Vaccino

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Cosa è successo di diverso nell’ultimo triennio
che ha aggravato in modo così drammatico una situazione già di per sé preoccupante?


Esattamente un anno fa mi ero occupata del problema e devo dire che, dopo un anno,
le fosche previsioni fatte circa il ruolo causale dei prodotti a m RNA
in tema di cancerogenesi hanno trovato preoccupanti conferme.



Sono forse queste le scomode verità che portano il Prof. Burioni a stoppare le sue riflessioni sull’aumento di cancro al 2019?
Prendere in esame ciò che succede dopo tale data sarebbe forse troppo dirompente?


Eppure non è mancata la coraggiosa testimonianza dell’anatomo patologa svedese Ute Kruger,
esperta di tumori mammari, che nell’agosto 2022 coniò il termine “Turbo Cancer
per indicare tumori molto aggressivi, di grandi dimensioni, spesso in giovane età,
che comparivano entro pochi mesi dalla vaccinazione e che sempre più frequentemente osservava.

A lei si è aggiunto nel novembre del 2022 Angus Dalgleish
Direttore del Dipartimento di Oncologia della St George’s University di Londra
che ha scritto una lettera aperta al British Medical Journal riportando una analoga esperienza
e denunciando l’inconsueta ripresa di tumori o la comparsa ex novo a seguito della vaccinazione a mRNA.


Si sono poi aggiunti almeno 25 “Case Report”,
ovvero lavori che riportano l’insorgenza di tumori (soprattutto linfomi e leucemie)
a distanza di pochi giorni/settimane dalla somministrazione dei preparati contro COVID19,
ed in un caso è addirittura comparso un sarcoma nel sito di iniezione.


Sono inoltre aumentate notevolmente le conoscenze circa gli effetti dei vaccini Covid 19 sull’organismo
ed è ormai acclarato che, con i preparati in uso nei nostri paesi,
si avvia una serie di eventi biologici profondamenti diversi da quelli indotti dall’infezione naturale.


Con studi accurati eseguiti su soggetti sani,
prima e dopo la somministrazione dei vaccini mRNA COVID 19,
sono emerse profonde alterazioni nelle funzioni delle cellule coinvolte nella risposta immunitaria,
con esiti addirittura controproducenti per l’immunocompetenza sia a breve che a lungo termine.

Nello specifico nei vaccinati si riduce sia il controllo delle infezioni, che la sorveglianza verso il cancro.
 
E’ ormai esperienza comune che i vaccinati si ammalano a più riprese di COVD
e di altre patologie infettive e probabilmente,
potrebbero più facilmente sviluppare forme tumorali
per il venir meno della sorveglianza immunitaria verso eventuali cloni cellulari tumorali
.

Al venir meno delle funzioni del sistema immunitario
va aggiunta poi l’azione pro infiammatoria dei nanolipidi in cui è incapsulato l’mRNA
e la contaminazione da plasmidi a seguito dell’utilizzo di batteri,
metodo adottato per velocizzare i processi di processi di produzione.

Quindi sono davvero molteplici i meccanismi patogenetici
attraverso cui la trasformazione neoplastica può essere indotta dai preparati a mRNA.

Va ricordato infine che la tecnologia a mRNA
– conosciuta e studiata da oltre 20 anni come terapia di alcune forme tumorali –
non ha ancora portato ad alcun utilizzo per questo scopo
e al riguardo sono tutt’ora in corso solo studi di fase 1 e 2.

Gli scarsi risultati ottenuti nella cura del cancro con vaccini a mRNA
erano ascrivibili essenzialmente alla rapida degradazione del prodotto
che, una volta iniettato, innesca una forte risposta immunitaria.

Nel caso dei vaccini anti COVID-19, l’mRNA è stato reso molto più stabile
grazie alla sostituzione delle basi uridiniche con pseudouridina, ψ,
base non presente in natura nell’mRNA delle cellule eucariotiche.

L’incorporazione di N1-metilpseudouridina (1-metilΨ) negli acidi ribonucleici messaggeri (mRNA)
– scoperta che ha valso il Nobel 2023 per la Medicina –
influisce tuttavia sulla fedeltà complessiva della traduzione dell’mRNA,
con possibili conseguenze indesiderate e difficilmente prevedibili sulla sintesi proteica,
come riportato in questo recente importantissimo lavoro.

Utilizzare questa tecnologia su soggetti sani
nel corso della recente pandemia attraverso “vaccini” da somministrare fin dai primi mesi
e in tutte le età della vita, compreso soggetti fragili e donne in gravidanza,
nonostante queste categorie fossero state escluse negli studi registrativi,
e soprattutto continuare a insistere con queste raccomandazioni,
mi appare un atto di inaudita sfrontatezza.
 
