I report certificati Ferralum, ex Metalcorp, di cui sopra, sembrano abbastanza in linea col rassicurante piano aziendale (mancano però i primi mesi 2024). Sarebbe anche plausibile che dopo la ristrutturazione del debito, e scorporati i rami secchi, anzi idrovori della Metalcorp Guinea, gli asset europei (Bagr, Stokach, commerciale Steelcom + 39% di Italiana Coke) continuino a produrre come in passato, e che magari rimborsino nel 2026. Quel che semina dubbi è che tutto il gruppo Monaco Resources (oggi Sonel) va a picco, che non si vedono cedole da anni (vedremo per l’Mcom a settembre), che le nuove cedole per quanto in massima parte in Pik sono onerose (10-20%) e poco rollabili, e che la dirigenza è del tutto squalificata. Infine, la società di certificazione, Grant e Thornton, per quanto nota, non sembra propriamente un collegio di mammolette (coinvolta nel crack Parmalat e altri)