HO CHIESTO SE ALL'INFERNO C'E' POSTO PER ME. MI HANNO RISPOSTO CHE NON VOGLIONO PROBLEMI

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Quando ci si espone succede anche questo. La verità fa male, ma preferiscono nasconderla con le polemiche.

“Ieri ho avuto l’onore di incontrare una madre coraggiosa che si batte con una motivazione in più, perché ha perso un figlio di overdose, e su di lei la politica si divide”.
“Io al Pilastro ci tornerò. Oggi è stata danneggiata la macchina del marito di quella donna che ha perso un figlio per droga. Tornerò a difenderla”.
“A Fabio Volo dico che io i camorristi li ho messi in galera. Mentre Fabietto Volo scriveva e Fedez cantava io confiscavo i beni ai mafiosi”.

Nella notte è stata danneggiata l’auto della donna che ha accompagnato Matteo Salvini a fare un giro al Pilastro, in periferia a Bologna, indicandogli il citofono del ragazzo tunisino.

Stamattina è avvenuta la scoperta: il parabrezza dell’auto è stato lesionato e i vetri laterali della vettura sono stati rotti.
Come riporta l’Ansa, la donna ha sporto subito denuncia ai Carabinieri.

I militari della Stazione Bologna Mazzini hanno quindi avviato le indagini, al momento contro ignoti, per danneggiamento aggravato.
 
:capo:
Vito "lo smentito"

Nelle sue prime settimane in politica, nel 2013, è stato al centro di una serie di figuracce, seguite spesso dalle secche smentite di Grillo.

Come riportato dal Sole 24 ore, in quei mesi si guadagnò un hashtag personale su Twitter, #Romanzocrimi, seguito da una sorta di tormentone, "Vito lo smentito".
Quest'ultimo appellativo arrivò subito dopo alcune dichiarazioni, subito smentite appunto. La più criticata tra i penstellati fu quella che riguardava Pierluigi Bersani.
Su Facebook, infatti, Crimi avrebbe scritto: "Meglio un incarico a Bersani che una prorogatio a Monti".
Parole, quelle, che crearono un caso e il richiamo di Grllo che, dal suo blog, avrebbe cancellato l'affermazione dell'allora portavoce.

La "confusione" politica
Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, Crimi avrebbe lasciato la moglie per fidanzarsi con la deputata Carinelli
e dopo l'inizio di questa relazione avrebbe anche cambiato aspetto, diventando più magro, con barba e lenti a contatto.
Al programma radiofonico Un giorno da pecora, il neo capo politico del M5S avrebbe rivelato di aver votato, negli anni,
Rifondazione comunista, Alleanza nazionale, Verdi e Ulivo (ma mail i Partito democratico), generando così qualche confusione rispetto alla sua identità politica.

Crimi "gerarca minore"
Nonostante sia definito dalla collega Lombardi "Vito orsachiotto Crimi", il pentastellato sarebbe finora l'esponente meno mediatico dei 5S ma tra i più attivi.
La delega all'Editoria, affidata dal primo governo guidato da Giuseppe Conte, gli porta qualche difficoltà, soprattutto per quanto riguarda Radio Radicale,
contro la quale si sarebbe accanito in diverse circostanze. Il giornalista Massimo Bordin lo definì, per questa sua crociata, un "gerarca minore".
 
Le autorità sanitarie cinesi sembrano mostrare tutta la loro preoccupazione dopo l’esplosione dei casi di Corona virus nel Wuhan.

Al contrario di quanto accade nel 2003 con la SARS questa volta sono stati fatti subito degli annunci pubblici allarmanti.

Del resto sono oltre 400, gli infetti, di cui 190 solo in un weekend, 9 i morti, oltre 1300 i casi sotto osservazione.

La popolazione è stata avvisata di restare in casa e di rinviare i viaggi, mentre negli aeroporti sono scattati stretti controlli sanitari,
che comunque non hanno impedito il primo caso negli USA.

La Corea del Nord ha praticamente chiuso le frontiere ai turisti per impedire la diffusione del virus.

La scoperta della trasmissibilità da umano ad umano per via aerea fa temere il peggio.

Ecco come è attualmente diffuso il virus



In poche ore nelle zone a rischio sono andate esaurite tutte le scorte di mascherine protettive che, per ironia della sorte vedono nell’americana 3M uno dei principali produttori.

Nel 2003 la SARS uccide oltre 800 persone, anche mettendo in difficoltà l’economia di Hong Kong e rallentando la Cina.

