Daee
Forumer storico
Prof. Bellavite.
Pillole anti-Lorenzin: Rosolia
La rosolia è estremamente mite, spesso asintomatica, tranne che se colpisce una donna in gravidanza può comportare malformazioni fetali (rosolia congenita). Per prevenire questa evenienza, nel 1972 è stato introdotto il vaccino, proposto alle ragazze preadolescenti non già immunizzate per infezione contratta da bambine. In seguito all'introduzione del vaccino combinato morbillo-parotite-rosolia (MPR) nei primi anni '90, è stata raccomandata la vaccinazione di tutti i neonati, resa poi obbligatoria dalla Lorenzin, con aggiunta di varicella (MPRV). L’obbligo di anti-rosolia è ingiustificato per le seguenti ragioni.
1. La malattia è rarissima. L’ultimo picco epidemico fu nel 1997 con 35 mila casi, poi la curva è progressivamente discesa fino ai 257 casi del 2006, 65 del 2013, 30 del 2016, 23 nel 2019, scesi poi a 15 nel 2020. Siccome si segnalano solo alcuni casi sporadici, senza alcun focolaio epidemico, da almeno 36 mesi, si può parlare di “eliminazione” della malattia. Questo successo (a differenza di quanto avviene col morbillo, che non è affatto eliminato) è prova che la malattia è poco contagiosa e che la semplice raccomandazione (prima del 2017) è stata efficace. Nessun caso di sindrome da rosolia congenita è stato individuato nel triennio 2019-2021.
2. La vaccinazione non è priva di effetti avversi: oltre a febbre e dermatite (5 ogni 100 dosi), si possono verificare gonfiore ai linfonodi del collo (1-2 ogni 100 dosi), artrite (più frequenti negli adolescenti e nelle donne adulte), convulsioni febbrili (1 ogni 3.000 dosi), abbassamento del numero di piastrine (1 ogni 30.000-40.000 dosi). Ricordiamo anche che Teresa Deisher e collaboratori nel 2015 dimostrarono che il vaccino anti rosolia, prodotto con cellule derivate da aborto, è contaminato da dosi di DNA umano molto superiori ai limiti consentiti. Dati che confermano analisi di laboratorio promosse da Corvelva. Sugli effetti avversi gravi della MPRV dimostrati con vigilanza attiva torneremo nella pillola sulla varicella. Va segnalato anche il fatto che una donna incinta, soprattutto all’inizio della gravidanza, non deve essere vaccinata con MPRV e dovrebbe evitare i contatti con i bambini appena vaccinati, il quali potrebbero (seppure in casi eccezionali) trasmettere virus che non si può escludere causino problemi al feto.
3. Bisogna fare una valutazione del rapporto tra benefici e rischi (non del vaccino ma dell’obbligo vaccinale per tutti!). Se non si discute l’utilità della vaccinazione delle preadolescenti non già immuni per prevenire la rosolia congenita, sussistono dubbi sull’obbligo vaccinale anche per i maschi. Questa strategia sarebbe valida solo in caso ci fosse la reale possibilità di “eradicare” la malattia dalla faccia della Terra, perché in tal caso non vi sarebbe più neanche bisogno della vaccinazione. Purtroppo le cose non stanno così, perché il vaccino è meno efficace dell’infezione naturale e la vaccinazione in età infantile potrebbe generare il rischio che le donne arrivino in età riproduttiva con una vaccinazione “scaduta”. Di conseguenza aumenterebbe il rischio di casi di rosolia congenita, che è invece azzerato dalla vaccinazione in età pre-adolescenziale. Visto che la malattia è benigna nell’infanzia, si potrebbe piuttosto pensare ad una strategia che lasci libertà di vaccinazione o di conseguimento della immunità naturale, con la raccomandazione a vaccinarsi alle preadolescenti rimaste eventualmente sieronegative.
4. Alla luce di quanto qui considerato, l’inclusione e il mantenimento del vaccino anti rosolia tra gli obbligatori è una forzatura. La legge 119/2017 prevede che dopo 3 anni si sarebbe dovuto ri-valutare l’obbligo vaccinale sulla base della situazione epidemiologica e delle reazioni avverse, MA A DISTANZA DI OLTRE 7 ANNI NON E’ STATO FATTO ALCUNCHE’. Mattarella che spingesti per la legge e la firmasti, dove sei?
