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tontolina

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e internet ha la memoria lunga e....
L' OPPORTUNITA' ATAHOTELS

29 dicembre 2009 — pagina 28 sezione: ECONOMIA
L' acquisizione di Atahotels? «Un' opportunità per il gruppo in un settore trainante dell' economia nazionale». Così, nel dicembre 2008, Milano assicurazioni e Fondiaria-Sai spiegavano al mercato (e agli azionisti di minoranza) l' acquisizione della catena alberghiera da Sinergia, la cassaforte del loro socio di riferimento Salvatore Ligresti. Oggi, un anno dopo, i numeri parlano chiaro: l' operazione si è dimostrata una vera opportunità, certo. Ma solo per l' ingegnere di Paternò: Atahotels ha perso nei primi sei mesi 2009 ben 20 milioni. E ora è costretta a varare una maxi-ristrutturazione, con annesso aumento da 12 milioni. A sottoscriverlo saranno le due compagnie quotate in Borsa (vale a dire i loro soci). L' ex proprietario Ligresti - grazie alla tempestiva vendita alle sue controllate - ci metterà soltanto gli spiccioli. - ETTORE LIVINI
ovviamente DON LIGRESTI è affincato da un noto politico del PDL siciliano: IGNAZIO LA RUSSA

e poi se si pensa alla mafia ... si teme di sbagliare....


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FONSAI, LA GESTIONE LIGRESTI SOTTO ACCUSA

Da "LA REPUBBLICA" di sabato 24 marzo 2012

Fonsai, la gestione Ligresti sotto accusa Lunedì il cda esaminerà la relazione del collegio sindacale sugli atti denunciati da Amber VITTORIA PULEDDA MILANO - Conto alla rovescia per il cda Fonsai di lunedì, quando verrà approvato il bilancio (i conti sono già definitivamente archiviati) comprensivo della Nota integrativa. Forse per quella data (o magari il giorno dopo) arriverà il parere sull`impairment test di Maurizio Dallocchio sulla quota Fonsai controllata da Premafin:
le scommesse sono per una cifra abbastanza vicina ai 5 euro per azione (1,27 ieri in Borsa).
Top secret invece sulle ragioni dellavisita di don Salvatore (accompagnato da Ignazio LaRussa) adAlb arto Nagel, in Mediob anca.
Mai consiglieri Fonsai dovranno anche esaminare la corposa (98 pagine) relazione del Collegio sindacale, in risposta alla denuncia del fondo-azionista Amber.
Una vera e propria miniera di situazioni problematiche, su cui quasi sempre il Collegio sindacale conclude invitando il cda a «condurre un`approfondita analisi» e nel caso in cui «dovessero emergere elementi di responsabilità» a compierei passi necessari e a «valutare le opportune iniziative giudiziali». Ad esempio a carico dei «periti attentatori» nel caso di Atahotels. La controversa vendita della società da Sinergia (famiglia Ligresti) al gruppo Fonsaiviene decisa alla fine del 2008 e perfezionata nel maggio 2009.
Prevede una serie di perizie e di pareri di advisor, ma già nel busines plan predisposto dal management interno per il periodo 2009-2015 si prevedeva un ritorno all`utile solo nel 2013. Insomma, non si presentava proprio come un affare (peri soci del gruppo assicurativo) ma la cessione fu fatta lo stesso e, a fine partita, il costo minore si è rivelato proprio quello di acquisto: 25 milioni, a fronte dei 78,8 milioni di ricapitalizzazioni nel periodo 2009-2011.
Atahotel sconta la forte crisi eco- nomica, certo, ma soprattutto è gravata da canoni di affitto strato sferici.
Che sono serviti a gonfiare il valore degli immobili (non di proprietà di Ata) in più casi girati da Fonsai e da Milano a fondi immobiliari promossi dal gruppo (Tikal eAthens). Su 13 contratti di affitto tra Atahotels e società del gruppo Fonsai - scrive il collegio sindacale - «sette sono stati negoziati o rinegoziati dalle parti tra il 2008 e il 2009 e - in cinque casi - in prossimità della cessione dell`immobile».
L`albergo di Capotaormina è emblematico: il contratto di affitto tra Atahotel e Immobiliare Lombarda (gruppo Fonsai) viene stipulato il 27 maggio 2009, il giorno dopo l`immobile viene venduto da Immobiliare lombarda al Fondo Athens (sempre del gruppo) e due giorni dopo, il 29 maggio 2009, veniva sottoscritto il contratto definitivo di compravendita Atahotel-gruppo Fonsai. Non solo, all`epoca dei fatti c`era un altro contratto di af- fitto - più basso - e non sembrerebbe essere stata data disdetta.
L`albergo di Varese (sempre di proprietà di una controllata Fonsai) ha una storia meno rocamb olesca ma ancora più eclatante: nel 2010 il canone assorbiva i191% dei ricavi della struttura.
Più noti ma non per questo meno importanti i rilievi relativi alla consulenza di Salvatore Ligresti (40 milioni tra il 2003 e i12010, più un contratto 2012-2014 non ancora disdettato): il collegio sindacale sottolinea che «non risultano adeguatamente motivate le ragioni e la convenienza della società» a servirsi della consulenza.
Erogati secondo le procedure ma nondimeno sollevano molte perplessità - i bonus una tantum erogati nel 2008 (sui risultati 2007): 2 milioni a Jonella e Paolo Ligresti e Fausto Marchionni, mentre Antonio Talarico e Giulia Ligresti hanno portato a casa un milione a testa (500 mila a Massimo Pini).
Andamento Fondiaria-Sai 1,75 1,33 1,49 1,32 1,27 8 0.6 14 set 6 ott 7 nov 2011 5 dic 29 dic 30 dic 6 feb 6 mar Ieri 2012 MEDIOBANCA Salvatore Ligrestì ieri ha fatto visita ad Alberto Nagel in compagnia dell`amico Ignazio La Russa
 

