Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1

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#OídoEnElCuartel: ¿Está Padrino cediendo el mando de la FAN a Diosdado?, se preguntan militares

Dolar Today / May 19, 2016 @ 7:00 pm







¿Está padrino cediendo el mando de la FAN a Diosdado?, se preguntan cada vez con más ahínco en los cuarteles venezolanos. Un General cooperante nos comenta que la interrogante volvió a surgir en su cabeza por tres hechos, suscitados este miércoles, y que hicieron eco en las filas del cuerpo castrenses.

El chivo de traje verde oliva, sustenta lo que dice en que la mañana de ayer, el ministro de la Defensa, MG Vladimir Padrino López, reunió a oficiales de la cartera que preside para rechazar las declaraciones de Uribe y llamar a la paz. “Sus reflexiones ejemplificaban como la Fanb debe mantenerse dentro de la Constitución y reiteraba lo que no se debe hacer. Muchas de estas reflexiones fueron ampliamente difundidas por redes sociales”, puntualiza.

Resalta que mucho más ruido que las palabras de Padrino López, fue la campana que significaron las declaraciones del también Mayor General, en situación de retiro, Cliver Alcalá Cordones, quien instó a leer un documento titulado “¿Por qué insurgimos?”, basado en la asonada del 4 de febrero, encabezada por Hugo Chávez.

Para la fuente, este supone un claro llamado al chavismo originario a disentir de la actual dirección del partido. “Fijó clara posición en relación a que el referendo no es una opción como intentó expresar el jefe de Estado, Nicolás Maduro. Es un derecho que está en la Constitución. Fue sin duda motivo de análisis en los cuarteles la posición de este general retirado”, apuntó.

Para el líder militar, esto obligó a que lo que define como el “Clan Cabello”, entiéndase aliados del “hombre del mazo” dentro de los cuarteles: GD Alexis Rodriguez Cabello, GD Pedro Álvarez Bellorin, GD Jacinto Cabello; ordenaran la participación de oficiales de cuadros medio y cadetes en el programa de tv de su jefe político Diosdado Cabello.

Reiteran que esto supone una clara y flagrante violación a la Carta Magna que impide involucrar a miembros de la FAN en parcialidad política.

El Cooperante.
 
Máximo órgano judicial de Venezuela declara vigente estado de excepción de Maduro
jueves 19 de mayo de 2016 21:16 GYT





CARACAS, 19 mayo (Reuters) - El máximo organismo judicial de Venezuela declaró el jueves como constitucional el estado de excepción y emergencia económica decretado la semana pasada por el presidente Nicolás Maduro, dándole carta libre al mandatario para gobernar por decreto y sin control del parlamento.

El viernes, Maduro firmó el decreto que se extenderá durante todo el 2016 y parte del 2017, con el argumento de que requiere poderes especiales para luchar contra la "guerra económica" de empresarios y políticos, a los que responsabiliza de la crisis económica en Venezuela.



Máximo órgano judicial de Venezuela declara vigente estado de excepción de Maduro | América Latina | Reuters
 
Maduro le dice a uruguayo Mujica que sí está loco, pero de amor por Venezuela
jueves 19 de mayo de 2016 21:08 GYT




CARACAS, 19 mayo (Reuters) - El presidente de Venezuela, Nicolás Maduro, le respondió el jueves al ex mandatario uruguayo José Mujica que sí está loco, pero de amor por su pueblo.

"Sí, estoy loco como una cabra, es verdad. Estoy loco de amor por Venezuela, por la revolución bolivariana, por (el fallecido Hugo) Chávez y su ejemplo", dijo Maduro durante un acto del gobernante Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV).

El miércoles, Mujica, un izquierdista que gobernó Uruguay entre el 2010 y 2015, dijo que sentía gran respeto y aprecio por Maduro, pero agregó que el líder venezolano está "loco como una cabra".



Maduro le dice a uruguayo Mujica que sí está loco, pero de amor por Venezuela | América Latina | Reuters

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La verità del buon Mujica ...
 
Molto presto la "cesta petrolera" potrebbe raggiungere i 40$ e forse superarli... ed allora la fase acuta dell'emergenza finanziaria dovrebbe finire. ;)

Nel frattempo, il sentiment generale sul Venezuela sta raggiungendo l'apice del pessimismo... ed anche questo è un classico fattore che prelude all'inversione.


