Mi permetto di riportare un altro post post di Avatar 77 dal FOL (essendo uno che si documenta, suppongo che legga il nostro thread ... ed approvi):
allora perché il Venezuela (così come l'Argentina) deve svalutare?
innanzitutto per aumentare le entrate fiscali (che loro chiamano recaudaccion!) infatti essendo Paesi esportatori di materie prime incassano dollari (che gli esportatori devono cambiare obbligatoriamente in buona o totale parte presso la Banca Centrale che in cambio offre divisa locale) ora per ogni dollaro incassato un conto è ricevere 6.30 bolivares un conto è ricevere 20 bolivares o 30! Questo fa aumentare le entrate senza che ci sia un miglioramento dell'economia o delle attività, aumentando le entrate e mantenendo costante le uscite (o aumentandole in misura minore alle entrate) si riduce il deficit (attualemente tra il 10 ed il 15%) riducendosi il deficit (o disavanzo tra entrate ed uscite) si riduce anche il fabbisogno del Tesoro nazionale di bolivares che vengono stampati dalla BCV in cambio di letras o bonos (titoli di stato) in divisa locale (detto finanziamento monetario, cosa che in eurolandia è proibita per legge); in un'economia dove mancano molti generi alimentari e voluttuari ciò significa (cioè il finanziamento monetario) alimentare l'inflazione, cioè distruggere il potere d'acquisto e l'appetibilità della divisa locale provocando una fuga verso il dollaro che sale terribilmente (moneta di riserva internazionale) e quei pochi prodotti disponibili (che aumentano perciò di prezzo): tieni presente che l'inflazione a quei livelli (5% mensile 60/70% annuale) provoca la rincorsa salari/prezzi, quindi i primi aumentano per garantire il potere d'acquisto dei pensionati e dei lavoratori in realtà in termini reali (depurati per l'inflazione) il salario nominale pur aumentato avrà un minor poter d'acquisto perché i prezzi crescono maggiormente. Metti pure che in Venezuela, l'aumento della massa monetaria è dovuto oltre che alla spesa pubblica anche al finanziamento monetario di PDVSA, che per legge è costretta a lasciare il 60/70% dei dollari che incamera a BCV (Banca Centrale) quindi per pagare i costi operativi e finanziare le spese sociali (le varie Misiones...Vivienda, Barrio Adentro ect) necessita di decine di mld pesos che ottiene dal BCV, una volta che li mette in circolo per pagare fornitori e soci, questi vengono venduti e liquidati al miglior prezzo (cartastraccia) alimentando ulteriormente il costo della vita e la spesa pubblica per via della rincorsa salari/prezzi. In questo caso la svalutazione servirebbe a :
1) aumentare le entrate fiscali, riducendo il deficit e la necessità (in teoria) della stampa di bolivares da parte di BCV
2) rafforzare la divisa locale, riflesso di una politica di bilancio più solida o almeno meno deficitaria
3) ridurre l'appetibilità del dollaro (seppur in minima parte) perché costerebbe di più, infatti con la svalutazione da 6.3 o 11 (Cencoex/Sicad1) a 25/30 o anche 40 sarebbe più difficile ottenere biglietti verdi, con benefici per le riserve del sistema bancario e della Banca Centrale, ma anche per le partite correnti visibili e la bilancia dei pagamenti, perché diminuirebbero le importazioni di beni di consumo; ciò però provocherebbe anche un calo dell'economia, fortemente dipendente dall'import di materie prime per la produzione locale
4) secondariamente un calo dei tassi di interesse, che renderebbe il costo del denaro e degli investimenti meno oneroso per le aziende, per via del fatto che con meno deficit o fabbisogno lo stato avrà meno bisogno di emettere titoli, diminuendo l'offerta non avrà bisogno di allettare gli investitori con rendimenti elevati ma più moderati con benefici per le casse dello stato, che quindi avranno meno uscite col risultato di meno deficit
5) il valore del bolivar non sta né in cielo né in terra, a 6.3 è straregalato (a danno di PDVSA e BCV) ma anche a 50 lo è (infatti SICAD 2 funziona poco e male) il valore reale è vicino ai 85/100 del cambio parallelo o nero. E' a questo tasso di cambio che avvengono la maggiorparte degli scambi nell'economia reale, è questo il cambio a cui si adeguano i prezzi dei beni e servizi, quindi ufficializzare il cambio a 60 o 70 servirebbe a far scendere o a contenere il costo della vita perché diminuirebbe il margine di speclazione attualmente elevatissimo (brecha cambiaria tra 6.3/11/ e 90/100)
6) ai mercati ciò piacerebbe perché sarebbe un riconoscimento da parte del governo della reale situazione del Paese. L'economia diventerebbe più competititiva, anche se esporta solo petrolio e se lo fa pagare in dollari usa, cmq avrebbe spazio per rilanciare altre produzioni, come l'agricola e la lattiero casearia che farebbero da volano all'export e quindi alle entrate in valuta pregiata. La svalutazione provocherebbe nel breve severi danni a salariati e pensionati, un crollo dei patrimoni in bolivares oltre che dei redditi in termini reali ma nel medio lungo termine potrebbe essere la carta vincente. La svalutazione in definitiva allontanerebbe e di molto, l'ipotetico rischio default, ma a questa andrebbero aggiunte altre ricette come l'aumento del prezzo della benzina a 2.7 bf (dagli attuali 0.097) per pareggiare il costo dei sussidi ed evitare allo stato perdite tra i 12 e i 15mld$; garanzia del diritto alla proprietà privata, un miraggio in uno stato socialista, ma l'unico modo per rilanciare gli investimenti diretti esteri; fine del finanziamento monetario del BCV a PDVSA; fine dell'utilizzo di PDVSA come bancomat del Paese, che tornasse ad investire in E&P, R&M, piuttosto che a fare beneficienza alle varie Misiones, che andrebbero invece finanziate con la normale spesa pubblica (anziché i vari fondi offbalance, come Fonden...) la cui copertura deve avvenire tramite i maggiori incassi fiscali delle vendite petrolifere e non, ma se PDVSA non può investire perché le vengono sottratti i dollari, come può accadere?
cmq ho mancato per distrazione la parte più importante, cioè la fine dei prezzi sussidiati, cioè la liberalizzazione dei prezzi, che quando effettuata, inzialmente farebbe decollare i prezzi ed il costo della vita, in realtà nel medio termine farebbe aumentare di molto l'offerta (grazie ai migliori margini di guadagno dei produttori/venditori) e quindi ridurrebbe l'inflazione perché la domanda troverebbe finalmente sfogo nell'offerta, quello che ora manca, a causa della legge del prezzo giusto che obbliga i produttori a mettere un tetto ai prezzi e ad i loro guadagni, irrealistico rispetto ai reali costi di produzione e di importazione delle materie prime/beni finali.
il resto ad un'altra puntata, buon appetito!