DAL 4 MAGGIO USCIREMO SCAGLIONATI. SECONDO ME C'E' UNA VOCALE SBAGLIATA

L'immagine parla.
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“Mes vantaggioso, non è la Troika”
 
La via della schiavitù” è il titolo del più importante libro di Friedrich von Hayek, premio Nobel per l’economia nel 1974
e tra i maggiori teorici del liberalismo economico.

Richiamo questo titolo perché calza a pennello alla situazione del nostro Paese, che al grido “debito, debito, debito!” sta scivolando nella schiavitù.

Il debito, se di entità spropositata rispetto alla ricchezza prodotta e prolungato nel tempo, rende schiavi.

Un Paese schiavo in economia non ha futuro di libertà in nessun altro campo.

È la democrazia, raschia raschia, a diventare un sistema di cartapesta.

Il doppio rischio, oggi, è che la grande depressione trasformi lo Stato in decisore onnipresente, così in economia,
come nella vita sociale e in quella individuale, e che consenta a forze esterne di controllare – ancor più di quanto non facciano adesso –
lo Stato stesso, il sistema produttivo e quello di finanza pubblica e poi giù giù, fino ai cittadini.

L’avanzamento tecnologico, le intelligenze artificiali, i nuovi media,
gli algoritmi possono completare in pochi anni l’opera di riduzione della democrazia.


Fermare il vento con le mani non è possibile, lo sappiamo, come non è possibile fronteggiare la depressione senza un iniziale indebitamento.

Non importa essere keynesiani per accettare questa realtà.



Libertà versus sopravvivenza: è scontro tanto antico quanto antico è l’universo mondo.

La strada del debito, però, non può essere la sola percorribile neanche nell’immediato.

Di certo non può esserlo a medio termine, perché il debito, quando eccessivo
e utilizzato specialmente per finanziare spese assistenziali o improduttive,
non è in grado né di ripagarsi da solo, né di garantire un incremento della domanda interna sufficiente per stabilizzare la crescita,
che nell’immediato, con l’immissione di debito nel circuito dell’economia, può anche esserci.

Gli effetti negativi che si produssero sulle economie dei Paesi occidentali, ad iniziare dagli Stati Uniti d’America,
che negli anni sessanta del novecento seguirono la politica dell’indebitamento,
sono la dimostrazione storica dell’errore di fondo che accompagnò quelle politiche.

L’eccesso di debito prolungato nel tempo è figlio di un’ideologia distorta, che neppure Keynes riteneva di poter accettare.

Distorta perché vede nel moltiplicatore della spesa la soluzione magica ad ogni problema.

Ad oggi, chi tiene le redini del nostro Paese sembra non saper guardare oltre al debito.

È una scelta che ci indebolisce agli occhi della comunità internazionale e degli investitori,
e che crea grande insicurezza interna negli imprenditori, nei lavoratori, nei professionisti.

“Ve lo avevo detto”. Così Friedrich von Hayek si congedò dal mondo nel 1992 parlando della schiavitù
prodotta dagli esasperati e prolungati interventismi statali.

Già: “Ve lo avevo detto”.


Di Friedrich von Hayek la mamma non ne fa più !
Purtroppo.

Dal glorioso liberismo della prima metà del 20esimo secolo, al neo-liberismo ladro del 21esimo.

Il neo-liberismo del club dei nababbi, che travasa nelle proprie tasche la ricchezza dei popoli.
Il neo-liberismo che compra politici e pennivendoli per obbligare gli Stati a fare l'interesse dei nababbi.
Il neo-liberismo che ha bisogno degli Stati, che controlla gli Stati, che trasforma gli Stati in oligarchie.
Il neo-liberismo che è più statalista del bolscevismo.
 
Ed è per i motivi sopra citati che il mio cell è gelosamente custodito in casa...........
........essendo anziano posso vivere senza.

Lo sapete che c'è ancora qualche cabina telefonica funzionante.......
 
L’Italia evita, per il rotto della cuffia, il downgrading da parte di Standard & Poor’s del debito italiano a junk.

Invece , con un po’ di sorpresa, ha confermato il livello BBB del debito tricolore.

Questa tendenza era già emersa durante la giornata ed infatti lo Spread, partito a livelli molto alti, si è pian piano sgonfiato durante la giornata.

