Gramellescion

Ripercorrendolo a mente fredda, l’anno morente è stato prodigo di cambiamenti che un tempo si sarebbero definiti epocali. Sul Vaticano degli scandali regna un Papa già circonfuso in vita di un alone di santità. Il Caimano si è chiuso in casa a giocare con un barboncino. Il presidente del Consiglio ha meno di cinquant’anni, se non altro all’anagrafe. Il nuovo segretario del centrosinistra, comunque lo si giudichi, non offre alle telecamere uno sguardo da cane bastonato, ma sprizza energia da tutti i nei. Persino il Parlamento, origine e sfogatoio di ogni male, ha espulso branchi consistenti di dinosauri per accogliere la pattuglia di donne e di giovani più vasta della storia repubblicana.

Eppure, se si esclude papa Francesco, nessuna di queste novità è stata percepita come un vero strappo. I giochi della politica continuano a non intercettare la vita reale e per quanto il dottor Letta si sforzi di sottolineare l’efficacia delle sue cure, il malato italiano non avverte miglioramenti nel proprio stato di salute. Si respira un desiderio inebriante, a tratti pericoloso, di leadership forti e semplificatrici. Come se i problemi di una città, di una nazione, di un continente fossero risolvibili da un deus ex machina che con un tratto di penna disarma la burocrazia, abbatte le tasse, ridimensiona lo Stato senza mettere per strada gli statali, aumenta le paghe, rilancia i consumi e nei ritagli di tempo inventa nuovi lavori al posto di quelli che la tecnologia e la concorrenza internazionale hanno ridimensionato o dissolto per sempre.









L’altro cascame psicologico della crisi è il curioso impasto tra diffidenza e illusione. Cinismo e dabbenaggine spesso convivono nella stessa persona, pronta a mettere in dubbio la competenza di uno scienziato come a buttarsi tra le braccia del primo millantatore. Le soluzioni facili godono di un’ingannevole popolarità. Dalla moneta all’immigrazione, si pensa che tornare indietro sia il modo migliore per andare avanti. Il Duemila è iniziato da tredici anni, ma il dibattito pubblico, spesso anche quello privato, rimane inchiodato al Novecento: il comunismo, la lira, il bel tempo andato. Peccato che mentre lo si viveva non fosse poi così bello. Ho sentito miei coetanei decantare gli anni Settanta come un’epoca più sicura e tranquilla dell’attuale. Gli anni Settanta: quando si sparava per la strada e si rapivano i bambini. Ogni generazione rimpiange la sua infanzia, però se la nostalgia si trasforma in torcicollo emotivo produce depressione, paralisi e paragoni sterili, spesso storpiati dalla memoria.

Il 2014 privato potrebbe essere finalmente l’anno del fervore. La forza irresistibile che infonde passione e concentrazione in ciò che si fa, senza perdere più tempo a lamentarsi, invidiare, rinfacciare. Come dice quella frase da film? Andrà tutto bene, alla fine. E se non andasse bene, vorrà dire che non è ancora la fine. Buon anno di scosse e di riscosse.
 
I giornalisti - col sottoscritto in prima linea – stanno fornendo un contributo notevole alla creazione del nuovo mito: le cronache si gonfiano di squittii estasiati ogni volta che Obama o un sottosegretario fanno la coda al fast food. Niente di male. Ancorché dettato da bieca convenienza, un comportamento virtuoso è pur sempre preferibile all’antica tracotanza. Però l’incenso che avvolge questi gesti tutto sommato normali rischia di farci smarrire l’essenziale. Un politico merita il posto che occupa, onori compresi, non perché si limita a fare le cose che fanno tutti, ma quando riesce a realizzare quelle per cui è stato messo lì. Ad andare al lavoro in bicicletta siamo capaci anche noi. A loro si chiede di fare pedalare il Paese.
 
Ripercorrendolo a mente fredda, l’anno morente è stato prodigo di cambiamenti che un tempo si sarebbero definiti epocali. Sul Vaticano degli scandali regna un Papa già circonfuso in vita di un alone di santità. Il Caimano si è chiuso in casa a giocare con un barboncino. Il presidente del Consiglio ha meno di cinquant’anni, se non altro all’anagrafe. Il nuovo segretario del centrosinistra, comunque lo si giudichi, non offre alle telecamere uno sguardo da cane bastonato, ma sprizza energia da tutti i nei. Persino il Parlamento, origine e sfogatoio di ogni male, ha espulso branchi consistenti di dinosauri per accogliere la pattuglia di donne e di giovani più vasta della storia repubblicana.

