Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1 (4 lettori)

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policeman

Forumer storico
Colleghi,Attenzione
Alcuni "payed Writers" scrivono su giornali non attendibili,vendete i vostri PDVSA bonds prima che crollino.non credete a queste fantaziose annunci.


potresti postare quali payed Writers scrivono cerete notizie


grazie:up:
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quando hai tempo e voglia,go to the other forum e leggi tutte le fantasticheria che hanno postato queste "payed Writers",per una manciata di $ scrivono trash per testate sconuscuite.
ieri l'attaco era verso PDSA,vendete prima che divientono senza valore.
mi sono un po informato e gli amici mi hanno confermato che loro PDVSA,non trattano con i "payed Writers" e gli credo.rimangano nella mia lista di indagati i "Hedge Funds",loro sono specialisti in questo campo.
spargano notizie che una compagnia va male,i prezzi crollano e i HF acquistano a basso prezzo per rivendere dopo con un bell' guadagno.
opinione di un piccolo policeman
 
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Llukas

Frangar non Flectar
Dopo settimane di indiscrezioni, di smentite, di indiscrezioni ribadite e rimbalzate a diverse longitudini e poi nuovamente smentite, è arrivato finalmente oggi l'accordo fra Arabia Saudita e Russia, i due principali esportatori di petrolio.

L'intesa, che avrebbe l'obiettivo di sostenere le quotazioni del greggio, appare molto deludente.

I ministri dell'Energia dei due Paesi, che si sono visti oggi a Doha, in Qatar, si sono limitati a concordare un congelamento delle rispettive produzioni e di quelle di altri due Paesi che hanno partecipato al summit, il Qatar e il Venezuela.

Congelamento a livelli produttivi che sono o rasentano i massimi storici.

Il mercato stamattina prima dell'annuncio vedeva il Brent e il Wti americano in rialzo del 5,2%.

Dopo che sono stati resi noti i termini dell'intesa, il movimento si è sensibilmente ridotto e il Brent guadagna l'1,3% a 33,80 dollari al barile, Wti a 29,80 dollari (+1,4%).

A Piazza Affari, dopo un iniziale rialzo del 2%, Eni (ENI.MI) ha azzerato i guadagni e a metà seduta è invariata.

A gennaio la produzione dell'Arabia Saudita è stata di 10,2 milioni di barili al giorno, poco sotto il massimo storico di 10,5 milioni del giugno 2015. La Russia ha prodotto circa 10,9 milioni di barili al giorno, che rappresenta il nuovo massimo assoluto dell'epoca post-sovietica.

Nella conferenza stampa che si è tenuta al termine dell'incontro, il ministro del Petrolio saudita, Ali Al-Naimi (nella foto qui sotto), ha detto che l'accordo che blocca la produzione ai livelli di gennaio è "adeguato", e comunque, ha precisato, Riyad intende continuare a soddisfare le richieste dei suoi clienti.

Anche se può apparire un risultato modesto, il "congelamento" non è comunque garantito, perché è condizionato dall'adesione di altri Paesi produttori, ha precisato il ministro russo Alexander Novak (nella foto in basso).

"E chiaro che se Iran e Iraq non sottoscrivono anche loro, questo accordo non vale un granché", è il commento rilasciato all'agenzia Bloomberg da Eugen Weinberg, l'analista che guida l'ufficio studi sulle materie prime di Commerzbank.

Ormai è passato più di un anno da quando (dicembre 2014) l'Opec sorprese il mondo annunciando che non avrebbe ridotto la produzione per sostenere i prezzi. Le quotazioni del greggio hanno perso circa il 70% rispetto ai livelli massimo del 2014. La produzione mondiale di petrolio continua a superare la domanda, così come le scorte di idrocarburi in America e in giro per il mondo continuano a salire.

Sulla base di queste evidenze, Goldman Sachs la settimana scorsa ha detto che il petrolio potrebbe scendere sotto i 20 dollari al barile, prima di vedere un'inversione del trend.

Nell'ultima riunione dell'Opec dello scorso dicembre, l'Iran ha escluso di tagliare la produzione. Al contrario, Teheran ha pianificato di aumentare l'output di 1 milione di barili al giorno entro quest'anno, dopo che sono state abolite le sanzioni internazionali nei suoi confronti.

L'Iraq continua ad aumentare la produzione per finanziare la ripresa del Paese dopo anni di guerra e mancanza di investimenti. A gennaio la produzione è salita al record di 4,35 milioni di barili al giorno e secondo l'Agenzia internazionale dell'Energia (IEA) salirà ancora in futuro.

Il congelamento della produzione è comunque un accordo significativo dopo mesi di aspra competizione sul mercato fra Russia e Arabia Saudita: nei mesi scorsi Riyad è andata a sfidare Mosca nel "giardino di casa" vendendo greggio ai Paesi dell'Est Europa, mentre la Russia ha recentemente superato l'Arabia Saudita per i quantitativi venduti alla Cina.

E non bisogna dimenticare che i due Paesi sono entrambi molto attivi, ma su fronti opposti, nella guerra in Siria.
 

AtuttoGAZ

Forumer attivo
I sauditi non sono dei buoni samaritani, ora hanno l'obbiettivo di cercare di eliminare dal mercato quanti più concorrenti possibile siano essi shale americani o componenti del cartello opec poco importa, oltre a voler creare problemi ai finanziatori/alleati militari di chi è a loro inviso.
Più riescono a tirare la corda e più sarà facile per loro trattare con colleghi del cartello in difficoltà, un Venezuela in default non avrebbe gran potere contrattuale.
Ricordo a tutti che c'è la guerra una guerra regionale in medioriente (l'apatica Europa non se ne rende conto o comunque sperimenta solo il "fastidio" dei profughi), ci sono battaglie campali fra sauditi e mandatari degli Iraniani, fra russi+iraniani e mandatari dei sauditi.
Russia+Iran e Saudi al momento possono solo scontrarsi in modo diretto sul campo economico, non sta bene spararsi durante un summit dell'opec davanti ai venezuelani che implorano un aiuto :lol:

:up:
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Sul'oil mi sa che la ricreazione sta per finire. Candelotto sul 30min che ha sfondato con decisione 29.65 :cool:
 
Stato
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