Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi

Aggiungo alle considerazioni di Piergj, che la tendenza che si sta manifestando da parte degli stati (USA in primis) per arginare la crisi è l'autarchia e i dazi a protezione delle produzioni nazionali. Dopo 15 anni di globalizzazione totale (e acritica mi viene da dire) si torna all'autarchia come in tempo di guerra......:(
 
COMMENTO
La finanza e le «gigantobanche»
Tito Tettamanti *

In una lettera al «Corriere» un lettore cortesemente dissente dalla mia tesi a proposito dell’origine dei subprime e chiama invece in causa la pesante responsabilità delle banche. La sua tesi è in linea generale fondata (ma non per i subprime secondo me).

La responsabilità nella crisi attuale, non dell’intero settore bancario, ma di quelle che io chiamo le «gigantobanche», non è esclusiva ma pesantissima. La ricerca di dimensioni sempre più grandi per approfittare dei vantaggi di scala, per avere sempre maggiori quote di mercato, per battere la concorrenza, è insita nel nostro sistema ed è aspirazione comprensibile di ogni dirigente di azienda.


La stessa globalizzazione dei mercati e l’opportunità di competere a livello mondiale impongono pure strutture e dimensioni adeguate: le multinazionali. Comprensibile il perseguimento della massimizzazione della produttività e dei profitti, non accettando scuse generiche che nella maggior parte dei casi (parlo per conoscenza diretta) coprono incapacità, pigrizia e negligenza dei dirigenti (manager e consigli di amministrazione).

Queste inefficienze pesano alla lunga su tutti a partire dai lavoratori e dai consumatori. Come in tutte le cose, però, il troppo è nemico del meglio e anche un’idea buona può degenerare.

Una colpa dei dirigenti delle «gigantobanche», dovuta in molti casi alla mancanza di spessore culturale, risiede in queste degenerazioni concettuali.

Ne citiamo alcune.
L’illusione e l’intenzione di fare tutto ed il contrario di tutto con banche universali che addirittura si mettevano a fare l’assicuratore con clamoroso insuccesso.

Si è dimenticato che banca di credito e banca d’affari hanno in comune solo il nome di banca, ma fanno due attività diverse, e che dal canto loro la gestione patrimoniale e la consulenza al cliente esigono di evitare strettamente conflitti d’interesse.

Si è dimenticato che le banche, proprio per la delicatezza della loro funzione di intermediazione tra raccolta del risparmio e concessione di credito all’economia, devono astenersi dall’investire i fondi raccolti in operazioni altamente speculative (e straindebitandosi in modo irresponsabile) per esasperare il profitto.

In tempi non sospetti (crisi LTCM) ho criticato quelle «gigantobanche» che aspiravano a redditi annuali del 25% che nessuno chiedeva e che forse erano la scusa per la distribuzione di bonus criticabili ancor più che per le dimensioni talvolta assurde per il fatto che erano immeritati. Gravissimo anche il fatto che le «gigantobanche» abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi derivati), mercati dei quali erano gestori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e controllo.

Che questi ed altri gravissimi errori e degenerazioni abbiano pesantemente contribuito al maturare della gravissima crisi in atto è indubbio.

Ma vi sono altre responsabilità che è pericoloso dimenticare. Quelle di chi ha accettato, quando non voluto, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permettere di farle fallire.

E chi ha accettato sono tra l’altro i controllori (vale a dire i rappresentanti dello Stato) chiamati ad applicare le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in patente contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l’insuccesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trascinando i debiti all’infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche.

Ovviamente, quelle che non potevano fallire erano in grado, per il minor rischio che presentavano, di rimunerare meno la raccolta. Ciò è all’origine del moral hazard, vale a dire la convinzione dei dirigenti delle «gigantobanche» di poter rischiare di più e sconsideratamente, tanto non sarebbero mai falliti, come infatti sta succedendo con gli interventi statali.

Interventi statali purtroppo inevitabili, ma la cui articolazione forse non è la migliore possibile. Ora i controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facilitandola) perché non sono intervenuti applicando le regole?

