Idee e grafici. - Cap. 1 (3 lettori)

Stato
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dondiego49

Forumer storico
News

24/02/2012 17:00
Debito pubblico: ma quanto ci costi?
It Forum



E' come se ogni giorno, fin dalla nascita di Gesù Cristo, fossero stati accumulati 2 milioni e 600 mila euro di debito al giorno; oppure 34 milioni e 500 mila euro di debito al giorno, per ogni giorno a partire dalla nascita dello Stato Italiano, il 17 marzo 1861. Si può raccontare anche così il debito pubblico italiano, ormai a ridosso dei 1.900 miliardi, che viene finanziato da oltre 1.600 miliardi di Titoli di Stato e da una pressione fiscale al 42,6%, stando alle caute stime ufficiali. Questi numeri mostrano una cruda realtà: non esiste alcuna possibilità di restituire in un tempo congruo (un quarto di secolo?) un simile ammontare di debito; salvo l'innesco di valori elevati di inflazione, con conseguente diluizione del debito, o peggio del ripudio del debito stesso nei confronti dei creditori nazionali o esteri. A questo aspetto si aggiunge la preoccupante conformazione della piramide demografica italiana; la generazione nata nel periodo del boom economico degli anni '60 si sta avvicinando al termine della propria vita lavorativa. Nel contempo, il ricambio generazionale risulta alquanto limitato, pur con qualche modesto rinforzo da parte degli stranieri nati in Italia. Ma i dati che tengono desta l'attenzione non finiscono qui; a partire dal continuo sbilancio fra entrate e uscite. Nel 2011, ad esempio, il disavanzo si è affacciato per ben otto mesi su 12, mentre per quattro mesi le spese hanno superato gli introiti di oltre 18 miliardi, quasi una finanziaria. Oppure, si può dire del livello medio dei tassi di interesse raggiunti a dicembre, nel momento più acuto della crisi: il 7,4% per i BTP e quasi il 9% per i CCT (dati Banca d'Italia); un elemento che già a novembre vedeva superare di 2 miliardi la somma destinata nell'anno 2010 al servizio del debito (interessi sui Titoli di Stato). , Nel frattempo, l'Italia è entrata ufficialmente in recessione, dopo due trimestri di crescita negativa; un aspetto non favorevole alle future emissioni di Titoli di Stato, il cui successo è necessario quanto l'aria che respiriamo. Tra febbraio e aprile giungeranno a scadenza ben 145 miliardi di Titoli di Stato; titoli che ovviamente dovranno essere ricollocati sperando nella benevolenza dei mercati e nella accondiscendenza delle condizioni di rifinanziamento della Banca Centrale Europea. Questo è quanto emerge dall'ultimo Osservatorio sui dati economici italiani dal titolo "Italia 2011: un anno di sofferenza" realizzato dalla Mazziero Research e disponibile a questa pagina Si tratta del quinto numero di un appuntamento trimestrale che prende in esame l'evoluzione del debito pubblico e il rating italiano confrontato con i Paesi dell'Eurozona, lo stock di Titoli di Stato, le Riserve ufficiali della Banca d'Italia, il Prodotto interno lordo e la bilancia commerciale, il livello di inflazione e di disoccupazione. Si tratta di una grande mole di dati, provenienti da enti e istituzioni diverse, che vengono riuniti in un unico documento, di veloce consultazione. Nella preparazione di questo studio chi scrive è stato affiancato da Leonardo Baggiani, Silvano Fait e Andrew Lawford, che hanno curato la sezione degli approfondimenti. Fonte: News Trend Online Fonte: News Trend-online
 

