Falck Renewables (FKR) Falck: focus oltre la punta del naso... (17 lettori)

quella ce l'ha.....anche se ,viste le magre finanziarie, ha dovuto optare x un part-time:D

Potresti offrire alla badante consulenza finanziaria gratuita: dovresti offrirti per "gestire" la sua "paghetta" così da garantire di moltiplicarla e guadagnarti quindi in cambio il "tempo pieno"... :-o

...mai sentito parlare del "gatto e la volpe"? :eeh:
 

franci63

Forumer storico
Potresti offrire alla badante consulenza finanziaria gratuita: dovresti offrirti per "gestire" la sua "paghetta" così da garantire di moltiplicarla e guadagnarti quindi in cambio il "tempo pieno"... :-o

...mai sentito parlare del "gatto e la volpe"? :eeh:
oltre la parentela stretta non me la sento di rischiare:D
 

franci63

Forumer storico
Puoi pagarla in natura :-o

io non mi tirerei indietro....e' mia coetanea della Bulgaria,ma ci son due problemi : non e' un granche'...e fin li potrei soprassedere:D....ma ha veramente bisogno di soldi, marito in carcere ,figlio a lavorare in Inghilterra e figlia senza lavoro:rolleyes:...che disperazione ce' in giro...si vedono una volta l'anno:eek:
 

TonyM

......SEMPRE AVANTI!
:)
 

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Toony

Ce la faremo?!?
Interessantissimo articolo sui dividendi delle utility (di Falck se ne parla alla fine...):


UTILITY - E' DI SNAM IL DIVIDEND YIELD 2015 PIÙ ALTO 03/09/2015 09:00
I principali titoli del settore utility e delle rinnovabili quotati a piazza Affari presentano delle caratteristiche che potrebbero consentire agli investitori di affrontare con un minor profilo di rischio l' attuale difficile contesto di mercato. Tra queste caratteristiche figura, prima di tutto, il dividendo. Lo yield medio stimato per l' indice settoriale, Ftse Italia Servizi Pubblici, e' di circa il 4,4% che si confronta con il 3,3% offerto dal Ftse Mib e con il quasi 2% offerto dal Btp a 10 anni. Sulla base delle previsioni degli analisti, la cedola 2015 del gruppo guidato da Carlo Malacarne, dovrebbe garantire il rendimento (lordo) piu' elevato del settore, pari al 5,8 per cento. Per Enel, le aspettative di consensus indicano per l' anno in corso un dividendo unitario in crescita del 15% su base annua a seguito dell' aumento del payout deciso dal management dato che l' utile netto dovrebbe registrare una lieve crescita. Tra le ex-municipalizzate, il dividend yield (lordo) piu' alto, pari al 4,1%, dovrebbe essere offerto da Hera, mentre tra le rinnovabili Enel Green Power punta piu' sull' incremento della capacita' installata che su una generosa remunerazione degli azionisti.
In un' estate in cui piazza Affari ha perso parte del rialzo maturato nei primi mesi del 2015 e i timori relativi alle possibili ripercussioni sull' economia mondiale del probabile rallentamento della crescita del Pil cinese sembrano pesare sul prossimo futuro, i principali titoli italiani del settore utility e delle rinnovabili potrebbero rappresentare una valida alternativa per tutti coloro che vogliono continuare a investire sul listino milanese. Nel complesso, si tratta di societa' che hanno come area geografica di riferimento l' Italia e, anche nel caso di una realta' multinazionale come Enel, nessuna esposizione verso la Cina. Presentano poi un Beta mediamente piu' basso rispetto a quello dell' intero listino milanese e soprattutto sono ancora in grado di offrire generosi dividendi ai propri azionisti.