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La situazione comunque può cambiare in qualsiasi momento, a seconda di come andranno le cose con la BCE,
perchè si afferma, chiaramente , che tutto tiene fino a quando la BCE comprerà il titolo.

Senza la BCE , con un deficit atteso del 6,3% a causa delle ricadute negative del Covid-19,
il debito non potrebbe essere sopportato, o avrebbe un andamento molto negativo.

Standard & Poors, naturalmente si riserva di rivedere il rating a seconda dell’andamento futuro del debito e dell’economia.

Quindi questa promozione è solo temporanea, come mette il luce l’outlook negativo.

Tutta la relazione sembra scritta da un comitato congiunto fatto da Reigling (MES) e dalla Lagarde,
nel senso che la causa della minore crescita è “La rigidità del mercato del lavoro”.

Non si capisce che lavoro dovrebbero fare gli italiani,senza domanda interna,
ma speriamo che la leggano i pentastellati così ci portano un bel po’ di Jobs Act e renderanno il lavoro iperflessibile….
 
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti;
ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi;
né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa,
perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello.
Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.


Oggi all’ordine del giorno presentato da Giorgia Meloni che diceva

“L’Italia non acceda in alcun caso al MES”,

solo 7 grillini hanno votato contro il diktat del partito, che ovviamente ha ingannato tutto il suo popolo facendogli credere,
sin dalla risoluzione farlocca del novembre scorso, che erano assolutamente contrari al MES.

Adesso, forse, rischiano l’espulsione per avere votato coerentemente con quanto proclamato da mesi, a parole.

I deputati sono Pino Cabras, Antonio Lombardo, Alvise Maniero, Dalila Nesci, Raphael Raduzzi, e Giovanni Vianello
mentre uno si è astenuto (Valentina Corneli). Troppo pochi, naturalmente.

Cari colleghi del M5S, ci sono momenti in cui la storia chiama,
ci sono momenti in cui si viene messi di fronte a un bivio e dobbiamo decidere da che parte stare.

Abbiamo presentato un ordine del giorno che non lascia spazio a libere interpretazioni: o sì o no al MES.

Oggi dovevate scegliere se stare con chi vuole svendere l'Italia o con chi vuole difenderla.

Gepostet von Giorgia Meloni am Freitag, 24. April 2020

Qui la realizzazione plastica di cosa sono il M5S:

Questo è il voto che si è appena tenuto in Parlamento sull'odg di Fratelli d'Italia che diceva chiaramente "l'Italia non acceda in alcun caso al Mes".
L'ordine del giorno è stato respinto, ovviamente con i voti della sinistra, ma anche con quelli del M5S
che anche stavolta TRADISCE ed esegue gli ordini del Pd. Che vergogna.

Gepostet von Giorgia Meloni am Freitag, 24. April 2020

Alla seduta di oggi, poi, voci si sono levate fuori dal coro.

Come quella cristallina, coerente, integra della Sara Cunial: mi preme metterla qua, per onorare la (poca) libertà che ci è rimasta
e l’esercizio di essa nella massima istituzione dedita alla rappresentazione della voce del popolo (“che è sovrano”).

Ex M5S, espulsa:


E poi infine Vittorio Sgarbi, che a modo suo, difende libertà e verità:

 
In Italia sta circolando un video con un poliziotto armato
che interferisce bruscamente nella celebrazione della Messa in un piccolo paese del nord Italia, Lombardia,
ordinando al sacerdote di interrompere immediatamente la celebrazione e di allontanare i praticanti.

Il sacerdote rifiuta e prosegue la Messa, dicendo al carabiniere che ha solo 13 partecipanti
ben distanziati tra loro e che ognuno di loro indossa una mascherina.

Il sacerdote sarà poi multato di 680 euro, e ogni partecipante di 280 euro,
tutti per aver violato le misure governative in vigore contro gli assembramenti pubblici dovuti a Covid-19.

E pazienza se il poliziotto non conosce il Codice penale italiano che stabilisce (art.405)
che chiunque interrompe i riti religiosi all’interno di un’area pubblica o di un edificio pubblico
(in questo caso una chiesa) può essere punito con la reclusione fino a 2 anni
.

Per non parlare dell’art. 19 della Costituzione che tutela specificamente la libertà di culto e di religione.

L’attuale governo italiano, probabilmente il peggiore mai avuto nella storia recente e remota italiana,
ha abbandonato qualsiasi apparenza di decenza e di rispetto delle leggi fondamentali come la Costituzione italiana
che – teoricamente – dovrebbe essere al di sopra di ogni altra legge del Paese.