tontolina

Forumer storico
Pressing Consob su FonSai, per Popolare Vita perdita di 101 mln


Di Francesca Gerosa
da Pressing Consob su FonSai, per Popolare Vita perdita di 101 mln - Milano Finanza Interactive Edition



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Il Cda di Fondiaria-Sai ha esaminato e approvato il progetto di bilancio civilistico e il bilancio consolidato della capogruppo per l'esercizio 2011, con dati numerici invariati rispetto a quelli già resi noti il 15 marzo scorso che evidenziavano una perdita di 1,03 miliardi.






Su richiesta della Consob, la compagnia ha spiegato la determinazione del fair value di strumenti finanziari, l'impairment su avviamenti, con particolare riferimento alla controllata Popolare Vita, la svalutazione degli immobili, le riserve sinistri del ramo Rc auto, lo shadow accountig, cioè la cosiddetta "contabilità ombra".

Gli impairment su strumenti finanziari sono stati pari a 373 milioni fra cui 156 milioni su titoli greci. I test di impairment condotto sugli avviamenti iscritti a bilancio consolidato hanno confermato la recuperabilità dei valori con la sola eccezione della Popolare Vita per la quale è stata rilevata una perdita durevole di 101 milioni.
FonSai ha anche precisato che la joint venture con il Banco Popolare ha avviato attività finalizzate all'elaborazione di un piano industriale triennale che dia impulso all'iniziativa.



Sugli immobili le svalutazioni sono state pari a 342 milioni a livello consolidato, compresi ammortamenti per 76 milioni. Le strutture turistiche, fra cui Marina di Loano, hanno subito un deprezzamento per 101 milioni, gli acquisti di cosa futura sono stati svalutati per 54 milioni, i terreni per 60 milioni (fra cui l'area Castello di Firenze), gli uffici per 34 milioni e altre tipologie per 17 milioni.

Il Cda di Fonsai ha inoltre preso atto della relazione del collegio sindacale relativa alla denuncia ex art. 2408 del codice civile (fatti censurabili) presentata da un socio (il fondo Amber che in assemblea ha sollevato diverse quesiti sulla gestione della società) e ha deliberato di procedere agli approfondimenti opportuni, anche secondo le conclusioni formulate dal collegio sindacale.