Le stime degli analisti raccolte da Bloomberg sulle cedole attese per l' esercizio in corso, dopo la pubblicazione dei risultati del primo semestre del 2015, indicano che le societa' del settore utility e delle rinnovabili quotate a piazza Affari dovrebbero assicurare anche quest' anno dei rendimenti di tutto rispetto. Alle quotazioni attuali, il dividend yield atteso per l’indice settoriale in esame, il Ftse Italia Servizi Pubblici, e' di circa il 4,4% che si confronta con il 3,3% stimato per il Ftse Mib e con circa il 2% circa offerto dal Btp a 10 anni.
Carlo Malacarne , amministratore delegato di Snam – BIG CAP – A livello di singoli titoli, le previsioni degli analisti indicano che la cedola 2015 di Snam assicura il dividend yield piu' alto tra le 12 societa' del settore sotto osservazione. In particolare, il gruppo guidato da Carlo Malacarne si e' impegnato a distribuire anche con riferimento all' esercizio in corso un dividendo unitario di 0,25 euro che, alle quotazioni attuali, assicura un rendimento (lordo) del 5,8 per cento. Sempre nell' ambito delle societa' a maggiore capitalizzazione, le stime di consensus indicano per Terna una cedola unitaria di 0,20 che, alle quotazioni attuali, garantisce uno yield (lordo) del 4,9 per cento. A differenza di Snam, il gruppo guidato da Matteo Del fante paghera' alla fine di novembre un acconto sul dividendo del 2015 che, secondo le previsioni, dovrebbe essere pari a 0,07 euro. Da sottolineare che le stime degli analisti sulla politica di remunerazione degli azionisti di Snam e Terna per l' esercizio in corso coincidono con i numeri presentati dai vertici delle due societa' in quanto operano in business regolati e il 2015 e l' ultimo anno dell' attuale periodo regolatorio. Ricordiamo pero' che dal primo gennaio del 2016 iniziera' un nuovo periodo regolatorio, della durata di 6 anni, che portera' alla revisione al ribasso delle tariffe a causa della riduzione dei ritorni regolati sul capitale investito definito dall' Authority. Un discorso a parte merita Enel. La politica dei dividendi del gruppo elettrico italiano, a differenza di quella delle due societa' controllate da Cdp Reti, non si basa su una cedola di ammontare predefinito, bensi' su una percentuale minima dell' utile netto ordinario. Percentuale che l' ultimo piano industriale relativo al periodo 2015-2019 ha fissato ad almeno al 50% nel 2015, per poi aumentare del 5% anno dopo anno fino al 65% nel 2018. La differenza tra la politica di remunerazione degli azionisti del gruppo guidato da Francesco Starace da un lato, e Terna e Snam dall' altro, si spiega essenzialmente con le diverse tipologie di attivita' e, quindi, di profilo di rischio. Il colosso elettrico italiano genera oltre il 40% dell' Ebitda da business liberalizzati che possono presentare anche delle notevoli oscillazioni di redditivita' . Per l' esercizio 2015, gli analisti prevedono un dividendo unitario di 0,161 euro, in crescita del 15% rispetto a quello del 2014 quasi esclusivamente per l' aumento atteso del payout. Alle quotazioni attuali, Enel offre un dividend yield (lordo) di tutto rispetto e pari al 4,1 per cento.