Questo episodio è solo un’altra delle tante scene orwelliane che chiunque avrebbe definito impossibile solo poco tempo fa.

Gli italiani si stanno rapidamente abituando a scene da incubo che potrebbero benissimo essere la trama di un film horror trash,
come convogli dell’Esercito che trasportano cadaveri dalle zone più colpite per essere cremati altrove
e senza onoranze funebri (e soprattutto senza autopsia), droni ed elicotteri che volano sopra un passeggiatore solitario
lungo una spiaggia o in un parco pubblico, poliziotti che minacciano e multano chiunque venga sorpreso all’aperto “senza motivo”.
[Pensiamo alle multe date a genitori in macchina che trasportavano la figlia all’ospedale o medicinali alla suocera, NdTr]

Gepostet von Maria Polizzi am Sonntag, 19. April 2020


Ragionevolezza, logica, decenza e buon senso sono tutti andati a quel paese
ed in un lasso di tempo che nessuno mai avrebbe potuto immaginare solo pochi mesi fa.

La principale autorità morale da cui ci si sarebbe aspettato che almeno mettesse in discussione
l’attuazione di queste misure folli ha rapidamente abdicato al suo ruolo.

La chiesa cattolica, infatti, ha rapidamente adottato misure che nella maggior parte dei casi
sono andate ben al di là di quanto richiesto dalle autorità pubbliche, chiudendo chiese, messe e funerali, senza se e senza ma.

E, come nel caso del sacerdote che ha insistito per celebrare la messa, liquidandolo rapidamente come un emarginato ribelle e inopportuno.

A tutto questo si aggiunge l’attuale governo italiano, alias La Junta, che ci ricorda
una giunta militare sudamericana che ha dirottato il potere con un colpo di Stato.

Chiamate questo colpo di stato come volete, Pandemia, Covid-19, Corona Virus, come volete.

Le libertà civili sono state sospese anche ben oltre le necessità mediche e la ragionevolezza,
molto peggio che in qualsiasi altro Paese europeo
.

I governi italiani di oggi sembrano la replica di un governo fantoccio creato da potenze straniere,
proprio come nel 1943, dopo che l’Italia fu divisa in due governi, uno a sud nella zona occupata dagli Alleati
e uno a nord nella zona occupata dai tedeschi.

Nessuno ha eletto questo governo, i suoi ministri, il primo ministro, i vice ministri.

Appartengono a una strana coalizione di vecchi nemici giurati diventati dall’oggi all’indomani
come vecchi amici d’infanzia uniti dall’interesse di spartirsi il potere.

Il M5S (Movimento 5 stelle) e il PD (Partito Democratico) si prendevano a pugni prima di formare questo nuovo governo nel 2019,
in quello che era evidentemente una tipica commedia all’italiana.

Ora vanno d’amore e d’accordo, non solo politicamente, ma anche, che coincidenza!, geograficamente.

Oltre ad alcuni ministri e viceministri, la maggior parte dei membri di questo governo sono del Sud Italia, compreso il Premier Conte.

La stragrande maggioranza di loro non vanta la sia pur minima esperienza lavorativa, se non quella di politico fin dalla tenera età.

Dopo una serie innumerevole di nuove misure e restrizioni, il più delle volte contraddittorie,
ed in aperta violazione delle leggi costituzionali, il governo ha finalmente imposto un lockdonw nazionale a partire da metà marzo,
quando era davvero troppo tardi, quando migliaia di persone provenienti da tutta Italia avevano avuto il tempo di tornare nelle loro città
e nei loro paesi d’origine provenendo dalla zona più colpita, la Lombardia.

Il fatto che la pandemia non si sia effettivamente diffusa – se non in pochi casi isolati – nel Sud Italia è stata una benedizione,
in quanto sarebbe potuto rivelarsi un disastro di proporzioni bibliche, dato che il sistema sanitario pubblico del Sud
è notoriamente al di sotto di standard decenti, almeno al di sotto della capacità di affrontare una tale emergenza.

Sfortunato, o meglio senza speranza, l’attuale ministro della Sanità pubblica italiano, Roberto Speranza
(sic Speranza!) è un esempio calzante di come funziona questo governo
.