In una situazione già incerta questa nuova epidemia non può che portare ad ulteriori incertezze, soprattutto per il calo nei voli aerei, trasporti, trasferimenti e vacanze.

Ricordiamo che siamo alla vigilia del capodanno cinese, quando le famiglie viaggiano per ricongiungersi e festeggiare,
ma questa epidemia farà sentire i propri effetti anche su questi spostamenti.
Del resto si fornisce al governo di Pechino un ulteriore alibi per giustificare l’attuale situazione economica non brillante.

Negli Usa proprio ieri molte azioni hanno già risentito gli effettidfi questa crisi.

Il trasporto aereo verrà duramente colpito, mentre cresce il settore farmaceutico.

 
Scoppia la guerra dei trasporti fra Italia , Austria e Germania, ed a farne le spese sono i nostri autotrasportatori.
Proprio dal 1° gennaio 2020 sono entrati in vigore sul passaggio del Brennero i divieti di transito settoriale per altre categorie merceologiche :

  • carta e cartone,
  • prodotti minerali liquidi,
  • cemento, calce, intonaco bruciato-gesso
  • tubi e profilati cavi; cereali
A questi divieti si accompagnano altri divieti legati alle classi EURO dei veicoli stessi.

Dal divieto settoriale sono esclusi i veicoli con propulsione elettrica o a idrogeno,
peccato che veicoli elettrici o ad idrogeno non esistano ancora,
per cui l’esenzione può servire ai fantasmi o all’uomo del futuro.

I veicoli Euro VI sono esentati solo se nuovi,, cioè immatricolati oltre il 31 agosto 2018.

Si tratta di un attacco durissimo all’interscambio fra Italia e Germania ed al nostro export che, in buona parte , si muove ancora su ruote.
Inoltre tutto questo avviene in barba alle norme del libero mercato europeo,
che vengono sempre e solo applicate quando interessano a qualcuno, ma quasi mai quando invece sarebbero utili alle aziende italiane.

Per questi motivi stanno partendo iniziative di protesta fortissime dalle categorie del trasporto,
fra cui anche un’interrogazione parlamentare europea, che vi riportiamo, con, fra i proponenti,
Antonio Maria Rinaldi, Simona Baldassarre, Marco Zanni, Marco Campomenosi, Lucia Vuolo, Massimo Casanova, Matteo Adinolfi e Paolo Borchia.

Ecco il testo completo.

Limitazioni alla circolazione al valico del Brennero: comportamenti discriminatori e danni per l’economia comunitaria

Con l’ordinanza pubblicata nella Gazzetta ufficiale del Tirolo N.81/2019 sul divieto di circolazione settoriale
sono state aumentate le limitazioni sul traffico pesante al valico del Brennero, prevedendo il divieto alla circolazione su strada di nuove merci,
mettendo a rischio almeno 30 miliardi di euro all’anno di esportazioni con evidenti conseguenze negative anche in termini occupazionali.
Si rammenta che, in media, ogni anno i TIR che transitano dal valico del Brennero sono circa 2,4 milioni, per un interscambio commerciale che supera i 200 miliardi all’anno.


Considerando ciò, si chiede alla Commissione se:

1. Ritiene che la tutela dell’ambiente, nella ratio di questa ordinanza, sia stata adeguatamente bilanciata
con il diritto alla libera circolazione delle merci che rappresenta una delle quattro libertà fondamentali dell’UE?


2. Inoltre pensa di intervenire per contrastare questo comportamento discriminatorio che concede particolari deroghe alle sole merci dirette o provenienti dall’Austria?
 
Se fossero autotrasportatori francesi avrebbero già fatto un casino, avrebbero bloccato tutto.
Da noi andranno a battere cassa a Roma che li indennizzerá a ns spese.
...non c'è da preoccuparsi... c'è il bibitaro agli Esteri, Conteuncazz...e Gentiloni che vende territori italiani.......
 
Ci rivolgiamo a tutti quelli che sparando a zero contro il centrodestra e soprattutto contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni,
hanno sostenuto la scelta di affidare il paese a questa congrega di ignoranti, inadatti, supponenti e incompatibili a tutto, oltreché fra loro.

Sia chiaro il nostro giudizio è politico e basta, ma quando dicevamo che non solo la Costituzione
non obbliga nessuno a ricercare una maggioranza purché sia per guidare il paese,
ma fa riferimento alla necessità di armonia e condivisione di una linea chiara di programma, avevamo ragione.