Luca Valerio Camerano , amministratore delegato di A2A – EX-MUNICIPALIZZATE – Per A2A gli analisti stimano una cedola unitaria 2015 in crescita del 7% rispetto a quella del 2014, con un dividend yield (lordo) del 3,6 per cento. Da sottolineare che nel 2015 il payout del gruppo guidato da Luca Valerio Camerano dovrebbe scendere al 52,7% dall' 82,5% del 2014 in quanto le stime di consensus dell' utile per azione per l' anno in corso indicano un incremento del 68,2% su base annua. Passando alle multi-utility del segmento delle Mid Cap, una chiara indicazione sulla remunerazione degli azionisti e' stata fornita lo scorso ottobre da Hera nel corso della presentazione dell' ultimo business plan. Il gruppo guidato da Tomaso Tommasi di Vigano ha promesso un dividendo unitario minimo di 0,09 euro fino al 2018 che, alle quotazioni attuali, offre uno yield (lordo) del 4,1 per cento. Un discorso analogo vale anche per Iren che lo scorso giugno, in sede di presentazione del piano industriale al 2020, ha annunciato come dividendo unitario minimo, quello di 0,0523 relativo all' esercizio 2014, con una crescita del 10% a partire dal 2018. Da rilevare, comunque, che le stime di consensus di Bloomberg indicano per il 2015 una cedola unitaria di 0,051 euro, inferiore a quella del 2014, e che sembra ignorare il balzo su base annua dell' utile netto rilevato nel primo semestre dell' anno in corso. Alle quotazioni attuali il rendimento (lordo) offerto dai titoli del gruppo guidato da Massimiliano Bianco dovrebbe essere pari al 3,8%, il piu' basso all' interno del segmento delle societa' a media capitalizzazione. In crescita del 6% su base annua il dividendo unitario di Acea atteso per il 2015, con il dividend yield (lordo) intorno al 4 per cento. In forte calo (-20% su base annua), invece, la cedola unitaria attesa per Ascopiave nel 2015, penalizzata dai risultati del primo semestre su cui ha pesato il crollo dei margini sulla vendita di gas ed energia elettrica. Da sottolineare, comunque, che la cedola del 2014 era stata la piu' alta della storia della multi-utility veneta e aveva comportato un payout di quasi il 100% mentre quest' anno il rapporto tra utili distribuito ai soci e quello rilevato nell' ultima riga del conto economico dovrebbe attestarsi a un piu' fisiologico 75 per cento. RINNOVABILI – Passando all' esame delle societa' che producono energia elettrica da fonti rinnovabili bisogna sottolineare che, di solito, queste realta' indirizzano gran parte delle risorse finanziarie disponibili alla crescita della capacita' installata piuttosto che al pagamento di laute cedole ai propri azionisti. Si spiegano cosi' i bassi dividend yield offerti da Enel Green Power e Alerion Clean Power, mentre fanno eccezione Falck Renewables ed Erg. In particolare, Enel Green Power fin dalla suo debutto a piazza Affari alla fine del 2010 ha deciso di distribuire ai propri soci soltanto il 30% dell' utile netto ordinario e cosi' dovrebbe essere anche nel 2015. Il payout e' stimato al 33% in quanto la cedola e' attesa a 0,029 euro, in calo del 9% rispetto a quella relativa all’esercizio 2014 a causa delle aspettative di un calo del risultato netto ordinario. Passando al mondo delle Small Cap attive nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sostanzialmente eolico, gli analisti stimano per Alerion Clean Power un dividendo unitario di 0,05 euro nel 2015, corrispondente a un payout del 71%, e che alle quotazioni attuali offre un rendimento (lordo) dell' 1,7 per cento. Per Falck Renewables, le stime di consensus indicano per il 2015 una cedola unitaria attesa di 0,047 euro, in flessione del 24,2% su base annua, ma che comunque implica che quanto ripartito ai soci e' nettamente superiore all' utile consolidato conseguito. Generosa anche la politica di remunerazione verso gli azionari di una Mid Cap come Erg, che con riferimento all' anno 2014 aveva staccato, accanto a un dividendo unitario di 0,50 euro, anche uno straordinario di altri 0,5 euro. Per il 2015 gli analisti stimano ancora 0,5 euro con un payout intorno all' 85 per cento. Maggiore visibilita' sull' argomento si avra' in autunno, quando il management alzera' il velo sul nuovo piano industriale per i prossimi tre anni.
 
