Sviluppando meno sinteticamente la mia riflessione di cui sopra (disclaimer anticipato per avvisare della mia periodica lenzuolata
):
il momento è indubbiamente molto delicato.
Tenendo per buone le intenzioni del governo, a questo punto l'inquietudine sui titoli argentini passa dalla cattiva volontà storica del Kirchnerismo ad onorare il debito, sempre pronti a rimetterlo in discussione, di ieri, alla sostenibilità sociale di queste riforme, oggi.
Tocca capire pure quanti di quelli che lo hanno votato erano d'accordo ad attraversare un lungo cammino lacrime e sangue, pur di uscire da questa spirale di non crescita e perenne deficit in cui sono da decenni e quindi abbiano formulato un voto incredibilmente maturo e quanti hanno votato solo un imbonitore che imbracciava la motosega ai comizi al grido di "spacco tutto", in primis la BCRA, i ministeri non strettamente necessari, l'eccesso di spesa pubblica e abbiano pensato semplicisticamente che lui promettesse si star meglio facendo pagare il conto "alla casta", alla politica, all'establishment, alle poltrone in esubero. Tipo "Buenos Aires ladrona" parafrasando alcuni slogan padani degli anni '90 (che poi i padani nei palazzi romani ci si sono accomodati e ci stanno pure comodi
).
Se ormai l'Argentina enumera davvero il 40% in povertà, lui non può non aver preso voti anche da chi non poteva sperare che riforme di un sedicente anarcoliberista non rischiassero di danneggiare nell'immediato e per una chissà quanto lunga attraversata nel deserto, la già magra sostenibilità della quotidianità con la riduzione al minimo di sussidi, servizi pubblici, spesa pubblica in genere.
Se lo hanno fatto consapevolmente, chapeau per lo stoicismo di tale voto che suona tipo: "voglio lasciare alle future generazioni una Argentina risanata a costo di schiattare malamente io ora tra lacrime e sangue" . Ho i miei dubbi che la quota di chi stava male e alla fine l'ha votato, abbia votato con questo spirito. Quindi ora tocca vedere quando i sacrifici si materializzeranno (e con misure così draconiane sono praticamente già iniziati, tocca solo aspettare il tempo che se ne assuma piena consapevolezza di cosa significhi nella quotidianità e sulla pelle del pueblo) e capire quanto sarà facile magari per le opposizioni di sinistra (magari pure fiancheggiate da gruppi di "poteri forti" di stato e parastato che rischiano lo smantellamento) di portate in Plaza de Mayo folle oceaniche . O se queste non insorgano proprio autonomamente.
Non dimentichiamoci che nell'ultimo quarto di secolo, è vero che l'approccio peronista di sinistra, populista, ha gestito i default in modo sicuramente maldisposto verso i creditori, almeno in pectore (sentimento accentuato poi in alcuni esponenti massimalisti) e abbia creato le condizioni strutturali per rimanere imprigionati in perenni deficit e inflazione devastante.
Ma ricordiamoci pure che della fantomatica lunga serie di "eventi di credito" che si attribuiscono all'Argentina in quest'ultimo quarto di secolo, la gran parte sono solo "crisi" legate sia alla lunga schermaglia dei Kirchner col tribunale USA e il giudice Griesa in conseguenza della ristrutturazione dei primi anni del 2000 e l'annoso atteggiamento ostile tenuto da loro con gli holdout. Ma è sbagliato considerarli nuovi default sul debito o effettive ristrutturazioni. Tutta quella querelle atteneva a una certa politica poco market friendly e intransigente verso i creditori, frutto comunque di un orientamento politico, il Kirchnerismo (propriamente detto, proprio nelle persone dei coniugi Kirchner) riconfermato per tre legislature di fila. Tanto schifo alla maggioranza degli Argentini non deve aver fatto. Magari tale consenso sarà anche stato solo il frutto di una parziale ripresa economica, soprattutto grazie al miracolo del prezzo della soia e alla sensazione di star comunque un po' meglio rispetto al loro anno zero al volgere del secondo millennio, ma sta di fatto che hanno messo i Kirchner al potere per 12 anni di fila.
Tuttavia se mettiamo tra parentesi l'estenuante braccio di ferro nella gestione della ristrutturazione degli anni 2000, i veri eventi di credito originali sono stati solo due. Il default che potremmo definire "disordinato" del dicembre 2001 cui è seguita praticamente una moratoria di 4 anni e poi la ristrutturazione ordinata e seguendo le regole e le indentures (pur tentando di forzare a loro vantaggio i raggruppamenti di creditori) nel 2020.
Tutte e due le volte la ristrutturazione l'ha portata avanti la "sinistra", ma tutte e due le volte è stata il frutto del crack disordinato innescato dall'insostenibilità socioeconomica di politiche ultraliberiste. Sia chiaro, non sto dando un giudizio politico in questa sede in senso generale a liberismo, ultraliberismo o di contro progressismo, socialismo etc...
Sto parlando nella fattispecie di come sono state applicate e dei frutti che hanno dato queste politiche nel contesto di quel paese nelle condizioni in cui era.
In Argentina è evidente che da 70 anni è andata sempre peggio, dissipando una posizione di primato che aveva dopo il primo e secondo dopoguerra, nelle economie mondiali. E non hanno funzionato ne le ricette di sinistra ne di destra. La sinistra può aver dato una boccata d'ossigeno ai più poveri con sussidi e sovvenzioni, ma al prezzo di perenne deficit e inflazione alle stelle, come dire, soccorrendo le emergenze di chi stava peggio, nell'immediato, ma creando le condizioni strutturali per una perenne spirale di distruzione di ricchezza. Le politiche di destra hanno spesso messo in atto cure da cavallo insostenibili in quel contesto, sperando di poter reggere l'apnea a cui si condannavano gli strati della società messi peggio, ansiosi di correre con quelle ricette ad agganciare il loro modello di benessere, quello degli USA, da sempre miraggio negli occhi delle classi più abbienti sudamericane. Questo vale soprattutto per le politiche al volgere degli anni 2000, quando l'FMI non mancò di definire l'Argentina, poco prima, il suo
miglior scolaro, tra i paesi che aveva "in cura".
Nel caso della parentesi Macrì neanche mi sento di definirlo un tentativo di somministrare medicine amare però con l'onestà intellettuale di tentare di evolvere con un nuovo paradigma di sviluppo.
Mi è sembrato semplicemente un "prendi i soldi e scappa". Fare finalmente, dal loro punto di vista, dopo 12 anni di Kirchnerismo, leggi pro argentini benestanti e riappacificarsi con i mercati internazionali, per far affluire nuovi dollari, con cui permettere ai ricchi di scappare con gli USD appunto, tolto il
cepo cambiario. Credo che anche in quella circostanza il FMI non mancò di complimentarsi della posizione onorevole di riappacificazione con i mercati, per poi dover sborsare, neanche un anno dopo, 50 miliardi per venire in soccorso, col più alto prestito di sempre erogato ad un paese.