Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1

probabilità recovery

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Stato
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Contro,good morning,
questo non è petrolio,è catrame,ottimo per asfaltare le strade americane anche le piste degli aeroporti.nascono i problemi per il trasporto,i tankers devono avere il sistema di riscaldamento delle cisterne altrimenti non riescono a scaricare e questo aumenta i costi
Have a nice day

:up: utile post.

Aggiungerei alle osservazioni di Controvento che sui fuori mercati il Venezuela applica "sconti" per i pagamenti cash... vista la fame di $.

I pagamenti a "babbo morto" sono quelli a PetroCaribe, ma abbiamo visto che la fornitura di oil è in discesa verso questi paesi...

Detto questo, la divaricazione del prezzo della "Cesta" è evidente ... rispetto al WTI ... più del doppio (la differenza di vendita). Forse anche per la prevalenza (o meno) delle miscele utilizzate che compongono l'oil.
 
1) Certo, per far ripartire la produzione occorrono $ e non bolivar. Dove li vanno a prendere? Hai qualche altra soluzione alternativa?

2) E' questo il grave errore di Maduro.
Doveva "ristrutturare" la deuda externa lo scorso anno, invece di impoverire la nazione ed il BCV... svendendo oro.
Con qualcosa in cassa avrebbe gestito più agevolmente la situazione.

Ora non so ... difficile uscire dall'imbuto in cui si è messo da solo. Oltre alla Santa Virgin di Guadalupe può provare con questo:


Scusami, ma qui leggono più persone con diverse esperienze, studi ecc e ci saranno anche persone più qualificate di me per spiegare ed insegnare certi argomenti.
Intanto, sinceramente non capisco la Tua ironia, ma in qualche regione si dice: gioca con i fanti e lascia stare i santi (di tutte le religioni).
Nel Tuo post non mi sembra che hai risposto ai miei perché e la stiamo mandando in caciara.

Ok non rispondere, ma veniamo a noi, e scusatemi tutti se dico delle ovvietà.
In tutte le società piccole e multinazionali, ma anche Stati, quando si prepara un piano industriale (anche d'acquisizione) si riempie la struttura (WBS ecc) si dettaglia e si compila il modello format (reg. usa) con i dati economici e quelli temporali (tabelle excel infinite e bei calcoli).
Alla fine ottieni EBIT ecc ecc con i flussi di finanziamento per mese ecc ecc che devi sottoporre all'AD. Se non lo rifiuta ( una volta me lo ha tirato) e lo firma si procede.
Dopo si passa ai finanziatori, gruppi di banche ecc che forniranno quanto richiesto a fronte di quei doc.ti.
Questo per dire che il finanziamento è sempre previsto dall'esterno a fronte di valutazione e di analisi, mica si può andare dagli azionisti a prendere i soldi per fare i lavori.

Tu Tommy, stai dicendo che nel primo foglio ci metti che risparmi 10mld di prestito, non pagando i creditori precedenti, a cui dovrai chiedere altri investimenti e finanziamenti.
La vuoi fare con tutta la deuta vvv, ok, ma è un paese con debito ridicolo, se ci fosse un piano serio farebbero a botte per finanziarlo.
In ultimo, se a dicembre 2014 dichiarava d., come tu dici, sarebbe finito nelle mani di altri Stati e FMI che certe riforme le imponevano con la forza.
Spero di essere stato chiaro, e non continuerò questa discussione perché ho spiegato le mie motivazioni in base alla mia esperienza.
Questo per dire che la tua ipotesi di non pagare, mi sembra totalmente di fuori.
Sul resto, i provvedimenti correttivi, prima li prendi e meglio è, e vale per cambio, benza, e ristrutturazione volontaria di due titoli PDVSA.
Se ci sono i soldi, paga che è meglio.
 
Scusami, ma qui leggono più persone con diverse esperienze, studi ecc e ci saranno anche persone più qualificate di me per spiegare ed insegnare certi argomenti.
Intanto, sinceramente non capisco la Tua ironia, ma in qualche regione si dice: gioca con i fanti e lascia stare i santi (di tutte le religioni).
Nel Tuo post non mi sembra che hai risposto ai miei perché e la stiamo mandando in caciara.

Ok non rispondere, ma veniamo a noi, e scusatemi tutti se dico delle ovvietà.
In tutte le società piccole e multinazionali, ma anche Stati, quando si prepara un piano industriale (anche d'acquisizione) si riempie la struttura (WBS ecc) si dettaglia e si compila il modello format (reg. usa) con i dati economici e quelli temporali (tabelle excel infinite e bei calcoli).
Alla fine ottieni EBIT ecc ecc con i flussi di finanziamento per mese ecc ecc che devi sottoporre all'AD. Se non lo rifiuta ( una volta me lo ha tirato) e lo firma si procede.
Dopo si passa ai finanziatori, gruppi di banche ecc che forniranno quanto richiesto a fronte di quei doc.ti.
Questo per dire che il finanziamento è sempre previsto dall'esterno a fronte di valutazione e di analisi, mica si può andare dagli azionisti a prendere i soldi per fare i lavori.

