CMC Ravenna 6,875% 2017-22 (XS1645764694) - 6% 2017-23 (XS1717576141)

23/02/19 Il Sole 24 Ore
Per Cmc all' esame la cessione di asset

Sarà un concordato misto quello della Cmc di Ravenna, il gruppo cooperativo delle costruzioni finito sotto stress finanziario, ammesso il 7 dicembre scorso dal Tribunale di Ravenna alla procedura concorsuale. E sul tavolo ci sarà anche la cessione di asset, dismissioni che saranno uno dei punti del piano concordatario per il quale è stata chiesta una proroga di 60 giorni dagli advisor Mediobanca e studio Trombone.
Sul fronte dei creditori sembra probabile che si possa considerare la trasformazione di una parte dei crediti in strumenti finanziari partecipativi. Cmc accusa il peso di una rilevante mole di debiti, le ultime stime parlavano di un' esposizione finanziaria vicina ai 900 milioni di euro. Di questi 300 milioni fanno riferimento a esposizione bancaria, mentre 575 milioni sono relativi a due bond. Fra gli obbligazionisti esposti sui due bond Cmc (sul dossier affiancati dall' advisor Leonardo &Co in un comitato) ci sono, secondo i dati Bloomberg indicati a inizio febbraio, tanti asset manager fra i quali società del gruppo Credit Agricole, Julius Baer, Algebris, Mediolanum, Muzinich, Ubs, Alliance Bernstein, Acomea, Vontobel. L' asset manager Eurizon ha una posizione ampiamente sotto l' 1% del totale delle due emissioni. (C.Fe.)

Mi piacerebbe capire quali sarebbero gli asset da liquidare e che non siano necessari all'attività, non mi pare che abbiano concessioni, almeno di questo si vantavano gli incapaci solo pochi mesi prima della caduta, grandi proprietà immobiliari non mi pare che ci siano. Le tante società sparse per il modo, alcune delle quali già chiuse, sono in gran parte delle società di scopo, in pratica scatole vuote e dal misero valore. Ci saranno delle partecipazioni in altre società, non semplici da liquidare a prezzi interessanti e con parecchi problemi, visto che alcune hanno anche loro chiesto il concordato. La verità è che questi sono stati molto bravi a coprire i problemi, con lo specchietto delle tante commesse acquisite, tirando molto bene la corda che ora si è rotta. L'unica cose certa è che sono scappati dal Kuwait lasciando debiti, sono scappati da Nepal lasciando debiti, sono scappati dal Kenya lasciando debiti e dove sono sotto indagine, cosi come in Sudafrica, mentre in Italia, in Sicilia, i soldi per pagare i debiti li mette l'ANAS e per le nuove commesse non hanno i soldi manco per le garanzie bancarie e qui si parla della trasformazione di una parte dei crediti, immagino la maggior parte, in strumenti partecipativi, ovvero carta da culo e questo dopo una probabile pesante tosata. Scusate ma penso che ci si debba preparare ad un'altra presa per i fondelli anche nel merito del concordato, questi in una cosa sono sicuramente bravi ovvero nel fregare i creditori/investitori.
 
23/02/19 Il Sole 24 Ore
Per Cmc all' esame la cessione di asset

Sarà un concordato misto quello della Cmc di Ravenna, il gruppo cooperativo delle costruzioni finito sotto stress finanziario, ammesso il 7 dicembre scorso dal Tribunale di Ravenna alla procedura concorsuale. E sul tavolo ci sarà anche la cessione di asset, dismissioni che saranno uno dei punti del piano concordatario per il quale è stata chiesta una proroga di 60 giorni dagli advisor Mediobanca e studio Trombone.
Sul fronte dei creditori sembra probabile che si possa considerare la trasformazione di una parte dei crediti in strumenti finanziari partecipativi. Cmc accusa il peso di una rilevante mole di debiti, le ultime stime parlavano di un' esposizione finanziaria vicina ai 900 milioni di euro. Di questi 300 milioni fanno riferimento a esposizione bancaria, mentre 575 milioni sono relativi a due bond. Fra gli obbligazionisti esposti sui due bond Cmc (sul dossier affiancati dall' advisor Leonardo &Co in un comitato) ci sono, secondo i dati Bloomberg indicati a inizio febbraio, tanti asset manager fra i quali società del gruppo Credit Agricole, Julius Baer, Algebris, Mediolanum, Muzinich, Ubs, Alliance Bernstein, Acomea, Vontobel. L' asset manager Eurizon ha una posizione ampiamente sotto l' 1% del totale delle due emissioni. (C.Fe.)
Possiamo sperare ?
Possiamo ambire almeno a 30 ?
Oppure e follia persino il 30 ?
Certo che col bond a 8/9 pensare a 30 e veramente azzardato...
 
