E NELLE MONTAGNE VADO A PERDERE LA MIA MENTE E A TROVARE LA MIA ANIMA

La notizia è semplice, lineare, come riportata ieri da Il Corriere, ma solo pagine di Torino, per carità:


«Caro fornitore, vogliamo comunicare alla sua società, per conto di Fca Italy e di Fca Poland,
che il progetto relativo alla piattaforma del segmento B di Fiat Chrsyler,
è stato interrotto a causa di un cambiamento tecnologico in corso.
Pertanto vi chiediamo di cessare immediatamente ogni attività di ricerca, sviluppo e produzione onde evitare ulteriori costi e spese».



A seguito della fusione FCA PSA le piattaforme su cui sono basate tutte le autovetture della fascia utilitaria del gruppo FIAT, dalla 500 alla nuova Panda,
non saranno più basate sul pianale unico sviluppato da Fiat in Italia ed utilizzato anche in Polonia,
ma sul pianale modulare sviluppato dalla PSA.

Quindi tutte le aziende del settore auto piemontesi, un migliaio di aziende per 58 mila posti di lavoro che, fino a ieri ,
hanno investito e ricercato nel settore auto per sviluppare la FIAT, sono diventate tutte perfettamente inutili, e possono anche chiudere.

Cosa che probabilmente faranno mettendo la parola FINE a quello che restava del settore auto in Italia.




La FCA illude i fornitori parlando della possibilità di coinvolgere i fornitori italiani nella piattaforma francese Psa-Cmp,
ma anche ad un profano appare molto improbabile inserire dei fornitori italiani su una piattaforma esistente
(è quella della 208 e della C3 e C4) sviluppata e già costruita da altri: se foste Psa lo accettereste?

Molto improbabile.

Anche se poi venisse integrata qualche azienda, quante ne rimarrebbero fuori?

La maggior parte.


Ecco quindi che una regione che per 120 anni ha puntato sull’auto, il cui indotto forniva 18 miliardi di fatturato, verrà bella mente azzerata.

Il Governo cosa ha fatto? Ha garantito un prestito da 6,3 miliardi di euro a favore di FCA,
concesso da Intesa San Paolo, che ha permesso, ed anche facilitato, questa operazione.



Questo passaggio era ben prevedibile, e ne avevamo parlato, a suo tempo:

perchè una casa automobilistica in cui il management si arrende, anzi si era già arreso da tempo, pensando solo a sopravvivere giorno per giorno,
dovrebbe combattere per difendere un’attività in cui non crede e non ha mai creduto.
Meglio lasciare andare questa zavorra, anche se è quella che, fino ad oggi, ha salvato la baracca.

I prossimi passi? La chiusura di Lancia e , probabilmente , di Alfa Romeo. Gli italiani si arrangeranno.


Un altra nota: il Corriere di Torino è l’unico che riporta la notizia, e lo fa quasi con tono di elogio del gruppo olandese,
ma non vedrete la notizia in nessun altro grande media nazionale.

Non si può disturbare il Manovratore a Roma, non si può mettere in evidenza quanto la sua strategia sia distruttiva,
su quale strada di autodistruzione industriale stia conducendo il Paese.

No, non si può fare.



Io, personalmente, non comprerò più una macchina europea,
finchè non sarà costruita da un’azienda ITALIANA in una fabbrica ITALIANA da lavoratori ITALIANI.

Piuttosto mi comprerò un’auto coreana o giapponese.

Al diavolo questa banda di approfittatori.
 
Il livello pidiota è sempre più basso........irraggiungibili.


Sempre peggio.
A sinistra l’ossessione continua e – dopo Via col Vento e i monumenti del Ventennio – investe anche il Gran Premio di Formula 1.

In particolare, quello che si correrà il 6 settembre a Monza.

Sì, perché il poster ufficiale è in stile futurista.

Quindi, fascista.

Subito è allarme, indignazione, invito a cambiarlo.

Tra l’altro sa di patriottismo e si sa, questo per i “democratici” è una specie di peccato mortale.

