Certificati di investimento - Cap. 3 (13 lettori)

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NoWay

It's time to play the game
Vedo che ho un eseguito in acquisto sul Bnp con dentro Veolia che rileva oggi, ma sono fuori e non riesco a recuperare l'isin...
 

oldmouseit

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Arthur Andersen
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Arthur Andersen
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Stato Stati Uniti Stati Uniti
Fondazione1913
Fondata daArthur Andersen e Clarence DeLany
Chiusura2002
Sede principaleChicago
Sito webwww.andersen.com
Modifica dati su Wikidata · Manuale
La Arthur Andersen, in seguito denominata Andersen, è stata per lungo tempo una delle principali società multinazionali di revisione di bilancio e consulenza a livello mondiale, parte delle "Big Five", gruppo delle principali società di revisione di bilancio e consulenza per grandi aziende.
Nel 2002 la società statunitense del gruppo (Andersen LLP), che pur non essendo legalmente la controllante del gruppo ne rappresentava il cuore storico ed operativo, ha rimesso la sua licenza di "Certified Public Accountant" a causa del processo Enron, nel quale era imputata in quanto revisore del bilancio della società protagonista di uno dei più grandi crack finanziari degli U.S.A. Questo ha generato a catena la frammentazione del gruppo a livello mondiale, con le società di ciascun paese che sono in breve tempo confluite, attraverso acquisizioni o fusioni, nelle rimanenti "Big Four" (EY, PWC, KPMG, Deloitte).

E' possibile/probabile/sicuramente che la colpa sia solo di Wirecard. Fino a prova contraria la societa' di revisione non c'entra (ma e 'li da diversi anni).
Io aspetterei un attimo x dare sentenze al 100%.
Se viene dimostrato che il revisore ha partecipato alla truffa paga anche lui....
 

oldmouseit

Forumer storico
C’è voluto poco a capire che dietro i numeri roboanti del fatturato e le certificazioni dei bilanci da parte delle società di revisione, in primis Arthur Andersen, c’erano cifre fasulle, «aggiustate» anno dopo anno con diabolici stratagemmi contabili, contando anche su coperture e agevolazioni politiche, sia repubblicane sia democratiche, in cambio di finanziamenti elettorali o pacchetti azionari che oliassero gli ingranaggi di Washington e chiudessero gli occhi della grande politica sugli illeciti di Enron. Non solo, ai bilanci truccati si aggiungeva la fitta rete di società legate a Enron e distribuite in paradisi fiscali come le Isole Cayman, grazie alle quali era possibile evadere la tassazione e gonfiare i profitti, mantenendo un valore azionario falsato ma apparentemente stabile. Un complesso gioco di scatole cinesi, avallato da chi, in teoria, avrebbe dovuto «controllare» i bilanci, e cioè Arthur Andersen, che invece partecipava alla truffa e a crac avvenuto pensò bene di distruggere documenti relativi all’attività contabile di Enron. «La Enron ha derubato la banca», dirà il deputato James Greenwood, tra gli inquirenti della commissione governativa, «la Andersen le ha fornito l’auto per scappare, e si è messa al volante».
 
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