€/CHF operatività senza AT

In un giorno hanno recuperato tutto il ribasso del mese...!!! :eek:
 

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a conforto della tua tesi....


Con i dati congiunturali positivi dell'Eurozona anche
EUR/CHF dovrebbe nuovamente muoversi nella direzione
della nostra invariata previsione sui 12 mesi di 1.12.
L'adeguamento non deve però necessariamente avvenire in
modo graduale, come hanno mostrato le ultime settimane.
L'EUR/CHF è leggermente diminuito dalla metà di
marzo e si è stabilizzato intorno a 1.04.
A nostro parere questo dipende dalle notizie in base alle quali le banche
centrali scandinave potrebbero ulteriormente allentare la
propria politica monetaria. L'USD/CHF si è nuovamente al-
lontanato dalla parità, ma con lo 0.95 è ancora al di sopra
del corso medio del 2014. In prospettiva annuale il rap-
porto USD/CHF dovrebbe scendere moderatamente a0.94. Tuttavia,neanche abreve termine rileviamo alcun potenziale
rialzista
:mumble:
 
Quindi l'obiettivo è proseguire nell'acquisto di Euro su CHF... ad oggi ho un PMC a 1,026 circa... pensate... investendo i proventi dai guadagni sul gas naturale e sul mais...!!! :V
 
........:D--sempre copiato.......

Secondo il Presidente della Banca nazionale Thomas Jordan ilfranco continua a essere notevolmente sopravvalutato e nelt empo dovrebbe esservi una nuova orrezione.
All'Assemblea generale della BNS ha ribadito che se necessario verranno attuati interventi valutari.i depositi a vista settimanali delle ban-
che commerciali lasciano intuire che laBanca nazionale si è
nuovamente attivata nell'ultima settimana intervenendo in
misura più ristretta.Questo ha contribuito a un aumento del
corso EUR/CHF, che in seguito si è parzialmente attestato so-
pra quota 1.05,supportato anche dall'opinione attualmente
prevalente sul mercato, secondo la quale si potrebbe ancora
giungere a una soluzione nel poker del debito greco.
Come alsolito i prossimi dati congiunturali svizzeri dovrebbero influire
in misura ridotta sulla dinamica del corso.
Il tasso di disoccupazione rettificato dal punto di vista stagionale potrebbe aumentare leggermente dal 3.2% al 3.3%.
La solida creazionedi posti di lavoro nel settore dei servizi e in parti dell'industria evita però vita però un peggioramento del risultato.Questa volta l'umore dei consumatori non dovrebbe migliorare, come avve-
nuto in occasione dell'ultima pubblicazione in gennaio.
Il sondaggio è stato avviato a inizio anno, già prima della sospensione del corso minimo
:mumble:m

 
...................

Il forte franco comporta aumenti del potere d'acquisto per i
consumatori svizzeri, ma dall'altro lato causa grossi problemi
per i settori come il turismo.

........i titoli della Confederazione a 10 anni offrivano temporaneamente
rendimenti superiori allo 0.25%. La tendenza a
medio termine dei tassi dovrebbe essere ancora rialzista, ma
dopo questo movimento violento prevediamo a breve termine
una battuta d'arresto.
 
...............................