Per un giudizio più equilibrato e completo, sarà bene ricordare che:

• le regole ci sono, ma bisogna volere ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. Infatti, delle banche sono praticamente fallite senza infrangere le regole esistenti. Attenzione: più regole di dettaglio esistono, più si deresponsabilizza il soggetto delle regole e si rende macchinoso l’intervento;

• lo Stato, di cui i controllori sono un’emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni responsabilità per i disastri originati dalle «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del complice per i salvataggi.

*) Finanziere

05.02.09 07:31:56 Oggi sul CdT (versione completa per soli abbonati)
 
MI AVETE DIMENTICATO NEL CONTEGGIO !

Comunque a proposito di tecnologia , o almeno dei progressi tecnologici spacciati come progressi.

Io sono un amante della musica. Poi sono entrato nel girone infernale degli audiofili, sapete quelli che pagano un cavo oltre uno stipendio onorevole.

Ebbene tra di noi , ed io sono uno di quelli, che sostiene che il cd sia una mezza truffa e che l'mp3 decreterà la fine o quasi della nobile arte della musica.

Il vinile, con tutti i suoi difetti è tremendamente a misura di uomo. La "piacevole distorsione" dell'analogico o delle valvole va giudicata per quello che è. Come il vino. Che è alcolico, ma è buonissimo. Che fa male se bevuto in eccesso, ma fa bene al cuore.

Una vecchia auto, potrebbe consumare troppo, ma essere tremendamente bella con le sue curve cromate. E potrebbe inquinare meno se avessimo un sistema efficiente di trasporto urbano. La useremmo solo la Domenica , per una gita fuori porta.

Esistono aziende che producono oggetti di qualità, ingegneri bravi...ma il loro prodotto diventa vecchio dopo 6 mesi. Va cambiato. Non importa se gli lcd si vedono ancora peggio di un vecchio Sony Blacktrinitron CRT.

Ci sono computer (ho un vecchio IBM di 6 anni fa) che non moriranno mai, o quasi.

Abbiamo degli ortaggi genuini, qui vicino a Tarquinia e a Ladispoli. Ce li invidiano da mezza italia.Ma noi dobbiamo mangiare etnico. Congelato, importato, geneticamente modificato.

Siamo pazzi.

Saluti

:) Sorry per la precisazione OT,
il suono riprodotto/emanato dal vinile/disco
non è stato ( a tutt'oggi ) ancora emulato;) da NESSUN altro supporto !

Con il vinile il suono ( per dare l'idea ) è diciamo :D tridimensionale e quindi
più coinvolgente/pieno/vivo,
mentre con gli altri supporti il suono è " piatto "

Il problema/differenza è l'usura del vinile.:(
 
USA: :)MIGLIORANO LE PROSPETTIVE PER IL MERCATO IMMOBILIARE
di MPS Capital Services

Si continua a discutere al Senato il piano Obama.

Ieri è stato approvato :Dun emendamento che concede un credito di imposta fino a 15.000$ a chi compra casa.
 
USA: :)MIGLIORANO LE PROSPETTIVE PER IL MERCATO IMMOBILIARE
di MPS Capital Services

Si continua a discutere al Senato il piano Obama.

Ieri è stato approvato :Dun emendamento che concede un credito di imposta fino a 15.000$ a chi compra casa.

Ma in effetti è già da qualche giorno che gira questa notizia...uno dei primi effetti, oltre che del credito d' imposta, della riduzione a 0 del loro tasso ufficiale riferimento??
 
Ma in effetti è già da qualche giorno che gira questa notizia...uno dei primi effetti, oltre che del credito d' imposta, della riduzione a 0 del loro tasso ufficiale riferimento??

L'unica cosa che al momento si può ulteriormente ipotizzare,
è che nel piano/manovra di sostegno al Market imm.re,
vi sarà la norma che
impone all'Ente Finanziario erogatore del Mutuo di stabilire/annacquare
la Rata che non deve eccedere il 38% circa del reddito di chi l'ha contratto;), così da limitare il numero di insolvenze/pignoramenti.