Mi piacerebbe capire quali sarebbero gli asset da liquidare e che non siano necessari all'attività, non mi pare che abbiano concessioni, almeno di questo si vantavano gli incapaci solo pochi mesi prima della caduta, grandi proprietà immobiliari non mi pare che ci siano. Le tante società sparse per il modo, alcune delle quali già chiuse, sono in gran parte delle società di scopo, in pratica scatole vuote e dal misero valore. Ci saranno delle partecipazioni in altre società, non semplici da liquidare a prezzi interessanti e con parecchi problemi, visto che alcune hanno anche loro chiesto il concordato. La verità è che questi sono stati molto bravi a coprire i problemi, con lo specchietto delle tante commesse acquisite, tirando molto bene la corda che ora si è rotta. L'unica cose certa è che sono scappati dal Kuwait lasciando debiti, sono scappati da Nepal lasciando debiti, sono scappati dal Kenya lasciando debiti e dove sono sotto indagine, cosi come in Sudafrica, mentre in Italia, in Sicilia, i soldi per pagare i debiti li mette l'ANAS e per le nuove commesse non hanno i soldi manco per le garanzie bancarie e qui si parla della trasformazione di una parte dei crediti, immagino la maggior parte, in strumenti partecipativi, ovvero carta da culo e questo dopo una probabile pesante tosata. Scusate ma penso che ci si debba preparare ad un'altra presa per i fondelli anche nel merito del concordato, questi in una cosa sono sicuramente bravi ovvero nel fregare i creditori/investitori.
È esattamente così la situazione, purtroppo
 
Possiamo sperare ?
Possiamo ambire almeno a 30 ?
Oppure e follia persino il 30 ?
Certo che col bond a 8/9 pensare a 30 e veramente azzardato...

Si ma i 30 potranno anche offrirli e forse anche di più sulla carta, ma in che forma? Di certo non in contanti, quindi una parte saranno in strumenti partecipativi, ovvero ciarpame, e in parte forse in un altra obbligazione dalla cedola quasi inesistente con lunga scadenza e dall'affidabilità sul rimborso vicina allo zero, tra l'altro l'eventuale accettazione del concordato non preclude il successivo fallimento, anche perchè chi darà più soldi e soprattutto lavoro a della gente così. L'unica possibilità sarebbe l'acquisizione o fusione con un altro player, ma il progetto Salini/CDP, al momento, riguarda solo Astaldi, per il resto dei semi-falliti in circolazione è tutta da vedere. L'eventuale ricavato dalla vendita di questi presunti asset non potranno che utilizzarli per avere liquidità per continuare per un pò l'attività, non certo per ripagare gli obbligazionisti.
 
Ultima modifica:
24/02/19 Corriere di Romagna
«Cmc e trivelle su Ravenna la tempesta perfetta» - di ANDREA TARRONI

L'INTERVISTA ROBERTO BARONCELLI / NUOVO RESPONSABILE CISL RAVENNA
Parla il neo eletto responsabile del sindacato per la provincia
Roberto Baroncelli, viene dal mondo della funzione pubblica e analizza la "tempesta perfetta" della crisi Cmc, della scure sull'oil and gas ma spiega che molto c'è da fare proprio nel comparto dal quale proviene: «In particolare sull'ambito sanitario si giocano partite importantissime perla tutela di lavoratori e cittadini». È lui il nuovo responsabile per la provincia di Ravenna, all'interno della segreteria del neo-eletto segretario della Cisl Romagna Francesco Marinelli, del sindacato di via Vulcano.
Baroncelli, ad un recente appuntamento organizzato dall'università il presidente dell'Autorità portuale, Daniele Rossi, parlava proprio di tempesta perfetta.
È una fase difficile quella nella quale lei assume il suo mandato.
Certamente è una fase complicata. Aggravata anche dal tema legato all'E45,che porta a Ravenna 1.500 cointainer e amplifica una problematica infrastrutturale che nella nostra provincia è storica e ora vede aggiungersi la Ravegnana chiusa. Sono problematiche non sempre di portata locale ma anche nelle mani di livelli istituzionali più alti. E se gli enti locali non sono rimasti a guardare, nel contesto nazionale dobbiamo prendere atto che da un lato si sono prese decisioni incomprensibili, come quella sulle estrazioni. Dall'altro l'idea di cambiamento promessa tarda a vedersi, se non viene addirittura contraddetta.
Dopo la manifestazione a Roma, il ministro Di Maio ha incontrato i sindacati sulle pensioni. Ritiene che il clima cambierà?
«Va detto che quella manifestazione è nata da una piattaforma condivisa fra Cgil, Cisl e Uil e il fatto che il corteo sia stato così partecipato è segno che il mondo del lavoro ha cose da dire. Nelle prime reazioni il governo sembrava voler proseguire in una narrazione che porta in sè il tentativo di far saltare i corpi intermedi, ma dopo c'è stata questa apertura. Noi rilanciamo dicendo che il bilancio dell'Inps è composto per due terzi dai soldi di salariati e imprese, e questo va tenuto a mente. E che se non si portano correttivi, vista la discontinuità nei versamenti contributivi dei lavoratori di oggi, avremo un futuro molto complicato per i pensionati dei prossimi decenni».
A proposito di manifestazioni, il 16 se ne prepara una nazionale a Ravenna, sul comparto oil and gas
«Certamente, e ci sarà una rappresentanza nazionale della Cisl ma credo che la cosa più importante sarà la partecipazione che prevedo importante. L'aumento inevitabile per i costi di approvvigionamento energetico sarà un problema per tutti, il potenziale impoverimento di un territorio interessa la cittadinanza intera. La cosa incomprensibile è che questo possa avvenire in conseguenza di un provvedimento legislativo. Abbiamo sempre detto che i posti di lavoro non si possono creare per decreto,ma questo governo vuole dimostrare che per decreto si possono cancellare».
Su cosa caratterizzerà il suo mandato ?
«Io vengo dal pubblico impiego, e penso si possa ampliare una chiave di lettura sui servizi che esso eroga e sugli assetti istituzionali ad esso collegati. Per esempio sul tema delle unioni comunali, dei distretti sanitari. Esperienze che vanno conservate ma migliorate con un'analisi seria. Poi sulle Asl registriamo una difficoltà negli organici, siamo in attesa spasmodica di alcuni percorsi selettivi perché ora la carenza è forte e il personale rinuncia a ferie e riposi. Non di meno dobbiamo pensare al versante della sanità privata. Mancano i rinnovi di contratto da ben più di dieci anni. Lo diciamo chiaramente: non accetteremo rinnovi di convenzioni senza rinnovi contrattuali. Il 15 poi c'è lo sciopero del settore edile: c'è la crisi Cmc, ma c'è tutto il mondo delle costruzioni che chiede risposte».
 