Tu Tommy, stai dicendo che nel primo foglio ci metti che risparmi 10mld di prestito, non pagando i creditori precedenti, a cui dovrai chiedere altri investimenti e finanziamenti.
La vuoi fare con tutta la deuta vvv, ok, ma è un paese con debito ridicolo, se ci fosse un piano serio farebbero a botte per finanziarlo.

In ultimo, se a dicembre 2014 dichiarava d., come tu dici, sarebbe finito nelle mani di altri Stati e FMI che certe riforme le imponevano con la forza.
Spero di essere stato chiaro, e non continuerò questa discussione perché ho spiegato le mie motivazioni in base alla mia esperienza.
Questo per dire che la tua ipotesi di non pagare, mi sembra totalmente di fuori.
Sul resto, i provvedimenti correttivi, prima li prendi e meglio è, e vale per cambio, benza, e ristrutturazione volontaria di due titoli PDVSA.
Se ci sono i soldi, paga che è meglio.

Ascolta ... non esiste nessun paese al mondo che paga il proprio debito senza aver la possibilità di riemetterlo (oppure sono in corso programmi di sostegno di organismi sovrannazionali che evitano le emissioni a costi esorbitanti).
Il sistema finanziario si regge così ... sul rollaggio ... questo può piacere, o meno.

Puoi uscire da questo sistema, in area LATAM c'è Cuba. Poi seguire il suo esempio.
Qualche decennio fa c'era il sistema alternativo del Comecon.
Ma non puoi distruggere il tuo paese per pagare il debito estero... non esiste proprio. Una ristrutturazione del debito non può essere un tabù.

E' evidente che in questo caso ad essere penalizzati sono gli attori più deboli in campo, cioè i bondholder. Ma è così che il sistema funziona.

Il paese non ha un debito ridicolo ... secondo diversi studi ammonta a circa 160 MLD di $ con riserve del BCV a 12 MLD.
E l'onere sul debito è molto pesante ...
 
El Cooperante.- De acuerdo a un reporte interno de la estatal Petróleos de Venezuela (Pdvsa), el Centro de Refinación Paraguaná (CRP), el mayor del país, está operando a 42% de su capacidad instalada.

La producción del complejo refinador se ubica en 403.000 barriles por día (bpd), en instalaciones que tienen una capacidad para procesar 955.000 bpd, apuntó el reporte al que tuvo acceso Reuters el miércoles.

La escasez de repuestos, la falta de mantenimiento y una red eléctrica débil han afectado la actividad del sector, en medio de una severa crisis económica que sufre la nación OPEP, con la abrupta caída de los precios del crudo.
 
Protestas por escasez se hacen cotidianas en Venezuela
on junio 8, 2016 4:51 pm .
Publicado en: Destacados, Nacionales
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Decenas de personas bloquearon este miércoles una concurrida avenida del este de Caracas por la escasez de alimentos. A cinco km de ahí, los autobuseros hicieron lo mismo por falta de repuestos. Las protestas se vuelven cotidianas con el agravamiento de la crisis en Venezuela.

Ernesto Tovar / AFP

Con billetes en mano José Salazar afirmó a la AFP: “¿qué hago con el dinero?”, mientras explicaba que pese a estar jubilado sale los miércoles a buscar comida para él, sus nietos e hijos a los supermercados. Pero “no hay”, lamentó.

José y otros manifestantes cortaron una avenida principal en el sector La California, muy cerca del populoso Petare, quejándose contra el gobierno de Nicolás Maduro porque no había alimentos básicos para comprar en los supermercados de la zona.

Entre consignas de “fuera Nicolás Maduro” y “revocatorio ya”, hombres y mujeres de varias edades lamentaron no tener alimentos en sus casas, antes de ser dispersados por la militarizada Guardia Nacional y la Policía Nacional, con gases lacrimógenos y balas de goma.

Otro de los manifestantes, Tairon Rincón, exigió al presidente Maduro “que solucione” pues “tenemos hambre, queremos comida: cara, barata, como sea, importada; pero que haya”.

Un par de horas después en Los Ruices, a pocas cuadras de La California, se produjo otro cierre de avenida por parte de un grupo de manifestantes que exigía alimentos.

Las protestas por la carestía de productos básicos -sobre todo de alimentos, que la encuestadora Datanálisis calculó para abril en al menos 80% en Caracas-, se han vuelto pan de cada día en muchas ciudades del país.