Cosa è successo di diverso nell’ultimo triennio
che ha aggravato in modo così drammatico una situazione già di per sé preoccupante?


Esattamente un anno fa mi ero occupata del problema e devo dire che, dopo un anno,
le fosche previsioni fatte circa il ruolo causale dei prodotti a m RNA
in tema di cancerogenesi hanno trovato preoccupanti conferme.



Sono forse queste le scomode verità che portano il Prof. Burioni a stoppare le sue riflessioni sull’aumento di cancro al 2019?
Prendere in esame ciò che succede dopo tale data sarebbe forse troppo dirompente?


Eppure non è mancata la coraggiosa testimonianza dell’anatomo patologa svedese Ute Kruger,
esperta di tumori mammari, che nell’agosto 2022 coniò il termine “Turbo Cancer
per indicare tumori molto aggressivi, di grandi dimensioni, spesso in giovane età,
che comparivano entro pochi mesi dalla vaccinazione e che sempre più frequentemente osservava.

A lei si è aggiunto nel novembre del 2022 Angus Dalgleish
Direttore del Dipartimento di Oncologia della St George’s University di Londra
che ha scritto una lettera aperta al British Medical Journal riportando una analoga esperienza
e denunciando l’inconsueta ripresa di tumori o la comparsa ex novo a seguito della vaccinazione a mRNA.


Si sono poi aggiunti almeno 25 “Case Report”,
ovvero lavori che riportano l’insorgenza di tumori (soprattutto linfomi e leucemie)
a distanza di pochi giorni/settimane dalla somministrazione dei preparati contro COVID19,
ed in un caso è addirittura comparso un sarcoma nel sito di iniezione.


Sono inoltre aumentate notevolmente le conoscenze circa gli effetti dei vaccini Covid 19 sull’organismo
ed è ormai acclarato che, con i preparati in uso nei nostri paesi,
si avvia una serie di eventi biologici profondamenti diversi da quelli indotti dall’infezione naturale.


Con studi accurati eseguiti su soggetti sani,
prima e dopo la somministrazione dei vaccini mRNA COVID 19,
sono emerse profonde alterazioni nelle funzioni delle cellule coinvolte nella risposta immunitaria,
con esiti addirittura controproducenti per l’immunocompetenza sia a breve che a lungo termine.

Nello specifico nei vaccinati si riduce sia il controllo delle infezioni, che la sorveglianza verso il cancro.
Pensa che c'è gentaglia che ragiona solo vedendo se sono morti, e non come vivono ora i danneggiati...
 
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Sblocchiamo i ricordi

In attesa della decisione del tribunale dei ministri su Speranza-Magrini (i due primi responsabili dell'imbroglio vaccinale) e della commissione d'inchiesta, è utile ricordare cosa è successo. Per giustizia e per evitare che si ripeta.

Le balle non le diceva solo il PD, ma anche le reti di Mediaset. Ecco cosa scrivevo sul mio canale al tempo (19 aprile 2021) per mettere in guardia almeno i lettori di questo canale:

"L’immunità di gregge non c’entra un piffero. Questi prodotti inoculati NON GENERANO IMMUNITÀ DI GREGGE a) perché non impediscono il trasporto dei virus da un vaccinato a un non vaccinato, b) perché non bloccano le varianti. Se in agosto o settembre avremo meno contagi sarà grazie all’estate, non al gregge di Figliuolo o della Gelmini."

By the way, la Gelmini, assieme a Mandelli capo dei farmacisti, voleva imporre l'obbligo di antinfluenzale, ma fu bloccata dalle proteste.

[Non sono parole mie.]
 
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Peggio deciso in base a cosa? A quanti soldi gli hanno dato per scriverlo?
Probabilmente anche gli over 60 si sono accorti di qualcosa che è successo in loro o attorno a loro dopo l'introduzione del liquame...
 
ANCHE LA PLACENTA
Due madri, vaccinate una due e l'altra dieci giorni prima del parto. L'RNA vaccinale si trova nel sangue materno, quasi del tutto integro, nella placenta, integro per circa metà, e nel sangue cordonale, frammentato. Nella placenta c'è anche l'espressione della spike. Quali siano le possibili conseguenze di una situazione del genere non è dato sapere, ma certo giustifica ulteriormente l'esigenza di studi sistematici sugli esiti a breve e a lungo termine dell'esposizione in utero a questi prodotti. E ovviamente studi del genere sarebbero stati svolti molto prima e molto più metodicamente se questi prodotti fossero stati da subito trattati come quei farmaci che sono e non graziosamente posti nella corsia preferenziale dei vaccini convenzionali.

Niente link. Il troll non lo merita
 

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