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Affrontare casi borsistici (es. callable UC 2017) con la teoria del prospetto
ma io sono un pivello, voglio la risposta da "market practice"
un'idea ovviamente ce l'ho, ma vorrei un parere da qualcuno che bazzica i bond!
edit: market practice intendo qualcuno che ci trada sopra, il modello 3 fattori dei quant dello sgabuzzino in fondo a destra non mi interessa più di tanto
- quella seria è la regoletta che a me sembra di aver appreso a esperienza e che si può riassumere pressapoco così: se l'emittente è c.d. "market friendly" (ovvero ha già esercitato in passato anche quando non conveniente farlo e ha acquistato una certa reputazione in questo senso), ha emesso da poco carta nuova e lo YTNC del titolo è inferiore al 30% ~ 40%... la probabilità è molto alta;
- per la parte quant... albero trinomiale per il tasso d'interesse con parametri calibrati dal prezzo di mercato, calcoli il prezzo del titolo ad ogni nodo (dove il nodo iniziale è il mid price in book) e la probabilità di call alla prossima data schedulata è la frazione di percorsi che terminano ITM (come per le opzioni prezzate con Monte Carlo)
Mi scuso se erano nel thread. Da bravo scansafatiche ho chiesto senza leggere.
Dovendo improvvisare avrei abbozzato qualcosa tipo la seconda, mi conforta che non sia totalmente campata per aria...
mi puzza un po' usare i CDS per la curva di discount, a occhio ci stai buttando dentro qualcosa di non dovuto.
Oggettivamente è la più intuitiva, ed è anche quella che mi hanno suggerito sul desk quando bisogna stimare al volo senza Bloomberg o PowerPlus Pro davanti.
dove il numero indica progressivamente la call date e dove terrei presente che, se ci si spinge troppo avanti nella call schedule, il mercato verosimilmente ignora la possibilità di una call o meno e tratta il titolo come un plain vanilla.