Según la ONG Observatorio Venezolano de la Conflictividad Social, en los primeros cinco meses del año hubo 254 saqueos o intentos, y sólo en mayo 172 protestas en rechazo a la escasez de alimentos.

El gobierno impulsa un sistema de venta de bolsas con alimentos básicos que se distribuyen en los barrios por líderes de la comunidad, lo que ha desatado una polémica porque la oposición asegura que la entrega, además de ser insuficiente, se hará de acuerdo al “color político”.

“Les tienen miedo, pero los CLAP son la punta de lanza del sistema agroalimentario”, dijo este miércoles el ministro de Alimentación, general Rodolfo Marco Torres.

– “¿Dónde están los cauchos?”
En las últimas 24 horas, la prensa local reseñó otras protestas por la escasez de alimentos en las ciudades de Valera (estado Trujillo, este), San Juan de los Morros (Guárico, centro), Porlamar (Nueva Esparta, oeste), y Maturín (Monagas, oeste).

De acuerdo con la ONG, en los primeros cinco meses del año se han producido 2.779 protestas por ausencia de alimentos y medicinas, por fallas en los servicios de agua y electricidad, y otras demandas.

Este miércoles en el céntrico sector Chacao, en Caracas, decenas de autobuses de rutas de transporte público bloquearon el tráfico -generando un gran caos vehicular- frente al Ministerio de Transporte, en reclamo por la alta escasez de repuestos y autopartes.

“Ahora tenemos el problema de las baterías, los cauchos, los aceites, nos aumentaron la gasolina, y este negocio ya no está dando abasto”, declaró a la AFP Alfonso Rangel, conductor de autobús.

Además de la escasez, los venezolanos están angustiados por el alto costo de la vida, pues la inflación en 2015 fue de 180,9% (oficial) y este año apunta a 700%, según el FMI.

“La situación de hiperinflación que tenemos en Venezuela nos está afectando enormemente a los transportistas”, aseguró José Luis Montoya, otro chofer de bus.

“Tenemos escasez de caucho, más del 70% de las unidades están paralizadas (…) los cauchos (neumáticos) de todas estas unidades están todos lisos (…) estamos arriesgando la vida de los usuarios y nuestra propia vida por prestar el servicio”, agregó.

Algunos de los transportistas colocaron en sus vehículos mensajes en unos de los cuales se leía: “¿dónde están los cauchos y baterías, señor ministro?”, en alusión a las promesas hechas por el Ejecutivo de proveerles de las autopartes necesarias.

El gobierno de Maduro se defiende alegando que “Venezuela es víctima de una guerra económica todos los días, de un desabastecimiento inducido, un acaparamiento de los productos”, según el vicepresidente Aristóbulo Istúriz, al responsabilizar a empresarios de derecha de la crisis.
 
La madrugada de este jueves fue asesinado en Carúpano Luis Alcalá, padre del diputado por la Mesa Unidad Democrática por el estado Sucre, Robert Alcalá.

A través de la red social Twitter usuarios reportaron el lamentable hecho violento. Hasta el momento se desconoce el móvil del asesinato.
 
da leggere imho:
Luis Vicente León: El país necesita apoyo financiero internacional para superar la grave crisis

on junio 9, 2016 6:39 am .
Publicado en: Actualidad, Economía
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(Foto Reuters)



Venezuela no saldrá “ilesa” de la profunda crisis que afronta, “la peor” después de la guerra federal que libró entre 1859 y 1863, dijo a Efe el director de Datanalisis, el economista Luis Vicente León, quien agregó que el país necesita apoyo financiero internacional para superar esta situación.

“Nosotros no vamos a salir ilesos de esta crisis, no hay forma”, advirtió León, quien dirige una de las empresas encuestadoras más importantes de Venezuela, en alusión al impacto en la población.

Enfatizó en que la nación sudamericana nunca había “tenido indicadores económicos de esta magnitud”.

A finales de este año la economía acumularía 12 trimestres de números rojos, con “la inflación más alta del mundo” y la mayor de su historia, un “desabastecimiento feroz, una población que ha perdido más del 35 % de ingreso real” y un crecimiento de los precios que “todavía no están en su máximo”, reveló.

El analista, un crítico del Gobierno chavista, aclaró, sin embargo, que en Venezuela no se puede hablar de “hambruna”, al tildar de “exageración absurda” esa afirmación.

Sobre el referéndum que busca revocar el mandato del presidente Nicolás Maduro, auguró que “es muy poco probable que en Venezuela se pueda bloquear permanentemente” ese mecanismo constitucional en el que la oposición insiste como salida a la crisis.