Laureato in scienze politiche e senza alcuna esperienza in campo medico, ha nominato un team di (cosiddetti) esperti
guidati da un altro esperto che ha dichiarato di essere membro dell’OMS, tra gli altri riconoscimenti e successi medici.

Ma solo pochi giorni fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è sentita in dovere di rilasciare una dichiarazione ufficiale
in cui si licenzia formalmente il dottor Walter Ricciardi, l’ultra-esperto voluto dal ministro senza speranza, come non facente parte dell’OMS,
avvertendo che le sue opinioni “non sono da associare” a quelle dell’OMS.

In realtà il tizio è un ex attore di serie B in film italiani poco noti, ma una laurea in igiene medica
e le giuste conoscenze politiche gli erano valse un posto al sole come direttore dell’ISS (Istituto Nazionale Italiano di Sanità) fino al 2018,
quando si dimise dopo che un’inchiesta rivelò le sue collaborazioni (mentre era direttore dell’ISS) con aziende farmaceutiche,
e per i suoi sforzi di rendere obbligatorio un vaccino contro il meningococco B che si rivelò del tutto inutile.

Non ci vuole una Laurea in scienze politiche per accorgersi che si tratta di un governo fatto di patetiche marionette,
la cui unica preoccupazione è quella di mantenere il più a lungo possibile i loro (redditizi) posti di lavoro
seguendo gli ordini che gli vengono impartiti quotidianamente da Bruxelles, o da Berlino.

Quando Paesi esteri hanno offerto il loro aiuto, come la Russia, nonostante le dichiarazioni di calorosa gratitudine
della maggior parte delle autorità locali più colpite dal virus, sono praticamente scomparsi da MSM
gli aggiornamenti sull’operato delle squadre russe nel nord Italia.

Questo è accaduto dopo che La Stampa, notoriamente uno dei maggiori esponenti dell’establishment europeo a Torino,
ha espresso dubbi sulle “vere motivazioni” della generosità della Russia con l’Italia.

Tutti concordano sul fatto che le restrizioni imposte agli italiani e alle loro libertà civili
non sono solo draconiane: sono insensate anche da un punto di vista di medicina di base,

ufficialmente attuate per ridurre la diffusione del virus, ma in realtà per distruggere il morale e la volontà delle persone.

Perché è così?

Perché il peggio deve ancora venire.

La volontà e la risoluzione degli italiani devono essere spezzate per inaugurare tagli e “riforme” alla greca
che metteranno in ginocchio l’Italia, costretta quindi ad accettare qualsiasi misura imposta dall’Ue.

L’acronimo onnipresente in questi giorni in Italia non è Covid.

È MES, che sta per Meccanismo europeo di stabilità.

Saltando tutti i non necessari tecnicismi, passiamo a ciò che significherà per l’Italia in termini semplici.

Questo governo burattino, avendo ostinatamente rifiutato di adottare misure economiche
che tutti gli altri Paesi europei hanno attuato, sta semplicemente esponendo l’economia a gravi rischi di default.

Quando ciò diventerà inevitabile, allora il MES interverrà e costringerà l’Italia, per “salvarsi” dal collasso totale,
ad accettare una macabra varietà di misure di “ripresa”, proprio come è successo alla Grecia negli anni precedenti.

E’ un déjà-vu, sempre lo stesso.

Come nel 2011 quando le improvvise – forzate – dimissioni dell’ex premier Berlusconi fecero formare
all’allora Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano un nuovo esecutivo non eletto
incaricato delle “riforme economiche” guidate dall’euro-tecnocrate Mario Monti, così si ripete il calvario nel 2020,
per gentile concessione del nemico invisibile (cfr. Covid-19), e l’inevitabile improvviso arresto dell’economia italiana,
è stata nominata dal Presidente italiano Mattarella una “task force” di esperti che sovrintendono alle politiche economiche del governo.

Entra in scena Vittorio Colao, il cui curriculum è praticamente un cliché che non vale neanche la pena di citare.
L’ex CEO di Vodafone, MBA ad Harvard, esperienze in Morgan Stanley, McKinsey, Unilever e la lista potrebbe continuare all’infinito.
Per non parlare del suo rapporto personale con Bill Gates, George Soros e affini.

Subito dopo la nomina, Colao ha chiesto per sé e per i suoi colleghi “esperti” l’immunità civile e penale completa.

Pensate che una richiesta così – come dire – particolare abbia fatto notizia? Non proprio.