Dovrebbero tornare tra i banchi di scuola, i “sinistri”.

E studiare che cos’è stato il Futurismo, un movimento letterario, culturale e artistico che ha rappresentato la prima avanguardia europea.

Il manifesto raffigura una vettura di Formula 1 e sullo sfondo la Villa Reale di Monza, sorvolata dalle Frecce tricolori.

Il tutto disegnato in stile futurista.

«Le Frecce Tricolori che sorvolano la Villa Reale, il rosso che accende la passione nei cuori di milioni di appassionati.
Gli inconfondibili cordoli della nostra storica pista. In questa immagine c’è Monza, c’è l’Italia, ci siamo noi»,

scrive l’Autodromo di Monza sulla sua pagina Facebook.


Ma alcuni ritengono lo stile del manifesto del Gran Premio di Formula 1 sia troppo fascista.

«A chi il Gran Premio? A noi!», scrive su Facebook Roberto Invernizzi, ex vice presidente di centrosinistra della Provincia di Monza, richiamando la retorica fascista.


E il consigliere regionale della Lega, Andrea Monti, ritiene

«azzeccato il rimando al movimento futurista. In un momento come quello che stiamo vivendo è fondamentale
riscoprire l’elogio alla velocità che all’inizio dello scorso secolo ha dato slancio al mondo e all’umanità intera.
Spero che sia anche di buon auspicio per una veloce ripartenza della nostra economia dopo l’immane tragedia del Covid-19
che ha messo in ginocchio imprese e cittadini lombardi».
 
Il Governo, pressato dall’opinione pubblica ha parzialmente desecretato e trasmesso alla Fondazione Luigi Einaudi
una parte dei verbali dei Comitato Tecnico Scientifico fra fine febbraio ed i primi di aprile


Potere trovarli e leggerli a questo link. Purtroppo, essendo Pdf, non possiamo caricarli.


Comunque possiamo indicarvi come importante il verbale del 7/3,
quello immediatamente prcedente la fissazione del closedown completo come di particolare importanza:

infatti il Comitato Tecnico Scientifico il 7 marzo non prevedeva un closedown per tutta Italia, come poi eseguito,
ma uno limitato al Nord Italia, e neanche poi tutto, dato che si fermava ad alcune province della Liguria, del Piemonte e dell’Emilia.


Per il resto d’Italia erano previste norme di distanziamento, ma non una chiusura totale, e questo avrebbe evitato il crollo del PIL a cui abbiamo assistito.
Soprattutto il Sud Italia avrebbe visto buona parte delle proprie attività commerciali continuare a funzionare,
anche se con modalità ristrette simili a quelle implementate dopo la metà di maggio.



Quindi il governo, sospettiamo spinto dal terrore di un paio di governatori che avevano le elezioni alle porte,
cioè Emiliano e De Luca, invece di contenere duramente i focolai e di lasciar sopravvivere il resto, decise di applicare il closedown stretto a tutta Italia.

I danni per l’economia sono stati enormi, anche in zone dove i casi sono stati minimi, se non nulli,
e se si fossero seguite le indicazioni del CTS regioni come Umbria, Molise, Basilicata e Calabria avrebbero potuto continuare ad operare,
pur con diverse restrizioni, anche mentre la Lombardia ed il Nord più colpito erano in closedown.

In questo modo si sono danneggiate regioni e popolazioni senza avere un ritorno pratico.


Comunque ci sono ancora molti verbali da desecretare, soprattutto quelli relativi alla riapertura,
che sarebbe molto interessante conoscere.
 
E bibì e bibò. E virus qui. E virus là.
Eeeeeehh la mettono giù dura. Terrore. Terrore.
Gli infetti aumentano. Altolà. Chi va là.........
Giornalai da strapazzo. "scienziati" avvinazzati.

Poi guardo i dati della Lombardia.

118 nuovi positivi, ai quali hanno rilevato tracce del virus
( per forza se ne abbiamo dichiarati 249.000 e l'altro giorno han detto che sono almeno 1.500.000
- io dico che son anche 4/5 milioni - è chiaro che dai tamponi saltano fuori le tracce del virus pregresso).

