Giustino Caposciutti

Nel 1974 continuai a fare lavori applicando la matematica nella composizione e i risultati migliori li ottenevo con le incisioni.

Ecco 2 esempi.
Questa basata su un disegno logaritmico che insieme alle parti colorate avrebbe dovuto dar luogo ad effetti ottici ma ad un certo punto commisi un errore e così dovetti modificare il progetto iniziale.

Composizione ritmica - 1974 - acquaforte acquatinta - mm. 300x200
-
1-gr15-001.JPG


Quest'altra invece fu l'incisione dell'esame finale all'Accademia che mi valse 30 e lode ed il premio biennale quale miglior allievo della Scuola di incisione. Per me fu un grande onore perchè mi fu assegnato dal prof. Mario Calandri, uno dei massimi incisori del '900 italiano il quale per stile, poetiche, tecniche era ben lungi dal tipo di lavoro che facevo io. Basta fare un giro in internet per verificare. mario calandri - Google Search:

Pieni e vuoti - 1974 - acquaforte e acquatinta - mm. 350x350
1-IMGP9258.JPG
 
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La matematica, almeno quella che conoscevo, cominciava a starmi stretta.

Gli effetti ottici una volta trovata la formula mi apparivano noiosi

Quello che mi stava a cuore era trovare delle modalità che mi permettessero di dar luogo
ad uno spazio relazionale dove ogni parte fosse connessa con le altre e con l'insieme.

La soluzione mi arrivò 2/3 giorni dopo gli esami dell'Accademia e consisteva nel partire da alcuni punti messi casualmente che poi venivano attraversati da rette che si dipartivano dagli angoli e che davano luogo a forme.

Nel quadro qui sotto è possibile intravvedere la costruzione che sta dietro alla composizione.

Relazioni 1 - 1974 - olio su tela - cm. 50x50
1-1-1.7   74-50x50.JPG



Relazioni 2- 1974 - olio su tela - cm. 80x80
1-1-74-80x80.JPG
 
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1974/75
Fare analisi chimiche non mi piaceva e così tornai a fare l'educatore, questa volta in una comunità per adolescenti.
Avevo un orario più elastico e così potevo di nuovo frequentare l'Accademia e anche se avevo terminato il corso di Pittura per restare nell'ambiente mi iscrissi al corso di Decorazione.
Vi insegnava Filippo Scroppo che nel vedere i quadri che facevo si illuminava perchè li trovava vicini al MAC (Movimento Arte Concreta) di cui era stato esponente torinese negli anni '50 insieme a Carol Rama, Galvano, Parisot...

Questo è uno dei quadri fatti applicando la metodologia descritta al post precedente a forme posizionate su più piani.

Forme nello spazio - 1974 - olio su tela - cm. 80x80
1-74-081.JPG


E naturalmente feci anche una serie di incisioni però adesso fatte solo all'acquatinta, escludendo l'acquaforte che fino ad allora avevo usato per delimitare le forme.

Forme nello spazio - 1974 - acquatinta - mm. 250x300
1-IMGP0441.JPG
 
Il 1975 fu un anno denso di avvenimenti.

A gennaio feci la seconda mostra personale a Ivrea presso un'associazione culturale.
Lo spazio era molto grande e vi esposi un mare di lavori, 80-90. Quadri ottici ad acrilico, quadri a olio come quelli degli ultimi post, incisioni doppie, loga-ritmiche, acquatinte.

Ecco la locandina con un'incisione.
1-IMGP0513.JPG


Per la prima volta un critico si interessò al mio lavoro.
Mario Contini pubblicò sulla rivista Eco d'arte Moderna un breve articolo ed una foto di questo quadro.

Relazioni-1974 - cm. 70x70 - acrilico su tela
1-IMGP0534.JPG
 
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A febbraio Adriano Parisot subentrò a Filippo Scroppo che si era ammalato.

Adriano Parisot era un artista con collegamenti internazionali. Come Scroppo era stato eponente del MAC torinese e aveva fondato la rivista “I 4 Soli” ad Alba con una redazione composta da Ugo Giannattasio, Emilio Vedova ed Enrico Prampolini. Questa rivista ebbe un’importante funzione di ponte con la cultura francese ed europea contemporanea...

