Dopo oltre 70 ore di negoziati, il
sindacato Ig Metall ha raggiunto un accordo con Volkswagen (Vw). In un comunicato stampa, il sindacato ha scritto che
l'intesa consentirà di investire in modo sostenibile nel futuro della casa automobilistica e allo stesso tempo di creare prospettive per i lavoratori e le loro famiglie.
Scongiurata la chiusura di interi siti di produzione, così come i licenziamenti obbligatori e i tagli agli stipendi mensili. Tuttavia il sindacato ha accettato scelte definite "dolorose".
Il prezzo da pagare è infatti il
taglio di oltre 35mila posti di lavoro negli stabilimenti tedeschi entro il 2030, equivalente al 29 per cento della forza lavoro totale della più grande industria automobilistica d'Europa, in buona parte uscite volontarie e pensionamenti.
Scholz, intesa "positiva" per il futuro dell'auto tedesca ed europea
"Siamo riusciti a trovare una soluzione per i dipendenti degli stabilimenti Volkswagen che garantisce posti di lavoro, preserva la produzione nelle fabbriche e allo stesso tempo consente significativi investimenti futuri", ha riferito il negoziatore del sindacato,
Thorsten Gröger, parlando di misure di riduzione dei costi "che rispettano le linee rosse" poste dai rappresentanti dei lavoratori.
L'intesa di venerdì è stata accolta con favore dal
cancelliere tedesco Olaf Scholz, come "positiva e socialmente accettabile" e che "garantisce al gruppo e ai dipendenti un futuro positivo".
Per Ig Metall è stato importante evitare soprattutto i licenziamenti obbligatori e la chiusura completa degli impianti, che vedranno invece la
chiusura o il trasferimento altrove in Germania o all'estero di alcune linee di produzione di vetture Audi, Volkswagen e Cupra.
Grazie all'accordo, il gruppo di Wolfsburg spera di generare un
risparmio totale di 4 miliardi di euro nel medio termine. [Wolkswagen ha ben 131,69 Miliardi di debiti ed è seconda dopo Toyota]
"Avevamo tre priorità durante le trattative: ridurre la sovracapacità nei siti tedeschi, ridurre il costo del lavoro e portare i costi di sviluppo a un livello competitivo", ha spiegato il numero uno di Vw,
Thomas Schäfer.
Le tensioni e le trattative da mesi tra Volkswagen e sindacati
Nelle scorse settimane, circa
100mila dipendenti hanno protestato contro i piani di riduzione dei salari proposta dal Consiglio di Amministrazione di Vw con due giorni di sciopero negli stabilimenti della casata tedesca.
Secondo Ig Metall, questa massiccia partecipazione ha permesso di evitare i
drastici piani di riduzione dei costi proposti dall'azienda.
Daniela Cavallo, presidente del Consiglio di fabbrica generale di Volkswagen AG, ha commentato: "Nessun sito sarà chiuso, nessuno sarà licenziato e il nostro accordo salariale aziendale sarà garantito a lungo termine. Con questa triade, abbiamo raggiunto una soluzione solida in condizioni economiche difficilissime".
"Anche se ci sono
concessioni collettive al di là del reddito mensile, queste sono compensate dalla conservazione solidale di tutti i siti, comprese le prospettive future, la nuova sicurezza del posto di lavoro fino alla fine del 2030 e, ultimo ma non meno importante, la certezza per il Consiglio di Amministrazione che i cambiamenti in Volkswagen contro la volontà dei lavoratori sono destinati a fallire."