dondiego49

Forumer storico
News

24/02/2012 17:30
Dopo Atene il mercato torna i fondamentali
It Forum
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La regola non scritta dei mercati "buy on the rumors and sell on the news" si è rivelata perfetta anche in questi ultimi giorni con l'accordo di swap da 130 miliardi alla Grecia. Chi si aspettava un'ulteriore fiammata dei listini su questa notizia è andato deluso: i mercati avevano già scontato tutto il negativo nei mesi scorsi ed anticipato il buon esito dell'accordo nelle ultime settimane. A questo punto, in attesa di qualche altro "market mover" di rilievo, possiamo tornare ad analizzare l'andamento dei listini attraverso i fondamentali che, per ora, non lasciano certo spazio a spunti di positività, visto anche tutte le revisioni al ribasso dell'Eurozona esposte due giorni fa dalla Commissione Europea. Tuttavia, il fatto che dopo un lungo periodo si torni a discutere di fondamentali è un fattore di rilievo positivo. E' scontato che i primi numeri del 2012 saranno negativi per molti settori. Finanziari e assicurativi saranno condizionati dalle svalutazioni sulla Grecia, peraltro già inserite nei numeri del 2011, mentre altri settori come l'industriale, i media e i consumer, saranno colpiti dalla fase recessiva. L'avvicinarsi del periodo di annuncio dei dividendi sarà un altro importante market mover per i principali titoli di Piazza Affari, che appare comunque in questa fase un listino interessante, alla luce di alcuni numeri usciti ultimamente e per le potenzialità di recupero. Infatti, nonostante la crisi, il marchio Made in Italy, segna numeri da record. A dicembre il dato mensile sulle esportazioni in termini di valore ha segnato il nuovo massimo storico, i settori maggiormente attivi sono stati nella meccanica, nella moda e nell'arredo. Si tratta di un segnale decisamente importante, al di là dei problemi strutturali del nostro paese, per porre le basi di un rilancio; se i consumi interni ripartissero nel corso del 2012, il nostro listino potrebbe realmente dare soddisfazioni agl'investitori. , Non dimentichiamo anche che alle porte c'è un appuntamento importante per i mercati, ossia la seconda asta di rifinanziamento triennale della Bce in programma la prossima settimana; se la prima asta in dicembre è servita ad assestare i problemi di finanziamento del sistema bancario, questa potrebbe essere utilizzata per "fare acquisti" ed immettere liquidità nel sistema, contribuendo ad un rilancio dei prezzi azionari, come avvenne negli Usa dopo i QE del 2009. Sul fronte obbligazionario si mantiene buona la liquidità sul mercato e l'interesse degli investitori verso titoli di nuova emissione visto i buoni rendimenti proposti. Molte le emissioni in settimana, partendo dal settore finanziario la francese BNP (Aa3 di rating), con 1 miliardo a 5 anni 24/2/2017 e cedola 3%; sempre sulla stessa scadenza a 5 anni, Intesa San Paolo (A2/BBB) con 1 miliardo di euro, cedola 5% e scadenza finale 28/2/2017 e Danske Bank (A2) con 1 miliardo , cedola 3.875% e scadenza 28/2/2017. Societè Generale (A1) ha optato per un doppio deal: 1 miliardo di euro a tasso variabile con cedola trimestrale 3m+85 e scadenza 1/9/2013 e 750 milioni a tasso fisso con cedola 3.75% e scadenza 1/3/2017. La finlandese Pohjola bank (A+) ha scelto la struttura subordinata, un lower tier2 bullet a 10 anni 28/2/2022 e cedola 5.75% per una size di 500 milioni di euro. Inoltre l'assicurazione francese Unedic (Aaa/AA+) si è finanziata con euro 2 miliardi sulla parte breve della curva a 3 anni 27/02/2015 e cedola annuale fissa 1.75% Tra gli enti sovrani la Repubblica Ceca (A1/AA-) ha emesso 2 miliardi di euro sulla scadenza decennale 24/5/2022 con cedola fissa 3.875% e la Bei ha emesso un 1,4 miliardi suddivisi tra un bond a 5 anni a tasso variabile euribor 3 mesi + 0,47 ed un tasso fisso trentennale del 3,625%. , Tra i corporate: General Electric (Aa2) con 1.250 miliardi di euro, cedola 2% e scadenza 27/2/2016, Thyssenkrupp Ag (Baa3) con 1.25 miliardi di euro, cedola al 4,375% con scadenza 2017. Enel (A3), ha chiuso in anticipo il collocamento del deal retail emettendo un totale di 3 miliardi di euro: 2.5 miliardi a tasso fisso con e 500 milioni a tasso variabile. Le obbligazioni a tasso fisso hanno tasso d'interesse annuo lordo del 4.875% e un tasso di rendimento annuo lordo effettivo a scadenza pari al 4.885% e per quelle a tasso variabile la prima cedola in pagamento il 20 agosto 2012 avrà un tasso del 4.439%. La data di emissione e di godimento delle obbligazioni è il 20 febbraio 2012 e la scadenza il 20 febbraio 2018. Tra i rumours di nuovi deal la compagnia telefonica Australiana, Telstra (A2/A) che ha dato mandato ad alcune banche di sondare il mercato e l'interesse degli investitori. Fonte: News Trend Online Fonte: News Trend-online
 