A tal fine è stato affidato a un comitato di amministratori indipendenti il compito di procedere all'individuazione di esperti indipendenti che, sotto il profilo economico, immobiliare e legale, possano assistere la società nelle opportune analisi.

Stamani a piazza Affari il titolo FonSai sale dello 0,47% a 1,28 euro in compagnia della holding dei Ligresti Premafin (+0,55% a 0,364 euro) e di Milano Assicurazioni (+0,11% a 0,2789 euro). Unipol invece segna un +0,07% a 0,2676 euro.

Ieri i fondi Sator e Palladio hanno inviato una lettera ai vertici di Fondiaria Sai per avere chiarimenti se l'aumento da 1,1 miliardi di euro sia sufficiente al riassetto anche senza la fusione con Unipol. I fondi hanno chiesto inoltre di chiarire le motivazioni per cui l'incarico a Mediobanca per il consorzio di garanzia sia subordinato alla fusione.

L'Isvap (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo) nel frattempo avrebbe ulteriormente sollecitato Premafin a procedere quanto prima all'aumento di capitale. "Ulteriori elementi di incertezza intorno alla vicenda Unipol-Fonsai, con la cordata Sator/Palladio sempre decisa sui propri piani e a far luce sulle problematiche di governance della compagnia", osservano gli analisti di Intermonte che ribadiscono su Fondiaria Sai il giudizio neutral in attesa di conoscere i dettagli dell'aumento di capitale che è previsto fortemente diluitivo.
 

tontolina

Forumer storico
FonSai starebbe messa peggio del San Raffaele.
Fondiaria Sai: rischio fallimento, Ligresti indagato - News Finanza & Economia - InvestireOggi.it



Si parla di aggiotaggio, di falso contabile, insider trading, distrazione di capitali, solo per citarne alcuni. Oggetto delle indagini ci sono alcune mega-consulenze che lo stesso Ligresti avrebbe ottenuto da FonSai per alcune sue società o per sé stesso, con contratti milionari. Soldi, secondo la Procura, che si ipotizza siano stati semplicemente sottratti alla compagnia, senza alcuna ragione reale.
 
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tontolina

Forumer storico
DEUTSCHE BANK: REGINA DEL LEVERAGE!

DEUTSCHE BANK: REGINA DEL LEVERAGE!icebergfinanza | icebergfinanza
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La tempesta non è affatto finita e da ora in poi come spesso sottolineato la riva del fiume, la prudenza sono estremamente necessari, un po come Ulisse e le sue sirene, un nuovo uragano si sta formando ai margini delle coste europee. Non condividevamo il panico e la depressione e non condividiamo l’euforia di oggi e chissà quali miracoli!
Vi ricordate l’analisi con la quale iniziò il report annuale, la metodologia che evidenziava le probabili candidate al rischio per il 2012 tra le grandi banche internazionali? Ebbene dopo i risultati dello stress test show della Federal Reserve contestato dalle banche americane, oggi abbiamo la conferma della regina del leverage, Deutsche Bank!
 

tontolina

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stime sui costi del salvataggio delle banche spagnole: il 15% del Pil.

La Spagna alla fame forse per salvare le banche?

me stime sui costi del salvataggio delle banche spagnole: il 15% del Pil.
Parlare dei problemi altrui è un buon modo per vedere le cose in modo oggettivo. Specie quando si tratta di problemi che ci riguardano da vicino. E può persino accadere – come in questo caso- che il giornale di Confindustria, chiarisca – parlando di Spagna – come in questa crisi il “modello sociale europeo” c’entri come i cavoli a merenda. Non è che sia “troppo costoso”; semplicemente quei soldi possono – quindi “debbono” – servire ad altro. Come ripianare i debiti cumulati dalle banche private con speculazioni andate storte sul mercati globali. Imperdibile… source




****Alla Spagna salvare le banche costa il 15% del Pil
Fabio Pavesi
Era la Spagna dei miracoli.

Ora, da tempo, è la Spagna della paura.