Quando dicevamo che questa maggioranza non offriva la garanzia politica per assumere la responsabilità di governo in un passaggio tanto delicato,
perché fino al giorno prima si era insultata e dileggiata e perché i grillini erano in liquefazione elettorale e interna, avevamo ragione.

Come avevamo ragione a segnalare l’inaffidabilità dei cinquestelle a guidare politicamente alcunché,
non solo perché con la lega avevano dimostrato limiti di visione, ma per l’incompetenza clamorosa dimostrata nella guida dei comuni a partire dalla Capitale ridotta al lumicino.

Come infine avevamo ragione a criticare la scelta di affidare ancora a Giuseppe Conte il nuovo esecutivo
dopo la gestione fallimentare del precedente perché sbagliare è umano perseverare è diabolico,
insomma non esisteva un briciolo di garanzia che i giallorossi potessero funzionare per il bene del Paese.

Tanto è vero che oggi a 4 mesi data, la maggioranza è allo sbando totale, in preda ad una guerra fratricida,
vittima di scissioni e dissidenze, coi grillini ridotti al si salvi chi può, sottomessa a una discesa elettorale a precipizio confermata da ogni sondaggio.

Qui non si tratta solo di “GigginoDi Maio impallinato a morte dai colleghi, si tratta delle figuracce internazionali,
delle vendette personali sui provvedimenti, della paura su ogni decisione, del rischio quotidiano di entrare in crisi, dei contrasti giornalieri esasperanti.

Noi non sappiamo come finirà il voto di domenica prossima, ma la possibilità che la maggioranza prenda un’altra bastonata è concreta,
perché la gente avrebbe voluto votare dopo la crisi estiva anziché subire un’alleanza politica ipocrita così distante dal consenso elettorale e popolare.

I cittadini in questi mesi hanno assistito a un teatrino insopportabile, hanno patito una finanziaria di tasse e manette che peggiorerà il futuro,
hanno sofferto le brutte figure sui dossier internazionali, hanno penato per l’assenza di soluzioni sulle crisi aziendali e sui licenziamenti.

Gli elettori in questi mesi hanno capito la gravità della prescrizione contro il diritto all’innocenza,
del Mes contro quel che resta di sovranità finanziaria, della fine di ogni privatezza sulle spese personali coi contanti, dell’aumento dei controlli e dei vincoli su ogni iniziativa d’intrapresa.

Gli italiani hanno capito quale sia il concetto di democrazia, di alternanza e di libertà dei giallorossi
che per impedire il voto e la vittoria di Salvini Meloni e Silvio Berlusconi, sono arrivati a spergiurare e smentire ogni parola d’onore,
hanno capito il trucco, l’ipocrisia, la forzatura della sinistra.

Ecco perché scriviamo fine corsa e siamo certi che manchi poco alla rottura del governo,
che nemmeno la colla del potere resista al sentimento della gente, che una maggioranza in disfacimento avvicini la fine di un tormento,
ecco perché domenica comunque sia sarà l’inizio della fine.

Si possono ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per sempre, ma non si potranno mai ingannare tutti e per sempre, lo disse Abramo Lincoln.
Fine corsa.
 
E' normale per un sinistronzo coprire i misfatti compiuti da delinquenti.
Perchè ricordo ciò che diceva mio nonno: Non tutti i partigiani erano delinquenti, ma tutti i delinquenti erano diventati partigiani.

Tomaso Montanari è uno storico dell’arte, saggista con centinaia di pubblicazioni, professore ordinario di storia dell’arte moderna,
presidente del comitato scientifico per le belle arti del ministero dei beni Culturali.
Da giornalista scrive per la Repubblica e Il Fatto Quotidiano. Le sue opinioni le si possono ascoltare in ogni canale.

Pare, pertanto, impossibile che un uomo di tale levatura intellettuale possa aver sostenuto che i libri di Giampaolo Pansa
a partire da “Il sangue dei vinti” siano opera di un falsario e che siano “testi privi di qualunque valore cognitivo,
pieni di coscienti omissioni, falsificazioni, disonestà intellettuali di ogni tipo”.

Ragionando in questo modo l’intellettuale Montanari è sceso dal piedistallo per uniformarsi a tutti coloro che chiacchierano senza dati alla mano,
ora facilmente consultabili in qualsiasi sito specializzato del Ministero della Giustizia o di storia giuridica del nostro Paese.


