La suddetta banca, che come moltissime altre si è ritrovata sull’orlo  del baratro a causa delle continue crisi che stanno scuotendo l’Europa  e, in particolare, proprio l’Irlanda, è stata salvata, ad inizio estate e per la terza volta consecutiva, grazie all’intervento statale  che prevedeva, che l’istituto scambiasse le 18 obbligazioni subordinate  precedentemente emesse con nuovi e più sicuri bond garantiti dallo  Stato irlandese.
Nulla di eclatante o di anomalo, dunque, se non fosse che, essendo lo  scambio destinato a quanti avessero sottoscritto obbligazioni per  almeno 50.000 euro, non vi era necessità di ottenere il via libera dalla Consob o di mandare all’istituto di vigilanza o alle banche italiane alcuna comunicazione.
 Comunicazione che, affidata agli intermediari, è comunque giunta a  conoscenza degli istituti italiani che, per motivi ancora da chiarire,  non si sarebbero interessati al problema evitando di informare i propri clienti.
 Il risultato è che questi clienti, non avendo potuto aderire  all’offerta di Bank of Ireland, hanno tacitamente acconsentito a subire  il trattamento riseervato a chiunque non volesse effettuare lo scambio.
 Centinaia di risparmiatori, dunque, si sono visti corrispondere 1 centesimo di euro per ogni 1.000 euro investiti.