Un capovolgimento di fronte tanto repentino quanto inatteso. E per fortuna che Madrid ha un vantaggio, forse l’unico, di fondo: cioè quel debito al 68,5% del Pil che resta tuttora uno dei più bassi a livello di eurozona. Se non ci fosse quel paracadute lo spread sul Bund sarebbe schizzato a livelli insostenibili.


Il deficit peserà sul Pil.
Ma è tutto il resto che non gira nel motore dell’economia di Madrid e che tiene in apprensione i mercati. A partire dalla necessità di rientro dal deficit dell’8,5% registrato a fine 2011 e che il Governo si è impegnato a portare quest’anno al 5,3% del Pil. Ma questo sforzo comporta la necessità di nuove misure addizionali di austerity per altri 20 miliardi oltre ai 15 miliardi già preventivati.

Ma qui si innesta un circolo vizioso: il rientro dal deficit avrà effetti depressivi.

Le stime parlano di un Pil in caduta dell’1,7%, ma molti osservatori indicano una caduta del 2%. E più il reddito fatica a tenere il passo, più il debito tenderà a salire, erodendo l’unico punto di forza del paese. Le stime di Credit Suisse parlano chiaro. Se dopo la recessione di quest’anno, il Paese dovesse stabilizzarsi e tornare a crescere si toccherebbe comunque un livello dell’80% del debito sul Pil al 2017.


Debito al 90%?
Ma se solo la crescita tardasse a manifestarsi e fosse più bassa di un 1% ecco il debito spagnolo schizzare a livelli attorno al 90%. Saranno solo stime ma troppo ottimismo sull’uscita di Madrid dalla crisi è fuori luogo. La disoccupazione al 20% non accenna a diminuire e un Paese che ha creato la propria ricchezza passata sul mattone e il debito bancario non ha oggi vie alternative per tornare a rifiorire. I prezzi delle case sono caduti del 20% dal 2007 e non accennano a risalire. E se la bolla sul mattone continua a soffrire è il sistema bancario, vero vulnus del Paese. Crescita negativa, alta disoccupazione e cadute dei valori immobiliari non possono che produrre buchi giganteschi nel conti delle banche.
Bastino due dati per dare un’idea delle difficoltà più o meno esplicite in cui si dibatte il credito iberico. L’esposizione al settore immobiliare vale oltre 300 miliardi e ben la metà sono tuttora prestiti considerati problematici, cioè di difficile recupero. Una massa imponente che sta scavando solchi profondi nei conti soprattutto delle casse di risparmio locali. La stessa Banca di Spagna ha comunicato di recente che l’operazione di pulizia dei conti delle banche è costata 105 miliardi dalla crisi Lehman al giugno scorso. Ora servono altri 50 miliardi. Totale 155 miliardi. Che equivalgono al 15% dell’intero Pil spagnolo. Ecco perchè i mercati hanno paura di Madrid.
dal Il Sole 24ore
 

tontolina

Forumer storico
ITALIA e GERMANIA: DEBITI FANTASMA!


Scritto il 29 marzo 2012 alle 11:33 da icebergfinanza

Nel mese di settembre dello scorso anno scrissi riportanto un’inchiesta di Massimo Mucchetti pubblicata sul Corriere della Sera che …
La magia, che nasconde il 17% del debito pubblico reale tedesco, si chiama Esa95. È il manuale contabile che esclude dal debito pubblico, a integrazione dei criteri di Maastricht, le società pubbliche che si finanziano con pubbliche garanzie ma che coprono il 50,1% dei propri costi con ricavi di mercato e non con versamenti pubblici, tasse e contributi.
La serietà di un tale principio è paragonabile alla considerazione del rischio di controparte negli Ias-Ifrs, i principi contabili che hanno favorito il crac Lehman. Se per ipotesi KfW avesse problemi, chi pagherebbe?
Lo Stato. E senza nemmeno l’ipocrisia degli Usa che qualificavano le loro Fanny Mae, Freddie Mac e Ginnie Mae come imprese sponsorizzate dal governo per far capire che, alla bisogna, il Tesoro avrebbe coperto, ma senza dirle statali per non sembrare statalisti.

