Giovedì, il punto: con le notizie (apparentemente) positive provenienti dalla Grecia, qualcuno si sarebbe potuto aspettare una buona giornata. Non è andata così.
Oggi sul retail alcuni segnali di rimbalzo, ma con volumi modesti ... si vedrà.
Tornando a ieri, non è andata così sia per la evidente grande confusione che regna nella politica greca ed in quella europea, sia perché la circostanza per cui forse non si andrà al referendum ove si raggiungesse una intesa per coinvolgere ND nell'approvazione del piano europeo è ancora labile e fumosa.
Non si dimentichi inoltre che il mercato guarda a scenari macroeconomici globali poco fausti per i prossimi 24 mesi almeno, e sa che la Grecia si avventura nel 2012 nel suo quarto anno consecutivo di recessione, una soglia che non è mai stata superata da alcuna democrazia in tempi recenti.
Veniamo ai prezzi. Cominciando dai corti, il marzo 2012 ha chiuso a quota 44,84; i due maggio 2013 a quota 34,77 (4,6%) e 36,50 (7,5%); l'agosto 2014 a 32,86.
Sono prezzi che segnalano un forte affievolimento di aspettative di ripagamento a 100 se si guarda al di là delle scadenze distanti pochi mesi: già sul 2014 in sostanza non scommette più nessuno, al punto che l'uscita dal titolo degli scommettitori più avventurosi ha portato i corsi al di sotto di quelli, ad esempio, del titolo 6,1% agosto 2015, (close a 34,26) nonostante una situazione molto simile in termini, ad es., di rateo maturato.
Calano decisamente anche le lunghezze mediane, e con i 2019 siamo ora attorno ai 31/100, cosa più, cosa meno.
Tutti sotto quota 30/100 i lunghi, fra i 28 ed i 29/100, i lunghissimi hanno chiuso il 2037 a 29,11, i 2040 a 28,77.
I titoli lungo tutta la curva dei rendimenti, dal 2014 al 2040, sono compresi in 5-6 figure, fra i 28 ed i 34/100, tipica situazione che precede il default.