Di fronte a cotanta complessità modellistica, non posso che prendere atto ed inchinarmi in segno di riverenza verso chi riesce a districarsi con simile competenza nella valutazione dei bond.
Tanto di cappello, ma la domanda da farsi è: nel nostro caso serve?
Cotanto di complessità modellistica solitamente si usa per prezzare prodotti esotici dal
payoff complesso calibrando i modelli proprio dai prezzi degli strumenti più liquidi e semplici scambiati sui mercati, nella convinzione che il prezzo attualmente scambiato incorpori molta più informazione di quella che traspare dallo storico.
Ovvero: se devo prezzare un derivato di credito complicatissimo sul debito di UniCredit, i famosi parametri misteriosi dei nostri modellini stocastici li ottengo prezzando una delle tue due
callable preferite in modo che il prezzo sia identico a quello che leggo in
book; a quel punto ho il valore dei miei parametri e ci prezzo tutta la spazzatura esotica che vuoi.
Ok, ora vi annoierò definendo variabili e scenari, ma se si vuole capire come mettere su il portafoglio di
callable bisogna pur farlo (sempre salvo che se qualcuno ha idee migliori seguiamo tutti il meglio
![Big Grin :D :D](https://cdn.jsdelivr.net/joypixels/assets/8.0/png/unicode/64/1f600.png)
).
Abbiamo due emittenti,
A e
B, e un titolo
callable per ciascun emittente; il caso si può estendere a
n emittenti, ma è inevitabile che la notazione diventi estremamente complessa con
n > 3, quindi io mi limito al caso dei due titoli.
Sia:
Pr(A) = probabilità che l'emittente A eserciti l'opzione e che B non lo faccia;
Pr(B) = probabilità che l'emittente B eserciti l'opzione e che A non lo faccia;
Pr(AB) = probabilità che entrambi gli emittenti esercitino l'opzione;
yA = Yield To Call di A;
yB = Yield To Call di B;
lA = perdita percentuale se A non esercita l'opzione, c'è un danno reputazionale e tutti vendono il titolo;
lB = perdita percentuale se B non esercita l'opzione, c'è un danno reputazionale e tutti vendono il titolo;
wA = frazione del nostro portafoglio investita in A;
wB = frazione del nostro portafoglio investita in B.
Quindi abbiamo quattro scenari esaustivi di tutti i possibili casi con relativa probabilità di verificarsi e relativo risultato economico.
Ne segue che possiamo costruirci un valore atteso come:
E[P] = Pr(A)(yAwA + lBwB) + Pr(B)(yBwB + lAwA) + Pr(AB)(wAyA + yBwB) + [1 - Pr(A) - Pr(B) - Pr(AB)](lAwA + lBwB)
Prima di affrontare la stima delle varie grandezze ignote, vorrei capire se tutti concordano che il mio obiettivo ideale dovrebbe essere trovare quei
wA e
wB che massimizzano E[
P].
Ricapitoliamo ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo:
1. gli Yield To Call dei due titoli sono l'unica cosa che conosciamo per certo;
2. le probabilità Pr(A) e Pr(B) si possono stimare o con "regole del pollice" o usando il Delta di modelli di pricing. Quanto sono affidabili le prime?
3. Pr(AB) non è il prodotto di Pr(A) e Pr(B)! Visto quanto accaduto recentemente con Intesa Sanpaolo, quanti attribuiscono una diversa probabilità di esercizio a UniCredit? Ah, ecco. La cattiva notizia è che bisogna tenere conto di questa correlazione per stimare questa probabilità, la buona notizia è che è tutto sommato abbastanza semplice dal punto di vista del calcolo (molto meno come ipotesi);
4. la cosa più delicata è stimare quanto si può perdere in caso di mancato esercizio, stima per la quale io posso proporvi un metodo ma vorrei anche leggere le vostre proposte.
Commenti fino ad ora?