Interessantissimo articolo sui dividendi delle utility (di Falck se ne parla alla fine...):


UTILITY - E' DI SNAM IL DIVIDEND YIELD 2015 PIÙ ALTO 03/09/2015 09:00
I principali titoli del settore utility e delle rinnovabili quotati a piazza Affari presentano delle caratteristiche che potrebbero consentire agli investitori di affrontare con un minor profilo di rischio l' attuale difficile contesto di mercato. Tra queste caratteristiche figura, prima di tutto, il dividendo. Lo yield medio stimato per l' indice settoriale, Ftse Italia Servizi Pubblici, e' di circa il 4,4% che si confronta con il 3,3% offerto dal Ftse Mib e con il quasi 2% offerto dal Btp a 10 anni. Sulla base delle previsioni degli analisti, la cedola 2015 del gruppo guidato da Carlo Malacarne, dovrebbe garantire il rendimento (lordo) piu' elevato del settore, pari al 5,8 per cento. Per Enel, le aspettative di consensus indicano per l' anno in corso un dividendo unitario in crescita del 15% su base annua a seguito dell' aumento del payout deciso dal management dato che l' utile netto dovrebbe registrare una lieve crescita. Tra le ex-municipalizzate, il dividend yield (lordo) piu' alto, pari al 4,1%, dovrebbe essere offerto da Hera, mentre tra le rinnovabili Enel Green Power punta piu' sull' incremento della capacita' installata che su una generosa remunerazione degli azionisti.
In un' estate in cui piazza Affari ha perso parte del rialzo maturato nei primi mesi del 2015 e i timori relativi alle possibili ripercussioni sull' economia mondiale del probabile rallentamento della crescita del Pil cinese sembrano pesare sul prossimo futuro, i principali titoli italiani del settore utility e delle rinnovabili potrebbero rappresentare una valida alternativa per tutti coloro che vogliono continuare a investire sul listino milanese. Nel complesso, si tratta di societa' che hanno come area geografica di riferimento l' Italia e, anche nel caso di una realta' multinazionale come Enel, nessuna esposizione verso la Cina. Presentano poi un Beta mediamente piu' basso rispetto a quello dell' intero listino milanese e soprattutto sono ancora in grado di offrire generosi dividendi ai propri azionisti.