Ma quanti di questi sono stati ricoverati ? 4 QUATTRO

Quante persone sono state dimesse oggi dai reparti ospedalieri ? 208 DUECENTOOTTO

Quante ce ne sono in terapia intensiva : 11 UNDICI. Letto bene ? UNDICI in tutta la Lombardia.
 
Le immagini dei satelliti russi ed americani stanno dando un’idea chiara del’enorme danno causato dall’esplosione dei 2750 tonnellate di nitrato di ammonio,
un concime altamente esplosivo, malamente stoccato nel porto di Beirut e quindi esploso con una potenza nucleare.

Il termine non è usato a caso dato che un Kiloton è un’esplosione da 1000 tonnellate di tritolo.

Qui il materiale esplosivo era più che doppio.



Qui le immagini dei satelliti americani, riportate dalla CNN


Prima


beforeport.png




Dopo,


afterport.png



Il cratere prodotto dall’esplosione è enorme, e tutti gli edifici circostanti sono stati rasi a suolo.


Ecco una foto dai satelliti russi proposta da RT


russian-satellite.jpg



qui potete vedere l’estensione del danno nella città e quante case siano state danneggiate.

Si calcola che 200 mila abitanti abbiano o perso la casa o subito gravi danni.


La potenza ha perfino affondato una nave da crociera, la Oriental Queen, lunga 120 metri,
che era ormeggiata a diverse centinaia di metri dall’esplosione.

Sulla nave ci sono stati due morti fra il personale:



sunken-ship.jpg



Come mai una così grande quantità di Nitrato di ammonio era conservato in un singolo deposito?

Secondo RT si trattava del carico della MV Rhosus, una nave sequestrata nel lontano 2013 dalle autorità libanesi
perchè in pessime condizioni mentre trasportava un carico di nitrato di ammonio.

Una carretta del mare pericolosa, ma lo stoccaggio del Nitrato per così tanto tempo a Beirut si è rivelato ancora più devastante:


rhosus.png



Il Jerusalem Post accusa Hezbollah dietro la raccolta e l’immagazzinamento di Nitrato di Ammonio,
usato spesso come base per esplosivi utilizzati dai terroristi, citando anche casi in cui in Europa, prima Londra e poi in Germania,
ingenti quantità di questo fertilizzante sono state sequestrate perchè la loro detenzione era legata in modo sospetto al terrorismo.
 
Un Movimento che è ormai più simile a un calderone ribollente che a una formazione politica.

Segnato dalle lotte per la futura leadership, dalla costante fuga di esponenti alla ricerca di fortune altrove,
da un’evidente perdita di identità che ha reso ormai il partito irriconoscibile agli elettori.

Ed ora alle prese anche con un’altra grana, in un momento già delicato: il preoccupante aumento del numero di “morosi”,
una lunga lista di parlamentari che da gennaio ha smesso di rimborsare parte della loro indennità.

Un passaggio che è da sempre al centro di vibranti polemiche e che ha visto in passato
già alcuni onorevoli pentastellati messi alla porta per non aver rispettato gli impegni presi.

E che ora si aggiunge però di una spiacevole variabile: la presenza di tanti big nella lista nera.


Ecco, allora, che scorrendo la lista dei morosi saltano subito agli occhi i nomi
di Paola Taverna,
di Riccardo Fraccaro,
di Carlo Sibilia,
di Nicola Morra.

C’è anche Manlio Di Stefano, il sottosegretario agli Esteri che in queste ore si è reso protagonista di una clamorosa gaffe
spostando magicamente Beirut dal Libano alla Libia, tanto per non farsi mancare nulla.

Nessuno degli onorevoli appena elencati ha più restituito le proprie quote a partire dal mese di gennaio.

Vero che i giorni in cui i Cinque Stelle facevano dell’onestà e della lotta all’abolizione dei privilegi della casta le loro bandiere, sembrano ormai lontanissimi.

Ma il quadro è comunque desolante per gli elettori, sempre che ce ne siano ancora.