dondiego49

Forumer storico
News

24/02/2012 18:05
UNICREDIT: un buy "speculativo"...
Pietro Paciello
Dopo aver valutato con accortezza la dinamica ribassista che ha interessato Unicredit nelle ultime sedute, abbiamo deciso di intervenire nuovamente al rialzo ai prezzi correnti.
Unicredit si aggiunge quindi ai 5 titoli già presenti nel nostro portafoglio modello, contribuendo anche alla necessaria diversificazione dello stesso che era “orfano” di titoli bancari da diverso tempo.

Non solo motivazioni legate al titolo supportano questo intervento, ma anche una dinamica esterna che, alla luce dei recenti apprezzamenti del cambio EURUSD, del NZDUSD e di altre variabili che approfondiremo nel prossimo report intermarket, ci induce a ritenere come abbastanza probabile un imminente recupero/rimbalzo di Piazza Affari.
Raggiungiamo quindi una esposizione complessiva di portafoglio del 60%, ma sempre proteggendo lo stesso con stop-loss molto vicini ed inderogabili…











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UNICREDIT: posizionamento LONG da area 3.85.
Scenario tecnico e obiettivi: area 3.75 sembra aver tenuto, completando con precisione il secondo test del canale laterale-ribassista all’interno del quale si sta muovendo unicredit.
Volumi in crescita sui recenti minimi, situazione di forte ipervenduto e precisione della figura grafica supportano il segnale di ingresso al rialzo.
Lecito attendersi un test a brevissimo di area 4.00 che, se superata, dovrebbe rapidamente proiettare il titolo verso le successive resistenze in zona 4.25 e 4.50. Stop-loss sotto area 3.70 (attendere almeno una chiusura oraria…).
In conclusione, aumentiamo la diversificazione e l’esposizione complessiva del nostro portafoglio modello che, oggettivamente, per quanto esposto al 50% in azioni appariva posizionato su titoli troppo difensivi.
Con l’ingresso su Unicredit si aggiunge sicuramente maggiore rischio e volatilità in generale ma, sicuramente, anche una maggiore reattività seppur in ottica prevalentemente speculativa.
Buon trading a tutti
Pietro Paciello
Ufficio Studi Uptrend Advisory
 

dondiego49

Forumer storico
News

24/02/2012 18:12
Fed: Williams, l’economia Usa potrebbe trarre beneficio da una politica monetaria più aggressiva

Le difficoltà che sta incontrando l’economia statunitense potrebbero rendere necessaria una politica monetaria più aggressiva. A dirlo è John Williams, il presidente della Federal Reserve di San Francisco. “Solo alcuni fattori ribassisti –ha detto Williams nel corso di un forum organizzato dall’Università di Chicago- sono da ricondurre al mercato immobiliare, gli altri sono legati al restringimento del credito ed alla debolezza dell’economia globale”.
Fonte: News Finanza.com
 

crupps62

Forumer storico
Buon w.e. a tutti.

Io lo lavorero' tutto.....ma lunedi ci si ritrova qui.....
Don non ti scoraggiare....fai un ottimo lavoro.
Non tutti possono scrivere...ma sicuramente leggono in silenzio.
 
Stato
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