Le stime degli analisti raccolte da Bloomberg sulle cedole attese per l' esercizio in corso, dopo la pubblicazione dei risultati del primo semestre del 2015, indicano che le societa' del settore utility e delle rinnovabili quotate a piazza Affari dovrebbero assicurare anche quest' anno dei rendimenti di tutto rispetto. Alle quotazioni attuali, il dividend yield atteso per l’indice settoriale in esame, il Ftse Italia Servizi Pubblici, e' di circa il 4,4% che si confronta con il 3,3% stimato per il Ftse Mib e con circa il 2% circa offerto dal Btp a 10 anni.
Carlo Malacarne , amministratore delegato di Snam – BIG CAP – A livello di singoli titoli, le previsioni degli analisti indicano che la cedola 2015 di Snam assicura il dividend yield piu' alto tra le 12 societa' del settore sotto osservazione. In particolare, il gruppo guidato da Carlo Malacarne si e' impegnato a distribuire anche con riferimento all' esercizio in corso un dividendo unitario di 0,25 euro che, alle quotazioni attuali, assicura un rendimento (lordo) del 5,8 per cento. Sempre nell' ambito delle societa' a maggiore capitalizzazione, le stime di consensus indicano per Terna una cedola unitaria di 0,20 che, alle quotazioni attuali, garantisce uno yield (lordo) del 4,9 per cento. A differenza di Snam, il gruppo guidato da Matteo Del fante paghera' alla fine di novembre un acconto sul dividendo del 2015 che, secondo le previsioni, dovrebbe essere pari a 0,07 euro. Da sottolineare che le stime degli analisti sulla politica di remunerazione degli azionisti di Snam e Terna per l' esercizio in corso coincidono con i numeri presentati dai vertici delle due societa' in quanto operano in business regolati e il 2015 e l' ultimo anno dell' attuale periodo regolatorio. Ricordiamo pero' che dal primo gennaio del 2016 iniziera' un nuovo periodo regolatorio, della durata di 6 anni, che portera' alla revisione al ribasso delle tariffe a causa della riduzione dei ritorni regolati sul capitale investito definito dall' Authority. Un discorso a parte merita Enel. La politica dei dividendi del gruppo elettrico italiano, a differenza di quella delle due societa' controllate da Cdp Reti, non si basa su una cedola di ammontare predefinito, bensi' su una percentuale minima dell' utile netto ordinario. Percentuale che l' ultimo piano industriale relativo al periodo 2015-2019 ha fissato ad almeno al 50% nel 2015, per poi aumentare del 5% anno dopo anno fino al 65% nel 2018. La differenza tra la politica di remunerazione degli azionisti del gruppo guidato da Francesco Starace da un lato, e Terna e Snam dall' altro, si spiega essenzialmente con le diverse tipologie di attivita' e, quindi, di profilo di rischio. Il colosso elettrico italiano genera oltre il 40% dell' Ebitda da business liberalizzati che possono presentare anche delle notevoli oscillazioni di redditivita' . Per l' esercizio 2015, gli analisti prevedono un dividendo unitario di 0,161 euro, in crescita del 15% rispetto a quello del 2014 quasi esclusivamente per l' aumento atteso del payout. Alle quotazioni attuali, Enel offre un dividend yield (lordo) di tutto rispetto e pari al 4,1 per cento.
Luca Valerio Camerano , amministratore delegato di A2A – EX-MUNICIPALIZZATE – Per A2A gli analisti stimano una cedola unitaria 2015 in crescita del 7% rispetto a quella del 2014, con un dividend yield (lordo) del 3,6 per cento. Da sottolineare che nel 2015 il payout del gruppo guidato da Luca Valerio Camerano dovrebbe scendere al 52,7% dall' 82,5% del 2014 in quanto le stime di consensus dell' utile per azione per l' anno in corso indicano un incremento del 68,2% su base annua. Passando alle multi-utility del segmento delle Mid Cap, una chiara indicazione sulla remunerazione degli azionisti e' stata fornita lo scorso ottobre da Hera nel corso della presentazione dell' ultimo business plan. Il gruppo guidato da Tomaso Tommasi di Vigano ha promesso un dividendo unitario minimo di 0,09 euro fino al 2018 che, alle quotazioni attuali, offre uno yield (lordo) del 4,1 per cento. Un discorso analogo vale anche per Iren che lo scorso giugno, in sede di presentazione del piano industriale al 2020, ha annunciato come dividendo unitario minimo, quello di 0,0523 relativo all' esercizio 2014, con una crescita del 10% a partire dal 2018. Da rilevare, comunque, che le stime di consensus di Bloomberg indicano per il 2015 una cedola unitaria di 0,051 euro, inferiore a quella del 2014, e che sembra ignorare il balzo su base annua dell' utile netto rilevato nel primo semestre dell' anno in corso. Alle quotazioni attuali il rendimento (lordo) offerto dai titoli del gruppo guidato da Massimiliano Bianco dovrebbe essere pari al 3,8%, il piu' basso all' interno del segmento delle societa' a media capitalizzazione. In crescita del 6% su base annua il dividendo unitario di Acea atteso per il 2015, con il dividend yield (lordo) intorno al 4 per cento. In forte calo (-20% su base annua), invece, la cedola unitaria attesa per Ascopiave nel 2015, penalizzata dai risultati del primo semestre su cui ha pesato il crollo dei margini sulla vendita di gas ed energia elettrica. Da sottolineare, comunque, che la cedola del 2014 era stata la piu' alta della storia della multi-utility veneta e aveva comportato un payout di quasi il 100% mentre quest' anno il rapporto tra utili distribuito ai soci e quello rilevato nell' ultima riga del conto economico dovrebbe attestarsi a un piu' fisiologico 75 per cento. RINNOVABILI – Passando all' esame delle societa' che producono energia elettrica da fonti rinnovabili bisogna sottolineare che, di solito, queste realta' indirizzano gran parte delle risorse finanziarie disponibili alla crescita della capacita' installata piuttosto che al pagamento di laute cedole ai propri azionisti. Si spiegano cosi' i bassi dividend yield offerti da Enel Green Power e Alerion Clean Power, mentre fanno eccezione Falck Renewables ed Erg. In particolare, Enel Green Power fin dalla suo debutto a piazza Affari alla fine del 2010 ha deciso di distribuire ai propri soci soltanto il 30% dell' utile netto ordinario e cosi' dovrebbe essere anche nel 2015. Il payout e' stimato al 33% in quanto la cedola e' attesa a 0,029 euro, in calo del 9% rispetto a quella relativa all’esercizio 2014 a causa delle aspettative di un calo del risultato netto ordinario. Passando al mondo delle Small Cap attive nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sostanzialmente eolico, gli analisti stimano per Alerion Clean Power un dividendo unitario di 0,05 euro nel 2015, corrispondente a un payout del 71%, e che alle quotazioni attuali offre un rendimento (lordo) dell' 1,7 per cento. Per Falck Renewables, le stime di consensus indicano per il 2015 una cedola unitaria attesa di 0,047 euro, in flessione del 24,2% su base annua, ma che comunque implica che quanto ripartito ai soci e' nettamente superiore all' utile consolidato conseguito. Generosa anche la politica di remunerazione verso gli azionari di una Mid Cap come Erg, che con riferimento all' anno 2014 aveva staccato, accanto a un dividendo unitario di 0,50 euro, anche uno straordinario di altri 0,5 euro. Per il 2015 gli analisti stimano ancora 0,5 euro con un payout intorno all' 85 per cento. Maggiore visibilita' sull' argomento si avra' in autunno, quando il management alzera' il velo sul nuovo piano industriale per i prossimi tre anni.