Con lui entrai immediatamente in sintonia. Era l'incontro che da sempre sognavo.
Mi disse subito un paio di cose che cambiarono il mio modo di vedere l'arte e me stesso.

Quando arrivò stavo facendo un grande quadro a olio di 200x200 cm.
Visto che ero in difficoltà un giorno si rimboccò le maniche, prese pennelli e colori e cominciò ad intervenire sulla mia tela, cosa mai vista fare da nessun altro prima.

Capii che non gli piacevano le forme "tozze", gli spazi chiusi e che era meglio andare verso una riduzione dei colori ed un appiattimento delle forme.

Mi parlò di filosofie orientali e di come ogni "mossa" sullo spazio dovesse essere il frutto di un'attenta meditazione.

Divenni suo amico e talvolta andavo a trovarlo nel suo studio.

Dietro suoi suggerimenti iniziai a fare quadri come questi dove la costruzione è tutta "relazionale" con linee che attraversano tutto lo spazio dando la sensazione che il quadro continui oltre il bordo della tela ed invada lo spazio circostante.
A lui piacevano molto.

Incroci 1 - 1975 - olio su tela cm. 70x70
1-75-70x70.JPG


Incroci 2 - 1975 - olio su tela cm. 100x100
1-75-100x100.JPG
 
Nel mese di febbraio 1975 presi in affitto un grande alloggio in un palazzo storico in piazza della Consolata, sopra il famoso bar "Al bicerin" con l'intento di farci abitazione, studio e galleria d'arte. Ci abiterò per 44 anni, fino al 2019.

Predisposi le luci per lo spazio galleria e attrezzai una stanza come laboratorio di incisione calcografica con tutto il necessario compreso il torchio che mio fratello mi aveva costruito.

Intanto la mia pittura si andava evolvendo verso una continua riduzione degli elementi tenendo comunque sempre presenti le "relazioni" nello spazio.

Equi libri - 1975 olio su tela - cm. 40x60
1-75-40x60.JPG


Percorsi - 1975 - olio su tela - cm. 100x60 (il quadro risulta rovinato a destra a causa dell'alluvione. Non lo butto perchè per me è testimonianza del percorso)
1-75-100x60.JPG
 
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Già dai primi anni dell'Accademia, sotto la guida dell'assitente di pittura Mario Davico (http://www.fondazionemacc.it/chi-e-mario-davico/) avevo imparato a prepararmi le tele da dipingere partendo dalla juta grezza.

Ad un certo punto decisi di ridurre la preparazione e di mettere in gioco parti della tela nella composizione.

Equi libri 2 -1975 - olio su tela cm. 45x60

1-75-45x60.JPG


Equi libri 3 - 1975 - olio su tela . 60x50
1-75-60x50 4.JPG
 
Nella marcia di avvicinamento alla detessitura manca un ultimo passaggio che purtroppo non posso documentare adeguatamente perchè per differenti ragioni non dispongo più dei circa 10 quadri che avevo fatto.

Mi rimane solo questo "rovinato" o forse migliorato dalla recente alluvione.

Incroci 3 - 1975 - olio su tela cm. 70x70
1-3.7 75-70x70.JPG
 
Vuoi dire che sei finito alluvionato? Quando?

Dopo aver trasportato tutti i quadri, circa 700, da Torino ad Arezzo li avevo sistemati provvisoriamente in un pianterreno piuttosto ampio a casa di un mio parente alla periferia della città.
A fine luglio 2019 c'è stato nella zona un nubifragio e l'acqua è penetrata nel locale facendo un laghetto di una decina di cm.
I quadri che erano a terra, un centinaio, si sono inzuppati e ho dovuto buttarli.
Qualcuno l'ho recuperato, altri sono lì in attesa di una decisione.
Questo che ho pubblicato l'ho tenuto perchè mi pare che l'acqua abbia fatto un buon lavoro.
 
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