Lunedì, il punto: giornata campale e difficile quella di ieri per i tds greci, con un avvitamento in picchiata dei prezzi su tutte le lunghezze.
Cominciando dai corti, il marzo 2012 ha chiuso a quota 57,3, mentre i due maggio 2013 hanno visto chiusure nell'ordine dei 42,3/100 (il 4,6%) e 46,2/100 (il 7,5%), ad esprimere una rapida evaporazione sul mercato delle aspettative per una soluzione per la Grecia in tempi non brevissimi.
Cali mai inferiori al 5%, e spesso nell'ordine del 7-8% sono diffusi lungo tutta l'estensione della curva, con prezzi direzionati verso quota 40/100.
Per i lunghissimi, qui la quota di riferimento potrebbe essere quella dei 30/100, con il 2037 a 32,38/100 ed il 2040 a 32,39/100.
I prezzi indicati sopra sono tutti BBML e rilevo come questi ultimi segnino cali mediamenti più profondi di un paio di punti pct rispetto ai prezzi di rilevazione Xtrakter. Come sapete, i primi sono maggiormente indicativi dei comportamente degli operatori professionali rispetto ai secondi.
Mercoledì, il punto: i due giorni trascorsi dal precedente commento hanno visto un qualche tentativo di assestamento dei prezzi sui nuovi minimi appena raggiunti. Vedremo se di qui partirà un rimbalzo, e di che consistenza e durata.
Il mercato ha sostanzialmente assorbito la ristrutturazione del debito greco, ampiamente scontata nei prezzi, e scommette su due circostanze, più volte indicate: la prima è il quando accadrà la ristrutturazione, la seconda è se essa avverrà con permanenza nell'euro oppure con abbandono della valuta comune.
Le due circostanze sono peraltro connesse: poiché, come rammentato, la Grecia non è nell'immediato in grado di defaultare permanendo nell'euro, default "ravvicinato" significa anche default fuori dall'euro, e quindi minore recovery per gli obbligazionisti.
Viceversa, ogni elemento che pospone nel tempo la ristrutturazione crea - in via del tutto teorica, occorrendo verificare in concreto l'evoluzione del quadro macro - la possibilità che la situazione greca migliori, rendendo possibile quel default nell'euro che oggi non è praticabile.
Della situazione sono ben al corrente i due attori principali della politica europea, tedeschi e francesi, che non a caso cercano di rassicurare il mercato sulla possibile permanenza della Grecia nell'euro - che vuol anche dire default "dopo" - e quindi recovery più elevato, il solo elemento idoneo a contenere la caduta dei prezzi dei tds greci.
Come detto in passato, la consistenza del recovery atteso incide sui corsi dei tds più lunghi. Sui lunghissimi, i prezzi si sono assestati ieri attorno ai minimi già segnalati due giorni fa, con il 2037 a 32,28 ed il 2040 a 31,81 (BBML)
La data del possibile recovery muove invece i titoli più corti, e qui segnalo come il marzo 2012 abbia chiuso ieri attorno a quota 52,85 (sempre BBML) e appaia oggi intenzionato a rimbalzare con volumi dignitosi sui mercati retail tedeschi (Stoccarda, in particolare). Già i due bond a scadenza maggio 2013 presentano un andamento che riflette attese di un possibile default "dopo" la scadenza dei titoli alquanto affievolite, avendo chiuso su BBML rispettivamente a 41,73 (il 4,6%) e 44,73 (il 7,5%)
In mezzo, le scadenze mediane tendono a perdere quota 40/100, ed in molti casi i prezzi si attestano già un paio di punti sotto tale soglia, dipendendo poi anche dal rateo e dalla data di stacco cedola, con i 2019 attorno a quota 37,5/100.
Sui titoli oltre tale lunghezza, le vendite disordinate dei due giorni precedenti, operate in precarie condizioni di liquidità, hanno innescato già ieri forti movimenti di rimbalzo nei casi di prezzi più sacrificati: il giorno precedente si erano visti dei 27,5/100 su scadenze 2022 - 2026, ed il mercato ha poi riallineato ieri attorno a valori di poco superiori ai 31/100.