Pansa, come oramai molti storici obiettivi, ha fatto emergere che talune stragi commesse in nome della Liberazione
non sono state così diverse dalle efferatezze fasciste. In particolare con il suo libro più famoso menzionato dal Montanari
porta alla luce esecuzioni e crimini compiuti dai partigiani dopo il 25 aprile 1945, ad avvenuta Liberazione,
verso fascisti, sospetti tali o solo inconsapevoli professionisti.

Ha descritto quello che fino all’uscita del libro era un tabù e cioè che bande partigiane avevano ucciso persone innocenti sulla base di semplici sospetti
o, nel caso di carabinieri e sacerdoti, sotto la spinta di un cieco odio ideologico.


Nessuno, in ottica diversa da quella di Montanari, nega che la Resistenza è stata condotta anche da forze moderate,
spinte dai più nobili ideali, composte da militari, intellettuali, liberali e cattolici
.

Gente che ci credeva davvero ma purtroppo impotente di fronte a taluni ordini di operazioni ove veniva disposto
che i prigionieri dovevano essere uccisi, anche se feriti e, qualora utili per gli interrogatori, giustiziati dopo tre ore.

Il povero colonnello dei carabinieri Edoardo Alessi, fondatore dei carabinieri paracadutisti,
era comandante provinciale di Sondrio quando si rifiutò di prestare giuramento al governo di Salò per passare a guidare la divisione Valtellina.
Fu ucciso il 26 aprile, da fuoco amico, partigiano, proprio perchè si era opposto ad uno di quegli spietati ordini di operazioni
e voleva imporre regole di rispetto dei diritti umani anche nella condotta della guerra della Resistenza.

A Porzus i partigiani di orientamento cattolico-liberale della Brigata “Osoppo” furono uccisi dai partigiani delle Brigate Garibaldi
solo perchè si opponevano ai disegni di contiguità con le milizie jugoslave di Tito cui anelavano i criminali autori della strage.

Sempre alle Brigate Garibaldi sono attribuite – non da Pansa – altre stragi ben note per efferatezza come quelle di Schio, Oderzo, Mignagola, Pieve di Cento, ecc..

La procedura prevedeva che gli omicidi fossero preceduti da torture e sevizie.

Anche molti giornalisti fecero la stessa fine solo per aver denunciato le violenze registrate nel cosidetto “triangolo della morte”,
area nell’Emilia ove, non fidandoci di Pansa e ricorrendo alle stime dell’allora prefetto di Modena Giovanni Battista Laura,
si verificò il più alto numero di omicidi politici a matrice partigiana.

Gli eccidi avvenuti anche molto tempo dopo il 25 aprile sono ben difficili da spiegare con le esimenti del diritto bellico
e sono la dimostrazione che molte formazioni combattenti avevano ben altri disegni non proprio coerenti con la liberazione nazionale.


Montanari non perda tempo a leggere Pansa se lo ritiene un falsario e analizzi tutti quei procedimenti giudiziari contro i partigiani
imputati per fatti legati alla Resistenza ma giudicati come crimini di diritto comune.

In quei processi, definiti nel loro complesso “alla Resistenza”, confluirono accuse di omicidi commessi non solo da autori “in lotta contro il fascismo”,
ma anche riconducibili a motivazioni diverse quali rapina, vendetta personale e odio di classe.

Vi furono condanne che vennero meno a causa dell’amnistia Togliati.

La stessa poneva una distinzione tra i fatti criminosi compiuti entro il 31 luglio 1945 e quelli avvenuti successivamente,
riconoscendo la non punibilità degli autori di reati sino all’omicidio commessi entro quella data – poco più di tre mesi dal 25 aprile –
spartiacque per considerarli uno strascico della guerra conclusa.

Una sorta di esimente per avere usato le armi giunta sotto forma di amnistia cui poté confluire ogni fattispecie di reato non necessariamente collegata al conflitto.

La storia di quegli anni, come si vede, è molto complessa e chi divide ancora tra buoni da una parte e cattivi dall’altra
è solo accecato da odio unilaterale, atteggiamento consentito all’uomo qualunque ma non a intellettuali del calibro di Montanari
che con il loro eloquio trascinante hanno il dovere di documentarsi e rappresentare i fatti nella loro oggettività.

Proprio come con grande onestà ha fatto Pansa.
 