E se in qualche modo è uscita la notizia, lo dobbiamo a qualche rappresentante dei partiti dell’opposizione
che ha fatto la soffiata su una richiesta così singolare [Borghi].

Completo silenzio su MSM.

Cosa dobbiamo pensare?

Che questo gruppo di esperti ha evidentemente intenzione di infrangere le leggi esistenti, a dir poco.

Sarà interessante vedere cosa succederà nelle prossime settimane.

Nel frattempo, gli italiani sono sempre più stanchi di questo brutale e inutile isolamento
e molto probabilmente non aspetteranno per poter uscire fino al 4 maggio.
 
Il ridicolo balletto sul Mes, che ieri alla Camera ha visto sette grillini unirsi ai proclami anti-Ue di Meloni e Salvini
mentre il premier (coadiuvato da par loro da Beppe Grillo e Vito Crimi) si arrabatta per far ingoiare ai Cinque stelle il sì al prestito, è solo la punta dell'iceberg.

I problemi interni con cui è alle prese il capo del governo sono assai più vasti:
la tensione tra M5s e un Pd che tenta di uscire dal letargo che finora lo ha schiacciato sui grillini
sta creando forti tensioni sulla distribuzione delle risorse, come dimostrano gli scontri sul Def.

La Fase 2 è un gigantesco rebus, e Conte si mostra sempre più ansioso di riprendersi la regia,
preoccupato di essere oscurato (e magari un domani sostituito) dai «tecnici».

E infatti fa filtrare, tramite lo house organ contiano del Fatto, la sua «delusione» e «irritazione», addirittura «gelo», nei confronti di Vittorio Colao.

«Ora la politica (che sarebbe lui, ndr) rientra in scena», fa sapere.

Per questo ieri ha convocato una riunione di maggioranza sulla Fase 2,
che serviva a dimostrare che le decisioni su come riaprire le prende lui, con tanti saluti a Colao.

È andato però in scena un altro scontro tra i grillini e Pd e Italia viva:

«Soldi non per sussidi ma per la ripresa», è lo slogan renziano.

Quello del Mes resta però un caso plateale, che farebbe molto ridere se non facesse piangere:
i 37 miliardi, a tasso vantaggiosissimo e senza condizioni, se non quella di usarli per l'emergenza sanitaria,
servono come il pane, costituiscono quasi la metà delle risorse mosse finora dal governo
e sono gli unici effettivamente sul tavolo europeo in attesa di accordi sul Recovery Fund.

Per questo Conte ha alzato trionfalmente i toni, dopo il Consiglio europeo di giovedì,
annunciando sue vittorie epocali (che a Bruxelles non risultavano) e chiamando a raccolta i big della Casaleggio,
Grillo in testa, a far la ola: occorre indorare il pillolone, quando si andrà chiedere in Parlamento il via libera all'uso del Mes, come promesso.

I 5s sono frastornati, dopo aver strillato per mesi «meglio morti che Mes»,
e aver sentito lo stesso premier giurare che mai e poi mai avrebbe attivato il prestito.

Ma i più, come dimostra il voto di ieri (sia pur seguito da infinite precisazioni e capriole dialettiche) sono pronti a dar via libera,
pur di non mettere a rischio governo e poltrone.

Conte lo ha spiegato ai capi grillini: «Il Mes in parlamento passerà di sicuro, ma se fate diventare decisivi
i voti di Forza Italia sarà difficile evitare sconquassi all'esecutivo».

Il timore della concorrenza sovranista attanaglia però M5s, e quindi si sta tentando di «addomesticare» la fronda:
un gruppetto di parlamentari, purché numericamente irrilevante, avrà licenza di sparare contro.

Ieri a Montecitorio è andata in scena la prima prova: la Meloni, per «stanare Conte», ha presentato un ordine del giorno che diceva «Mai il Mes».

La maggioranza, M5s inclusi, lo ha sonoramente bocciato, 216 a 119, con Forza Italia che prima vota contro l'odg
e poi corregge: «Volevamo non partecipare al voto», spiega Gelmini.

Un sostanziale sì al Mes, tra strilli e bagarre in aula.

Una fronda di sette pasdaran M5s ha però votato con Fdi e Lega.

Mettendo in difficoltà il partito, con i dirigenti costretti ad arrampicarsi sugli specchi per dire che la linea resta il no,
ma che il no lo deve dire Conte e non la Meloni. Quando poi Conte dirà sì, si vedrà il da farsi.
 
