14/03/2013 09.25
Banche, ecco quelle sulle quali puntare in Europa
Con l'approccio della media varianza è possibile individuare le banche europee che sembrano offrire le migliori opportunità di crescita. La lista dei migliori include, in ordine di rapporto rendimento pesato per il rischio decrescente, la Finlandese Pohjola Bank, la belga Kbc Bank, la spagnola Bbva, l'austriaca Erste Bank, la francese Natixis. In realtà tutte le altre banche francesi che compaiono all'interno del paniere, Credit Agricole, Societe' Generale e Bnp, sono tutte ben collocate nella classifica rendimento rischio. Pohjola Bank ha superato a gennaio i precedenti massimi storici (si, in Europa esistono banche che hanno fatto registrare nuovi record assoluti nonostante la crisi) toccati a giugno 2007 a 12,34, spingendosi fino a 12,81 ad inizio febbraio e tornando poi su quei livelli alla fine dello stesso mese dopo una flessione. Il mercato si è innervosito recentemente quando la banca non solo ha prospettato un profitto pre tasse per il 2013 più alto di quello di 374 milioni di euro ottenuto nel 2012 ma ha anche avvertito che l'economia finlandese nella migliore delle ipotesi crescerà lentamente e che il contesto operativo rimarrà difficile. Anche il profitto pre tasse del quarto trimestre 2012 dell'attività che esula dall'assicurazione vita di 10 milioni di euro, maggiore della perdita di 63 milioni di un anno prima ma inferiore ai 27 milioni circa delle stime, ha deluso il mercato, che ha fatto scendere i prezzi a testare a 11,25 la media mobile a 100 giorni. Fino a che questo sostegno verrà rispettato dal grafico sarà lecito ipotizzare di essere in presenza di una semplice pausa dell'uptrend che oltre area 12,80 riprenderebbe con primo target a 14,30 e successivamente a 15,25. Sotto 11,25 atteso invece il test a 10,25 della linea che sale dai minimi di novembre 2011. Kbc Bank sta oscillando da più di un mese attorno alla linea di tendenza ribassista disegnata dal top di ottobre 2009, passante in area 29 euro, praticamente coincidente con i 2/3 di ritracciamento dello stesso ribasso dal picco del 2009. Se i prezzi troveranno la forza per salire oltre il recente picco di area 31 la rottura al rialzo della trend line verrà confermata ed il titolo potrà puntare al recupero prima dei 36 euro e poi, in ottica temporale più estesa, dei massimi del 2009 a 39,94. I conti dell'istituto appaiono del resto in ordine, il proseguimento del rialzo in atto dai minimi di fine 2011 a 7,65 euro non trova ostacoli in questo senso. Il quarto trimestre 2012 è stato archiviato con profitti di 309 milioni di euro a fronte dei 161 milioni dello stesso periodo del 2011, al di sopra anche delle stime di 280 milioni circa. La banca ha proposto un dividendo di 1 euro per azione, il più alto da quando 5 anni fa venne chiesto l'aiuto dello stato. Solo discese sotto area 26,40 potrebbero porre un freno al proseguimento dell'ascesa, almeno in ottica di breve termine, prospettando il test a 24,30 della media mobile a 100 sedute. In caso di violazione di questo livello verrebbe a deteriorarsi anche il quadro prospettico di medio periodo. La spagnola Bbva ha testato sia a gennaio sia a febbraio una resistenza molto rilevante, quella offerta a 7,80 euro circa dal 38,2% di ritracciamento del ribasso dal top di inizio 2010 a 13,27 euro. La rottura di questo ostacolo, ricavato dalla successione di Fibonacci, darebbe nuova credibilità al rialzo in atto dai minimi di luglio 2012 prospettandone il proseguimento almeno verso la percentuale di ritracciamento successiva, il 50% posto a 8,80 euro circa. A fare temere una inversione di trend in senso ribassista sarebbe invece la violazione a 6,95 circa della media mobile a 100 giorni, indicatore che in questo momento coincide con la base della fase laterale venutasi a creare sul grafico dal mese di gennaio. Sotto 6,95 probabili discese fino a 5,90 almeno prima di una nuova ripresa. Erste Bank si è avvicinato con i massimi di gennaio a 26,90 ad una resistenza rilevante, la linea ribassista disegnata dai massimi di metà 2007, in transito a 27,66 euro. La rottura di questa trend line fornirebbe un importante segnale di conferma per il trend crescente attivatosi con i minimi di fine 2011 a 10,40 euro prospettando il ritorno sul picco del febbraio 2011 a 39,61. Resistenza intermedia sulla via del rialzo a 32,50. Solo la violazione della media mobile a 100 sedute, passante attualmente a 22,40, metterebbe in discussione la tenuta dell'uptrend, almeno nel breve termine, aprendo la strada a cali verso i 20 euro. Natixis ha messo a segno un robusto balzo il 18 febbraio spingendosi fino a 3,694 e superando quindi la resistenza critica dei 3,07 euro, picco del 27 marzo 2012. Alla base dell'impennata del titolo l'annuncio di una semplificazione dei legami con la capogruppo Bpce sotto forma di partecipazioni incrociate che ha avuto come immediata conseguenza il versamento di un dividendo straordinario agli azionisti di 65 centesimi per azione ed il miglioramento della solvibilità della banca. La flessione che ha seguito il test di area 3,70 non ha inficiato per il momento il bel segnale rialzista inviato in precedenza: con il superamento di 3,07 i prezzi hanno infatti completato l'ampio doppio minimo disegnato a partire dal novembre 2011 in area 1,70. La presenza di questa figura, dalle implicazioni fortemente rialziste, prospetta il proseguimento dell'ascesa verso i massimi del 2010 a 4,90 euro con resistenze intermedie a 3,90 e 4,40 euro. Sarebbero discese al di sotto della base del gap rialzista del 18 febbraio, a 2,86, a negare le prospettive di crescita.
(AM)