Io prevedo invece dividendo invariato con uno yield quindi, alle attuali quotazioni, di circa il 5,5%... :-o
 

chrono

Nuovo forumer
Che sogno stanotte!

Cari amici, tra i sogni di stanotte (alcuni molto più interessanti :lol:) questo stranissimo :-o Mi trovavo seduto in mezzo ad una platea di azionisti e davanti un signore ci raccontava queste cose. Una volta sveglio ho capito che non c'era niente di reale, ma continuo a chiedermi di che azienda stesse parlando. Provo a postare su vari thread, magari qualcuno si riconosce nella sua ...

"Cari piccoli azionisti, sappiamo che per voi questi anni sono stati duri e difficili da comprendere. Però ci avete sostenuto e quindi crediamo vi sia dovuta qualche spiegazione che vi restituisca fiducia. Capirete il perché dell'andamento del titolo e potrete convincervi che se avrete pazienza sarete ricompensati. Vedete, noi in fondo siamo imprenditori, e alla fine di tutto quello che ci interessa è il profitto. Dopo gloriosi trascorsi nell'acciaio, abbiamo messo su quest'aziendina, che in termini dimensionali sul panorama delle rinnovabili in fondo è un moscerino. Non potremo mai diventare un colosso e anche il nostro iniziale programma di sviluppo è stato condizionato da eventi indesiderati che alla fine hanno definitivamente ridimensionato i nostri programmi e chiarito la nostra unica possibile strategia : preparare il gioiellino e metterlo in vetrina, pronti all'offerta che ci farebbe tutti contenti. Non sarebbe potuta arrivare in questi anni, avevamo la spada di Damocle degli eventi siciliani e nessuno ci avrebbe acquistato, ma nel mentre ci siamo portati avanti, e iniziato a fare cassa cedendo la metà delle attività inglesi al fondo danese. Operazione che ci costringe anche a tenere alto il livello di remunerazione annuale dell'azionista di minoranza, e per questo dallo scorso esercizio abbiamo intrapreso due strade : pompare a dismisura il dividendo e tenere bassi i corsi, il tutto utilizzando una ottima riserva in cassa che infatti per due anni non abbiamo re-investito. Ora in parte lo faremo col prossimo piano industriale, o quanto meno lo dichiareremo (…), altrimenti la nostra strategia sarebbe troppo palese e rischieremmo di perdere nuovamente credibilità. Ci interessa particolarmente presentarci con rendimenti annuali intorno al 6% lordo, che altrimenti non raggiungerebbe l'1,5% ( 2 centesimi per azione quotata 1,70..) e per questo lavoriamo con la cassa da circa 15 mesi sfruttando ogni momento del mercato per fare i trader : questo ci assicura di tenere la quotazione del titolo intorno ad 1,20, in barba a qualsiasi target più realistico, e col ricavato del trading farci qualche soldino extra gestione caratteristica e finanziare gran parte del dividendo. Tutto abbastanza semplice, anche se a volte il nostro intermediario mascherato la fa un po’ troppo sporca, lo ammettiamo, e ci costringe a tirargli le orecchie! Tutto in attesa del momento ideale, che speriamo stia per arrivare. Quando l'acquirente col portafoglio giusto si ritroverà davanti i dossier delle varie opportunità sul panorama nazionale, chi più appetibile di noi? Prezzo di partenza largamente sotto il valore reale, cassaforte piena di liquidi e progetti approvati anche da 5 anni in attesa di realizzazione. Perché fare di più? Non abbiamo né i mezzi né le intenzioni, figuriamoci la volontà, quindi avanti così, e tranquilli che prima o poi il nostro vero unico obiettivo sarà realizzato"
 

