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An open label randomized clinical trial of Indomethacin for mild and moderate hospitalised Covid-19 patients - Scientific Reports
Indomethacin, a non-steroidal anti-inflammatory drug (NSAID), has been presented as a broad-spectrum antiviral agent. This randomised clinical trial in a hospital setting evaluated the efficacy and safety of this drug in RT-PCR-positive coronavirus disease 2019 (COVID-19) patients. A total of...
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Nature. Certo non ha la statura scientifica di novella2000 o il rigore scientifico della matematica di Ciccio.
Trovo queste considerazioni, non mie.
LA SUPERIORITÀ DELLE CURE DOMICILIARI
Il trial clinico per dare una valutazione definitiva delle cure domiciliari è arrivato.
Quelle cure che Ciccio non vedeva di buon occhio perché potevano mettere in crisi i suoi dati su unicità del vaccino nella prevenzione e cura del covid. Quelle cure che, prestate da una serie di medici veri, studiosi, coraggiosi e tenaci, venivano tacciate di stregoneria perché non provate da rigorosa raccolta ed elaborazione di dati (non raccolti adeguatamente da questi poveri medici lasciati soli, minacciati ed in situazione di emergenza) , ma solo da osservazioni cliniche. Poco importa se il numero dei pazienti era considerevole. per i vaccini avevano una immensa mole di dati, per lo più nascosti, che sta dimostrando quanto si temeva...
1) GLI OBIETTIVI DELLO STUDIO
I partecipanti allo studio sono stati dei pazienti malati di covid divisi nei gruppi "paracetamolo e vigile attesa (107 pazienti)" e nel gruppo "cure domiciliari (103 pazienti)" in cui ricevevano un antinfiammatorio, l'indometacina. I ricercatori avevano come outcome primario la desaturazione, quindi lo studio si è principalmente focalizzato nell'analizzare la differenza tra la saturazione tra i due gruppi (indometacina vs. paracetamolo), infine come outcome secondario, cioè di minore importanza, lo studio presentava il sollievo dai sintomi (febbre, tosse, mialgia). Distinguere tra outcome primario e secondario è importante, perché consente di non dover correggere per confronti multipli. I ricercatori di questo studio sono stati molto rigorosi perché hanno selezionato un p value di 0,01 come soglia di significatività statistica.
2) I RISULTATI DELLO STUDIO
a) outcome primario
La desaturazione era presente solo nel gruppo del paracetamolo e si è verificata in 20 pazienti. I pazienti trattati con indometacina non sono andati in desaturazione, come potete osservare qui. Sono bastate un paio di dosi al massimo per migliorare la saturazione dell'ossigeno nei pazienti trattati con le cure domiciliari. Di conseguenza, il trattamento con le cure domiciliari impedisce l'evoluzione verso forme gravi.
b) outcome secondario
Il sollievo dai sintomi è due volte più rapido con le cure domiciliari (3 giorni vs. 7 giorni), e il trattamento è efficace a prescindere dal tipo di paziente (range interquartile basso). Il paracetamolo presenta un range interquartile più elevato, ciò indica che l'effetto del paracetamolo non è indipendente dalle condizioni del paziente. E qui sorge una domanda spontanea: un farmaco che funziona solo sui sani che guarirebbero comunque, perché è stato considerato il protocollo d'elezione dal ministro della salute?
Ma andando avanti, segnalo il dato interessante che entro il settimo giorno tutti i pazienti trattati con cure domiciliari non avevano più la febbre, contro 59 dei 107 pazienti trattati col paracetamolo che avevano ancora questo sintomo dopo una settimana e hanno dovuto continuare il trattamento.
I ricercatori hanno misurato anche la proteina c reattiva che è segnale di infiammazione. Coloro che al tempo dell'ammissione hanno un valore alto di questa proteina, la riducono con l'indometacina: il 40,7% dei pazienti al settimo giorno è negativo alla pcr, contro il 28,3% nel gruppo paracetamolo (p = 0.42). Questa è l'ennesima prova che le cure domiciliari agiscono combattendo l'infiammazione.
CONCLUSIONE
Le cure domiciliari sono efficaci. Lo dice la scienza, quella vera. Non solo consentono un rapido recupero del paziente, ma il follow up a 14 giorni indica che anche le sequele post-infiammazione sono migliori per coloro che hanno assunto le cure domiciliari. Il 50% dei pazienti ha completamente recuperato, contro il 28% del gruppo paracetamolo. Coloro che non avevano recuperato tra il gruppo delle cure domiciliari riportavano perlopiù stanchezza (il 50%) e pochi dolori muscolari (14%) o alle articolazioni (10%). Invece nel gruppo del paracetamolo ben 47% presentava dolori muscolari, 48% stanchezza, e 39% dolori alle articolazioni.
Se però la matematica vera e quindi la scienza vera è quella di Ciccio, allora alzo le mani.
Le mie domande sono:
1)se avessimo curato con le terapie domiciliari, avremmo avuto così tanti morti?
2)saremmo arrivati alla saturazione delle terapie intensive?
3)avremmo avuto la situazione emergenziale?
4)avremmo avuto lockdown e tutte le misure seguenti?
5)saremmo arrivati all'obbligo di terapia genica?
6)saremmo arrivati al grado di conflittualità sociale esistente oggi?
Secondo me no, ma non si voleva che accadesse. Ma queste sono opinioni di un povero utente impreciso, non del genio delle nuove scienze.