Sarà un concordato misto quello della Cmc di Ravenna, il gruppo cooperativo delle costruzioni finito sotto stress finanziario, ammesso il 7 dicembre scorso dal Tribunale di Ravenna alla procedura concorsuale. E sul tavolo ci sarà anche la cessione di asset, dismissioni che saranno uno dei punti del piano concordatario per il quale è stata chiesta una proroga di 60 giorni dagli advisor Mediobanca e studio Trombone.
Sul fronte dei creditori sembra probabile che si possa considerare la trasformazione di una parte dei crediti in strumenti finanziari partecipativi. Cmc accusa il peso di una rilevante mole di debiti, le ultime stime parlavano di un’esposizione finanziaria vicina ai 900 milioni di euro. Di questi 300 milioni fanno riferimento a esposizione bancaria, mentre 575 milioni sono relativi a due bond. Fra gli obbligazionisti esposti sui due bond Cmc (sul dossier affiancati dall’advisor Leonardo &Co in un comitato) ci sono, secondo i dati Bloomberg indicati a inizio febbraio, tanti asset manager fra i quali società del gruppo Credit Agricole, Julius Baer, Algebris, Mediolanum, Muzinich, Ubs, Alliance Bernstein, Acomea, Vontobel. L’asset manager Eurizon ha una posizione sotto l’1% del totale delle due emissioni.
Blog | Per la Cmc concordato misto: cessioni e strumenti finanziari agli obbligazionisti - The Insider
Il Sole 24 ore
 
27/02/19 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
I creditori della Cmc danno l' ok al riavvio dei cantieri in Sicilia - COLOSSO IN CRISI
I CREDITORI siciliani del gruppo Cmc di Ravenna, hanno votato all' unanimità la decisione di accogliere «le pressanti richieste dei governi nazionale e regionale, nonchè dell' Anas e della stessa Cmc e di riavviare subito i cantieri in Sicilia attuando le opere di messa in sicurezza». La decisione, si legge in una nota, «è stata assunta nonostante le imprese non abbiano ancora ricevuto il promesso acconto sugli oltre 50 milioni di euro di crediti, dando per certo che Anas, d' intesa con Cmc e con la Direzione dei lavori, manterrà l' impegno di pagare velocemente i Sal (stato avanzamento lavori) affinchè possa essere versato entro il prossimo 12 marzo un acconto di 10 milioni di euro ai fornitori strategici che fanno parte del Comitato». Le imprese attendono inoltre di essere convocate a Palazzo Chigi per un tavolo tecnico che con tutti i protagonisti della vicenda definisca nei termini di legge lo sblocco del pagamento del saldo e la programmazione del completamento dei lavori.
 
ma se qui non si riesce a fare una rotonda perche' si deve aspettare toninelli, figurati per le grandi opere...

fino a quando il governo degli incapaci in cui sembra piu' intelligente uno solamente perche' e' meno scemo dell' altro siamo fot-tuti
possono anche ristrutturare il debito ma aziende ferme a marcire


bisogna avere pazienza la burocrazia italiana e' nota per le sue interminabili lentezze
 

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