La parola d'ordine è "diversificare" l'economia a prescindere da chi governa o governerà il paese che a me, sinceramente, interessa poco o nulla. Sono positivo sul paese e sull'andamento futuro del petrolio e, se ho sbagliato nelle mie previsioni, pazienza... non sarebbe la prima volta! Ma, se come penso, non ho sbagliato...
 
OIL&GAS - CRACK SPREAD DIESEL ASIATICI SOTTO PRESSIONE SU AUMENTO EXPORT CINESE 19/05/2016 17:46 - ALN
Anche i mercati asiatici stanno vivendo una situazione di overstocking di diesel e altri distillati medi, che sta gia' caratterizzando sia gli Usa che l' Europa. In Asia il grosso problema si chiama Cina. Un Paese che da importatore netto e' diventato esportatore di raffinati. Diverse le ragioni del cambiamento: dal calo della domanda interna cinese, agli elementi di tipo strutturale quali il passaggio del gigante asiatico da un' economia legata prevalentemente all' ambito manifatturiero, ad una piu' focalizzata sui servizi commerciali e di consumo. A questo si aggiungono poi gli interventi del governo a sostegno della competitivita' interna, che hanno portato i due giganti della raffinazione cinese ad aumentare le esportazioni. Esportazioni che si dovrebbero tradurre in un vantaggio per le societa' dello shipping come d' Amico.

I crack spread del diesel nella regione dell' Asia-Pacifico sono mediamente in calo circa del 40% a/a. Piu' in particolare il crack spread nel periodo gennaio-maggio 2016, calcolato sui prezzi medi di Singapore (benchmark dell' area), ammonta a 9,55 dollari al barile (-37% ytd). Una dinamica che si spiega principalmente con il fatto che la Cina e' diventata ormai un esportatore netto di diesel e sta inondando il mercato asiatico di prodotti distillati. Un mercato, quello asiatico, che ha gia' alti livelli di scorte di distillati e che sta registrando un aumento della lavorazione delle raffinerie, che hanno beneficiato del periodo a bassi prezzi del petrolio e della forte domanda di distillati leggeri come la benzina, ma anche alcuni medi come il kerosene.

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La Cina infatti ha guidato la domanda di distillati medi nel mercato asiatico negli ultimi dieci anni, in quanto maggiore importatore, ed ora sta diventando esportatore netto, cambiando cosi' l' intero scenario nell' area. Alla base di questo cambiamento ci sono due ragioni principali: la minore crescita del Paese e le riforme strutturali in atto a partire dal 2015 nel settore petrolifero e della raffinazione cinese. In particolare, la minore crescita del settore manifatturiero e dell' industria pesante in Cina ha comportato una minore domanda di distillati medi, mentre le riforme del governo cinese, a favore del settore, hanno spinto i produttori locali ad incrementare i tassi di utilizzo degli impianti, aumentando la produzione al servizio della domanda crescente di benzine. Nel Paese asiatico e' infatti in atto il passaggio da un' economia sbilanciata sul comparto industriale e manifatturiero ad una focalizzata sui servizi commerciali e al consumo. Due realta' ben diverse con diverse necessita' in termini di raffinati. La prima infatti necessita' di grandi quantita' di diesel per il funzionamento dei macchinari e impianti. Il settore dei servizi e consumi, invece, guida la domanda di benzina per i mezzi terrestri e kerosene per gli aerei. Due raffinati che hanno guidato infatti la domanda asiatica negli ultimi due anni. Il risultato e' che il diesel cinese in eccesso si sta riversando sul mercato asiatico. L' effetto di questa metamorfosi tutt' ora in atto e' che le raffinerie cinesi hanno incrementato il tasso di utilizzo degli impianti principalmente per l' accresciuta domanda di benzina. Come si sa, pero', da un barile di petrolio, tramite distillazione frazionata oltre alla benzina e al kerosene (molto richiesti) viene prodotto anche diesel e altri distillati medi, che vista la domanda inferiore si accumula in scorte. Vi e' poi un' altra ragione alla base del forte aumento delle esportazioni di prodotti raffinati dalla Cina. La maggior parte della capacita' di raffinazione del Paese asiatico e' gestita da due grandi imprese statali, PetroChina e Sinopec, che insieme rappresentano il 72% della capacita' totale di raffinazione della Cina. La parte restante e' controllata da societa' regionali indipendenti, che spesso gestiscono piccole raffinerie meno complesse. I nuovi regolamenti in materia di raffinazione (volti ad aumentare la concorrenza interna) realizzati negli ultimi anni hanno permesso anche a queste ultime di importare greggio dall' estero. Precedentemente infatti le raffinerie indipendenti erano costrette ad usare greggi prodotti in Cina di minor qualita' (molto pesanti), con margini minori rispetto a quelli statali. L' effetto desiderato dal governo ha di conseguenza prodotto una perdita di quote di mercato interno per le statali, che hanno riversato all' estero importanti quantita' di distillati. Commento A compendio di quanto detto alleghiamo qui di seguito un grafico che mostra l' effetto dell’aumento delle esportazioni nette cinesi di diesel: dai modesti volumi del primo trimestre 2015 (circa 50.000 barili) ad una media di quasi 200.000 barili al giorno nel primo trimestre del 2016.

