Gli esperti definiscono la sindrome di Stoccolma come un particolare stato di dipendenza psicologica/affettiva in cui la vittima, durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del suo aggressore, arrivando ad instaurare un legame forte e di totale sottomissione volontaria e addirittura una sorta di rapporto di alleanza e solidarietà con il suo carnefice.
Per l'amor di Dio tutto è opinabile, su tutto si può discutere. Se andiamo avanti ancora un po' mi puoi convincere che Cristo è morto dal freddo, ma vedere gente che va in bicicletta, in bi.ci.clet.ta, con la mascherina che in strade solitarie, nel nulla, gira con la mascherina significa lavaggio del cervello o, peggio, significa volete appartenere ad una tribù. Significa indossare una divisa, riconoscersi in un paradigma, una sorta di religione mettere in dubbio la quale sarebbe troppo oneroso per le fragili sicurezze raggiunte. Non sto entrando nel discorso di cosa è giusto fare, sto dicendo che quando ti precludi aprioristicamente una parte delle possibilità sei irrimediabilmente più povero. Sto dicendo che alla maggior parte della popolazione è necessaria una VERITÀ, che poi questa verità porti una bella fetta di persone di questa disgraziata e bellissima terra a vivere in modo del tutto innaturale a quanto pare non a tutti importa.
P.S.
È evidente che la sindrome si applichi in questo caso alle pratiche che ci hanno imposto e non alle persone, anche perché avere una dipendenza affettiva/psicologica per uno come Sileri che, per sua stessa ammissione, viene chiamato dal figlio "cacca" la vedo un po' duretta.