Salve a tutti, vecchie conoscenze e a chi non mi conosce.
Prima di tutto sempre un vivo ringraziamento a tommy per essere ormai un faro guida impagabile per gli investimenti in distressed sovereign bonds

con le sue rassegne stampa ed analisi sempre pacate ed equilibrate.
Abbiamo condiviso le battaglie del Peloponneso da cui io uscii illo tempore tagliando le perdite (da un pmc di circa 55 ottenuto dopo molto trading per limarlo verso il basso fino a una liquidazione totale a 42-44, più o meno il prezzo a cui è ora il Venezuela con i titoli lunghi a grosse cedola), senza più trovare una opportunità di entrata su quei lidi ora di nuovo in tempesta, perchè a mio giudizio l'Europa a guida tedesca era ed è diventato il posto più pericoloso al mondo dove fare investimenti finanziari e non solo finanziari. Siamo passati da una guerra al moral hazard in parte giusta e meritevole a fare però carte false e stracciare i contratti in faccia agli investitori ammantando il tutto con procedure da euroburocrati, ma di fatto calpestando il diritto in modo del tutto arbitrario.
Tutto questo OT per dire che nonostante tutto il Venezuela mi sembra per assurdo meno rischioso dell'Europa, laddove il Venezuela mantenesse intatta la sua volontà fino ad ora sempre rispettata (e anche manifestata) di pagare i debiti. Ovviamente in questo caso il cigno nero è questo shock petrolifero al ribasso. Il petrolio era la sua primaria garanzia implicita sul debito estero in $ perchè sua principale, quasi unica, fonte di dollari.
Così come l'ombrello di protezione europeo doveva essere la principale garanzia del club med e in particolare della Grecia. In Europa il cigno nero si è manifestato con la politica tedesca di "colpirne uno (quello messo obbiettivamente peggio) per educarne 100" (per ora, ma la strada delle C.A.C. resta comunque segnata).
Ovviamente sono della partita anche sul Venezuela da un annetto circa, con pmc poco sotto i 70 ed esposizione gestibile e comunque meno esposto di quanto fui in Grecia. Ho imparato ad avere grande rispetto e considerazione dei Cigni Neri

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In merito ai post sopra quotati, precisano un punto sul quale stavo per chiedere a chi avesse dimestichezza con le cifre, che pur se ho raccolto informazioni e letto preziosissimi contributi nell'arco di un anno di qua e "di la"

(ebbene si ho fatto il lurker

) di persone preparatissime sulla realtà del Venezuela e sull'economia che gira intorno al petrolio, mi sembrava che qualcosa mi sfuggisse a fronte delle quotazioni attuali.
In realtà l'articolo ribadisce i conti che avevo in mente....ossia 21 mld di riserve e 21 mld di pagamenti complessivi verso il debito estero tra rimborsi e cedole per i prossimi due anni.
Quindi forse il timore è per la disponibilità di cash effettivo in $ ?
Quei 21 mld includono le riserve in oro ed altre immobilizzazioni non immediatamente svincolabili? Mi era sembrato di capire comunque che tra fondo pensione PDVSA e altri fondi ci fossero spazi di manovra interni per fare diciamo "partite di giro" e ottenere maggiore liquidità immediata.
Cioè, voglio dire, le attuali quotazioni e rendimenti sono da pre-default ma mentre la traiettoria economica del paese per ora è senz'altro disastrosa e stante così la situazioni di non riforme il destino appare segnato e le vicende del petrolio ora rappresentano solo il colpo di grazia, tuttavia il crack non mi sembra così imminente a fronte delle riserve, dei pagamenti dovuti nei prossimi due anni e dello spazio di manovra che teoricamente ci sarebbe anche nelle decisioni politiche.
In altre slide che girano in rete pare che per ogni $ di calo del petrolio il Venezuela perda mediamente una cifra stimata di 575 milioni di $ annui come mancate entrate e che a valori di 50 $ al barile siamo su 20 miliardi di entrate che mancano all'appello rispetto a un bilancio preventivo fatto su un prezzo di circa 90$/barile. Sembra che il bilancio preventivo 2015 sia stato fatto con valori che prima apparivano cautelativi, di 60 $ al barile (tenendo poi anche conto che la cesta venezuelana viene venduta a prezzi comunque inferiori alle quotazioni standard del petrolio) e tuttavia oggi il prezzo appare già superato al ribasso dalle attuali quotazioni, che io però spererei essere uno spike in basso o almeno un floor non destinato a durare troppo. Tale bilancio in ogni caso mi sembra che sia stato già valutato come "spazzatura" da alcuni analisti, non avendo introdotto vere novità e riforme incisive in direzione di un effettivo minor sperpero di risorse dovute in primis al cambio ufficiale truccato e più in generale ad una economia totalmente sussidiata, sia in modo palese con regali a pioggia che per altri versi in modo implicito grazie alle storture introdotte dal cambio che incentiva lo stesso contrabbando che si dice di voler combattere. Ma con simili discrepanze tra cambio ufficiale e in nero è come voler fermare il vento con le mani. Non freneresti il contrabbando e il mercato nero neanche rendendolo passibile di pena di morte

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Indubbiamente lo spazio di manovra è sempre più risicato al calare del petrolio, poichè calano le risorse e aumentano i sacrifici da chiedere a una popolazione forse già stremata da iperinflazione e scarsità di beni anche di prima necessità. A un anno dalle elezioni le decisioni da prendere sono difficili, da un lato aggraverebbero il malcontento della popolazione e si alienerebbe il consenso anche della parte più disagiata, dall'altro forse anche un default finanziario prima delle elezioni apparirebbe come dichiarare il proprio mandato fallimentare. Certo c'è poi sempre il rischio di propagandare il solito complotto massonico-giudaico-plutocratico-capitalistico e la perfida Albione etc etc...insomma tutto il repertorio da splendida autarchia e dichiarare il debito verso l'occidente come immorale. Ma sarebbe in controtendenza rispetto a come si è comportato fino ad ora il Venezuela che nell'era Chavez ha sempre onorato i debiti con atteggiamento orgoglioso, come quando mise alla porta FMI e BM pagando anticipatamente il debito (
Venezuela confirma pago anticipado de deuda externa y dice "chao" a FMI y Banco Mundial - Archivo - Archivo Digital de Noticias de Colombia y el Mundo desde 1.990 - eltiempo.com).
D'altro canto è facile fare i superiori e sbattere in faccia al creditore Shylock la sua "libra di carne" quando i soldi ti piovono dal cielo (o meglio ti sgorgano dal sottosuolo) col petrolio in area 100$ al barile.
E' nelle stringenti difficoltà che si deve vedere quale atteggiamento terranno o potranno tenere.
Nuovamente un saluto a tutta la community e scusate questo torrenziale soliloquio

da pigro sabato pomeriggio. Spero che tra le righe chi avrà avuto la pazienza di leggere possa aver trovato anche un utile riassunto di qualche dato che circola in rete che io mi sono permesso di evidenziare solo grazie ai preziosi contributi in questi mesi di molti "forumer".
P.S. Quella tabella di rimborsi per il primo trimestre 2015 forse è solo per il debito in dollari. Perchè se non erro a marzo 2015 c'è da aggiungere anche il rimborso del miliardo di € della Venezuela Marzo 2015 7% l'unico titolo denominato in euro.