A fare gli onori di casa ad un pupazzo
Pillole anti-Lorenzin: Rosolia
La rosolia è estremamente mite, spesso asintomatica, tranne che se colpisce una donna in gravidanza può comportare malformazioni fetali (rosolia congenita). Per prevenire questa evenienza, nel 1972 è stato introdotto il vaccino, proposto alle ragazze preadolescenti non già immunizzate per infezione contratta da bambine. In seguito all'introduzione del vaccino combinato morbillo-parotite-rosolia (MPR) nei primi anni '90, è stata raccomandata la vaccinazione di tutti i neonati, resa poi obbligatoria dalla Lorenzin, con aggiunta di varicella (MPRV). L’obbligo di anti-rosolia è ingiustificato per le seguenti ragioni.
1. La malattia è rarissima. L’ultimo picco epidemico fu nel 1997 con 35 mila casi, poi la curva è progressivamente discesa fino ai 257 casi del 2006, 65 del 2013, 30 del 2016, 23 nel 2019, scesi poi a 15 nel 2020. Siccome si segnalano solo alcuni casi sporadici, senza alcun focolaio epidemico, da almeno 36 mesi, si può parlare di “eliminazione” della malattia. Questo successo (a differenza di quanto avviene col morbillo, che non è affatto eliminato) è prova che la malattia è poco contagiosa e che la semplice raccomandazione (prima del 2017) è stata efficace. Nessun caso di sindrome da rosolia congenita è stato individuato nel triennio 2019-2021.
2. La vaccinazione non è priva di effetti avversi: oltre a febbre e dermatite (5 ogni 100 dosi), si possono verificare gonfiore ai linfonodi del collo (1-2 ogni 100 dosi), artrite (più frequenti negli adolescenti e nelle donne adulte), convulsioni febbrili (1 ogni 3.000 dosi), abbassamento del numero di piastrine (1 ogni 30.000-40.000 dosi). Ricordiamo anche che Teresa Deisher e collaboratori nel 2015 dimostrarono che il vaccino anti rosolia, prodotto con cellule derivate da aborto, è contaminato da dosi di DNA umano molto superiori ai limiti consentiti. Dati che confermano analisi di laboratorio promosse da Corvelva. Sugli effetti avversi gravi della MPRV dimostrati con vigilanza attiva torneremo nella pillola sulla varicella. Va segnalato anche il fatto che una donna incinta, soprattutto all’inizio della gravidanza, non deve essere vaccinata con MPRV e dovrebbe evitare i contatti con i bambini appena vaccinati, il quali potrebbero (seppure in casi eccezionali) trasmettere virus che non si può escludere causino problemi al feto.
3. Bisogna fare una valutazione del rapporto tra benefici e rischi (non del vaccino ma dell’obbligo vaccinale per tutti!). Se non si discute l’utilità della vaccinazione delle preadolescenti non già immuni per prevenire la rosolia congenita, sussistono dubbi sull’obbligo vaccinale anche per i maschi. Questa strategia sarebbe valida solo in caso ci fosse la reale possibilità di “eradicare” la malattia dalla faccia della Terra, perché in tal caso non vi sarebbe più neanche bisogno della vaccinazione. Purtroppo le cose non stanno così, perché il vaccino è meno efficace dell’infezione naturale e la vaccinazione in età infantile potrebbe generare il rischio che le donne arrivino in età riproduttiva con una vaccinazione “scaduta”. Di conseguenza aumenterebbe il rischio di casi di rosolia congenita, che è invece azzerato dalla vaccinazione in età pre-adolescenziale. Visto che la malattia è benigna nell’infanzia, si potrebbe piuttosto pensare ad una strategia che lasci libertà di vaccinazione o di conseguimento della immunità naturale, con la raccomandazione a vaccinarsi alle preadolescenti rimaste eventualmente sieronegative.
4. Alla luce di quanto qui considerato, l’inclusione e il mantenimento del vaccino anti rosolia tra gli obbligatori è una forzatura. La legge 119/2017 prevede che dopo 3 anni si sarebbe dovuto ri-valutare l’obbligo vaccinale sulla base della situazione epidemiologica e delle reazioni avverse, MA A DISTANZA DI OLTRE 7 ANNI NON E’ STATO FATTO ALCUNCHE’. Mattarella che spingesti per la legge e la firmasti, dove sei?
A fare gli onori di casa ad un pupazzo