Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1

probabilità recovery

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    Votes: 21 48,8%
  • 100

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Stato
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* @aroliveros Que opinas de la dolarizacion? Es viable para salir de la crisis? Obvio que este gobierno no lo hará, pero en uno de transición?

* Desde aquí siempre he sido un crítico de la dolarización: no es la solución óptima para Venezuela
 
Forse la dollarizzazione è la migliore soluzione nel medio periodo.

* @aroliveros Que opinas de la dolarizacion? Es viable para salir de la crisis? Obvio que este gobierno no lo hará, pero en uno de transición?

* Desde aquí siempre he sido un crítico de la dolarización: no es la solución óptima para Venezuela

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Si ha dollarizzazione quando gli abitanti di un Paese utilizzano la valuta emessa da uno Stato straniero in parallelo o in sostituzione della propria. Il termine dollarizzazione non si riferisce necessariamente all'utilizzo del dollaro statunitense, ma, più in generale, vale per ogni valuta straniera che viene preferita ad una moneta nazionale. Inizia a diffondersi anche il termine eurizzazione.
Il vantaggio principale atteso dalla dollarizzazione consiste nel garantire una maggiore stabilità finanziaria e un tasso di inflazione inferiore.

La dollarizzazione può avvenire:
- in modo non ufficiale, senza una formale approvazione legale (valuta di fatto);
- in modo semiufficiale, (ufficialmente, sistema bimonetario), dove la valuta straniera è dichiarata a corso legale, ma ha un ruolo secondario rispetto a quella nazionale;
- in modo ufficiale, quando una nazione cessa di battere moneta ed è utilizzata soltanto valuta straniera.

Fino al 1999 non si riteneva possibile una dollarizzazione ufficiale, finché alcune nazioni non l'hanno adottata.
Le economie più importanti ufficialmente dollarizzate al giugno del 2002 sono quelle di: Ecuador (dal 2000), El Salvador (dal 2001) e Panamá (dal 1904).
Ad agosto del 2005, il dollaro statunitense, l'euro, il dollaro neozelandese, la lira turca, il rublo russo, il franco svizzero ed il dollaro australiano sono le uniche valute utilizzate da altri paesi nel processo di dollarizzazione.

:mumble:
 
Non vedo come possano aumentare l'export ... se in Venezuela manca tutto.
Forse manderanno qualche lastra di granito in più negli USA :D.

A parte un legittimo scetticismo, non si può negare che per quanto riguarda l'aumento e la diversificazione dell'export da qualche settimana il regime chavista mostra un discreto attivismo... soprattutto attraverso il progetto di sviluppo dell'Arco Minero. :rolleyes:
 
De Scalzi AD Eni ritiene che il barile di greggio alle quotazioni attuali non puo' reggere e invece dovrebbe risalire a 70-80$ (nel biennio 2016-17), a causa soprattutto del crollo degli investimenti su nuovi giacimenti e impianti e per il fallimento continuo di produttori vecchi e nuovi.

http://economia.ilmessaggero.it/eco..._leggi_subito_messaggero_digital-1591426.html

L'analisi di De Scalzi puo' apparire semplice o quasi banale, ma altresi realistica nelle cause.
Per prudenza si potrebbe ipotizzare un range molto inferiore di 45-60$ ed in tal caso l'export petrolifero del Venezuela genererebbe un flusso di valuta pregiata che unito ad altri flussi potenziali e probabili dell'Arco Minero dovrebbe consentire il superamento della crisi finanziaria attuale. :mumble:
 
Ultima modifica:
Secondo De Scalzi, allo stato odierno, il fallimento in progress dei vari player petroliferi (grandi e piccoli) sta causando un calo produttivo di circa 600.000 barili al giorno.
Ed io immagino che la riduzione estrattiva tende ad accentuarsi non solo per l'uscita dal mercato di diversi produttori, ma anche per l'obsolescenza continua degli impianti che soffrono per la mancanza di manutenzione e/o di ammodernamento. :mumble:

Peccato che non leggo più OBI ... se ci sei batti un colpo :up:.
Infatti mi piacerebbe sapere se il calo delle trivelle è parallelo al calo complessivo dello shale oil. Cioè quanto si produce ora e quanto un anno fa.

Oggi, intanto, dall'Arabia Saudita mandano a dire che l'idea che dovremmo ridurre la produzione di petrolio mentre altri paesi aumentano la loro produzione, non è realistico.
"A nostro avviso, sono le forze di mercato a determinare il prezzo del petrolio. Manterremo la nostra quota di mercato, mentre i mercati si riprenderanno", ha detto il ministro degli Esteri.
 
Ultima modifica:
Leggo sempre con interesse le dichiarazioni di De Scalzi e le condivido. Già da qualche mese ho approfittato dei prezzi bassi per investire una buona parte del mio portafoglio su oil&gas (azionario e obbligazionario). Per mantenere o incrementare l'attuale produzione servono miliardi di $ e con un petrolio a questi prezzi chi ce li mette? anche l'ambizione dell'Iran di aumentare la sua produzione deve fare i conti con il reperimento delle risorse necessarie. L'Eni a questi prezzi non li ha (parole sue). De Scalzi infine considera il gas come l'energia del prossimo futuro. Alcuni eventi che ne faranno aumentare a breve la richiesta: chiusura per ragioni tecniche di due importanti giacimenti in Olanda, conversione energetica, con progressivo abbandono di fonti come il carbone e nucleare in alcuni importanti Paesi (Uk, Cina etc...).
 
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