Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1

probabilità recovery

  • 1

    Votes: 21 48,8%
  • 100

    Votes: 6 14,0%
  • 50

    Votes: 16 37,2%

  • Total voters
    43
Stato
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Ovviamente volevi scrivere 500 mila barili/die alla Cina :D.

Comunque refuso a parte....
:eek: ma se le cifre sono quelle che dici tu o peggio quelle che ha affermato Maduro :eek: ma che razza di marginalità resta a questi prezzi sul barile :eek:.
Passino i costi che dice Del Pino...ma se saliamo a 16-18-20...con la cesta a 23 é una tragedia.
Ma realisticamente con la Cesta a 23 quanto ci si aspetta che il Venezuela incassi di utili in $ dall'export di petrolio ? :mmmm:
E se volessimo poi fare una stima del fabbisogno di $ per l'import
indispensabile? :rolleyes:

Si, errore di battitura.

Per il momento la situazione è grave, sarà gravissima se la "cesta" rimarrà su questi livelli.

Credo che difficilmente si potrà uscirne, se non attraverso un golpe dei militari. E' una delle poche vie percorribili per il PSUV.
 
Ovviamente volevi scrivere 500 mila barili/die alla Cina :D.

Comunque refuso a parte....
:eek: ma se le cifre sono quelle che dici tu o peggio quelle che ha affermato Maduro :eek: ma che razza di marginalità resta a questi prezzi sul barile :eek:.
Passino i costi che dice Del Pino...ma se saliamo a 16-18-20...con la cesta a 23 é una tragedia.
Ma realisticamente con la Cesta a 23 quanto ci si aspetta che il Venezuela incassi di utili in $ dall'export di petrolio ? :mmmm:
E se volessimo poi fare una stima del fabbisogno di $ per l'import
indispensabile? :rolleyes:

Scusate ma io non credo che tutto il petrolio sia venduto a prezzi di mercato. Di solito ci sono contratti ultradecennali che fissano il prezzo del petrolio con oscillazioni, solo una parte (che non so quantificare) sarà venduta a mercato.
 
Si, errore di battitura.

Per il momento la situazione è grave, sarà gravissima se la "cesta" rimarrà su questi livelli.

Credo che difficilmente si potrà uscirne, se non attraverso un golpe dei militari. E' una delle poche vie percorribili per il PSUV.

Ma finanziariamente non cambierebbe nulla comunque :rolleyes:
Il golpe istituzionalmente è già in atto col PSUV che ha fatto buon viso al risultato elettorale dell'AN, ma di fatto ha prontamente messo gli amici alla corte costituzionale e sta rinsaldando i rapporti con l'esercito dandogli ora ruoli di primo piano anche nella gestione logistica del settore minerario che é il settore di primo piano di quel che resta dell'economia Venezuelana. E approfittando dello stato proclamato di emergenza nazionale lasciato passare dagli amici della corte costituzionale, il golpe (soft) per mantenere il potere è già in atto. Gli unici due lati positivi sono, secondo me, che l'opposizione al di là di sbraitare e mostrarsi formalmente indignata , al momento faccia più scena che altro e non abbia al momento nessuna fretta di prendere il controllo di una situazione fuori controllo. Governare il paese oggi è un onere e ci si deve far carico di scelte comunque difficili e può costare un discreto sputtanamento politico. Un po' come la carica di sindaco a Roma che non vuole nessuno realmente :D o l'atteggiamento iniziale del M5S dei primi tempi dopo l'eccellente (e forse piuttosto inatteso anche a loro) risultato alle elezioni nazionali che poi li ha visti impreparati a prendersi responsabilità dirette di governo e poi l'hanno buttata in caciara con la logica del "nessun compromesso o alleanze con i vecchi partiti".
Diciamo, poi magari mi sbaglio, che l'opposizione (ormai maggioranza parlamentare) in Venezuela, per quel che ho letto, mi ha dato molto questa impressione. Dal loro punto di vista credo sia meglio far implodere il sistema sotto la vecchia guida.
E anche per questo ritengo, cinicamente, per i nostri fini, che il fatto che Maduro stia riuscendo a tenere il controllo forse senza un reale contrasto immediato della controparte e senza che si vada allo scontro, sia positivo nel breve e medio periodo.
Allunga senz'altro le speranze di mantenere i pagamenti sul debito e di cercare soluzioni il più possibili accomodanti anche se non risolutive strutturalmente, insomma si compra tempo in tutti i modi e si sopravvive.
Se vanno al potere i cosiddetti "liberali" dell'opposizione è lì che la vedo dura: per loro è sin troppo comodo accusare il vecchio regime di "debito immorale o odioso" o come diavolo si usa dire, e disconoscerlo. O più probabilmente entrando nel consesso delle "nazioni buone" :D mettendosi placidamente nell'abbraccio di FMI e BM sappiamo giá come va a finire :D : arrivano i creditori di ultima istanza e un calcio in c:censored: ai vecchi creditori.
Che poi abbiamo visto con quale pignoleria stimano la sostenibilità futura: in quel caso non si compra più tempo ma si ristruttura pesantemente pure con eccesso di zelo.
Ripeto, secondo me per ora meglio Maduro per i nostri fini ;).
Compriamo tempo e vediamo che succede...:rolleyes:
 