Eppure, se si esclude papa Francesco, nessuna di queste novità è stata percepita come un vero strappo. I giochi della politica continuano a non intercettare la vita reale e per quanto il dottor Letta si sforzi di sottolineare l’efficacia delle sue cure, il malato italiano non avverte miglioramenti nel proprio stato di salute. Si respira un desiderio inebriante, a tratti pericoloso, di leadership forti e semplificatrici. Come se i problemi di una città, di una nazione, di un continente fossero risolvibili da un deus ex machina che con un tratto di penna disarma la burocrazia, abbatte le tasse, ridimensiona lo Stato senza mettere per strada gli statali, aumenta le paghe, rilancia i consumi e nei ritagli di tempo inventa nuovi lavori al posto di quelli che la tecnologia e la concorrenza internazionale hanno ridimensionato o dissolto per sempre.









L’altro cascame psicologico della crisi è il curioso impasto tra diffidenza e illusione. Cinismo e dabbenaggine spesso convivono nella stessa persona, pronta a mettere in dubbio la competenza di uno scienziato come a buttarsi tra le braccia del primo millantatore. Le soluzioni facili godono di un’ingannevole popolarità. Dalla moneta all’immigrazione, si pensa che tornare indietro sia il modo migliore per andare avanti. Il Duemila è iniziato da tredici anni, ma il dibattito pubblico, spesso anche quello privato, rimane inchiodato al Novecento: il comunismo, la lira, il bel tempo andato. Peccato che mentre lo si viveva non fosse poi così bello. Ho sentito miei coetanei decantare gli anni Settanta come un’epoca più sicura e tranquilla dell’attuale. Gli anni Settanta: quando si sparava per la strada e si rapivano i bambini. Ogni generazione rimpiange la sua infanzia, però se la nostalgia si trasforma in torcicollo emotivo produce depressione, paralisi e paragoni sterili, spesso storpiati dalla memoria.

Il 2014 privato potrebbe essere finalmente l’anno del fervore. La forza irresistibile che infonde passione e concentrazione in ciò che si fa, senza perdere più tempo a lamentarsi, invidiare, rinfacciare. Come dice quella frase da film? Andrà tutto bene, alla fine. E se non andasse bene, vorrà dire che non è ancora la fine. Buon anno di scosse e di riscosse.


Tralascia di menzionare la novita' sopra a tutte, una banda di pazzi che pretendono un minimo di onesta' nei luoghi di potere... che poi sappiamo che e' stato sempre cosi' (clientelismo, nepotismo, corruzione, mafiosita'...), quindi tutti si domandano beh perche' mai chiederla adesso? semplicemente perche' non c'e' piu' trippa per gatti, mentre una volta un po' ne percolava anche ai piu' sfigatti.... Chi lo capisce per primo e gioca bene le carte, vince, al di la' di quasi qualsiasi contenuto. Auguriiiii:V:V
 
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Tralascia di menzionare la novita' sopra a tutte, una banda di pazzi che pretendono un minimo di onesta' nei luoghi di potere... che poi sappiamo che e' stato sempre cosi' (clientelismo, nepotismo, corruzione, mafiosita'...), quindi tutti si domandano beh perche' mai chiederla adesso? semplicemente perche' non c'e' piu' trippa per gatti, mentre una volta un po' ne percolava anche ai piu' sfigatti.... Chi lo capisce per primo e gioca bene le carte, vince, al di la' di quasi qualsiasi contenuto. Auguriiiii:V:V


ben che sono d'accordo, ha però detto:
Persino il Parlamento, origine e sfogatoio di ogni male, ha espulso branchi consistenti di dinosauri per accogliere la pattuglia di donne e di giovani più vasta della storia repubblicana.
e poi
Eppure, se si esclude papa Francesco, nessuna di queste novità è stata percepita come un vero strappo. I giochi della politica continuano a non intercettare la vita reale


e, senza essere pazzo, anche io chiedo onestà, che è indispensabile ma non basta : occorre capacità di governo ...
... perchè ...
Ad andare al lavoro in bicicletta siamo capaci anche noi.
A loro si chiede di fare pedalare il Paese.
 
ben che sono d'accordo, ha però detto:
Persino il Parlamento, origine e sfogatoio di ogni male, ha espulso branchi consistenti di dinosauri per accogliere la pattuglia di donne e di giovani più vasta della storia repubblicana.
e poi
Eppure, se si esclude papa Francesco, nessuna di queste novità è stata percepita come un vero strappo. I giochi della politica continuano a non intercettare la vita reale


e, senza essere pazzo, anche io chiedo onestà, che è indispensabile ma non basta : occorre capacità di governo ...
... perchè ...
Ad andare al lavoro in bicicletta siamo capaci anche noi.
A loro si chiede di fare pedalare il Paese.