Intanto prendiamoci una visione delle pacifiche e innocue sardine a Siena
In nome del loro amore universale, della loro lotta contro l'odio, hanno cercato di impedire la conferenza
di Antonio Socci e di Diego Fusaro che dovevano presentare i loro libri.
Ovviamente pure un marxista "non allineato" ai loro disegni ittici (di cartone) come Fusaro, l'hanno fatto passar per "fascista".
Un singolare esempio di "immaginazione al potere".

Ha visto di tutto nella sua vita Sinisa, figuriamoci se si fa scalfire da quattro conigli rossi che lo insultano e gli augurano la morte.
Lui resterà sempre un leone, loro degli ignobili roditori che si attaccano a una tastiera per inveire contro chi non la pensa come loro.



Ne ha viste tante Mihajlovic e oggi non si fa certo problemi a rilasciare un’intervista per dire che appoggia in tutto e per tutto Matteo Salvini.
Non se li fa anche se siede sulla panchina di una squadra, il Bologna, la cui curva è più rossa che non ce n’è.
E poi: perché mai dovrebbe farsene? Ha detto quello che pensa. Punto. Si chiama libertà.

La violenza con cui gli sono piombati addosso era prevedibile.
E sono andati a colpirlo là dove, fino a qualche settimana fa, tutti gli si stringevano attorno: l
a malattia che gli divora dentro, quel tumore che non lo ha fermato

Se non lo ha fatto il cancro figuriamoci se ci riusciranno quei quattro idioti che gli augurano la morte perché ha fatto un endorsement al Capitano leghista.
Gli rinfacciano di appoggiare Lucia Borgonzoni e gli ricordano che nel frattempo “si fa curare con la sanità di Bonaccini”.
Per questo dovrebbe tacere. “Sosterrà Salvini in Emilia Romagna con un tumore già ci convive”. Da brividi. E ancora: “Speriamo muoia entro domenica”.

Per Sinisa sono tutti moscerini.

Lui che è cresciuto nella Jugoslavia del generale Tito, che ha vissuto sulla propria pelle due guerre violentissime,
che ha visto le bombe americane radere al suolo le città serbe e gli amici cadere come foglie, non si lascia certo smuovere da un augurio di morte.


La morte, appunto, l’ha guardata in faccia più volte e più volte l’ha sconfitta.

Con un unico rimpianto.

“Quando si parla di sogni non penso ad alzare una Champions League o uno scudetto – ha raccontato tempo fa – il mio è impossibile: poter riabbracciare mio padre”.

Tutto il resto sono bassezze che non lo toccano ma che a noi dicono, ancora una volta, che le anime belle
che vogliono i tribunali contro le destre sono i primi, feroci odiatori che metterebbero alla gogna chiunque non la pensi come loro.
 
Sardine:non un programma,non un'idea,non una critica costruttiva,solo seguire Salvini per impedirgli di fare comizi,
ma l'ultima volta hanno fatto una brutta figura,visto che la questura ha ordinato di lasciare la piazza a Salvini.

"Noi non siamo né a destra né a sinistra", peccato che i fatti dicano che sono la costola del pd.
"Noi non andiamo a Rete 4",dice "triglia lessa" Mattia Santori,e perché mai,se vi ritenete così superiori ?

Avete forse paura di non riuscire a sostenere una conversazione?

Cercando di impedire la presentazione del libro di Socci e Fusaro, hanno dimostrato di essere dei beceri ed arroganti di sinistra.

Hanno avuto dei celebri antesignani tra chi impediva di diffondere libri e li bruciava nelle piazze, questi poveri dementi ignorantelli!

Oggi su whatsapp un amico mi ha girato queste notiziole sulle sarde con preghiera di divulgare al massimo.

"Mattia Santori, 30 anni è un ricercatore del RIE, società che si occupa di comunicazione sociale.

Il RIE é una società di privata di consulenza fondata da R. Prodi e A. Clò.

Questo secondo è membro del CdA della GeDi, società ed. di De Benedetti e degli Agnelli.

Ricordiamo che GeDi è il maggior gruppo editoriale in Italia e controlla tra i tanti quotidiani e canali radio:
Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, Huffington post, L'Espresso.

Ecco svelato il trucco della grande risonanza mediatica.

Diciamolo chiaramente: le sardine sono spinte dalle due famiglie più ricche e potenti d'Italia: De Benedetti e Agnelli" (fonte: " Il Mediterraneo").

 

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