Premetto che quanto sto per scrivere non va preso per oro colato: è semplicemente quanto ho capito io leggendo norme e reports delle banche d’affari.
Ben venga l’eventuale contraddittorio, anche se ho capito che la materia non piace a nessuno: anche a me non piace, ma ho capito che investire in subordinati senza conoscerla è un po’ come andare in gita di piacere a Kobane…
Non voglio lanciarmi in una mega presentazione, ma solo richiamare alcuni principi/informazioni di fondo:
1)le norme europee sono riassunte in 2 direttive/regolamenti europei: CRD IV (così detta per semplificare) e BRRD. I testi sono stati pubblicati sul forum più di una volta. Anche la Commissione Europea ha prodotto dei documenti sugli aiuti statali, che vanno tenuti presenti nell’attuale fase.
2)occorre togliersi di mente un concetto fuorviante: quello che equipara il bail-in alla liquidazione della banca. Nella liquidazione, si pagano i passivi, iniziando da quelli meno subordinati, utilizzando gli attivi. Quando gli attivi finiscono, le perdite rimangono sulla parte passiva dello stato patrimoniale, penalizzando le voci più subordinate. E’ evidente che in questo caso l’equity verrebbe
completamente azzerata
prima di toccare il debito subordinato.
Ecco: nel bail-in le cose non vanno così.
Nel bail-in si agisce in termini di going concern, e si inizia a penalizzare il debito subordinato quando si tocca la barriera, più volte citata, del 5.125% di CET1 (trigger).
Come ho scritto ieri, in realtà le autorità che vigilano, possono decidere di attivare questa procedura
anche prima che il trigger sia toccato. Un caso classico è quello in cui una banca, con ratios risicati, e incapace di migliorarli, si veda tagliati i subordinati per migliorare i ratios. Può sembrare un caso limite, ma forse non lo è…
Morale: dobbiamo forse rivedere il nostro concetto di "subordinazione", senza meravigliarci che alcuni titoli di debito possano, nella pratica, risultare, quando scatta il trigger, più subordinati delle azioni!
3)in teoria la procedura sopra descritta potrebbe essere sufficiente a ristabilire i ratios senza intervento statale. Nella pratica si deve pensare che l’intervento statale arrivi sempre, una volta tagliati i subs.
Qui viene la domanda di londonwhale, che a mio avviso confonde il destino dei subs con quelli dei seniors. Le leggi europee prevedono che, fatte salve eccezioni, l’intervento statale non possa avvenire se non è stata tagliata almeno una certa quota del debito. Ecco perché le banche saranno motivate ad emettere T2: li emetteranno per proteggere i seniors, non per aumentare il Total Capital.
4)un suggerimento: per capire questi meccanismi occorre avere una buona conoscenza di fondo su come funzionano i bilanci. Ad esempio occorre capire che il valore dell’equity che sta alla base del calcolo dei ratios, non ha nulla a che vedere con il valore dell’azione. Quest’ultima riflette solo il valore che il mercato attribuisce, in un determinato momento, alla banca, e che potrebbe essere fortemente influenzato da fattori transitori.
Detto questo, è evidente che quando l’azione precipita c’è da temere che anticipi delle perdite, e quindi l’abbattimento dell’equity.
Occorre però evitare di confondere i due concetti, oppure si giungerà a conclusioni errate.
Concludo ricordando che l'applicazione delle leggi sopra citate non è, al momento, assolutamente identica in tutti i Paesi Europei, nè per i contenuti nè per la tempistica, ma lo sarà tra non molto.
In Austria, come in altri Paesi, lo è già.
Apprezzerei enormemente se chi ha una visione diversa la esponesse.