Val
Torniamo alla LIRA
A dire il trionfo del fideismo magico, come quelle sette che, per scampare la fine del mondo, si suicidano in massa.
Tutte meno gli stregoni che le hanno fondate e si fanno intestare tutti i beni dei mattoidi.
Tre anni fa non eravamo mattoidi in larghissima parte, eravamo ricattati, terrorizzati e storditi;
oggi, scremando, sono rimasti i lunatici e i deviati che dicono: “io 5 dosi, ho preso 4 volte il Covid, quindi devo farmi altre dosi”,
a oltranza fino ad esito fatale.
Ma la stragrande maggioranza degli esseri umani, il cittadino – plebe tornato a rendere animo e ragione, a respirare,
diserta queste mele avvelenate nella misura del 99,9%.
E il governo che fa?
Fa apparentemente il pesce in barile, salvo spingere con la solita campagna “per i deboli e i vecchi”, da sistemare a dovere.
“Lo hai deciso tu?”.
No, non l’ho deciso io ma chi questi sieri ha inventato, imposto e sui quali ha mentito a oltranza
come, per diretta ammissione al Senato americano, lo Stranamore Fauci:
uno non nuovo a certe pratiche fin dagli anni Novanta, quando veniva incalzato sulle sue ambiguità diagnostiche
in relazione all’antitumorale AZT prescritto per il virus HIV, letale allora come il vaccino Covid oggi,
dal biochimico Kary Mullis, Nobel nel 1993 per l’invenzione della tecnica della reazione a catena della polimerasi.
Sì, io c’ero, c’ero sulla poltrona della chemio, c’ero, e mi ricordo,
quando Speranza ordinava all’ISS di “spaventare di più gli italiani”,
quando gli ineffabili virologi predicavano, alla lettera, “Ti mando i carabinieri a prenderti.
Per rispettare il sistema sanitario ti devi vaccinare, se no tu non sei un buon cittadino”.
C’ero quando certi, anzi molti dirigenti medici scrivevano sui social di voler
“creare per i novax campi di concentramento e anche dei forni per tenerli al calduccio”.
C’ero quando assistevo allo sfacelo, al disfacimento proprio degli anziani, ma non solo loro: di tutti, di ogni età e condizione.
C’ero in compagnia di altri oncologici che dicevano
“dopo, non sono stato più lo stesso, dopo ho capito subito che mi ero ammalato”.
C’ero davanti alle bocche cucite e agli occhi sgranati di non riusciva a parlare,
oppure non poteva, o non voleva, non trovava il coraggio per dire quello che sapevamo tutti.
C’ero quando le persone di ottanta anni, di un’età biologica quasi dimezzata, di colpo perdevano pezzi.
C’ero quando sconosciuti mi raccontavano di noduli che crescevano sotto i loro occhi, una cosa impressionante;
quando gli scienziati dicevano di non aver mai visto niente di simile, qualcosa di spaventoso,
di inspiegabile con la scienza e la sociologia sanitaria spicciola e moralistica.
Tutte meno gli stregoni che le hanno fondate e si fanno intestare tutti i beni dei mattoidi.
Tre anni fa non eravamo mattoidi in larghissima parte, eravamo ricattati, terrorizzati e storditi;
oggi, scremando, sono rimasti i lunatici e i deviati che dicono: “io 5 dosi, ho preso 4 volte il Covid, quindi devo farmi altre dosi”,
a oltranza fino ad esito fatale.
Ma la stragrande maggioranza degli esseri umani, il cittadino – plebe tornato a rendere animo e ragione, a respirare,
diserta queste mele avvelenate nella misura del 99,9%.
E il governo che fa?
Fa apparentemente il pesce in barile, salvo spingere con la solita campagna “per i deboli e i vecchi”, da sistemare a dovere.
“Lo hai deciso tu?”.
No, non l’ho deciso io ma chi questi sieri ha inventato, imposto e sui quali ha mentito a oltranza
come, per diretta ammissione al Senato americano, lo Stranamore Fauci:
uno non nuovo a certe pratiche fin dagli anni Novanta, quando veniva incalzato sulle sue ambiguità diagnostiche
in relazione all’antitumorale AZT prescritto per il virus HIV, letale allora come il vaccino Covid oggi,
dal biochimico Kary Mullis, Nobel nel 1993 per l’invenzione della tecnica della reazione a catena della polimerasi.
Sì, io c’ero, c’ero sulla poltrona della chemio, c’ero, e mi ricordo,
quando Speranza ordinava all’ISS di “spaventare di più gli italiani”,
quando gli ineffabili virologi predicavano, alla lettera, “Ti mando i carabinieri a prenderti.
Per rispettare il sistema sanitario ti devi vaccinare, se no tu non sei un buon cittadino”.
C’ero quando certi, anzi molti dirigenti medici scrivevano sui social di voler
“creare per i novax campi di concentramento e anche dei forni per tenerli al calduccio”.
C’ero quando assistevo allo sfacelo, al disfacimento proprio degli anziani, ma non solo loro: di tutti, di ogni età e condizione.
C’ero in compagnia di altri oncologici che dicevano
“dopo, non sono stato più lo stesso, dopo ho capito subito che mi ero ammalato”.
C’ero davanti alle bocche cucite e agli occhi sgranati di non riusciva a parlare,
oppure non poteva, o non voleva, non trovava il coraggio per dire quello che sapevamo tutti.
C’ero quando le persone di ottanta anni, di un’età biologica quasi dimezzata, di colpo perdevano pezzi.
C’ero quando sconosciuti mi raccontavano di noduli che crescevano sotto i loro occhi, una cosa impressionante;
quando gli scienziati dicevano di non aver mai visto niente di simile, qualcosa di spaventoso,
di inspiegabile con la scienza e la sociologia sanitaria spicciola e moralistica.