Ora l’Italia ha la Cassa depositi e prestiti, 70% Tesoro, 30% fondazioni bancarie, soggetti privati. La Cdp emette anno dopo anno obbligazioni che godono della garanzia statale e sono collocate dalle Poste sotto forma di buoni e di libretti. Mal contati sono 300 miliardi, due terzi reinvestiti in titoli di Stato e un terzo in mutui agli enti locali.
La Cdp emette anche obbligazioni non garantite per una ventina di miliardi destinate alle iniziative per le imprese e detiene partecipazioni rilevanti.
Ma il suo debito è per tutta la parte coperta da garanzia pubblica conteggiato nel debito pubblico…come non avviene invece in germania

E qui veniamo ad esaminare nel dettaglio quello che avviene avvalendoci delle parole di Franco Bassanini presidente della CDP…
(…) Oggi, il risparmio postale è un prestito di privati a una SpA privata, che sarà poi conteggiato nel debito pubblico solo se e quando verrà impiegato per prestiti (mutui) alle PPAA o quando viene depositato nel “Conto disponibilità del Tesoro per i servizi di Tesoreria” del MEF (si tratta, infatti, in questo caso, di debiti delle PPAA e del Tesoro verso un soggetto privato, quale è ormai la Cassa). Formiche


Bene ora diamo un’occhiata all’ultimo bilancio pubblico disponibile della CDP liberamente consultabile al seguente indirizzo http://www.cassaddpp.it/content/groups/public/documents/ace_documenti/010415.pdf

Quindi 230 miliardi sono fuori dal parametro del debito pubblico in quanto secondo Eurostat il risparmio postale non va considerato ma invece come abbiamo visto mutui e prestiti alle PPAA per 91 miliardi ma che diventano 166 considerando i prestiti alle amministrazioni centrali….


….e cassa e diponibilità liquide per 123 miliardi sul “Conto disponibilità del Tesoro per i servizi di Tesoreria” del MEF rientrano nel perimetro del debito pubblico…

Ora come ben sappiamo come funziona la contabilizzazione nei parametri debito pubblico della nostra Cassa Depositi Prestiti e per quanto riguarda la KFW questa è la situazione al 2010…

Poi ognuno fa la propaganda che vuole spostando le virgole, ma questi sono
Non ho idea di come contabilizza la KFW ovvero la cassa depositi e prestiti tedesca i salvataggi delle banche tedesche nazionalizzati assumendosene l’onere di assets illiquidito meglio inesigibili ma sarebbe fondamentale non dimenticare che solo per la HYPO RE e la sua bad bank garantita dallo Stato, parliamo di 135 miliardi di garanzie sul tavolo, più quelle di altre cinque banche nazionalizzate.
Che poi qualcuno ci racconti come è accaduto che per un errorino contabile in relazione alla stessa HYPORE all’improvviso sono spuntati fuori 56 miliardi di debito in meno lascio alla fantasia di ognuno il valore della contabilità oggi, dove le regole si cambiano ad immagine e somiglianza.
Questa è la situazione alla luce dei dati disponibili, il resto leggende metropolitane!
 

tontolina

Forumer storico
Ora parliamo del portogallo, si perchè la crisi é una realtà che colpsice da vicino i portoghesi.
http://i39.tinypic.com/vrpypy.jpg
Se infatti i comuni sotto il peso di nove miliardi di euro di massa debitoria sono vicini all’insolvenza, lo stesso fenomeno sta colpendo i singoli cittadini lusitani il cui numero dei fallimenti personali é in forte aumento.
In questo “video” ne sa qualcosa Nuno Pinto vittima dell’ufficiale giudiziario….


[ame=http://www.youtube.com/watch?v=GkamtNmClWM&feature=channel]Portogallo: esplodono i fallimenti personali - YouTube[/ame]
 

tontolina

Forumer storico
modifica dell'art.18 e la Fornero

Marco Travaglio è implacabile

[ame="http://www.youtube.com/watch?v=qJGrYWbrQXA&feature=channel"]Riforma dell'articolo 18 (editoriale di Marco Travaglio a Servizio Pubblico 29 marzo 2012) - YouTube[/ame]
 
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