Dopo che a metà gennaio la
Banca nazionale aveva nuovamente
liberato il tasso di cambio,
l'umore in Svizzera ha subito
un calo repentino. Già il giorno
dopo gli esperti congiunturali
annunciavano che la Svizzera nel
2015 si sarebbe trovata di fronte
a una recessione. E l'incertezza
era enorme. Quando poi a febbraio
il franco si è nuovamente
leggermente indebolito, toccando temporaneamente i
CHF 1.08 per euro, regnava un silenzio totale, quasi sospetto.
Si parlava poco del fatto, che le cose non sarebbero
poi andate così male come temuto in un primo
momento. E invece proprio questo sarebbe stato logico,
poiché la situazione era di nuovo cambiata. Ma poi,
quando il tasso di cambio si è nuovamente mosso verso
quota 1.05 o anche meno, alcuni scettici sulla congiuntura
sono nuovamente intervenuti affermando che nel
semestre estivo la Svizzera avrebbe subito una recessione
tecnica, con crescita annua per il 2015 solo di poco positiva.
Questa sembra essere una previsione acuta e precisa,
essa tuttavia presenta talmente tanti punti interrogativi,
che il tirar fuori proprio il peggiore degli scenari,
ovvero la recessione, rasenta quasi il limite della negligenza.
Il termine stesso, da solo, genera incertezza. Risulta
pertanto imperativo utilizzarlo con cautela, soprattutto
in tempi di elevata insicurezza.
È noto che l'economia politica non è una scienza esatta.
Molto dipende dal punto di vista dell'osservatore e proprio
questo fa sì che gli economisti giungano a conclusioni
completamente diverse nella discussione di un fenomeno
economico. Ancora più impreciso è il settore
delle previsioni. Anche in questo caso dipende tutto dalle
ipotesi. E ciononostante noi analisti congiunturali, con i
nostri dati risultati da minuziosi calcoli, suggeriamo una
precisione infinitesimale, che in realtà solo raramente
riusciamo a soddisfare. Perché lo facciamo? È semplice: è
il mondo che formalmente ce lo chiede, ancor più in
tempi come questi. Noi quindi soddisfiamo una domanda
evidentemente elevata.
Il boom nel settore delle previsioni
Negli ultimi tre mesi questa domanda è chiaramente
aumentata, proprio in Svizzera, dove allo shock dell'eliminazione
del tasso di cambio ha fatto seguito una diffusa
perplessità. Non passa evento che non mi vengano
poste tutta una serie di domande sul nostro tasso di
cambio. Vegono sempre richiesti un valore di fine anno o
una previsione annuale e in particolare l'orientamento
dei prossimi mesi. L'euro costerà quindi meno di un franco
o tornerà a uno e venti o più? Siamo alle porte di una
recessione? Per quanto riguarda la recessione si dovrebbe
innanzitutto ricordare che in economia essa si considera
già (tecnicamente) presente quando l'economia cala per
due trimestri consecutivi. Un doppio calo dei risultati
economici rispettivamente dello 0.1% rispetto al trimestre
precedente sarebbe già da considerarsi come una
recessione. Lascio poi al lettore decidere se egli stesso
risentirà o meno di questo calo nella cassa della sua economia
domestica. Ma un tale valore negativo non viene
quasi percepito come recessione personale. Ciononostante
a livello nazionale domina la sensazione di essere minacciati
da una grave recessione. Anche a causa dell'utilizzo
avventato del termine.
Due su tre
Il tasso di cambio avrà ovviamente un influsso decisivo
sull'andamento della congiuntura nei prossimi mesi, ma
esso rappresenta nel contempo anche la maggiore incognita.
Le previsioni di breve e medio termine sul tasso di
cambio erano e sono più delle scommesse che non barometri
affidabili. Al massimo nel lungo periodo è possibile
fare previsioni in qualche modo sostenibili e basate
su modelli. Chi quindi parla di recessione, implicitamente
scommette sul fatto che il franco non subirà più praticamente
alcun deprezzamento colpendo così duramente le
esportazioni. Ma le cose possono andare in modo del
tutto diverso. Quella che a prima vista risulta essere una
ripresa sorprendente delle quotazioni azionarie in Svizzera,
dopo il crollo di gennaio è l'esatto contrario della
scommessa sulla recessione. Anche se i risultati trimestrali
delle imprese non sono riusciti a convincere a pieno,
complessivamente sono stati migliori di quanto temuto in
un primo momento. Naturalmente ci vuole tempo prima
che la nuova configurazione del tasso di cambio si diffonda
attraverso i diversi canali fino all'ultimo angolo
della nostra economia, tuttavia la borsa diffonde una
fiducia nettamente maggiore rispetto a quanto facciano
gli auguri della congiuntura. E questo semplicemente per
il fatto che la borsa punta su tre cavalli: tasso di cambio,
programma congiunturale ed Europa. E dato che gli
agenti di borsa sanno molto bene che il tasso di cambio è
lo stallone più imprevedibile della stalla, puntano maggiormente
sul fatto che siano il basso prezzo del petrolio
e la bassa inflazione a sostenere la congiuntura nel nostro
paese e che l'Europa troverà la strada per uscire
dalla bassa congiuntura. La ripresa dell'euro rispetto al
dollaro non è solo un risultato della titubante politica
monetaria negli Stati Uniti, ma anche l'espressione di un
divario congiunturale divenuto più stretto tra America ed
Europa. Dei tre supporti che ravvivano la congiuntura,
uno attualmente è inattivo. Due su tre non è poco, e
comunque molto più della metà. E questa è la situazione
attuale delle opportunità congiunturali in Svizzera: moderate
certo, ma intatte.
 
....buonw.............