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Questo fenomeno si trasforma in un calo della marginalita' sia per le raffinerie asiatiche che per quelle Europee dovuto al forteaumento della concorrenza. Al contrario per le societa' attive nello shipping, questo rappresenta un' opportunita' di business importante. D' amico, multinazionale italiana specializzata nel trasporto di raffinati, vive come un' opportunita' l' incremento dell' export cinese.

www.marketinsight.it
 
Buongiorno
Maduro "desea suerte" en diálogo con la oposición

El presidente Nicolás Maduro dijo que el objetivo del proceso de diálogo con la oposición es que “cese la actitud golpista”. Recalcó la invitación que hizo a varios expresidentes para mediar en las conversaciones.
 
Posible diálogo deberá priorizar Referendo y no ser una distracción del gobierno para ganar tiempo (COMUNICADO MUD)
on mayo 19, 2016 5:55 pm .
Publicado en: Destacados, Nacionales


La oposición aseguró este jueves que un diálogo con el gobierno, que impulsará una comisión internacional de expresidentes, debe priorizar la activación de un referendo revocatorio contra el presidente Nicolás Maduro.

“El primer punto de la agenda de todo proceso de diálogo serio en la Venezuela actual debe ser, precisamente, cómo quitar los obstáculos y triquiñuelas que intentan interferir, sabotear o postergar el ejercicio de ese derecho constitucional”, aseguró la coalición Mesa de la Unidad Democrática (MUD) en un comunicado.



De seguido, el texto del remitido:

“Informamos al país que en horas de la mañana de este jueves 19 de mayo una representación de la Mesa de la Unidad Democrática, encabezada por el Secretario Ejecutivo de la alianza, Jesús Chuo Torrealba, e integrada, además, por Henry Ramos Allup, Julio Borges, Freddy Guevara, Enrique Márquez, Simón Calzadilla y Timoteo Zambrano, sostuvo una reunión con el ex jefe de Gobierno Español, José Luis Rodríguez Zapatero. En este encuentro, el ex mandatario ibérico expuso su disposición a promover, junto con la Unión de Naciones Suramericanas (UNASUR), lo que calificó como un “diálogo nacional” que procure una solución pacífica y democrática a la grave crisis económica, social y política que vive Venezuela.

Tras haber escuchado los términos en que esa iniciativa fue después expuesta por el ex Jefe de Gobierno Rodríguez Zapatero en rueda de prensa, la Mesa de la Unidad Democrática fija posición en los siguientes términos:

1) Agradecemos la disposición del ex mandatario español de ayudar al pueblo venezolano a construir una solución pacífica, electoral, democrática y constitucional a la profunda crisis que vive nuestro país. Así como hemos agradecido antes las posiciones de relevantes personalidades internacionales como el Papa Francisco; el secretario general de la OEA, Luis Almagro; el ex presidente colombiano, Andrés Pastrana; o el Premio Nobel de la Paz, Oscar Arias, entre muchas otras personalidades e instituciones, hoy saludamos como positivo el gesto del ex mandatario Rodríguez Zapatero.

2) Como fuerza que hoy representa a una amplia mayoría electoral, la Mesa de la Unidad Democrática ratifica su disposición a participar en toda iniciativa de diálogo que sea útil al país y que no sea simplemente una “operación de distracción” del gobierno dirigida a “ganar tiempo”, porque tiempo que “gane” el gobierno es tiempo que pierde el pueblo venezolano, hoy urgido de soluciones frente al flagelo del hambre, la escasez de medicinas, la inflación galopante y la terrible inseguridad.

