Certificati di investimento - Cap. 3

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giustamente Barisoni su radio 24 sta stigmatizzando che molti conduttori televisivi privilegino lo share rispetto ad una informazione che alimenta forme di isteria collettiva che sta provocando danni economici gravi e la possibile perdita di migliaia di posti di lavoro...
 
giustamente Barisoni su radio 24 sta stigmatizzando che molti conduttori televisivi privilegino lo share rispetto ad una informazione che alimenta forme di isteria collettiva che sta provocando danni economici gravi e la possibile perdita di migliaia di posti di lavoro...
Notavo anch'io una certa ricerca disperata del “collegamento sensazionalistico da scoop della vita“ da parte di alcune giornaliste inviate nei luoghi caldi degli ultimi giorni...mentre altre/altri mantenevano un atteggiamento più equilibrato ed aderente ai fatti...il tutto, sulla stessa piattaforma Sky...
In buona sostanza, una pagliacciata pazzesca.
 
comunque pur essendo anch'io un appassionato moderato di calcio mi ha fatto rabbia che ieri in molte trasmissioni ci si lamentasse soprattutto delle possibili porte chiuse di questa partita e non delle scuole chiuse a tempo indet. ..aggiungo musei teatri sale da concerto della chiusura di queste ultime nessuna preoccupazione a livello di social o di tv...

Hai purtroppo ragione Triale, ma noi e pochi altri siamo ormai dei reperti di un'era geologica remota...
 
Coronavirus: Bonomi (Assolombarda), fermare Lombardia e' frenare 1/5 Pil

MILANO (MF-DJ)--"Siamo in emergenza economica. L'impatto del Coronavirus sull''economia globale lo sconteremo duramente. Fermare la Lombardia, che era gia' in forte rallentamento, significa frenare oltre un quinto del Pil italiano e dare un duro colpo a tutta la filiera dell'industria, che rischia di impiegare mesi a recuperare lo svantaggio economico con il resto del mondo". Lo ha dichiarato Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, in una nota. "In questa regione lavorano un quarto degli addetti del manifatturiero italiano, da cui deriva oltre il 27% dell'export nazionale. Bisogna contenere i toni di allarmismo: siamo al paradosso di dover garantire ai partner commerciali l'assoluta idoneita' e sicurezza dei prodotti delle nostre imprese. Occorrono immediati interventi normativi che introducano misure di sostegno alle imprese sia di natura finanziaria, sia di sostegno al lavoro e sia di politica estera. Non sono sufficienti le poche misure adottate e ipotizzate finora. Oltre al danno economico va considerato il danno reputazionale, che avra' un impatto significativo sulla nostra economia nel medio e lungo periodo. Prepariamoci a lavorare duramente per recuperare la nostra credibilita' internazionale. Ogni giorno che rimaniamo fermi diamo un colpo al cuore dell'economia italiana, cioe' al nostro futuro".

E se cominciasse lui? :mad:
 
comunque pur essendo anch'io un appassionato moderato di calcio mi ha fatto rabbia che ieri in molte trasmissioni ci si lamentasse soprattutto delle possibili porte chiuse di questa partita e non delle scuole chiuse a tempo indet. ..aggiungo musei teatri sale da concerto della chiusura di queste ultime nessuna preoccupazione a livello di social o di tv...

Concordo con la tua osservazione; la mia voleva solo essere una affermazione da tifoso abbonato ; purtroppo si sa che alla maggioranza degli italiani (e di conseguenza delle trasmissioni) interessa il calcio; poi di tutto il resto (scuole, musei, teatri . . . . se ne fregano).
 
In TV dicono che da domani in Italia i tamponi saranno effettuati solo su pazienti sintomatici, diminuendone pertanto drasticamente il numero (ad oggi circa 10.000).
Non vorrei che fosse stato proprio questo a 'gonfiare' i numeri dell'Italia con tutte le conseguenze che abbiamo misurato sulla pelle…...