Focus: nonostante l'aumento del potere d'acquisto​
nessun boom dei consumi in Svizzera​
Dall'inizio dell'anno i fatturati delle vendite al dettaglio svizzeri​
sono stati deludenti. Sia a gennaio sia a febbraio sono stati​
registrati in termini reali flessioni rispetto al mese precedente.​
Ciò contrasta con la situazione nell'Eurozona, dove l'attuale​
ripresa congiunturale nel complesso accelera soprattutto a​
causa dell'aumento delle spese per i consumi. In Svizzera, il​
consumo privato, soprattutto durante la crisi del debito​
dell'Eurozona, ha fornito un sensibile contributo alla crescita​
e ha portato stabilità nell'andamento economico​
Negli ultimi due anni, le componenti, quali investimenti​
per impianti e attrezzature nonché il commercio estero,​
hanno fornito di nuovo maggiori impulsi. In particolare il commercio​
estero avrebbe potuto fornire un supporto all'economia​
svizzera in caso di una persistente ripresa nell'Eurozona.​
Ma il franco diventato nettamente più forte dalla metà di gennaio​
impedisce quest'anno una spinta alla crescita alimentata​
dalle esportazioni.​

Prudenza nei consumi all'inizio dell'anno​
La tendenza positiva dei fatturati delle vendite al dettaglio degli​
ultimi anni sembra a rischio dopo il debole inizio d'anno​
. L'attuale flessione dei fatturati è paragonabile​
al 2008 e al 2011, quando la crisi economica globale, rispettivamente​
la crisi dell'euro, avevano esercitato un chiaro effetto​
frenante sul consumo. Mentre dal 2011 i fatturati nominali​
registravano una stagnazione, la tendenza positiva delle​
vendite reali rimaneva intatta: si consumava continuamente​
sempre di più, ma a prezzi più convenienti. La prudenza nei​
consumi degli ultimi mesi sorprende nel contesto di un aumento​
del potere d'acquisto, ma riflette la fiducia dei consumatori​
sempre negativa. L'ultimo indice della fiducia dei consumatori​
mostra che gli intervistati hanno sempre un giudizio​
negativo sulla situazione economica nei prossimi 12 mesi. La​
stima sulla sicurezza del posto di lavoro è ancora nettamente​
peggiorata.​
Sicuramente i fatturati delle vendite al dettaglio saranno penalizzati​
anche dal fatto che i consumatori realizzano gli aumenti​
del potere d'acquisto in parte direttamente all'estero.​
Anche i prezzi dei beni di provenienza estera in Svizzera sono​
diminuiti del 5% nell'arco di un anno, il che però non è sufficiente​
per contenere il turismo degli acquisti.​
Crollo dei consumi poco probabile​
Il futuro andamento dei consumi dipenderà principalmente​
dalle prospettive congiunturali. Se il CHF non si rivaluterà ulteriormente​
e sulla scia della distensione sul fronte valutario​
anche la fiducia dei consumatori aumenterà, il debole inizio​
d'anno dovrebbe rappresentare solo un rallentamento. L'aumento​
da noi previsto del tasso di disoccupazione al 3.4%
non dovrebbe essere sufficiente a provocare una tendenza negativa​
nei consumi. Inoltre, anche nel 2015 sarà presente l'importante​
fattore dei consumi: l'immigrazione. Ma reali tassi di​
crescita dei consumi come negli anni precedenti sono difficilmente​
possibili a causa della moderata fiducia dei consumatori​
e degli acquisti esteri. Questo dovrebbe essere evidenziato​
anche dai dati che saranno pubblicati la prossima settimana,​
relativi al commercio al dettaglio di marzo
:mumble:m
 
.................
La prossima settimana, i dati sulla crescita economica svizzera
nel T1 2015 mostreranno quanto sia stato incisivo l'effetto
iniziale del forte franco sull'economia. Secondo i dati dell'amministrazione
doganale, il commercio estero fino a marzo non
è crollato, ma ha registrato una frenata. Le esportazioni al
netto dei prezzi sono leggermente diminuite rispetto al trimestre
precedente. Per contro le importazioni sono leggermente
aumentate. Pertanto, il contributo alla crescita del commercio
estero dovrebbe essere negativo. Prevediamo un calo della dinamica
anche per il consumo privato. Negli ultimi mesi, gli
incrementi del potere d'acquisto dei consumatori svizzeri non
si sono riflessi nei dati del commercio al dettaglio. La fiducia
dei consumatori rimane debole e il turismo degli acquisti ha
raggiunto un livello notevole. Per contro, dopo il deludente
ultimo trimestre 2014 gli investimenti edilizi dovrebbero fornire
di nuovo un contributo positivo alla crescita. Negli ultimi
trimestri gli investimenti per impianti e attrezzature, che contengono
anche spese per ricerca e sviluppo, hanno guadagnato
slancio e dovrebbero confermare anche ora la tendenza
positiva. Nel complesso prevediamo una crescita zero rispetto
al robusto trimestre precedente. Rispetto all'anno precedente,
l'aumento del PIL dovrebbe quindi diminuire dall'1.9% all
1,5%
m
 

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