Ma, probabile, vi siano altri miglioramenti,
la mente ;)del Ministro del Tesoro Geithner è al lavoro,
e viste le Sue indubbie capacità e competenze nell'ambito finanziario,
e l'ordine " imperativo " di Obama di fermare e rianimare il settore
Immobiliare,
non ho alcun dubbio che ci riuscirà;)
 
Durante la stesura di questi post si è fatto ,a mio modo vedere, un cammino interessante che proverò a riassumere:
Si sono prodotte una serie di analisi delle cause dell’ attuale crisi che pur partendo da una situazione di squilibrio fortissimo nel settore mutui (subprime) certamente è stato solo l’ innesco della cartuccia in quanto il resto dell’esplosivo (rimanendo sempre in una metafora causa effetto ovvero innesco –esplosivo) era rappresentato da diversi forti squilibri rappresentati dalla grande produzione non ben bilanciata da una forte domanda; da una esigenza crescente di soldi da parte dei Paesi i quali in massima parte rivolgono le attenzioni a chi, evidentemente, nn ha possibilità di sfuggire in alcun modo alla pressione fiscale, causando un forte detrimento della classe media (che fa il paio con quanto successo durante il ’29), il continuo aggregarsi delle masse monetarie in grandi patrimoni bloccati senza che diano un frutto produttivo e/o di sviluppo fato salvo il continuo aumentare dei medesimi; in mezzo a tutti questi movimenti si sono create poi tutta una serie di problemi (bilanci +/- falsi, derivati a iosa, alto utilizzo della leva) che similmente all ‘innesco rappresentato dai subprime hanno comntinuato ad alimentare questa crisi.E’ quindi in atto un forte movimento di riequilibrio, che comunque, personalmente dissentendo da quanto scritto in qualche post addietro, produrrà nn di certo un nuovo ordine mondiale ma porrà probabilmente le basi per un nuovo ordine mondiale che andrà a realizzarsi credo nei prossimi 20/30 anni…ed anche in questo caso la similitudine con il ’29.E spero che poi la cosa si fermi li’. Perché il passo successivo fu la WW II e stante gli Ahmadinejadd che si inventano di lanciare satelliti in orbita (che è il modo + brutale per dire: abbiamo i missili intercontinentali...ed unito al fatto che in tutta probabilità l' atomica già ce l' hanno...)....
 
Buffett's metric says it's time to buy

According to investing guru Warren Buffett, U.S. stocks are a logical investment when their total market value equals 70% to 80% of Gross National Product.

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(Fortune Magazine) -- Is it time to buy U.S. stocks?
According to both this 85-year chart and famed investor Warren Buffett, it just might be. The point of the chart is that there should be a rational relationship between the total market value of U.S. stocks and the output of the U.S. economy - its GNP.
Fortune first ran a version of this chart in late 2001 (see "Warren Buffett on the stock market"). Stocks had by that time retreated sharply from the manic levels of the Internet bubble. But they were still very high, with stock values at 133% of GNP. That level certainly did not suggest to Buffett that it was time to buy stocks.
But he visualized a moment when purchases might make sense, saying, "If the percentage relationship falls to the 70% to 80% area, buying stocks is likely to work very well for you."
Well, that's where stocks were in late January, when the ratio was 75%. Nothing about that reversion to sanity surprises Buffett, who told Fortune that the shift in the ratio reminds him of investor Ben Graham's statement about the stock market: "In the short run it's a voting machine, but in the long run it's a weighing machine."
Not just liking the chart's message in theory, Buffett also put himself on record in an Oct. 17 New York Times op-ed piece, saying that he was personally buying U.S. stocks after a long period of owning nothing (outside of Berkshire Hathaway (BRKB) stock) but U.S. government bonds.
He said that if prices kept falling, he expected to soon have 100% of his net worth in U.S. equities. Prices did keep falling - the Dow Jones industrials have dropped by about 10% since Oct. 17 - so presumably Buffett kept buying. Alas for all curious investors, he isn't saying what he bought.


http://money.cnn.com/2009/02/04/magazines/fortune/buffett_metric.fortune/index.htm
 
E perchè no 50% ?

Buffet è nella categoria "finanziarie di partecipazione", per cui ha un conflitto di interesse.

Peccato lo stimo molto. Peccato.

Pierluigi
 
il ragionamento potrebbe anche starci ... ma era valido con livelli di indebitamento insostenibili. A spanne ....in una fase di deleverage complessivo .... quel 70% del pil lo sostituirei con un 50% o sotto....
 

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