Vaccino

Bidet che pensa ?

Il governatore della Florida Ron DeSantis ha preso carta e penna
e ha scritto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Il motivo della lettera?

La richiesta di mettere da parte il folle obbligo vaccinale
e permettere a Nole Djokovic di partecipare agli Open di Miami.


Un’altra battaglia di giustizia e libertà, dunque, per il campione di tennis che non ha voluto piegarsi.

Il torneo inizierà il 19 marzo.


Scrive De Santis a Biden:

“L’unica cosa che impedisce a Novak Djokovic di partecipare al torneo di tennis Miami Open

è l’obbligo di vaccinazione COVID-19 fuorviante e non scientifico del presidente Biden per i viaggiatori stranieri”.
 
L’inchiesta sul Covid della procura di Bergamo
ha provato ad aprire il vaso di Pandrora su quanto accaduto in Italia
con la gestione dell’emergenza, a partire dalla prima ondata.

E mentre di giorno in giorno emergono nuovi dettagli, nuove chat, nuovi misteri… anche il diattito si allarga.


Come era facilmente immaginabile, ora tutto il Sistema fa squadra

e si schiera a difesa del governo

e degli “esperti” o presunti tali

che hanno fatto sì che venissero attuate alcune decisioni ora sotto la lente degli investigatori.



E così, dopo la sfuriata di Bassetti contro i magistrati, e i vari “l’avevo detto” di alcune delle principali virostar
ora tutte prese a pararsi il didietro, arriva anche il commento di Enrico Mentana,
che con il suo Open è riuscito ad acquisire anche il bollino di fact chcker ufficiale del Sistema
per smascherare le “bufale” dei complottisti no vax.

Sia detto per inciso:

in realtà si sta ora scoprendo ora che molte fake news

le dicevano loro per censurare

e quelle che loro hanno bollato come fake news

sono ora verità accertate.
 
Il direttore del tg di La7 è intervenuto venerdì 10 marzo nella trasmissione di Teletutto “Messi a fuoco” , condotta da Andrea Cittadini.

Parlando dell’inchiesta sulla gestione dei primi mesi della pandemia da Covid,
portata avanti negli ultimi tre anni dalla procura di Bergamo,
Mentana ha detto:

“Ci troviamo di fronte ad una situazione mostruosa e terribile
che sicuramente poteva essere affrontata con maggiore tempismo e capacità decisionale.
Ma noi vogliamo davvero punire questo, in assenza di leggi mirate,
di norme del Codice penale mirate su questo?”.


Insomma, eccoli pronti a pararsi le spalle l’uno con l’altro.
Politici e giornalisti, virologi ed “esperti”.

Il procurato capo di Bergamo ha notificato a diciassette persone la chiusura delle indagini.

Come è noto, tra queste ci sono anche l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il suo ministro della Sanità Roberto Speranza.
 
A Mentana replica Maddalena Oliva, vicedirettore del Fatto quotidiano, intervenuta anche lei in diretta:

“In quei primi giorni, verso la fine di febbraio 2020,

chi gestiva l’emergenza sapeva molte cose,

di cui noi veniamo a conoscenza solo oggi grazie a questa inchiesta,

che dovevano indirizzare alcune scelte in altre direzioni.

Scelte che non sono state prese.

Quanto l’assenza di certe decisioni abbia influito nella diffusione del virus e nel numero dei morti,

e quali siano, se ci sono, le responsabilità soggettive, dovrà dircelo questa inchiesta”.



Punto e capo.
 
Si fa un gran parlare del cosiddetto Long Covid,
che rappresenterebbe una nuova emergenza sanitaria,
ma è lecito domandarsi quanto piuttosto i sintomi di questa sorta di Covid “permanente”,
che si trascinano per mesi o anni dopo la guarigione,
possano ascriversi ad effetti avversi da vaccino.


E ce lo domandiamo per ragioni empiriche.

Se le emergenze sono dettate anzitutto dalle statistiche, e dunque da numeri rilevanti, ebbene:

l’emergenza da Long Covid non sussiste.


Anzi, a fronte di sporadici casi scientificamente ascrivibili al virus,

si contano in tutto il mondo centinaia di migliaia di pazienti

con problemi gravissimi di effetti avversi da vaccino.



L’impressione è che la emergenza da Long Covid possa arrivare a camuffare, sovrapponendole, le due sindromi.
 
Dopo la terza dose, in alcuni casi anche prima di quest’ultima,

si registrano casi – questi sì – numericamente assai rilevanti di broncopolmoniti e polmoniti,

oltre a fibrosi polmonari, problemi cardiaci come pericarditi, persino casi importanti di Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).


La cosa quantomeno sospetta, inoltre, è che chi si sia ammalato di Covid e fosse vaccinato, molto spesso, sia poi stato male;

ciò che invece non si è riscontrato in chi sia guarito dal Covid, ma senza aver aderito alla campagna vaccinale.


L’allarme sul cosiddetto Long Covid, ovvero la persistenza di sintomi
quali astenia, affanno, problemi di memoria, depressione, ansia, mancato recupero dei sensi del gusto e dell’olfatto,
è stato rilanciato da ultimo dalla rivista medica e scientifica inglese Lancet, ripresa in Italia dall’agenzia Adnkronos.

Addirittura, vi si legge, una persona su dieci è costretta a smettere di lavorare.


Occorre anche sottolineare che il Long Covid sarebbe invero ascrivibile alla sola prima ondata,
la più compromettente, quella originatasi a Wuhan:
dalla variante cosiddetta Delta in poi i casi sono pressoché inesistenti.

È altresì da domandarsi quanto quello che viene definito Long Covid sia frutto del virus
e quanto discenda, invece, da cure non adeguate.

L’oramai tristemente nota “Tachipirina e vigile attesa”,
che anche nei soggetti guariti ha consentito al virus di avanzare
sino a generare problemi seri ai polmoni, così come anche al sistema nervoso.
 
Quanto, di quello che viene etichettato come Long Covid,
può essere un effetto collaterale dell’indebolimento del sistema immunitario a seguito di ripetute vaccinazioni?

Il metodo scientifico imporrebbe il porsi delle domande, sperimentare, approfondire, provare e riprovare.

L’approccio fideistico non può riguardare la scienza che, di norma, dovrebbe appunto muoversi per tesi e antitesi, prima di trovare una sintesi.


Già in passato abbiamo scritto a riguardo dei dati della ricerca statunitense, pubblicati anche da La Verità del 21 giugno 2022,
secondo cui il presunto Long Covid rappresenterebbe, semmai, un insieme degli effetti collaterali dei vaccini.

In quell’occasione, lo studio – condotto da scienziati di Boston, Philadelphia, Baltimora e Bethesda e pubblicato in versione pre print a maggio 2022 su Medrxiv
aveva trovato riscontro anche nella tesi del professor Andrea Francesco De Maria, esperto di malattie infettive dell’Università di Genova,
che ha colto problemi neuropatici serissimi in pazienti italiani dopo il vaccino.


Quella del Long Covid, dunque, è una bufala, un tentativo di confondere le acque?
 
A proposito dei deficit di trasparenza che hanno accompagnato l’intera vicenda sin dal 2020

dobbiamo amaramente constatare che l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco,

fornirà d’ora in poi i dati sugli effetti collaterali con cadenza solamente annuale e non più trimestrale.


Prima il report era fornito con cadenza addirittura mensile.
 
Il pilota veterano della British Airways crolla e muore per un attacco di cuore poco prima di dover comandare un Airbus A321 affollato dal Cairo a Londra - 2° incidente del genere questo mese


è sempre accaduto no?
 

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