Allargando la visione d’insieme, la falla si mostra ancora più grande.

Su 296 parlamentari totali, sono ben 79 gli onorevoli grillini indietro con i pagamenti.

Luigi Di Maio non rendiconta da aprile,

Vito Crimi da maggio.

Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora si è fermato a febbraio,

così come la titolare del Lavoro Nunzia Catalfo.

In ritardo, seppur soltanto di qualche mese, anche
Lucia Azzolina,
Alfonso Bonafede
e Roberto Fico.

Poi ci sono i latitanti di lunga e lunghissima data:

Marinella Pacifico è morosa addirittura dal giugno 2019,

mentre Paolo Nicolò Romano e Giorgio Trizzino hanno smesso di versare rispettivamente a settembre e ottobre 2019.

Un record di cui non andare certo troppo orgogliosi.


La situazione, d’altronde, è chiara a tutti.

Con un governo così instabile, tenuto insieme con un po’ di sputo e tanta voglia di rimanere seduti alle poltrone,
i rischi di un ritorno al voto sono dietro ogni angolo.

Meglio allora iniziare a farsi due conti in tasca e darci un taglio con i rimborsi.

Il Movimento, un tempo spietato nell’espellere i ritardatari, oggi non può più permettersi un simile lusso,
pena il tracollo a causa di numeri sempre meno confortanti in Aula.

E così si è passati alla linea soft:

si inviano lettere,

si chiede il rispetto degli impegni presi ma di fatto non si passa più dalle minacce ai fatti.

Anche perché, in caso contrario, di Cinque Stelle in Parlamento ne rimarrebbero veramente pochi.
 
Ha alzato un polverone suscitando parecchie critiche la notizia della proroga sullo stato di emergenza, decisa dal Governo.

Uno tra i pareri contrari è quello di Massimo Clementi, professore ordinario di virologia dell’università San Raffaele di Milano.




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All’interno di un’intervista concessa alla Stampa, il professore, uno dei più grandi esperti della materia,
afferma commentando la decisione dell’esecutivo:

“Inspiegabile. Lo stato di emergenza andava bene a a marzo e ad aprile, ma non adesso”.

Adesso quello che serve è prestare attenzione alla prevenzione, “c’è troppo allarmismo”.


“La malattia e alcune caratteristiche dell’infezione si sono modificate, la carica virale è molto più bassa”.

In virtù di questo, il professore ritiene che non sia nemmeno poi così essenziale l’utilizzo delle mascherine,

“ma è fondamentale comunque mantenere tutte le precauzioni”.



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Diminuita la carica virale si ottiene una malattia meno grave, per cui i ricoverati in terapia sarebbero una eccezione.

Secondo il Dottor Clementi, “serve attenzione, ma tornando a vivere.

Se siamo bravi come finora, “non ci sarà una seconda ondata e l’autunno sarà come adesso”.


Per quNto riguarda il rischio che procurerebbero i focolai, il docente afferma:

“I focolai sono la coda Di una grave epidemia, spesso sono composti da asintomatici, per cui serve attenzione, ma tornando a vivere”.


Sulla secretazione dei documenti del Comitato tecnico scientifico Clementi si esprime chiaramente:

“Non si capisce perchè dovessero rimanere segretati. L’omologa commissione francese è stata trasparente fin dall’inizio”.
 
E bibì e bibò. E virus qui. E virus là.
Eeeeeehh la mettono giù dura. Terrore. Terrore.
Gli infetti aumentano. Altolà. Chi va là.........
Giornalai da strapazzo. "scienziati" avvinazzati.

Poi guardo i dati della Lombardia.

118 nuovi positivi, ai quali hanno rilevato tracce del virus
( per forza se ne abbiamo dichiarati 249.000 e l'altro giorno han detto che sono almeno 1.500.000
- io dico che son anche 4/5 milioni - è chiaro che dai tamponi saltano fuori le tracce del virus pregresso).