"Il primo consiglio fondamentale è non essere preoccupati".

Parole rassicuranti, che arrivavano dagli esperti quando, a fine gennaio,
il nuovo coronavirus stava mettendo in ginocchio la Cina.

Ma in Italia, l'arrivo della pandemia sembrava un'evento improbabile.

Con il passare dei giorni, però, anche il nostro Paese ha sperimentato la vulnerabilità al Sars-CoV-2
e l'aggravarsi della situazione è andato di pari passo con il cambiamento dei toni degli esperti.


"È un evento fondamentalmente centrato in Cina", diceva il presidente dell'istituto superiore della Sanità (Iss),
Silvio Brusaferro, lo scorso 31 gennaio, spiegando come in quella fase
bastasse prestare "attenzione all'igiene personale, le stesse misure per evitare l'influenza".

L'epidemia da nuovo coronavirus, infatti, era ancora confinata alla Cina e i pochi casi verificatisi in altri Paesi
erano tutti riconducibili ai dintorni di Wuhan, epicentro del contagio.

Inoltre, il blocco dei voli messo in atto dall'Italia faceva pensare a una diminuzione della "probabilità di arrivo di pazienti infetti".

A inizio febbraio, Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Iss, spiegava che :

"la diminuzione del volume di passeggeri in arrivo da zone a rischio riduce la probabilità di introduzione dell'infezione attualmente,
ma ciò non vuol dire che il peggio sia passato in quanto bisogna tenere altissima l'attenzione
finché i focolai cinesi particolarmente attivi non saranno posti sotto controllo".

Inoltre, l'esperto aggiungeva come "non essendoci attualmente circolazione del nuovo coronavirus in Italia,
la stragrande maggioranza delle febbri rilevate in questo momento sono attribuibili al virus influenzale".

Niente che lasciasse presagire l'arrivo del Sars-CoV-2 in Italia.

Parole rassicuranti
arrivavano anche dalla virologa Ilaria Capua che, ospite di In mezz'ora in più su Rai3 il 9 febbraio, spiegava:

"Fuori dalla Cina, solo uno o due decessi, e non forme gravi, mi sento di rassicurare italiani ed europei.
La Cina con la propria quarantena sta rallentando l'uscita dell'infezione permettendo agli altri Paesi di organizzarsi".

Il 13 febbraio, Giovanni Rezza, sosteneva che febbre e tosse fossero da attribuire all'influenza:

"In questo periodo in cui il nuovo coronavirus non è ancora presente in Italia,
i sintomi nella stragrande maggioranza dei casi sono attribuibili all’influenza".

Il giorno dopo, la virologa Capua aveva avvisato che il coronavirus sarebbe arrivato in italia.
E infatti, il 21 febbraio 2020, è stato registrato a Codogno il primo italiano contagiato.

"Nessuna epidemia in Italia"
Il 22 febbraio, però, c'era chi parlava di "eccessivo allarmismo", ricordando che

"19 casi su una popolazione di 60 milioni di abitanti rendono comunque il rischio di infezione molto basso".

A sostenerlo era Giovanni Maga, direttore Cnr-Igm, Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche.

Secondo l'esperto, al di fuori delle zone del focolaio "la situazione rimane come nelle scorse settimane".

E precisava: "Non serve correre al pronto soccorso nè chiudersi in casa.
Ricordiamo che al momento parliamo di un gruppo (cluster) di pochi casi localizzati e i cui contatti sono tracciati attivamente".

Nulla faceva pensare che la situazione si sarebbe aggravata.

"Non c'è un’epidemia di Sars-CoV2 in Italia", affermava Maga.

Allo stesso tempo, però, prendeva in considerazione anche la possibilità di un cambiamento della situazione.

Parlava di "altri piccoli focolai come quello attuale".

Per questo aveva ribadito: "Al di fuori dell’area limitata in cui si sono verificati i casi,
il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale.
Seguendo le elementari norme di igiene, soprattutto levandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati,
ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non lavate".

"È come l'influenza". La lite Gismondo-Burioni
"Si è scambiata un'infezione appena più seria di un'influenza per una pandemia letale. Non è così",
sosteneva il 23 febbraio Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di analisi dell'ospedale Sacco di Milano,
convinta che intorno al Covid-19 si fosse creato un eccessivo allarmismo,
tanto da lanciare un appello per chiedere di "abbassare i toni".

