Io mi sono messo long in tempi di crisi coi certificati (e che nel frattempo non sono cambiati di un @) perché costavano meno: mai toccato un certificato, nemmeno a capitale protetto, se non quotava un 10/15% sotto la pari, cioè durante un tracollo, e mi sono fatto sfuggire l'occasione d'oro del 2018.
Oggi, coi mercati iperpompati e con questa volatilità non comprerei mai certificati long vicino alla pari, perché visto cosa c'è dentro ovviamente la volatilità te la becchi tutta (in leva). E sono anche preoccupato per quelli che ho, infatti ho raddoppiato la liquidità per fortuna senza perdite e non muovo un € credo da aprile.
Mai trovato una forma di hedging soddisfacente con gli strumenti (anche di ricerca) che mi sono messi a disposizione dal mercato.
Secondo me valutare la bontà di un cert in base al fatto che sia sopra o sotto la pari non è l'approccio corretto: ci sono cert che quotano 300/1000 perchè hanno i sottostanti lontanissimi dalla barriera capitale e quindi sono delle chiaviche e cert che quotano 115/100 perchè hanno i sottostanti vicini allo strike e cedole molto alte e sono comunque ottimi; io, per esempio, valuto quanta protezione ha calcolando il valore al di sotto del quale deve scendere il sottostante perchè il cert al cui prezzo lo acquisto vada in perdita (una specie di Break Odd Point, se è consentito il neologismo
), quanto è l'upside (cioè la possibilità di guadagno in c/capitale ed in c/cedole), la solidità dei sottostanti (che comunque non copre "eccezioni" tipo WDI...), il rating dell'emittente, ecc ecc.
Quindi, per tornare al tuo ragionamento, compro senz'altro certificati vicini alla pari, se rispecchiano i crismi di cui sopra e se sono pieni di vola...meglio! (perchè quando scenderà a livelli normali il cert che compro adesso si apprezzerà anche se il WO starà fermo).
Poi ognuno è libero di fare le considerazioni che crede, ovviamente....era solo per scambiare un'opinione.