UE a due velocità significa semplicemente euro a due velocità, la qualcosa è tecnicamente impossibile. Un po come costringere i corpi a cadere dal basso verso l'alto. E' un non senso e basta. In verità euro a due velocità significa, se vogliamo dare un senso alla frase, che i paesi deboli, soprattutto la Grecia ed il Portogallo resteranno fuori. Per quanto riguarda l'Italia, l'Irlanda, la Spagna ed il Belgio l'appartenenza al nuovo euro sarebbe dubbia. In definitiva l'euro a due velocità è sostanzialmente la morte dell'euro. Certo dopo i sacrifici che i cittadini dei paesi deboli hanno e stanno facendo li si condanna ad un ulteriore periodo di restrizioni, cacciandoli dall'UEM, non credo che i paesi intressati saranno in grado di frenare l'euroscetticismo garantendo la loro partecipazione all'UE. Insomma, quali sono i motivi per cui un paese dovrebbe rimanere nell'UE? Se nel momento delle difficoltà le risposte sono sacrifici, sacrifici e alla fine la morte economica. Secondo il mio modesto parere, l'euro a due velocità implica lo sfaldamento dell'UE, ossia il "si salvi chi può". Il rammarico rimane in considerazione del fatto che la soluzione economica sarebbe a portata di mano. Ringrazieremo l'ottusità teutonica.Tra l'altro il crollo dell'UE prefigura scenari politici non certo rassicuranti. Poichè inizierebbe scopertamente la guerra economica tra i paesi della vecchia Europa dagli esiti non sempre incruenti.
Sono d'accordo con te che un euro a due velocità sarebbe di difficile realizzazione e non credo affatto sia questo l'obiettivo della Germania.
La distribuzione geografica dell'euro resterà invariata.
A meno che qualche paese non voglia uscire (Grecia? spero proprio di no e lo ritengo improbabile) o entrare (GB? se vuol far parte del club che conta dovrà abbandonare la sterlina, ma anche qui non vedo alte probabilità se non in tempi lunghi, post crisi).
Quello che cambierà in modo radicale sarà il processo decisionale all'interno dell'Unione. In realtà è già cambiato, visto che le decisioni importanti vengono prese in vertici bilaterali e poi ratificate a livello EU, si tratta di istituzionalizzare tale cambiamento.
Mi posso immaginare un'Europa a tre fasce:
1. paesi "core" (Austria, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda) con politiche economiche e fiscali altamente integrate, emissione di eurobond, autonomia decisionale rispetto agli altri paesi;
2. paesi periferici appartenenti all'EuroZona: per questi si resterebbe sostanzialmente allo status quo, verrebbe istituzionalizzato il fatto che hanno pochissima voce in capitolo a livello decisionale, potrebbero sperare di diventare "core" prima o poi se fanno i bravi;
3. paesi EU fuori dall'euro (Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Svezia, Regno Unito): avrebbero autonomia monetaria ma resterebbero esclusi dal gioco europeo; probabilmente ciò farebbe maturare la decisione di Danimarca e Svezia di entrare nell'euro e quindi nell'area "core"... vedo il processo più difficile per il Regno Unito, nonostante le parole di Schäuble in tal senso.