Una dichiarazione che aveva trovato in disaccordo il virologo Roberto Burioni:
"Qualcuno, da tempo, ripete una scemenza di dimensioni gigantesche: la malattia causata dal coronavirus sarebbe poco più di un’influenza.
Ebbene, questo purtroppo non è vero- scriveva su Medical Facts- In questo momento in Italia sono segnalati 132 casi confermati
e 26 di questi sono in rianimazione (circa il 20%). Sono numeri che non hanno niente a che vedere con l’influenza
(i casi gravi finora registrati sono circa lo 0,003% del totale). Questo ci impone di non omettere nessuno sforzo per tentare di contenere il contagio.
Niente panico, ma niente bugie".

Nel "dibattito" tra i due esperti si era inserita anche la virologa Capua che, in un'intervista al Corriere Adriatico aveva dichiarato:
"Bisogna comportarsi come se fosse in arrivo una brutta influenza".

Per questo, aveva aggiunto, "credo che ci sia un allarme mediatico non giustificato dal comportamento reale dell'infezione".

L'epidemia in Italia
Diverso, invece, il parere dell'epidemiologo Pierluigi Lopalco, che tuonava:

"Basta paragonare influenza e Covid-19. Una sciocchezza infinita! I virus influenzali li incontriamo ogni anno,
siamo abituati alla loro presenza. Il coronavirus SarsCoV2 è un perfetto sconosciuto per il nostro sistema immune.
Il servizio sanitario nazionale deve prepararsi a ricevere l'impatto di un'onda anomala".

La situazione in Italia stava iniziando ad aggravarsi, lasciando presagire un'evoluzione negativa dell'epidemia.

E, infatti, all'inizio di marzo, Silvio Brusaferro aveva spiegato:

"La situazione è in rapida evoluzione, va monitorata costantemente per eventualmente rafforzare le misure da adottare".

Pochi giorni dopo, nel corso della conferenza stampa della protezione civile, aveva aggiunto:

"È importante che nessuno si senta immune e ognuno si senta coinvolto nell'adottare misure che aiutino a contenere i contagi.
Bisogna adottare queste misure come standard. L'attenzione verso queste misure è molto importante".

Nello stesso periodo, il virologo Burioni scriveva sui social, tradendo preoccupazione, di avere

"la sensazione che molta, troppa gente non abbia capito con che cosa abbiamo a che fare.
Forse alcuni messaggi troppo tranquillizzanti hanno causato un gravissimo danno inducendo tanti cittadini a sottovalutare il problema".

Ed era tornato sul dibattito virus-influenza, sottolineando:

"Questo virus non è un’influenza, ora è sotto gli occhi di tutti, centinaia di morti, rianimazioni strapiene".

"Bisogna prendere misure su tutto il territorio nazionale, fare due mesi di sacrifici per contenere questo virus che non è un'influenza",
aveva precisato Giovanni Rezza il 9 marzo, il giorno in cui il governo ha deciso di mettere l'italia in lockdown.

Verso la pandemia
"Ora che il coronavirus ha messo piede in così tanti Paesi, la minaccia di una pandemia è diventata molto reale".

Così il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus,
aveva descritto la situazione globale legata al nuovo coronavirus nei primi giorni di marzo.

Ma, aveva aggiunto, "sarebbe la prima pandemia nella storia a essere controllabile".

Per questo, nonostante le pressioni da parte di diversi Paesi, l'Oms non aveva dichiarato la pandemia,
lasciando il coronavirus al livello di una "epidemia irregolare a livello globale" e ricordando la linea di fondo:

"Non siamo in balia di questo virus".

Ma due giorni dopo, l'11 marzo 2020, l'Oms ha dichiarato la pandemia.

"Nelle ultime due settimane, il numero di casi di Covid-19 al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte e il numero di paesi colpiti è triplicato",
aveva annunciato il direttore generale, specificando come questa non sia "solo una crisi di salute pubblica, ma una crisi che toccherà tutti i settori".

"Per noi cambia poco", aveva commentato Roberto Burioni, dopo la decisione dell'Oms,
invitando i cittadini a rimanere a casa, seguendo le indicazione che il governo aveva già diffuso a inizio marzo.

E aveva ribadito: "Basta minimizzare, non siamo bambini di 5 anni. Il virus non è un'influenza, non muoiono solo i vecchi e i malati.
Ormai direi che questo è chiaro a tutti".

