Più che altro, un dubbio sul passato: come avresti gestito con la tua strategia la crisi di fine 2011, quando si temeva per la sostenibilità del debito italiano?
Col senno del poi sappiamo che è andato tutto bene, e le varie manovre della BCE hanno aiutato a portare a casa un risultato lusinghiero, ma trovarsi con tutto il portafoglio in calo secco (e sui titoli lunghi, in calo molto pesante) metterebbe a dura prova le coronarie di chiunque.
Mi chiedo se possa aver senso nella tua strategia mitigare il rischio emittente selezionando i titoli da un paniere di emittenti di tipo simile (TDS area Euro? Paesi core o periferici? Aggiungere qualche emissione corporate o bancaria?).
Secondariamente, considerato l'andamento dei rendimenti, ormai arrivati ai minimi ... valuti di riconsiderare l'allocazione per data di scadenza? Alleggerire sui lunghi permetterebbe di monetizzare un guadagno consistente e di avere liquidità più avanti, d'altro canto però sono gli unici a rendere ancora qualcosa ...
Giustamente, come noti, la risposta potrebbe essere falsata dal senno di poi.
Come ho già detto altrove, di solito non parlo delle mie cose private.
Di nuovo faccio un’eccezione, altrimenti sembra proprio di parlare solo con il senno di poi.
Allego, dopo aver tolto ciò che è da togliere, un estratto al 31-12-2011 e al 31-12-2014 dello stesso conto. Nel corso di questi tre anni le operazioni non sono state molte, ci sono stati alcuni prelevamenti (il conto viene usato come una specie di salvadanaio).
È stato venduto il titolo indicizzato all’inflazione europea (anche qui se vai a vedere la discussione nell’altro forum trovi la spiegazione). Infine, da qualche mese, la quota di liquidità (soldi su c/c) pesa poco meno del 10% sul totale mentre, in precedenza, era trascurabile.
Questo in sintesi. Di fatto l’operatività non si discosta molto da quanto scrivo nei miei post, anche se è evidente che non scrivo tutto quello che faccio.
Con i proprietari del “salvadanaio” (ne seguo pochi altri, con piccole variazioni sul tema), mi limito semplicemente a fornire (gratis, come anche per gli altri che seguo) alcune “situazioni” su foglio elettronico, che poi i proprietari traducono operativamente.
Chiudo qui l’eccezione.
Non sto dicendo che la gestione della cose nel 2011 sia stata facile: mi sembrava di vedere le persone come impazzite, nel senso che ogni volta che si parlava di risparmi, tutti i commenti (quasi) erano a senso unico, e tutti a sparare a zero sull’Italia (cioè su sé stessi, in fin dei conti). Ad un tale profluvio di parole corrispondeva però una sostanziale “inazione” nel senso che alla fin fine quando si arrivava al dunque, nessuno sapeva cosa fare, ossia tutti (di nuovo, quasi) rimanevano come “ipnotizzati” e seguivano la massa.
Mi rendo conto che è difficile spiegare gli stati d’animo. Una prima domanda da farsi è (era) la seguente: ma se il debito pubblico va in default, perché le banche che vivono anche (non solo, ma anche) di questa cosa propongono strumenti, che contengono anche TDS?
Altra domanda: le banche europee e italiane in crisi sono state aiutate, in modi diversi, dagli stati; alla luce di questo fatto che senso ha preoccuparsi della sostenibilità del debito? Sempre per restare in tema, le pensioni pubbliche, a quanto ne so, sono state regolarmente pagate anche nella seconda metà del 2011, ossia a chi mi chiedeva qualcosa al riguardo, io rispondevo semplicemente di controllare sui movimenti se per caso mancasse qualche accredito proveniente dallo stato, che fossero cedole, pensioni o altro. Di nuovo, a quanto ne so, nessun ritardo imputabile a probabili default o simili.
Alla luce di queste considerazioni la gestione delle coronarie è stata sostanzialmente semplice.
Per lo più si è trattato di (poche) operazioni mirate ad aggiustare la scadenza residua (di tutto il portafoglio) con contestuale aggiustamento del flusso cedolare. Puoi farti un’idea, sia pure limitata, confrontando le due situazioni allegate.
Per quel che riguarda l’operatività attuale… naturalmente non posso dire tutto, anche se leggendo i miei interventi (il nome è sempre quello, basta fare una ricerca e trovi) puoi farti un’idea abbastanza precisa. Al riguardo faccio una sola considerazione in tempi di tassi molto bassi: con lo stesso importo puoi acquistare un certo nominale di un titolo con cedola bassa, oppure un nominale più basso di un titolo con cedola alta. La differenza è che nel primo caso il flusso cedolare sarà (relativamente) basso, mentre sarà più alto nel secondo caso.
Talvolta la differenza è notevole e permette di avere a disposizione un discreto importo da reinvestire.