Beh certo se dopo 10 mesi li dai gia' per incapaci ...! :wall:

... e poi: Perche'? tu pensi che se io e te (per dire, gli ultimi arrivati) ci trovassimo la' riusciremmo a fare peggio di quello che e' gia' stato fatto? :no:

Certo che oltre a essere novelli ci troveremmo contro e dentro una macchina infernale e il nostro compito sarebbe - come e' - enormemente piu' difficile, ma cio' deriva dall'ambiente malsano, non dalla nostra incapacita' implicita,

quella e' tutta da dimostrare e io sospendo il giudizio - tanto non ho nulla da perdere, peggio di quello che si era gia' fatto e' difficile. :titanic:
 
A me giovani o non giovani.... non e' quello il punto...

In quanto al percepire lo strappo, i vecchi e giovani della vecchia partitocrazia, gornalisti amici e fratelli, sono in full denial. Invece sto seguendo un po' di personaggi che secondo me sono 1) onesti 2) intelligenti 3) sanno ascoltare e non sono degli invasati.... Luigi di Maio (vicepresidente alla Camera), Alessio Villarosa, Alessandro Di Battista.... e hanno percepito molto bene lo strappo, sanno di essere in mezzo ad una tempesta perfetta, io li do' 50:50 - my humble opinion only!
 
A me giovani o non giovani.... non e' quello il punto...

In quanto al percepire lo strappo, i vecchi e giovani della vecchia partitocrazia, gornalisti amici e fratelli, sono in full denial. Invece sto seguendo un po' di personaggi che secondo me sono 1) onesti 2) intelligenti 3) sanno ascoltare e non sono degli invasati.... Luigi di Maio (vicepresidente alla Camera), Alessio Villarosa, Alessandro Di Battista.... e hanno percepito molto bene lo strappo, sanno di essere in mezzo ad una tempesta perfetta, io li do' 50:50 - my humble opinion only!


Personalmente ho molta fiducia in diversi grillini, persone oneste, intelligenti ed equilibrate che spero di vedere a lungo protagonisti delle nostre cronache parlamentari.
Non ne ho nessuna in Grillo. Secondo me l'abbiamo perso, lui e la sua meravigliosa ironia di cui non vedo traccia da tempo, sostituita da una violenza verbale che mi fa pensare che l'uomo non sia all'altezza di gestire la cosa che ha creato. Prima il m5s impara a camminare e fare gruppo ed avere un'identita' precisa senza il suo leader meglio sara' per tutti noi. Secondo me il movimento ha le persone e la forza per farlo, e non vedo l'ora che accada per votarlo.
 
Personalmente ho molta fiducia in diversi grillini, persone oneste, intelligenti ed equilibrate che spero di vedere a lungo protagonisti delle nostre cronache parlamentari.
Non ne ho nessuna in Grillo. Secondo me l'abbiamo perso, lui e la sua meravigliosa ironia di cui non vedo traccia da tempo, sostituita da una violenza verbale che mi fa pensare che l'uomo non sia all'altezza di gestire la cosa che ha creato. Prima il m5s impara a camminare e fare gruppo ed avere un'identita' precisa senza il suo leader meglio sara' per tutti noi. Secondo me il movimento ha le persone e la forza per farlo, e non vedo l'ora che accada per votarlo.

ovviamente condivido! cmq l'ha detto anche lui che io suo ruolo e' solo quello di dar loro una spinta per farli volare da soli... Il ragionamento che fanno (tutti loro intendo) suppongo che sia che se non sollevassero un simile polverone nessuno saprebbe alcunche' di tante, troppe cose.... boh .... stiamo a vedere!

cmq volevo solo dire che Gramellini deve essere piu' espicito nel riconoscere i meriti, tutti fanno un sacco di giri di parole e non li chiamano per nome, non ti piacciono, di' che non ti piacciono, ti piace qualcosa , si'? di' cosa, di che ha paura??
 
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