Ma quanti di questi sono stati ricoverati ? 4 QUATTRO

Quante persone sono state dimesse oggi dai reparti ospedalieri ? 208 DUECENTOOTTO

Quante ce ne sono in terapia intensiva : 11 UNDICI. Letto bene ? UNDICI in tutta la Lombardia.
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Ma di fronte a una scelta lesiva della costituzione passata con un decreto discutibile, consci delle tragiche successive conseguenze economiche anche dove il comitato tecnico scientifico non ritenevae necessaria la chiusura .......il presidente mattarella che ruoloti ha svolto?
Se era a conoscenza e'partecipe di Un disastro senza Precedenti insieme a conte, ed il fine non giustifica i risultati.
serviva per raccattare soldi dalla ue? non tornano in modo equo ai cittadini che hanno e stanno perdendo oltre soldi la dignita', come non torneremo a livello occupazionale pre Covid con i soli soldi denari senza riforme forti a partire dal fisco iniquo e giustizia lumaca.
Talk show ci sguazzano, mentre parlamento dorme di fronte alla morte della democrazia e forse dell'intera classe sociale degli autonomi?
Le p.iva, se piccole sono i NON tutelati dai governanti di tutti i colori visti, con in testa il pd a generare odio verso chi senza mai ricever nulla e' a prori un Evasore fiscale....che in realta' con il suo lavoro mantiene tra dipendenti pubblici,e pensionati, oltre 12 persone....con aggiunta crescere debito pubblico visto che pagare TUTTE le tasse equivale a falire o indebitarsi, quindi pur se a bilancio nei fatti per ogni finanziaria la copertura arriva vera arriva con emissioni di ts.
presto ve ne accorgerete del disastro, a crollo gettito erariale imu e tari comprese....alla francese.
 

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Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova,
ha commentato l’incremento di casi di coronavirus registrato nella giornata di ieri.

All’Adnkronos Salute, l’esperto ha affermato:

“La positività al tampone non vuol dire che abbiamo un malato.
E, dunque, anche il dato di oggi dei 402 positivi non vuol dire che abbiamo altrettanti nuovi malati”.



Resta dunque positivo Bassetti, nonostante il report abbia rilevato un incremento su base settimanale dei nuovi casi,
che ha portato l’indice Rt oltre il livello di guardia in 12 regioni.

“Ormai sappiamo che la larga maggioranza dei casi è composta da asintomatici o paucisintomatici
quelli che hanno una forma ‘mild’ di Covid-19, come direbbero gli anglosassoni”.



Per l’infettivologo, il campanello d’allarme da tenere in considerazione, “il ‘termometro’ dell’epidemia,
è piuttosto quello dei ricoveri, in particolare in terapia intensiva“, che non ha destato particolari livelli di preoccupazione.


Il bollettino di ieri “non deve allarmarci, ma spingerci a tenere alta la guardia, osservando le misure come il distanziamento sociale, l’igiene e l’uso della mascherina”.

Questo perché, come testimoniano i bollettini quotidiani, “il virus circola” e quindi “è importante continuare con le misure di distanziamento”, ha sottolineato l’esperto.

I timori di Bassetti

La preoccupazione di Bassetti è piuttosto verso i criteri “di ricovero per Covid-19 nelle varie regioni”, troppo diversificati:

“Vanno unificati perché è impossibile e scorretto ricoverare chiunque abbia solo 37,5 di febbre”.



Un altro dato che genera timore in Bassetti sono gli arrivi dall’estero:


“Nel nostro Paese si fanno pochi controlli sulle persone che arrivano dall’estero, anche da Paesi dove il virus circola.

E nessuno vuol fare speculazione politica: dunque penso a quanti arrivano con i barconi, ma soprattutto con aerei, auto private e pullman.

Io stesso nei giorni scorsi ho visto un’automobile con una targa dalla Bulgaria e delle persone che riposavano in autogrill, chi le ha controllate?

È stato detto loro di mettersi in quarantena?

Chi avvisa quanti arrivano da un Paese endemico via Europa di rispettare la quarantena?

Il timore è che tanti non vengano intercettati”.
 

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