Daee
Forumer storico
TI AMMALI, MUORI E FAI MORIRE
L'ultimo fascicolo dello European Journal of Pharmacology, storica rivista Springer-Nature di farmacologia clinica, ospita tra l'altro una revisione della letteratura molto ben fatta che confronta i sistemi di farmacovigilanza di paesi molto diversi fra loro quali USA, Canada, Cina, Repubblica Ceca, Giappone tra gli altri. Interessante la ricostruzione storica della nascita dei diversi sistemi di farmacovigilanza nei vari paesi nonché le informazioni che evidenziano come, nell'ambito di uno schema generale comune, il funzionamento specifico sia molto diverso tra un paese e l'altro, ovviamente con risultati che finiscono per variare moltissimo a seconda del contesto. L'ultima figura dell'articolo in particolare mostra il numero di segnalazioni per 100.000 abitanti, altissimo in USA per le peculiarità del sistema e comunque molto eterogeneo tra paesi e nel tempo. Per dire che la raccolta delle segnalazioni più o meno spontanee di sospette reazioni avverse è solo uno dei possibili approcci di farmacovigilanza, se vogliamo il più incompleto e soggetto a variabilità incontrollabili, che giustamente va utilizzato per generare "segnali" da indagare con metodi più rigorosi e precisi, quali studi di coorte, monitoraggio intensivo e tanto altro. Ma è ben lungi dal fornire alcuna evidenza conclusiva. All'opposto di come negli ultimi anni è stato utilizzato ad esempio per i vaccini covid, se per ignoranza o mala fede non è dato sapere. Quel che è importante è tuttavia dirsi che l'uso è stato sbagliato e scriteriato e che un impiego del genere è un rischio per la sicurezza individuale e collettiva. Non fai la farmacovigilanza, non identifichi gli effetti avversi dei medicinali, ti ammali e muori e fai morire. E' il caso di dirlo.
Per il 4.0 sono parole mie.
Gli altri capiscono
L'ultimo fascicolo dello European Journal of Pharmacology, storica rivista Springer-Nature di farmacologia clinica, ospita tra l'altro una revisione della letteratura molto ben fatta che confronta i sistemi di farmacovigilanza di paesi molto diversi fra loro quali USA, Canada, Cina, Repubblica Ceca, Giappone tra gli altri. Interessante la ricostruzione storica della nascita dei diversi sistemi di farmacovigilanza nei vari paesi nonché le informazioni che evidenziano come, nell'ambito di uno schema generale comune, il funzionamento specifico sia molto diverso tra un paese e l'altro, ovviamente con risultati che finiscono per variare moltissimo a seconda del contesto. L'ultima figura dell'articolo in particolare mostra il numero di segnalazioni per 100.000 abitanti, altissimo in USA per le peculiarità del sistema e comunque molto eterogeneo tra paesi e nel tempo. Per dire che la raccolta delle segnalazioni più o meno spontanee di sospette reazioni avverse è solo uno dei possibili approcci di farmacovigilanza, se vogliamo il più incompleto e soggetto a variabilità incontrollabili, che giustamente va utilizzato per generare "segnali" da indagare con metodi più rigorosi e precisi, quali studi di coorte, monitoraggio intensivo e tanto altro. Ma è ben lungi dal fornire alcuna evidenza conclusiva. All'opposto di come negli ultimi anni è stato utilizzato ad esempio per i vaccini covid, se per ignoranza o mala fede non è dato sapere. Quel che è importante è tuttavia dirsi che l'uso è stato sbagliato e scriteriato e che un impiego del genere è un rischio per la sicurezza individuale e collettiva. Non fai la farmacovigilanza, non identifichi gli effetti avversi dei medicinali, ti ammali e muori e fai morire. E' il caso di dirlo.
Per il 4.0 sono parole mie.
Gli altri capiscono