Vito "lo smentito"
Nelle sue prime settimane in politica, nel 2013, è stato al centro di una serie di figuracce, seguite spesso dalle secche smentite di Grillo.
Come riportato dal
Sole 24 ore, in quei mesi si guadagnò un hashtag personale su Twitter, #Romanzocrimi, seguito da una sorta di tormentone, "
Vito lo smentito".
Quest'ultimo appellativo arrivò subito dopo alcune dichiarazioni, subito smentite appunto. La più criticata tra i penstellati fu quella che riguardava Pierluigi Bersani.
Su Facebook, infatti, Crimi avrebbe scritto: "Meglio un incarico a Bersani che una prorogatio a Monti".
Parole, quelle, che crearono un caso e il richiamo di Grllo che, dal suo blog, avrebbe cancellato l'affermazione dell'allora portavoce.
La "confusione" politica
Secondo quanto riportato dal
Corriere della sera, Crimi avrebbe lasciato la moglie per fidanzarsi con la deputata Carinelli
e dopo l'inizio di questa relazione avrebbe anche cambiato aspetto, diventando più magro, con barba e lenti a contatto.
Al programma radiofonico
Un giorno da pecora, il neo capo politico del M5S avrebbe rivelato di aver votato, negli anni,
Rifondazione comunista, Alleanza nazionale, Verdi e Ulivo (ma mail i Partito democratico), generando così qualche confusione rispetto alla sua
identità politica.
Crimi "gerarca minore"
Nonostante sia definito dalla collega Lombardi "Vito orsachiotto Crimi", il pentastellato sarebbe finora l'esponente meno mediatico dei 5S ma tra i più attivi.
La delega all'Editoria, affidata dal primo governo guidato da Giuseppe Conte, gli porta qualche difficoltà, soprattutto per quanto riguarda
Radio Radicale,
contro la quale si sarebbe accanito in diverse circostanze. Il giornalista Massimo Bordin lo definì, per questa sua crociata, un "gerarca minore".