Qualcuno devi aver fatto notare ai governativi che avevano imboccato la direzione sbagliata... :confused:
 
giustamente Barisoni su radio 24 sta stigmatizzando che molti conduttori televisivi privilegino lo share rispetto ad una informazione che alimenta forme di isteria collettiva che sta provocando danni economici gravi e la possibile perdita di migliaia di posti di lavoro...
Al di la' della volatilità estrema che sarà presente anche nei prossimi giorni, nei prossimi mesi ci saranno molte aziende che riporteranno le nuove trimestrali con utili / ricavi negativi causa coronavirus ed anche in quel caso , a mio avviso ,il mercato non apprezzerà molto...
 
Non è una fatalità che l'Italia sia di gran lunga il Paese europeo più contagiato dal coronavirus: a bocce ferme, gli errori del governo appaiono evidenti. Innanzitutto, quando il 30 gennaio, il premier Conte annunciava la chiusura dei volida e per la Cina, il virus era già in Italia, spiega Pier Luigi Lo Palco, professore di Igiene all'Università di Pisa. Questi giudica inutili le limitazioni aeree, ma accoglie positivamente le misure imposte per "ritardare la diffusione del virus". Secondo il professore, inoltre, l'alto numero di contagi sarebbe legato ad un certo tipo di tampone utilizzato in Italia, ma non, ad esempio, in Francia.
 
Il preside di un liceo milanese pubblica sul sito questa lettera per i suoi studenti, a casa per la chiusura delle scuole; non è molto in tema con il forum, ma è significativa rispetto a ciò che stiamo assistendo e per questo la riporto.


“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c'era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…..”

Le parole appena citate sono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi, capitolo che insieme al successivo è interamente dedicato all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Si tratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità che vi consiglio di leggere con attenzione, specie in questi giorni così confusi. Dentro quelle pagine c’è già tutto, la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria…. In quelle pagine vi imbatterete fra l’altro in nomi che sicuramente conoscete frequentando le strade intorno al nostro Liceo che, non dimentichiamolo, sorge al centro di quello che era il lazzaretto di Milano: Ludovico Settala, Alessandro Tadino, Felice Casati per citarne alcuni. Insomma più che dal romanzo del Manzoni quelle parole sembrano sbucate fuori dalle pagine di un giornale di oggi.


Cari ragazzi, niente di nuovo sotto il sole, mi verrebbe da dire, eppure la scuola chiusa mi impone di parlare. La nostra è una di quelle istituzioni che con i suoi ritmi ed i suoi riti segna lo scorrere del tempo e l’ordinato svolgersi del vivere civile, non a caso la chiusura forzata delle scuole è qualcosa cui le autorità ricorrono in casi rari e veramente eccezionali. Non sta a me valutare l’opportunità del provvedimento, non sono un esperto né fingo di esserlo, rispetto e mi fido delle autorità e ne osservo scrupolosamente le indicazioni, quello che voglio però dirvi è di mantenere il sangue freddo, di non lasciarvi trascinare dal delirio collettivo, di continuare - con le dovute precauzioni - a fare una vita normale. Approfittate di queste giornate per fare delle passeggiate, per leggere un buon libro, non c’è alcun motivo - se state bene - di restare chiusi in casa. Non c’è alcun motivo per prendere d’assalto i supermercati e le farmacie, le mascherine lasciatele a chi è malato, servono solo a loro. La velocità con cui una malattia può spostarsi da un capo all’altro del mondo è figlia del nostro tempo, non esistono muri che le possano fermare, secoli fa si spostavano ugualmente, solo un po’ più lentamente. Uno dei rischi più grandi in vicende del genere, ce lo insegnano Manzoni e forse ancor più Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale, dei rapporti umani, l’imbarbarimento del vivere civile. L’istinto atavico quando ci si sente minacciati da un nemico invisibile è quello di vederlo ovunque, il pericolo è quello di guardare ad ogni nostro simile come ad una minaccia, come ad un potenziale aggressore. Rispetto alle epidemie del XIV e del XVII secolo noi abbiamo dalla nostra parte la medicina moderna, non è poco credetemi, i suoi progressi, le sue certezze, usiamo il pensiero razionale di cui è figlia per preservare il bene più prezioso che possediamo, il nostro tessuto sociale, la nostra umanità. Se non riusciremo a farlo la peste avrà vinto davvero.

Vi aspetto presto a scuola.

Domenico Squillace

Liceo Scientifico Statale A. Volta - Milano
 
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