gianfranco199
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Si tratta per l'euro ma per Deutsche Bank il "malato" Grecia è spacciato e il ritorno alla dracma scontato
di Andrea Franceschi
Cronologia articolo9 dicembre 2011
In questo articolo
Un'implosione dell'euro e un ritorno alle valute nazionali è un'eventualità che ha «zero probabilità» di manifestarsi. Mario Draghi, numero uno della Bce ha risposto così ai giornalisti che gli hanno chiesto di commentare i piani di emergenza, di cui ha parlato il Wall Street Journal, che le banche centrali starebbero mettendo in atto per prepararsi a un'eventuale crollo della moneta unica. Una risposta per rassicurare le paure di un baratro post moneta unica che il ministro delle Finanze francese per gli Affari europei Jean Leonetti ha esplicitamente evocato nei giorni scorsi («L'euro potrebbe esplodere»).
Dichiarazioni a parte, è un dato di fatto, che ormai anche le eventualità più catastrofiche vengono prese in considerazione. E se l'implosione dell'euro è altamente improbabile, lo stesso non può dirsi per un eventuale ritorno alla dracma della Grecia. In una nota inviata ai propri clienti per esempio gli analisti di Deutsche Bank hanno avvertito che i mercati stanno già scontando un'uscita dall'euro del "malato terminale". La dimostrazione sarebbe nel fatto che «i bond greci regolati dal diritto britannico vengono trattati a un prezzo maggiore rispetto a quelli collocati con le regole delle legislazione greca».
FOTO
GRAFICI
Quanto si svaluterebbero le valute nazionali in caso di esplosione dell'euro
abilità»
«Se Atene esce dalla moneta unica - spiega Sergio Capaldi economista di Intesa Sanpaolo - i titoli di stato potrebbero essere rimborsati nella nuova valuta nazionale, pesantemente svalutata. Questa è un'eventualità probabile soprattutto per i titoli regolati dalla legislazione greca. Quelli di diritto britannico (emessi per attirare gli investitori istituzionali, ndr) hanno clausole più compatibili con gli standard internazionali e pertanto offrono maggiori garanzie in questo senso. Ecco perché hanno un prezzo più alto».
Insomma, se un'implosione dell'euro ha «zero probabilità» come dice Draghi, l'uscita del paese più debole (da cui è partito il contagio) non è del tutto esclusa. Ma quanto potrebbe valere la nuova dracma? In un recente report gli analisti di Nomura ha provato a rispondere a questa domanda tenendo conto della competitività delle singole economie dell'Eurozona e dei rischi inflattivi.
La più colpita sarebbe appunto la Grecia che vedrebbe la sua nuova moneta svalutarsi del 57,6%. Secondo la simulazione degli analisti la "nuova dracma" potrebbe valere circa 57 centesimi di dollaro. Una eventuale nuova moneta portoghese invece varrebbe 71 centesimi di dollaro con una svalutazione del 47,2%. Al terzo posto tra i più colpiti da un crollo dell'euro gli analisti di Nomura piazzano la Spagna. La nuova "peseta" varrebbe 86 centesimi con una svalutazione del 35,5 per cento. Madrid sarebbe messa peggio dell'Irlanda, che ha dovuto fare ricorso al salvataggio. Un eventuale abbandono dell'euro costerebbe a Dublino una svalutazione del 28,6%. Quanto potrebbe valere invece la "nuova lira" italiana? Gli analisti di Nomura stimano una svalutazione del 27,3% e un tasso di cambio con dollaro fissato a 97 centesimi. Chi invece subirebbe il fenomeno inverso è invece la "solida" Germania. In caso di implosione dell'euro il nuovo marco diventerebbe valuta rifugio e si rivaluterebbe, cone effetti inevitabilmente negativi per l'economia tedesca trainata dalle esportazioni.
Si tratta per l'euro ma per Deutsche Bank il "malato" Grecia è spacciato e il ritorno alla dracma scontato
di Andrea Franceschi
Cronologia articolo9 dicembre 2011
In questo articolo
Un'implosione dell'euro e un ritorno alle valute nazionali è un'eventualità che ha «zero probabilità» di manifestarsi. Mario Draghi, numero uno della Bce ha risposto così ai giornalisti che gli hanno chiesto di commentare i piani di emergenza, di cui ha parlato il Wall Street Journal, che le banche centrali starebbero mettendo in atto per prepararsi a un'eventuale crollo della moneta unica. Una risposta per rassicurare le paure di un baratro post moneta unica che il ministro delle Finanze francese per gli Affari europei Jean Leonetti ha esplicitamente evocato nei giorni scorsi («L'euro potrebbe esplodere»).
Dichiarazioni a parte, è un dato di fatto, che ormai anche le eventualità più catastrofiche vengono prese in considerazione. E se l'implosione dell'euro è altamente improbabile, lo stesso non può dirsi per un eventuale ritorno alla dracma della Grecia. In una nota inviata ai propri clienti per esempio gli analisti di Deutsche Bank hanno avvertito che i mercati stanno già scontando un'uscita dall'euro del "malato terminale". La dimostrazione sarebbe nel fatto che «i bond greci regolati dal diritto britannico vengono trattati a un prezzo maggiore rispetto a quelli collocati con le regole delle legislazione greca».
FOTO
GRAFICI
Quanto si svaluterebbero le valute nazionali in caso di esplosione dell'euro
abilità»
«Se Atene esce dalla moneta unica - spiega Sergio Capaldi economista di Intesa Sanpaolo - i titoli di stato potrebbero essere rimborsati nella nuova valuta nazionale, pesantemente svalutata. Questa è un'eventualità probabile soprattutto per i titoli regolati dalla legislazione greca. Quelli di diritto britannico (emessi per attirare gli investitori istituzionali, ndr) hanno clausole più compatibili con gli standard internazionali e pertanto offrono maggiori garanzie in questo senso. Ecco perché hanno un prezzo più alto».
Insomma, se un'implosione dell'euro ha «zero probabilità» come dice Draghi, l'uscita del paese più debole (da cui è partito il contagio) non è del tutto esclusa. Ma quanto potrebbe valere la nuova dracma? In un recente report gli analisti di Nomura ha provato a rispondere a questa domanda tenendo conto della competitività delle singole economie dell'Eurozona e dei rischi inflattivi.
La più colpita sarebbe appunto la Grecia che vedrebbe la sua nuova moneta svalutarsi del 57,6%. Secondo la simulazione degli analisti la "nuova dracma" potrebbe valere circa 57 centesimi di dollaro. Una eventuale nuova moneta portoghese invece varrebbe 71 centesimi di dollaro con una svalutazione del 47,2%. Al terzo posto tra i più colpiti da un crollo dell'euro gli analisti di Nomura piazzano la Spagna. La nuova "peseta" varrebbe 86 centesimi con una svalutazione del 35,5 per cento. Madrid sarebbe messa peggio dell'Irlanda, che ha dovuto fare ricorso al salvataggio. Un eventuale abbandono dell'euro costerebbe a Dublino una svalutazione del 28,6%. Quanto potrebbe valere invece la "nuova lira" italiana? Gli analisti di Nomura stimano una svalutazione del 27,3% e un tasso di cambio con dollaro fissato a 97 centesimi. Chi invece subirebbe il fenomeno inverso è invece la "solida" Germania. In caso di implosione dell'euro il nuovo marco diventerebbe valuta rifugio e si rivaluterebbe, cone effetti inevitabilmente negativi per l'economia tedesca trainata dalle esportazioni.