3) Coincidimos con la Conferencia Episcopal Venezolana en que para que el diálogo sea útil al país debe tener agenda precisa, objetivos claros, reglas transparentes y sobre todo respeto por el sentido de urgencia que hoy tiene el pueblo venezolano ante la gravedad de la crisis. En esa dirección afirmamos con claridad que para nosotros toda intención de apoyo a la democracia venezolana pasa por viabilizar que el pueblo venezolano se exprese libremente, que sea la voz del soberano la que construya la solución democrática y pacífica. Si lo que se quiere promover es un auténtico DIÁLOGO NACIONAL, no solo un debate partidista o institucional, entonces la NACIÓN debe hablar y ser escuchada. Y el mecanismo que la Constitución de la República Bolivariana de Venezuela prevé para tal fin es el REFERENDO REVOCATORIO. En consecuencia, el primer punto de la agenda de todo proceso de diálogo serio en la Venezuela actual debe ser, precisamente, como quitar los obstáculos y triquiñuelas que intentan interferir, sabotear o postergar el ejercicio de ese derecho constitucional.

4) Reiteramos igualmente la importancia fundamental que para brindar un marco adecuado a un proceso de diálogo serio y útil tiene la liberación de los presos políticos, el retorno de los exiliados y el cese de las causas judiciales originadas en la persecución gubernamental contra la disidencia.

5) Expresamos públicamente nuestra extrañeza por lo planteado en la rueda de prensa por el ex presidente de República Dominicana, Leonel Fernández, sobre el tema económico. Nada de lo afirmado por Fernández formó parte de lo conversado con el ex mandatario español Rodríguez Zapatero. De hecho, nuestra visión de la tragedia económica que vive nuestro país difiere radicalmente de lo dicho por Fernández. La destrucción de la economía venezolana, a la que ingresaron un millón de millones de dólares en los últimos 12 años, no se puede explicar sin denunciar el morbo de la corrupción oficial y la existencia de un “modelo económico” que en vez de generar riqueza se especializa en multiplicar y distribuir pobreza. Dicho de otra manera, en Venezuela no hay solución económica si no hay cambio político, y al logro pacífico de este último objetivo debe orientarse un verdadero proceso de diálogo nacional.

La Mesa de la Unidad Democrática reitera, pues, su seria disposición a un verdadero proceso de diálogo, tal como lo hemos venido planteando en muchas ocasiones. Un diálogo acompañado por hechos, hechos que generen resultados. Un diálogo en el que sus actores tengan la humildad necesaria para comprender y aceptar que quien debe tener la última palabra es el pueblo venezolano, y que esa voz del pueblo, expresada a través del ejercicio de un derecho constitucional como lo es el Referendo Revocatorio, es lo democráticamente inapelable.

Por la Mesa de la Unidad Democrática,

LA SECRETARÍA EJECUTIVA”
 
Buongiorno
Maduro "desea suerte" en diálogo con la oposición

El presidente Nicolás Maduro dijo que el objetivo del proceso de diálogo con la oposición es que “cese la actitud golpista”. Recalcó la invitación que hizo a varios expresidentes para mediar en las conversaciones.

Peccato, probabilmente ha intuito che il dialogo poteva favorire un incontro tra settori del PSUV e della MUD ... perdendo la sedia.
Il canale è sempre più stretto.
 
La parola d'ordine è "diversificare" l'economia a prescindere da chi governa o governerà il paese che a me, sinceramente, interessa poco o nulla. Sono positivo sul paese e sull'andamento futuro del petrolio e, se ho sbagliato nelle mie previsioni, pazienza... non sarebbe la prima volta! Ma, se come penso, non ho sbagliato...

Fai bene ... sarà almeno dall'epoca pre-Chavez che si parla di diversificazione.
Con il risultato che l'industria dell'oil è sempre più predominante su tutto... il resto è stato distrutto.
 
Fai bene ... sarà almeno dall'epoca pre-Chavez che si parla di diversificazione.
Con il risultato che l'industria dell'oil è sempre più predominante su tutto... il resto è stato distrutto.

Se hanno imparato la lezione e, con un minimo di buon senso che, non appartiene nè alla destra e nè alla sinistra ma, può essere utile a entrambi, è arrivato il momento attraverso la diversificazione di ricostruire, come sta facendo la Russia.
 
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