Ultima modifica:
Scusate ma io non credo che tutto il petrolio sia venduto a prezzi di mercato. Di solito ci sono contratti ultradecennali che fissano il prezzo del petrolio con oscillazioni, solo una parte (che non so quantificare) sarà venduta a mercato.

Infatti, rumors dicono che il Venezuela vende a Rotterdam a prezzi inferiori di quanto dichiarato.
 
Ma finanziariamente non cambierebbe nulla comunque :rolleyes:
Il golpe istituzionalmente è già in atto col PSUV che ha fatto buon viso al risultato elettorale dell'AN, ma di fatto ha prontamente messo gli amici alla corte costituzionale e sta rinsaldando i rapporti con l'esercito dandogli ora ruoli di primo piano anche nella gestione logistica del settore minerario che é il settore di primo piano di quel che resta dell'economia Venezuelana. E approfittando dello stato proclamato di emergenza nazionale lasciato passare dagli amici della corte costituzionale, il golpe (soft) per mantenere il potere è già in atto. Gli unici due lati positivi sono, secondo me, che l'opposizione al di là di sbraitare e mostrarsi formalmente indignata , al momento faccia più scena che altro e non abbia al momento nessuna fretta di prendere il controllo di una situazione fuori controllo. Governare il paese oggi è un onere e ci si deve far carico di scelte comunque difficili e può costare un discreto sputtanamento politico. Un po' come la carica di sindaco a Roma che non vuole nessuno realmente :D o l'atteggiamento iniziale del M5S dei primi tempi dopo l'eccellente (e forse piuttosto inatteso anche a loro) risultato alle elezioni nazionali che poi li ha visti impreparati a prendersi responsabilità dirette di governo e poi l'hanno buttata in caciara con la logica del "nessun compromesso o alleanze con i vecchi partiti".
Diciamo, poi magari mi sbaglio, che l'opposizione (ormai maggioranza parlamentare) in Venezuela, per quel che ho letto, mi ha dato molto questa impressione. Dal loro punto di vista credo sia meglio far implodere il sistema sotto la vecchia guida.
E anche per questo ritengo, cinicamente, per i nostri fini, che il fatto che Maduro stia riuscendo a tenere il controllo forse senza un reale contrasto immediato della controparte e senza che si vada allo scontro, sia positivo nel breve e medio periodo.
Allunga senz'altro le speranze di mantenere i pagamenti sul debito e di cercare soluzioni il più possibili accomodanti anche se non risolutive strutturalmente, insomma si compra tempo in tutti i modi e si sopravvive.
Se vanno al potere i cosiddetti "liberali" dell'opposizione è lì che la vedo dura: per loro è sin troppo comodo accusare il vecchio regime di "debito immorale o odioso" o come diavolo si usa dire, e disconoscerlo. O più probabilmente entrando nel consesso delle "nazioni buone" :D mettendosi placidamente nell'abbraccio di FMI e BM sappiamo giá come va a finire :D : arrivano i creditori di ultima istanza e un calcio in c:censored: ai vecchi creditori.
Che poi abbiamo visto con quale pignoleria stimano la sostenibilità futura: in quel caso non si compra più tempo ma si ristruttura pesantemente pure con eccesso di zelo.
Ripeto, secondo me per ora meglio Maduro per i nostri fini ;).
Compriamo tempo e vediamo che succede...:rolleyes:

Finanziariamente servirebbe per provocare un primo default sui TdS, e ridistribuire così risorse per l'economia interna... anzichè per la deuda externa ... altrimenti per tutta l'attuale classe dirigente del paese non vedo come possa riuscire a sfangarla tra Maduro e la MUD.

Poi si cercherà di tirare un pò a campare, sperando nel frattempo in un aumento dei prezzi dell'oil.

Poi si vedrà.
 
Finanziariamente servirebbe per provocare un primo default sui TdS, e ridistribuire così risorse per l'economia interna... anzichè per la deuda externa ... altrimenti per tutta l'attuale classe dirigente del paese non vedo come possa riuscire a sfangarla tra Maduro e la MUD.

Poi si cercherà di tirare un pò a campare, sperando nel frattempo in un aumento dei prezzi dell'oil.

Poi si vedrà.

Ecco appunto: diciamo che non va esattamente nel nostro interesse :D
 
Tweet da Solfin:

A esta hora, petróleo #WTI anota ganancias de 1.97% y se ubica en $30.02




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Marea Socialista: En la cúpula del chavismo debaten la renuncia de Maduro







El ex viceministro de Planificación, Roland Denis, exhorta al movimiento revolucionario a pedir la destitución del presidente


HERNÁN LUGO-GALICIA
@HLGNAPITA 15 de febrero 2016 - 12:01 am














Desde la primera semana de enero el Consejo de Partidos del Polo Patriótico no se reúne con el presidente Nicolás Maduro ni con la cúpula del PSUV. Sin embargo, ello no ha sido impedimento para que los 11 partidos principales de la alianza debatan la crisis política y económica y hagan críticas a lo que vislumbran como un eventual pacto entre Miraflores y la oposición. También discuten propuestas para “salvar la revolución”.


La renuncia de Maduro a la Presidencia no figura en la agenda de Redes, Patria Para Todos, Partido Comunista, Podemos y Unidad del Poder Venezolano, aunque saben que es una opción que buscan algunos integrantes de la Mesa de la Unidad Democrática y sectores de la disidencia del chavismo, como Nicmer Evans, de Marea Socialista; el ex viceministro de Planificación en 2003, Roland Denis, y articulistas de Aporrea, y que puede calar en la población debido a la baja aceptación gubernamental.


El Equipo Operativo Nacional de Marea Socialista reveló en el documento “Crisis Económica, Incertidumbre Política y Nueva Referencia” que en Miraflores consideran factible la cesación del actual gobierno. “En los últimos 15 días la matriz de opinión es que la única forma de resolver la crisis es saliendo de Maduro ya que no actúa. La presión crece y pudo ocupar el centro del escenario político porque el debate no solo lo presenta la MUD, sino que es un secreto a voces que desde las propias cúpulas del chavismo evalúan esa posibilidad”, señala el informe.


La corriente chavista observa que hay una “presión abierta a una negociación política (pacto)”, liderada por José Vicente Rangel; y “el chantaje descarado de Heinz Dietrich en el escrito Venezuela: los militares entre la espada y la pared”, al vaticinar que la Fuerza Armada tendría que desplazar al gobierno, “aunque no quieran hacerlo y luego fracasen”.


La lista de eventuales sucesores del presidente, indican fuentes del Polo Patriótico, es corta. En primer lugar ubican al gobernador de Aragua, Tareck el Aissami, por ser “el gallito de pelea de Maduro”; en segundo lugar, si la salida se produce a cumplirse la mitad del período, al vicepresidente Aristóbulo Istúriz, por mandato constitucional y por su papel de manejar “la transición”; como tercera opción está el diputado del PSUV Haiman el Troudi debido a la imagen de “gerente exitoso” vs deterioro del mandatario, y una fracción gubernamental aboga por el ex ministro de Relaciones Interiores Miguel Rodríguez Torres, como “salvador del legado de Chávez”.