Dello stesso avviso anche Giovanni Rezza: "La dichiarazione di pandemia a noi non aggiunge molto.
Ci colpisce poco che l’Oms dichiari la pandemia, noi abbiamo un’epidemia dentro casa".
 
Non è proprio come nella magistrale opera teatrale di Thomas Stearns Eliot,
Assassinio nella cattedrale
quanto avvenuto l’altro giorno nel Cremonese,
ma il fatto ci dà la cifra esatta di quale livello di despotismo abbia raggiunto il nostro Paese.

Il dramma scritto da Eliot nel lontano 1935, ispirato all’omicidio dell’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket
eseguito da alcuni armati nel 1170, nella cattedrale omonima, era una critica al regime nazista
e ciò che riguarda Don Lino Viola, parroco di Gallignano, frazione di Soncino in provincia di Cremona,
fa temere un clima simile a quello prospettato nel dramma dello scrittore britannico.

Se alle Forze dell’ordine italiane, e soprattutto alla “Benemerita” va sempre il nostro plauso,
mi duole il cuore vedere dei militi dell’Arma, sebbene ligi al proprio mandato e come tali usi “obbedir tacendo”,
intervenire a fermare, a cercare di fermare in realtà dacché l’ottimo sacerdote non si è fatto intimidire
e, fedele a Cristo – così come i Carabinieri sono fedeli nei secoli allo Stato –
ha proseguito il proprio sacro ufficio, dicevo se va a loro il mio personale applauso,
in questa evenienza temo essi abbiamo ecceduto in zelo, dacché la situazione del luogo sembra fosse tutt’altro che rischiosa per i radi presenti.

E se ricordiamo che vi fu un tempo nel quale persino gli uomini d’arme entravano nella Casa del Signore con devozione e rispetto
e anche sacro timore, questo oggi è del tutto scomparso.

Un cavaliere, consacrato tale, aveva il diritto di entrare in chiesa armato, perché suo era il diritto di portare armi e amministrare Giustizia,
ma nessuno doveva osare interrompere un sacro rito.

Ecco perché l’assassinio di Thomas Becket fu un duplice crimine, perché non solo si uccise un uomo,
non soltanto si trucidò un religioso, ma s’insanguinò l’altare di Dio.

Mi si dirà che non è avvenuto tanto, in quel di Soncino, durante la celebrazione domenicale nella chiesa di San Pietro Apostolo,
ma la multa comminata a ciascuno dei presenti grida vendetta, o comunque giustizia, al cospetto di Dio e anche davanti a un uomo di buon senso.

Segno dei tempi dunque, di questi tristi momenti che portano alla luce ciò che di peggio si annida nel profondo dell’animo di molti,
facendo emergere quei démoni dell’Id che altrimenti sarebbero stati contenuti, il più delle volte almeno,
da un normale vivere qual era quello italiano sino a un mese fa circa.

Personalmente avrei preferito vedere i militi dell’Arma, i fratelli di un eroe come Salvo D’Acquisto e di tanti altri Carabinieri
che hanno dato la loro vita per combattere il crimine, ignorare un parroco – a me personalmente simpatico ma questo non ha alcuna importanza –
che ha anteposto Dio e il proprio caritatevole ufficio a uno stupido virus e alla legge dell’uomo ricordando che appunto – come disse il Galileo –
“la legge è stata fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge”, intervenire a reprimere casi di abusi e di violenze,
di furti e di sopraffazioni come stanno avvenendo quotidianamente in molte parti d’Italia, al riparo dell’attuale epidemia.

Sarebbe meglio se l’Arma intervenisse laddove c’è realmente bisogno, in quelle zone della cintura poco fuori Roma – ad esempio –
dove quotidianamente avvengono occupazioni abusive, spaccio, assembramenti che potrebbero essere focolai virali incontrollati

Forse casi simili sarebbero più gravi e preoccupanti del pacifico ma strenuo Don Lino,
che con la sua tenacia ci ha dimostrato che lo spirito ecclesiastico di un tempo è ancora vivo oggi.

Abbiamo bisogno di Robin Hood forse, di un allegro brigante dal cappuccio e di un frate Tuck,
perché questi che stiamo vedendo sono i giorni cupi dello Sceriffo di Nottingham…
e se continuano dovremo scegliere la strada della foresta.

Ammesso vi sia ancora chi ne abbia il coraggio.
 

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