ficodindia
Forumer storico
Come combattere il terrorismo
Il terrorismo di matrice islamista è un pericolo come si dice, diffuso, subdolo, difficile da individuare nello spazio e nel tempo. Tuttavia l’esperienza degli attentati verificatesi nei paesi europei, in Francia, in Belgio ed Inghilterra dimostra che gli autori ti tali efferati fatti sono in genere cittadini europei di origine araba di seconda e terza generazione la cui integrazione è stata insufficiente per non dire in certi contesti, come quelle delle periferie francese e belghe, un completo fallimento. Molti di costoro pur essendo cittadini europei culturalmente si sentono legati al paese d’origine rigettando di fatto i valori della civiltà europea.
Rispetto a tale fenomeno si evidenzia quindi la nostra impotenza a combattere un fenomeno che diventa sempre più pericoloso e pervasivo ledendo il nostro diritto di vivere in pace e sicurezza.
Cosa fare? Rassegnarsi all’impotenza? Certo si assiste, dopo l’ennesima strage, alla sequela retorica delle commemorazioni dei morti e di buone intenzioni che poi alla fine non sortiscono alcun risultato, anzi rafforzano il senso d’impotenza e frustrazione.
Alcuni politici propongono la perdita della cittadinanza e quindi l’immediata espulsione per chi si macchia del reato di terrorismo. Ma anche tale deterrente credo sia inefficace in quanto chi decide di fare il terrorismo abbia messo in conto il prezzo massimo, ossia la propria vita, per cui la perdita della cittadinanza di un paese europeo sarebbe il male minore e quindi assolutamente inefficace.
Viceversa credo che per radicare un controllo diffuso e capillare sia più efficace la perdita della cittadinanza, non solo di chi è accusato di attività terroristica ma anche dei parenti ed affini stretti, diciamo fino al secondo grado, ossia coniuge, figli, genitori, suoceri, cognati, ecc. Tale sanzione comunque credo possa rappresentare una remora per lo stesso terrorista ma soprattutto potrebbe indurre i parenti a denunciare alle autorità il terrorista stesso nel timore di perdere la cittadinanza e quindi essere espulsi dal paese di residenza.
Una tale norma evidentemente dovrebbe essere introdotta come norma eccezionale in deroga al principio fondamentale degli ordinamenti giuridici dei paesi dell’UE, per cui la responsabilità penale è personale, rimanendo in vigore fino a quando il terrorismo no sia debellato. Del resto essendo di fatto in guerra credo che sia opportuno adottare norme eccezionali tipiche appunto dello stato di guerra.
Il terrorismo di matrice islamista è un pericolo come si dice, diffuso, subdolo, difficile da individuare nello spazio e nel tempo. Tuttavia l’esperienza degli attentati verificatesi nei paesi europei, in Francia, in Belgio ed Inghilterra dimostra che gli autori ti tali efferati fatti sono in genere cittadini europei di origine araba di seconda e terza generazione la cui integrazione è stata insufficiente per non dire in certi contesti, come quelle delle periferie francese e belghe, un completo fallimento. Molti di costoro pur essendo cittadini europei culturalmente si sentono legati al paese d’origine rigettando di fatto i valori della civiltà europea.
Rispetto a tale fenomeno si evidenzia quindi la nostra impotenza a combattere un fenomeno che diventa sempre più pericoloso e pervasivo ledendo il nostro diritto di vivere in pace e sicurezza.
Cosa fare? Rassegnarsi all’impotenza? Certo si assiste, dopo l’ennesima strage, alla sequela retorica delle commemorazioni dei morti e di buone intenzioni che poi alla fine non sortiscono alcun risultato, anzi rafforzano il senso d’impotenza e frustrazione.
Alcuni politici propongono la perdita della cittadinanza e quindi l’immediata espulsione per chi si macchia del reato di terrorismo. Ma anche tale deterrente credo sia inefficace in quanto chi decide di fare il terrorismo abbia messo in conto il prezzo massimo, ossia la propria vita, per cui la perdita della cittadinanza di un paese europeo sarebbe il male minore e quindi assolutamente inefficace.
Viceversa credo che per radicare un controllo diffuso e capillare sia più efficace la perdita della cittadinanza, non solo di chi è accusato di attività terroristica ma anche dei parenti ed affini stretti, diciamo fino al secondo grado, ossia coniuge, figli, genitori, suoceri, cognati, ecc. Tale sanzione comunque credo possa rappresentare una remora per lo stesso terrorista ma soprattutto potrebbe indurre i parenti a denunciare alle autorità il terrorista stesso nel timore di perdere la cittadinanza e quindi essere espulsi dal paese di residenza.
Una tale norma evidentemente dovrebbe essere introdotta come norma eccezionale in deroga al principio fondamentale degli ordinamenti giuridici dei paesi dell’UE, per cui la responsabilità penale è personale, rimanendo in vigore fino a quando il terrorismo no sia debellato. Del resto essendo di fatto in guerra credo che sia opportuno adottare norme eccezionali tipiche appunto dello stato di guerra.