“Renuncia ética”. La polémica está abierta y hasta genera fricción no solo en el PSUV, sino también en Marea Socialista. Un grupo, liderado por el politólogo Nicmer Evans, es partidario de la salida de Maduro.
“La renuncia significa una salida ética y ejemplar porque permitiría generar condiciones para articular al chavismo sin traumas, preservar el cuerpo político y facilitar la toma de decisiones y la transición”, sostuvo Evans, consciente de que la dimisión no depende de Maduro sino del entorno presidencial y de las presiones de otros sectores políticos.


“La cúpula del madurismo ve plausible la renuncia. El revocatorio es difícil por las trabas electorales y jurídicas, pero Maduro puede actuar como Chávez y aceptar el reto para que sea el pueblo quien decida, y reconocer la mala conducción política y su corresponsable terna: Maduro, Diosdado Cabello y Cilia Flores”, agregó.


En medio de la discusión Roland Denis es más radical. “El movimiento revolucionario debe estar en la calle. Debería estar convocando a todo el pueblo a pedir mañana la destitución de Nicolás Maduro y ponerlo preso desde él hasta el último ministro. ¿Para qué? Para exigir la retoma del gobierno y poder reimpulsar el movimiento revolucionario. El actual movimiento es corrompido, pacificado. El proyecto revolucionario, bolivariano, socializante, libertario, igualitario, comunitario, obrero lo aplastaron quienes hablan de socialismo”, dijo en Aporrea TVI el 8 de febrero.


Denis es pesimista porque, a diferencia de Chávez, afirma que Maduro carece de plan de gobierno y tendría que irse del poder. “Le toca a él abandonar esto, pero con la mayor vergüenza, es de los tipos que van a ser odiados por la sociedad. Estamos cayendo como dos metros por el barranco; esto ya no tiene salida. Ahí se fraguó una gran conspiración. No hay nada que defender desde el punto de vista emancipatorio, ya esta premisa está perdida”.


Partidos del Polo exigen ser radicales

“En diciembre, luego de la derrota del 6-D, nos reunimos dos veces y en enero una sola vez y no nos oyeron”, reclamó el coordinador de Redes, Juan Barreto, quien optó por formular críticas de manera pública. La mayoría de estas son compartidas por los partidos del Polo, que por ahora prefieren mantenerse de bajo perfil.


Barreto, al igual que su homólogo de PPT Rafael Uzcátegui, la dirigencia del PCV, constituyentes de 1999 como Ángel Landaeta y miembros de Marea Socialista no avalan la renuncia presidencial, sino que recomiendan a Maduro rectificar y tomar medidas que “radicalicen el socialismo”. “Renuncia del presidente crearía una condición de incertidumbre y poca legitimidad en el país”, dijo Barreto.


El sindicalista Stalin Pérez y dirigentes de MS-Carabobo alertaron: “Pedir la renuncia forma parte de una operación política orientada a generar una crisis institucional e ingobernabilidad”.


En PPT abogan por formar un “gobierno del Polo” y que se ataque la corrupción.
El 30° Pleno del Comité Central del PCV exige medidas económicas radicales. Pidió revisar a fondo las empresas que administra el Estado” y construir una “nueva correlación de fuerza política”.


Ángel Landaeta, ex diputado PSUV-Guárico, lidera un grupo de constituyentes que elabora un documento sobre cómo afrontar la crisis. “Maduro debe terminar su período bajo condiciones. Venezuela entrará al récord Guinness como el único país del mundo que se destruyó a realazo. Desde 2000 advertimos sobre la mala conducción y nos execraron”.

(El Nacional)

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Marea Socialista e gli altri partiti non hanno un grande peso "specifico". Contano qualcosa nei cosiddetti "salotti".
 
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