TonyM

......SEMPRE AVANTI!
:lol:
Cari amici, tra i sogni di stanotte (alcuni molto più interessanti :lol:) questo stranissimo :-o Mi trovavo seduto in mezzo ad una platea di azionisti e davanti un signore ci raccontava queste cose. Una volta sveglio ho capito che non c'era niente di reale, ma continuo a chiedermi di che azienda stesse parlando. Provo a postare su vari thread, magari qualcuno si riconosce nella sua ...

"Cari piccoli azionisti, sappiamo che per voi questi anni sono stati duri e difficili da comprendere. Però ci avete sostenuto e quindi crediamo vi sia dovuta qualche spiegazione che vi restituisca fiducia. Capirete il perché dell'andamento del titolo e potrete convincervi che se avrete pazienza sarete ricompensati. Vedete, noi in fondo siamo imprenditori, e alla fine di tutto quello che ci interessa è il profitto. Dopo gloriosi trascorsi nell'acciaio, abbiamo messo su quest'aziendina, che in termini dimensionali sul panorama delle rinnovabili in fondo è un moscerino. Non potremo mai diventare un colosso e anche il nostro iniziale programma di sviluppo è stato condizionato da eventi indesiderati che alla fine hanno definitivamente ridimensionato i nostri programmi e chiarito la nostra unica possibile strategia : preparare il gioiellino e metterlo in vetrina, pronti all'offerta che ci farebbe tutti contenti. Non sarebbe potuta arrivare in questi anni, avevamo la spada di Damocle degli eventi siciliani e nessuno ci avrebbe acquistato, ma nel mentre ci siamo portati avanti, e iniziato a fare cassa cedendo la metà delle attività inglesi al fondo danese. Operazione che ci costringe anche a tenere alto il livello di remunerazione annuale dell'azionista di minoranza, e per questo dallo scorso esercizio abbiamo intrapreso due strade : pompare a dismisura il dividendo e tenere bassi i corsi, il tutto utilizzando una ottima riserva in cassa che infatti per due anni non abbiamo re-investito. Ora in parte lo faremo col prossimo piano industriale, o quanto meno lo dichiareremo (…), altrimenti la nostra strategia sarebbe troppo palese e rischieremmo di perdere nuovamente credibilità. Ci interessa particolarmente presentarci con rendimenti annuali intorno al 6% lordo, che altrimenti non raggiungerebbe l'1,5% ( 2 centesimi per azione quotata 1,70..) e per questo lavoriamo con la cassa da circa 15 mesi sfruttando ogni momento del mercato per fare i trader : questo ci assicura di tenere la quotazione del titolo intorno ad 1,20, in barba a qualsiasi target più realistico, e col ricavato del trading farci qualche soldino extra gestione caratteristica e finanziare gran parte del dividendo. Tutto abbastanza semplice, anche se a volte il nostro intermediario mascherato la fa un po’ troppo sporca, lo ammettiamo, e ci costringe a tirargli le orecchie! Tutto in attesa del momento ideale, che speriamo stia per arrivare. Quando l'acquirente col portafoglio giusto si ritroverà davanti i dossier delle varie opportunità sul panorama nazionale, chi più appetibile di noi? Prezzo di partenza largamente sotto il valore reale, cassaforte piena di liquidi e progetti approvati anche da 5 anni in attesa di realizzazione. Perché fare di più? Non abbiamo né i mezzi né le intenzioni, figuriamoci la volontà, quindi avanti così, e tranquilli che prima o poi il nostro vero unico obiettivo sarà realizzato"
 

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