“Es difícil que el Gobierno alargue este proceso ‘ad infinitum’ sin que tenga una respuesta no solo local sino también internacional”, advirtió el experto.

Matizó que “la historia es completamente distinta si ese referéndum revocatorio ocurre en 2016” o en 2017.

Si fuera este año “se convoca inmediatamente a una elección que la oposición ganaría, pero si se convoca en 2017 la Constitución lo que indica es que se queda como presidente de la República hasta el final del periodo, que es el 2019, el vicepresidente”, añadió.

En ese contexto, afirmó que si “alarga suficientemente” la celebración del referéndum “podría arribar a un momento donde (…) sería probablemente menos riesgoso para el chavismo”.

Según su interpretación, una derrota para Maduro este año puede suponer primero su salida del poder y segundo del chavismo “a los 30 días”, plazo fijado por la Constitución para la convocatoria a elecciones en el caso de falta de presidente.

“Sería absolutamente impensable que después de una derrota de esas características el chavismo ganara una elección otra vez, a los 30 días”, reflexionó León.

Por ello consideró que “hoy el chavismo se aglutina alrededor de Maduro y en contra al referéndum revocatorio”, mientras el Gobierno está “comprando tiempo” para llevar el revocatorio al 2017.

En un supuesto escenario de transición, León advirtió de que en esa etapa la población “va a sufrir muchísimo” y “para eso se requiere muchísimo apoyo financiero”.

A su juicio, aunque no se evitará la crisis sí se puede “amainar”, y para ello se requerirán recursos.

“Cualquier Gobierno que venga la va a tener muy complicada”, añadió al explicar que requerirá unir a “los diferentes sectores políticos y económicos alrededor de la necesidad de los sacrificios”.

Por otro lado, León advirtió de que Venezuela necesita ayuda internacional.

“En este momento México ha recibido 80.000 millones de dólares de apoyo del Fondo Monetario Internacional (FMI) para enfrentar una crisis que no es ni la sombra de la venezolana”, apuntó, para calificar de “criminal” que se impida que el país reciba apoyo.

“Es terriblemente inadecuado e inaceptable que en el medio de una situación compleja de abastecimiento Venezuela se niega a reconocer la crisis y mantenga parados apoyos que pudieran venir por lo menos en el corto plazo”, complementó.

Acerca del diálogo entre el Gobierno y la oposición, puntualizó que Venezuela “necesita una negociación política para rescatar el equilibro y para buscar un cambio estable”.

No obstante, observó que la oposición está “fraccionada” y que si bien puede presentar un candidato para un proceso electoral, no dispone de alguien que “pueda sentarse y comprometerse para un cambio en el futuro”.

“Una negociación significa sacrificios de todos los lados”, concluyó.

Laura Barros/EFE
 
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#BonosVenezolanos abren a la baja

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Ascolta ... non esiste nessun paese al mondo che paga il proprio debito senza aver la possibilità di riemetterlo (oppure sono in corso programmi di sostegno di organismi sovrannazionali che evitano le emissioni a costi esorbitanti).
Il sistema finanziario si regge così ... sul rollaggio ... questo può piacere, o meno.

Puoi uscire da questo sistema, in area LATAM c'è Cuba. Poi seguire il suo esempio.
Qualche decennio fa c'era il sistema alternativo del Comecon.
Ma non puoi distruggere il tuo paese per pagare il debito estero... non esiste proprio. Una ristrutturazione del debito non può essere un tabù.

E' evidente che in questo caso ad essere penalizzati sono gli attori più deboli in campo, cioè i bondholder. Ma è così che il sistema funziona.

Il paese non ha un debito ridicolo ... secondo diversi studi ammonta a circa 160 MLD di $ con riserve del BCV a 12 MLD.
E l'onere sul debito è molto pesante ...

Ha comunque ragione Controvento, anche se il debito come dici tu fosse di 160 mld, in realtà il debito sovrano del Venezuela non supera i 36 mld di euro, rispetto al PIL non supera il 40%. Rispetto a percentuali di paesi virtuosi è un valore veramente ridicolo. Il problema del Venezuela non è quindi il debito bensì è politico. Il default metterebbe sul lastrico il paese chiudendo il commercio internazionale. Del resto, lasciamo stare la "capra" di Maduro, ma nemmeno Capriles crede che il default possa essere un'opzione eccetto per il buon Tommy in compagnia evidentemente della c.d. comunità finanziaria degli "esperti".
Comunque un fatto è certo: dall'inizio dello chavismo, circa da sedici anni, i cc.dd. "esperti" sostengono che al 90-95% il Venezuela farà default, impedendo di fatto l'accesso al mercato finanziario a condizioni decenti. Come definire tale situazione se non guerra economica.
 
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