con prezzi attuali di molto sotto la pari. Pur pagando un premio del 20% la banca avrebbe da un buy back una plusvalenza pre tasse di 855 milioni e netta di 573 milioni, quindi pari al 21% dei 2,731 miliardi di aumento richiesti dall’Eba.
Ubi, invece, ha 450 milioni di Tier1 e poco più di 200 milioni di Tier2 con una plusvalenza teorica calcolata (sempre con premio del 20% sui prezzi di mercato) di 119 milioni (79 milioni netti) pari al 5,7% dell’aumento di capitare chiesto dall’Eba.
Il risparmio che potrebbe ottenere
Mps, invece, è pari al 12%. Il Monte, infatti, ha 650 milioni di Tier1 in circolazione e quasi 5 miliardi di Tier2 cda cui potrebbe ottenere una plusvalenza pre tasse di 581 milioni (390 milioni al netto).
PER INTESA UNA POTENZIALE PLUSVALENZA DI 490 MILIONI. Considerata la generalizzata sete di liquidità che caratterizza il sistema bancario, inoltre, non si può escludere che anche altri istituti ricorrano ad operazioni di riacquisto.
Sempre secondo le elaborazioni effettuate da Exane, Intesa SanPaolo che non ha dovuto fare alcuna operazione sul capitale perché già rispetta i criteri richiesti da Eba, ha 3,750 miliardi di Tier1 e quasi 9 miliardi di Tier2 che potrebbero produrre una plusvalenza teorica di 742 milioni (netta di 497).
La
Banca Popolare di Milano, che invece ha appena concluso un aumento di capitale (imposto da Banca d’Italia) da 800 milioni, secondo Exane, con 200 milioni di Tier 1 in circolazione e quasi 1,3 miliardi di Tier2, potrebbe avvantaggiarsi di un capital gain stimato a 195 milioni (netto a 130 milioni).